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Autore: Elsa Maria    05/08/2013    5 recensioni
Un mese di vacanza rovinato da un'iniziativa audace. Un mese in un Onsen ryokan, dall'aspetto tranquillo. Un mese in compagnia di un ragazzo misterioso e un cliente alquanto snervante. Un mese per provare tutte le emozioni che uno si porterà dietro per il resto della vita.
Un mese in cui i titubanti cuori di Sora e Roxas Sawamura, saranno messi alla prova.
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Questa è la prima fan fiction che scrivo su Kingdom Hearts, e mi sento più tosto agitata. Spero proprio di non aver prodotto qualcosa di indecente. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Kairi, Riku, Roxas, Sora
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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From: Hoshimoto Axel.

Sub: Sono in viaggio.

Ho appena preso il treno, sarò ad Osaka tra due ore. Certo, però, anche tu, trasferirti ad Osaka solo per essere d'aiuto a Saix per il piccolo, sei veramente idiota! Soprattutto per il fatto che mi arrivano continui messaggi di lamentele sul bambino da parte tua, non è che li gradisco molto; e dovresti saperlo, ma quando ci chiamiamo tu ti disinteressi delle mie suppliche, anzi te la cavi sempre con quel: “Ti amo” che credo sia più un modo per farmi entrare in confusione che per altro. Comunque, come già detto, tra due ore circa sarò da te, quindi non muoverti da casa di Saix (poi ti dovrei anche sgridare, perché sai bene quale rapporto c'è fra me e Saix e dovermi dirigere a casa sua, insicuro sulla tua presenza, beh, mi spaventa), mi fido! Ciao, a dopo \(°3°)/

E... Si ... Ti amo okay? (Io però i tuoi capricci li accontento sempre...)

Bye.

 

Il biondo avvicinò il telefono al petto, stringendolo fra le mani. Da quando si erano divisi erano successi alcuni fatti, più che altro esilaranti. Saix si era sposato con una certa Tsuki e avevano avuto un figlio, di cui Axel era diventato la tata -di fatti veniva pagato-; infatti, circa a Settembre, 'l'allegra combriccola' si trasferì ad Osaka e a loro si aggiunse Demyx, con il quale Axel si era preso un appartamento -che era di fronte la casa di Saix-. Essendosi, poi, trasferito anche Sora ad Osaka, vivendo da Kairi, Axel a volte, sotto commissione di Roxas, controllava il castano riferendo dei vari momenti d'intimità con il suo ragazzo, Riku, il quale ormai era stato ufficializzato. Infatti, il Natale dell'anno passato, Sora più i suoi due amici, in compagnia di Naminé, era tornato a trovare i genitori per le vacanze; conclusa la festa principale, loro, i giovani, si erano radunati in una sala per un ‘dopo festa’, durante il quale, sotto l'effetto dell'alcool, Sora baciò l'albino urlando ai quattro venti la loro relazione ed anche se nella sala non c’era nessuno che non lo sapesse, i genitori di Sora in quel preciso istante passarono di lì e sentirono ogni singola parola. Fortunatamente, però, non erano per niente contrariati, giusto un po' il padre che avrebbe desiderato dei nipoti, ma gli andava bene anche così. Roxas, invece, a differenza degli altri, era rimasto a casa degli zii continuando la sua vita, portando la sua carriera scolastica a raggiungere voti sempre più alti -ciò dimostrò anche quanto la presenza di Sora influisse sui comportamenti altrui; l'unico che era in grado di sopportarlo era il santo Riku-. 
Roxas continuò a guardare fuori dal finestrino. L'immagine di quel decerebrato del suo ragazzo gli pervase la mente, facendolo ridere ai ricordi di quell'inverno, quando non poté raggiungerlo perché bloccato dalla neve. Anche se si era sentito solo, i suoi continui, petulanti messaggi e chiamate lo facevano star bene. -"Axel potrebbe benissimo fare lo stalker."- Aveva pensato molte volte.
Un altro ricordo comico apparteneva a quando raccontò ad Axel che una ragazza gli aveva confessato i suoi sentimenti e, per farlo arrabbiare, gli disse che aveva accettato quella confessione; le grida si udirono anche con l'apparecchio lontano dall'orecchio. Alla fine quella relazione a distanza aveva funzionato e a breve, dopo molto tempo, si sarebbero rincontrati.
Per buona parte del viaggio il biondo dormì, ma grazie ad un controllore fu svegliato alla sua fermata e, una volta sceso, si diresse all'indirizzo datogli da Axel con un taxi.
La casa era piccola, bianca, con un cortile dall'erba bassa e qualche fiore rosa acceso sparso qua e là, recintato da una staccionata anche essa bianca. Aprì il cancelletto, percorse il piccolo viale, si sistemò la sacca blu con tutto l'occorrente per la settimana in cui avrebbe dovuto stare con Axel, e suonò il campanello.
Una settimana, un mese, sempre un lasso di tempo che li avrebbe separati; questo lo rattristava, però c'era lui, c'era Axel, quindi, qualunque limite ci sarebbe stato, lui era lì a rendere ogni secondo indimenticabile. La porta gli fu aperta da una donna dai capelli neri e lisci, occhi gentili, ma da un colore azzurro ghiaccio.
“Si?” Domandò affacciandosi.
“Sono Roxas Sawamura.” Rispose sorridendo.
“Ciao, sono Tsuki Moonacre. Piacere.” 
“Piacere mio.”
“Entra pure.” Lo fece accomodare.
“Ti chiamo Axel.” Il ragazzo annuì e lei si allontanò.
Il biondo si guardò un po' attorno. C'erano alcuni poster di quadri impressionisti, incorniciati e appesi ai muri dipinti di un color crema con qualche affresco; la casa era graziosa sia all'interno che all'esterno. 
“Axel è per te.” Gli disse la donna entrando nella camera del figlio dove il rosso stava giocando con il bambino. “È arrivato.” Aggiunse prendendo Yoru -nome del piccolo- in braccio. Axel corse nell'atrio e si fermò alla vista del ragazzo, che timidamente esaminava il luogo attimo a sé, proprio come un cucciolo impaurito in un luogo estraneo.
“Hachi!” Esclamò andandogli incontro per abbracciarlo.
“Hachi?!” Sbuffò lui, mettendogli le mani sul petto per fermarlo. “Diamine Axel, non ci vediamo da undici mesi e già mi fai arrabbiare?”
“Arrabbiare?” Gli prese i polsi e abbassò le braccia, avvicinandosi. “Eppure io sono tanto felice.” Lo baciò. “Ti sono mancato?” Gli domandò mordendogli il labbro inferiore.
“Si...” Rispose completamente catturato dalla sua voce seducente. Stava odiando sé stesso e la sua debolezza, perché cadeva sempre vittima dell'audacia di Axel, anche con mesi e mesi di esercizi e letture su come poter controbattere al partner, tutto inutile. 
“Sono felicissimo.” Strinse l'abbraccio. “Adesso andiamo subito a casa mia, voglio proprio fartela vedere!”
“Va bene, così ne approfitto anche per salutare Demyx.” Sorrise. Axel avvisò Tsuki della loro uscita e portò il ragazzo nel palazzo di fronte la casa dove si trovavano. Salirono due rampe di scale ed il rosso si fermò davanti la prima porta alla loro destra. Bussò. “Sono io Demyx, ho qui il cagnolino.” Il ragazzo dall’altra parte della porta aprì, lanciandosi su Roxas e abbracciandolo.
“Ciao Roxa-kun!” 
“Ciao Demyx… Come mai tanta ospitalità?”
“Quando te ne sei andato mi hai lasciato solo i saluti da parte della fiamma.” Bofonchiò. 
“Scusami…” 
“Basta voi due.” Axel li divise. “Entra pure.” Lo invitò uno dei padroni. Il ragazzo entrò e quello che vide lo lasciò spiazzato. Un appartamento completamente diroccato, coperto di sporcizia e immondizia da cima a fondo: una vera pattumiera, persino le stalle erano più pulite e soprattutto profumate.
“Sto per sentirmi male…” Disse il biondo che sentì mancarsi l’aria. Axel lo sorresse. 
“Ti piace?” Ebbe il coraggio di chiedere.
“Axel… Cosa avete fatto in questo luogo…?”
“Ci abbiamo vissuto per un anno.”
“Io esigo che questo posto venga pulito da cima a fondo, mi rifiuto di passarci una settimana!”
“Mamma mia che pignolo.” Sbuffò Demyx. 
“Quello che dico anch’io.” Annuì concorde all’amico.
“Me ne vado, chiederò ospitalità a Tsuki!”
“Non pensi a Saix?” Gli fece notare il rosso, facendolo fermare.
Neanche era arrivato che già si era: imbarazzato, vergognato, arrabbiato, sentito per un breve lasso di tempo felice, e per concludere disgustato. Possibilità di sopravvivenza: rasenti lo zero per cento; voglia di rimanere un secondo di più ad Osaka: sotto lo zero; voglia di tornare a casa: anche oltre il cento. Axel lo abbracciò da dietro e lo prese in braccio, portandolo nell’appartamento.
Quella che si prospettava sarebbe stata una lunga, lunghissima settimana, senza possibilità di libertà, ma certamente, per quanto poteva essere un pessimista, sapeva bene che si sarebbe costruito dei ricordi memorabili, che l’avrebbero segnato per sempre, come solo Axel poteva. D’altronde, accade questo quando ci si ama, non è vero?

 

L'ultimo angolo dell'autrice:
E' già questa è veramente la fine! Ho messo il bollino: completa!
Spiego perché ho pubblicato così presto: Se non ora, a settembre, è non sono sadica, suvvia u.u Quindi ho preferito metterlo ora ^^ Certo, la vera e propria fine della storia era il cap. 19, ma questo era per chiudere un po' l'AkuRoku rimasta in sospeso. Non ho molto da dire oltre che mi immagino solo cosa potrebbe accadere in questa settimana xD E ve lo lascio immaginare anche a voi. Che dite, la frase finale haavuto un certo effetto? Spero proprio di sì u.u
E bene questi sono gli ultimi saluti, ultimi, ultimi... Uff... Addio! 
A non una prossima per questa storia!
Grazie di tutto!
Here we Go!


P.S. Disegno mio e di Faith Yoite: Roxas version Hachi!

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By Me [scusate l'immagine troppo grande]

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By Faith Yoite
   
 
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