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Autore: Hupa    04/10/2004    3 recensioni
Ok...una introduzione che sia tale...vediamo... Russia, notte... nuooooooo...non so che scrivere apparte che c'è Kei che di punto in bianco prende e se ne va di casa, naturalmente il nonnino ciò non gliela fa passare e il porello dovrà decidersi se stare dietro al suo orgoglio (e quindi morire congelato) oppure chiedere aiuto ai suo compagni... oh... si dai...non sono fatta per queste cose! xD
Genere: Drammatico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SECONDO

SECONDO

 

"Oh! Lady Doll, Lady Doll!

Il vestito hai sporcato

e la porcellana ammaccato.

E adesso dove andrai?

Lady Doll ora è sporca, macchiata.

E solo il liscio ghiaccio turchese può ora specchiarla..."

 

Alzò gli occhi scarlatti; l'albergo era di fianco a lui.

Un piccolo Hotel abbastanza grazioso in una delle tante strade secondarie della città.

Lontano dal movimentato e rumoroso frastuono del centro cittadino.

Parte dei suoi timori si erano spenti davanti a quell'insegna luminosa.

Altri invece se ne erano aggiunti...

Entrare in quelle condizioni e raggiungere i suoi amici...

Sotto lo sguardo sicuramente inorridito di portinai e facchini...

E chiedere aiuto ai suoi compagni...

O...

Cos'altro poteva fare?

Forse era già un miracolo se fosse riuscito ad entrare nell'albergo senza essere sbattuto fuori per...

L' inadeguata eleganza!

O ancora meglio lo avrebbero scambiato per un povero ragazzo di strada.

Abbassò lo sguardo passandolo in rassegna sui suoi abiti; pantaloni e maglione macchiati dalla neve sporca...

Per non parlare delle scarpe che erano completamente infangate...

E da non dimenticare la sciarpa stracciata.

Inadeguata eleganza...

Chissà che faccia doveva avere...

Cosa andava a cercare scuse.

Sapeva...

Sapeva che non era ciò che lo bloccava di fronte a quella modesta porta a vetro opaco.

No di certo...

Che espressione avrebbero fatto i suoi compagni trovandoselo davanti in quelle condizioni?

Cosa avrebbe provato lui?

Vergogna.

Quale tremenda ferita avrebbe subito il suo...

ORGOGLIO.

Non sopportava più quella sua parte così repulsiva e talmente forte da farlo esitare davanti alla sua unica possibile via di salvezza, immerso nel gelo della notte che a mano a mano passava il tempo diveniva sempre più pungente.

Una sensazione cominciò ad avvolgere la sua mente e il suo cuore, avvinghiandolo in una stretta ben più fredda e agghiacciante del clima russo...

Una sensazione che in un brivido lungo la schiena mutò in qualcosa di ancora più angosciante;

Disperazione...

Panico.

Serrò gli occhi più forte che poté stringendoli violentemente.

Venendo a contatto con le sue palpebre irrigidite dal freddo.

Calmati, calmati... CALMATI!

A poco a poco tutte le sue innumerevoli barriere venivano profanate, infrante ed eliminate.

La sua saldezza.

La sua impassibilità.

La sua arguzia.

La sua fiducia in se stesso.

Sentì le braccia cominciare un debole, ma significativo, tremolio.

Non dovuto dal freddo.

No di certo...

Serrò a sua volta le mani, per placare quell'evento.

Non ne aveva più sensibilità...

Non poteva percepire il dolore e la forza che ci metteva.

Quel dolore e quella forza testimoniate solo da calde e sinistre gocce rossastre che scivolavano sulle sue dita...

...precipitavano nel vuoto...

e macchiavano di scarlatto la candida neve luccicante sotto di loro.

Perché non sapeva fare altro che cedere al panico in un momento cruciale come quello?!

Perché non riusciva a pensare a qualcosa per potersela cavare?!

I suoi vani tentativi di ritrovare lucidità si trasformarono ben presto in insulti verso se stesso.

In indiscutibili frasi di disprezzo....

...in preghiere d' aiuto.

L'entrata dell' hotel era a solo pochi metri da lui.

Pochi metri che segnavano la debolezza di un ragazzo e ne decretavano l' immutabile dipendenza alla propria persona, alla propria idea di indipendenza, ai propri ideali di impassibilità...

Alla sua aspirazione di perfezione.

Ma nessuno può aspirare a tanto...

Nessuno può sperare di raggiungere simile obiettivo quando davanti a lui si para il proprio orgoglio.

Che come un muro invisibile nasconde a quegli occhi rubini qualcosa di più importante di ciò in cui credeva.

Un valore che mai aveva paragonato come tale.

E che di conseguenza non poteva nemmeno immaginare quale fosse.

No di certo...

Ma cosa poteva in fondo un... bambino... davanti alla malignità del mondo.

Niente.

...

Avvertì dei rumori alle sue spalle.

Inconfondibili, ma silenziosi passi.

Soffocati dalla neve che si scioglieva sotto il loro peso.

Si irrigidì di colpo aguzzando l'orecchio.

Un semplice passante..................o i suoi inseguitori?

I passi erano ancora lontani, ma percepì il loro ritmo aumentare.

Correvano verso di lui.

Riaprì gli occhi impercettibilmente arrossati.

Era uno solo.

Lentamente cominciò a voltare titubante il capo, pronto a fuggire nel caso i suoi timori fossero fondati.

Stavolta sarebbe riuscito a cavarsela?

La sua visuale si portò nella zona alle sue spalle:

una sagoma ansante lievemente piegata sulle ginocchia per recuperare il fiato perso.

Il suo nome appena sussurrato tra il respiro affannoso.

Una sospirata preghiera di rincuoro.

La sua immagine riflessa in due profondi occhi turchesi.

 

...

 

 

Et voilà! Ho deciso di continuare la ff!!! Grazie a tutti quelli che hanno espresso il loro parere e che hanno commentato!! (spero che facciate lo stesso anche con questo!^o^) Con il prossimo capitolo proverò ad impegnarmi di più visto che quest'ultimo non è venuto proprio bene! Ahimè... perdonatemi se sono priva di fantasia... sono in disperata ricerca di idee per continuarla!!ç.ç Comunque arrivederci alla prossima e grazie di nuovo a tutti quelli che hanno commentato e che sono arrivati a leggere fin qui!!!!!!!!

Haooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!

 

  
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