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Autore: l_s    13/02/2008    2 recensioni
una ragazza ridotta ad un fantoccio, una scatola vuota, da un destino crudele che ella stessa ha scelto per sè; forse una debole, che si è arresa invece di continuare a combattere...cambierà idea o continuerà a crogiolarsi nel cupo torpore della sua apatia?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Erano giorni che continuava a sedersi lì. Che bastardo. Voleva forse metterla alla prova? Allora lei l’avrebbe superata. Ormai riteneva che sarebbe stato necessario ricorrere alla sua ultima difesa...
Di certo, se avesse potuto farlo, avrebbe riso: le sembrava di elaborare una tattica di guerra. E di una guerra si trattava. Ma non contro di lui. Contro se stessa. Da una parte erano schierate la sua ragione e la sua prudenza, spalleggiate dagli anni di addestramento, dall’altra le sue emozioni, la sua brama di vita e il suo corpo, spalleggiati dalla sua misera natura umana. Un’indecisione che sicuramente le sarebbe stata fatale la consumava lentamente, dietro il suo volto risoluto. Lasciò vagare lo sguardo lungo il muro: anche quel giorno era a pochi metri da lei, pensò freddamente. In realtà, non era di una bellezza eccezionale. Di certo era più brutto di Mike, ma ispirava fiducia e il modo in cui era appoggiato al muro appariva assolutamente incantevole alla gente comune. Ogni tanto scambiava cordiali parole con i vari ragazzi che lo fronteggiavano. Ogni giorno sedeva più vicino ad Ananke, che si stava rapidamente abituando alla sua presenza. Ella sapeva di essere il suo obiettivo e deduceva dalle sue mosse incerte di poterlo affrontare. Non sarebbe stata una gran difficoltà, lo avrebbe battuto come aveva fatto con Mike, facendogli credere di aver vinto.
Quando infine le fu vicino, la ragazza era preparata ad un suo attacco, ma egli non le rivolse nemmeno una parola. Quanto a lei, il suo autocontrollo era perfetto ed entro un paio di giorni avrebbe potuto smettere di pensare a quel ragazzo.
La reazione di Mike fu estrema: folle di gelosia verso il nuovo arrivato, costrinse Ananke, parecchio infastidita, a sedersi continuamente sulle sue gambe per diversi giorni, finché non si accorse che ella non nutriva alcun interesse per il ‘negro’ –così lo chiamava- e si decise a lasciarla libera. La bufera era passata, si disse Ananke, ora sarebbe stata bene come al solito. Bene. Con un’anima rinchiusa in una cella da qualche parte e un corpo devastato. Bene. Con un mondo all’interno che marciva lentamente.
Fu allora che udì la sua voce. Canticchiava soprappensiero, armoniosa e la ragazza riconobbe la melodia che già una volta aveva sentito provenire da quelle labbra. I suoi occhi erano chiusi, ma la pace del volto non era che una maschera per celare ad un occhio indiscreto il suo tormento interiore, che tuttavia si percepiva chiaramente dalla ruga che increspava la sua fronte liscia. Smise di cantare, riaprì gli occhi e guardò lontano, verso la luce che proveniva dalla strada principale e, per un momento, i suoi occhi non mostrarono altro che un’infinita tristezza, che subito si preoccupò di dissimulare come se avesse sentito gli occhi nascosti della ragazza su di sé.
“Scusa” mormorò inaspettatamente, ed Ananke seppe che la parola era rivolta a lei. Avrebbe voluto domandargliene il motivo, tuttavia si trattenne, non aiutandolo nel suo intento. Con uno sforzo immane, egli si voltò a guardare il suo volto nascosto da crine e continuò. “Sono stato io a cantare quella canzone.” la sua voce accorata era colma di sincero dispiacere e dai suoi occhi traboccava la sofferenza “Non avevo idea che potesse sortire su di te un simile effetto, e me ne rammarico immensamente. Ti prego di non portarmi rancore.”
Detto questo, abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Il tono con cui aveva pronunciato quelle parole avrebbe commosso chiunque, al punto da rendere completamente inutile la sua preghiera, e persino Ananke non riuscì a restare completamente indifferente. Per la prima volta dopo tanto tempo, decise di parlare. Furono due parole, fredde come il ghiaccio, tanto fioche da essere poco più d’un sussurro.
“Non importa.”
Il ragazzo sollevò il capo di scatto, facendo molleggiare i ricci sulle spalle e le rivolse un travolgente sguardo caldo pieno di immotivata gioia. Le labbra si tesero e si schiusero in un abbagliante sorriso. La ragazza abbassò bruscamente la testa, abbacinata.
“Grazie” disse lui, la voce ancora fremente per quelle due misere parole.
Si esaltava per troppo poco, pensò glaciale Ananke, alzandosi per tornare a casa, cercando di distrarre la mente da un’immagine che vi si affacciava troppo spesso per i suoi gusti.
E quella notte, per la prima volta dopo anni di finti sonni, sognò. Sognò un ragazzo dalla pelle scura e un sorriso abbagliante, e un muro spesso, senza alcuna falla, che le impediva di raggiungerlo. Lei cercava disperatamente un’uscita, ignorando una donna che pretendeva di chiamarsi Ragione che le diceva che all’interno sarebbe stata al sicuro; cercava furiosamente qualsiasi attrezzo che potesse rompere la barriera, o almeno scheggiarne la superficie, mentre la petulante donna continuava a ripetere che lui non l’avrebbe mai amata, le ricordava un altro nome, ma la ragazza non vedeva altri che lui, non sentiva altro se non il suono della sua voce.
Di colpo si svegliò, con il fiato grosso e, mentre richiudeva gli occhi, capì di essere in svantaggio.
Prudenza era stata assassinata.

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Salve a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui...Volevo scusarmi per il ritardo e per i mancati ringraziamenti delle scorse volte. Detto ciò, vi ringrazio infinitamente per essermi rimasti fedeli, anche dopo il capitolo 3, che in realtà nemmeno a me era piaciuto tanto...

Ringrazio in particolar modo Spleen -spero che la tua curiosità troverà soddisfazione, ti adoro-, il mio amico Mr Obscurus che finalmente è riuscito a leggere questa roba -spero che le carte ti consiglino di scrivere la storia del prete^^-, maddina, ma mi sembra decisamente esagerato che definisca Ananke un capolavoro, e il mio adorabile amico Dario, anche se non lascia mai commenti...

Ciao a tutti! Spero di rivedervi!

   
 
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