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Autore: ChiiCat92    06/08/2013    3 recensioni
Dato che l'ultima (e unica) fiction che ho scritto su naruto è parecchio triste...ho deciso di scriverne una seconda, un po' più leggera.
La Quarta Guerra Ninja è ormai finita, e il villaggio sta lentamente tornando alla normalità; Naruto e Sakura tornano alle loro mansioni di ninja...e Sasuke?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team 7
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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05/08/2013

 

Naruto dondola le gambe nel vuoto.

Respira a fondo l'aria calma del giorno, soddisfatto.

Il cielo è terso, azzurro da far male; il sole è allo zenit: non andrà più in alto di così oggi, eppure lui ha come l'impressione che sia intenzionato a non calare, e rimanere incollato sul tessuto azzurro del cielo per sempre.

Le cicale cantano, nascoste all'ombra degli alberi; invisibili agli occhi allietano l'udito con il concerto delle loro voci stridule. Si scambiano messaggi d'amore, che solo loro possono capire.

Naruto si stiracchia, sbadigliando.

Gli sembra di stare lì ad aspettare da un'eternità.

Porta ancora addosso le cicatrici della guerra. Anche se grazie a Kurama e ai ninja medici sta guarendo bene, ci sono alcune ferite che non ne vogliono sapere di richiudersi, e che a volte lo tengono sveglio la notte in preda a strani dolori.

Non ne ha voluto parlare con nessuno, anche se nonna Tsunade si è più volte offerta di visitarlo.

Sta benissimo, non ha bisogno di tutte quelle attenzioni.

Adesso, tutto deve tornare alla normalità, e ogni abitante del villaggio deve impegnarsi allo scopo.

Konoha non sarà più come prima, ne sono tutti consapevoli, però è bello veder nascere dalle sue ceneri un nuovo villaggio della Foglia, come un'araba Fenice.

La maggior parte degli edifici sono andati distrutti durante la guerra, molti degli abitanti si sono dovuto arrangiare nella tendopoli che l'Hokage ha fatto costruire poco fuori dai confini del villaggio.

Si seppelliscono ancora i morti, si curano ancora i feriti, si piangono ancora i cari passati a miglior vita.

Non ci sono lacrime a sufficienza per piangerli tutti, e Naruto ha finito le sue da un pezzo: adesso è venuto il tempo dei sorrisi, e deve essere forte per quelli che non ce la fanno.

Però, non deve essere molto bravo a farlo, perché c'è sempre qualcuno che gli rivolge una pacca sulla spalla, uno sguardo affettuoso, o una parola gentile, qualcuno gli offre anche cibo, acqua, un riparo: anche la sua casa è andata distrutta durante la guerra.

E lui è sempre lì che dispensa sorrisi, risate, che rifiuta gli aiuti. Non crede di avere bisogno di nessuno, finché non sarà stato lui a dare a tutti quello di cui hanno bisogno.

Gli piace ancora andare in missione, e gli piace ancora andare da Ichiraku a godersi il suo ramen quotidiano. Ma la cosa che gli piace ancora di più, è la pace tranquilla che può gustare durante il riposo scaturito dall'attesa.

L'unica cosa che può fare adesso, è attendere, e se la sta godendo tutta.

Le fronde dell'albero su cui è accovacciato vengono scosse gentilmente da una brezza che va e viene, rinfrescando l'aria altrimenti calda.

- Che fai pigrone, dormi? -

Naruto apre un occhio dall'iride cerulea.

Si sporge verso il basso.

Seduta tra le radici degli alberi, con il mento all'insù, Sakura gli rimanda uno sguardo interrogativo. Il verde dei suoi occhi brilla di luce propria, come due piccole stelle disperse nel cielo.

Naruto le sorride spontaneamente.

- No, sono sveglio. Non riuscirei a prendere sonno anche stesso. -

Sakura sorride a sua volta, anche se il suo sorriso è un po' teso, preoccupato.

Naruto si spinge oltre il bordo del ramo su cui era seduto, e cade a terra, con leggiadria. Si lascia cadere accanto a Sakura.

Lei si stringe le gambe al petto.

Il suo sguardo è puntato lontano, vede cose che lui non può vedere, cercando un'unica persona. La stessa che anche lui vorrebbe vedere arrivare.

- Hai paura che non torni? -

Sakura rabbrividisce al solo sentire quelle parole, e stringe di più le gambe al petto.

- N-no. Mi fido. Il punto di incontro è questo. Arriverà. -

Naruto tira fuori dalla giacca una pergamena chiusa con un sigillo.

Se la fa rigirare tra le mani.

È l'oggetto che la sua squadra doveva recuperare per l'Hokage, ma è completamente inutile senza la seconda pergamena con cui fa coppia. Per questo, si sono dovuto separare.

A lui non è mai piaciuto lavorare in squadra, questo sia Naruto che Sakura lo sanno bene; e dopo quello che è successo, e gli anni passati lontani, è plausibile che non voglia ancora lavorare con loro.

Un velo di imbarazzo aleggia sempre su di loro, quando sono tutti e tre insieme.

Naruto non ha mai pensato che sarebbe stato facile, anzi, sapeva che sarebbe stato difficile tornare alla normalità; ma era quello che più si avvicinava alla normalità, e ne era comunque felice.

Il problema è convincere gli abitanti di Konoha. A volte, Naruto è convinto che lui voglia passare più tempo possibile in missione per non dover avere contatti con la gente.

Certo, un tradimento, tre anni di lontananza, svariati omicidi e una serie di minacce di distruzione e morte, non lo rendono proprio ben accetto.

Ma visto che Naruto ha garantito per lui, è certo che nessuno si sognerebbe di andargli contro, ammesso che non vogliano vedersela con il jinchuriki del Kyuubi.

Dopo le loro azioni congiunte in guerra, Naruto è sicuro che gli abitanti e gli shinobi del villaggio accetteranno presto la sua presenza, il suo ritorno, e i suoi modi freddi e scostanti.

Sakura sospira, strappando Naruto ai suoi pensieri.

- Spero che non gli sia successo niente... -

Naruto da in una risatina.

- E pensi che qualcuno possa fare qualcosa a quel teme? -

- No certo...ma... -

- Sei preoccupata lo stesso. - conclude Naruto per lei, visto che continua ad essere reticente. Il suo viso diventa deliziosamente rosso. Naruto si esibisce in un “tsè!” annoiato. - Potresti anche fare finta di non essere così innamorata di lui in mia presenza 'ttebayo. -

Sbotta, mettendo su un finto broncio.

- No...ma...non volevo... - si affretta Sakura, diventando rossa in maniera definitiva. Annaspa alla ricerca di una spiegazione, sia al suo comportamento, sia al suo rossore, fin quando l'indice non le si punta verso una figura in avvicinamento - ...Naruto! -

- Cosa? Che ti strilli! -

Fa lui, volgendo altrove lo sguardo, anche se sta morendo dalla voglia di seguire la direzione indicata da Sakura.

- Eddai Naruto, guarda là! Eccolo! Sta tornando! -

La ragazza scatta in piedi, tutta contenta, quasi saltella sul posto.

- Uffa, che scocciatura. Non sei mai così contenta di vedere me quando torno dalle missioni. -

Dice, ma sta sorridendo.

Si alza in piedi anche lui, pronto ad accogliere il terzo membro della squadra.

Da quando ha smesso i suoi tetri abiti, e indossa la divisa dei Jonin, come del resto fanno anche Naruto e Sakura, sembra uscito direttamente da un sogno.

Mai, neanche nelle loro speranze più ardite, avrebbero potuto immaginare quella scena: Sasuke Uchiha, di ritorno al villaggio, dopo una missione assegnatagli dall'Hokage, con indosso abiti da Jonin, e il coprifronte di Konoha.

Naruto si trattiene dall'andargli incontro correndo.

Adesso, il suo cuore può permettersi di farsi sfuggire un piccolo pensiero: ha dubitato del suo ritorno. E non sarebbe neanche la prima volta.

Succede sempre; succede quando si separano la sera, succede quando non si vedono per qualche giorno, succede quando sono costretti a dividersi per svolgere una missione, succede nei suoi incubi: Sasuke non torna, lo abbandona di nuovo, lo lascia solo, unico a credere ancora in lui.

È difficile per lui convivere con quella sensazione perennemente presente agli angoli della sua anima, pronta ad assalirlo quando meno se lo aspetta, che lo getta in paranoia per qualsiasi piccolo insignificante ritardo, o assenza non giustificata.

Però, poi Sasuke li raggiunge proprio come in quel momento: camminando con le mani infilate in tasca, la testa basta, gli occhi scuri nascosti dalla frangetta di capelli color inchiostro, l'atteggiamento rilassato di chi vorrebbe far credere che non gli importa niente di nessuno.

Ma Naruto lo conosce bene, e conosce ogni suo più piccolo comportamento.

- Sasuuuuuuuuuuuuuukeeeeeeeeeee-kun! -

Grida Sakura, sbracciandosi.

Naruto vede lontano un miglio l'amico sbuffare, e ricambiare con un timido movimento della mano.

Sakura non ce la fa più a trattenersi, vorrebbe saltargli al collo, abbracciarlo, stringerlo per rendersi conto se è reale o no, se l'uomo, non il ragazzo, che ha di fronte è davvero quello che sembra.

- Ciao. -

Esordisce Sasuke, scocciato, presentandosi davanti a loro.

Alza lo sguardo quel tanto che basta perché gli occhi cerulei di Naruto e quelli verdi di Sakura possano mangiarsi i suoi neri come la notte, e farlo sentire nudo, e in imbarazzo.

- Sasuke-teme, ma quanto ci hai messo. Ad un certo punto, ho cominciato a pensare che ci avresti fatto aspettare in eterno. -

Sghignazza Naruto.

Gli prudono le mani, il cuore gli batte forte.

Si riabituerà mai alla presenza di Sasuke? Si abituerà mai nel vederlo rimanere per mai più andarsene?

Sasuke gli rivolge un'occhiataccia delle sue, una di quelle che potrebbero uccidere, e considerando quello che nasconde dentro quelle iridi nere, non è detto che non sia possibile.

- Ecco la tua pergamena, Usuratonkachi. -

Sasuke gli lancia in malo modo la pergamena che fa coppia con quella che già ha, e Naruto l'afferra al volo.

- Dovremmo portarle subito da Madamigella Tsunade. -

Fa Sakura, seria.

Il suo sguardo tradisce la sua inquietudine. I suoi occhi saettano da Naruto a Sasuke ad una velocità impressionante, quasi non sapesse cosa fare, come comportarsi.

Sasuke alza gli occhi al cielo. Punta le mani sui fianchi, e si esibisce nella peggiore delle sue espressioni (e Sasuke non dispone di una vasta gamma di espressioni).

- Ok, ne ho abbastanza. Mi trattate come fossi un alieno, o un fantasma, o non so che cosa. Smettetela, tutti e due. -

E sottolinea le sue parole con lo sharingan, che prontamente accende i suoi occhi di rosso fuoco, in risposta alla sua rabbia.

Sakura non resiste più, allarga le braccia e avvolge l'amico in un abbraccio.

Sasuke si sente avvampare, e si scrolla di dosso la ragazza, con furia quasi omicida.

- Basta! Ma che diavolo ti prende! - la indica, come si farebbe con una bambina dispettosa. Ma il suo volto tutto rosso non lo rende verosimile. - Comportati decentemente! E non toccarmi! -

Gli occhi di Sakura cominciano a brillare di lacrime.

Naruto stringe i pugni.

- Sei sempre il solito teme, 'ttebayo! Voleva solo dimostrarti il suo affetto! E tu la fai piangere, 'ttebayo! Ti hanno strappato il cuore dal petto o cosa?! -

- Che cosa ne vuoi sapere tu, dobe! Non hai contegno, fai ridere come shinobi! -

- Ah sì?! -

Naruto si avvicina pericolosamente a Sasuke.

I loro occhi si specchiano gli uni negli altri.

Lo sguardo ceruleo di Naruto vacilla per un istante, l'istante che gli serve per allungare le braccia e cingerle al collo di Sasuke.

Il ragazzo sgrana gli occhi, inebetito.

Sakura gli avvolge un braccio, poggiandogli la testa sulla spalla.

- Dobe, ma cosa... -

Comincia Sasuke, imbarazzato come non mai.

Naruto lo stringe di più.

- Tre secondi, solo tre secondi. Permettici di tenerti stretto solo per tre secondi, poi non lo faremo più, promesso. -

Sasuke sembra pensarci per un attimo.

Il suo sguardo si addolcisce, anche se Naruto e Sakura non possono vederlo.

- Solo tre secondi però. -

La sua voce dura fa sorridere i due, che annuiscono.

Sasuke cinge Naruto con un braccio, e Sakura con l'altro.

Passano tre secondi.

E ancora altri tre.

E poi altri tre.

   
 
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