SECONDO
"Oh! Lady Doll, Lady Doll!
Il vestito hai
sporcato
e la porcellana
ammaccato.
E adesso dove
andrai?
Lady Doll ora è sporca, macchiata.
E solo il liscio
ghiaccio turchese può ora specchiarla..."
Alzò gli occhi
scarlatti; l'albergo era di fianco a lui.
Un piccolo Hotel
abbastanza grazioso in una delle tante strade secondarie della città.
Lontano dal
movimentato e rumoroso frastuono del centro cittadino.
Parte dei suoi
timori si erano spenti davanti a quell'insegna luminosa.
Altri invece se ne
erano aggiunti...
Entrare in quelle
condizioni e raggiungere i suoi amici...
Sotto lo sguardo
sicuramente inorridito di portinai e facchini...
E chiedere aiuto ai
suoi compagni...
O...
Cos'altro poteva
fare?
Forse era già un
miracolo se fosse riuscito ad entrare nell'albergo senza essere sbattuto fuori
per...
L' inadeguata
eleganza!
O ancora meglio lo
avrebbero scambiato per un povero ragazzo di strada.
Abbassò lo sguardo
passandolo in rassegna sui suoi abiti; pantaloni e maglione macchiati dalla neve
sporca...
Per non parlare
delle scarpe che erano completamente infangate...
E da non
dimenticare la sciarpa stracciata.
Inadeguata
eleganza...
Chissà che faccia
doveva avere...
Cosa andava a
cercare scuse.
Sapeva...
Sapeva che non era
ciò che lo bloccava di fronte a quella modesta porta a vetro opaco.
No di certo...
Che espressione
avrebbero fatto i suoi compagni trovandoselo davanti in quelle condizioni?
Cosa avrebbe
provato lui?
Vergogna.
Quale tremenda
ferita avrebbe subito il suo...
ORGOGLIO.
Non sopportava più
quella sua parte così repulsiva e talmente forte da farlo esitare davanti alla
sua unica possibile via di salvezza, immerso nel gelo della notte che a mano a
mano passava il tempo diveniva sempre più pungente.
Una sensazione cominciò
ad avvolgere la sua mente e il suo cuore, avvinghiandolo in una stretta ben più
fredda e agghiacciante del clima russo...
Una sensazione che
in un brivido lungo la schiena mutò in qualcosa di ancora più angosciante;
Disperazione...
Panico.
Serrò gli occhi più
forte che poté stringendoli violentemente.
Venendo a contatto
con le sue palpebre irrigidite dal freddo.
Calmati, calmati...
CALMATI!
A poco a poco tutte
le sue innumerevoli barriere venivano profanate, infrante ed eliminate.
La sua saldezza.
La sua
impassibilità.
La sua arguzia.
La sua fiducia in
se stesso.
Sentì le braccia
cominciare un debole, ma significativo, tremolio.
Non dovuto dal
freddo.
No di certo...
Serrò a sua volta
le mani, per placare quell'evento.
Non ne aveva più
sensibilità...
Non poteva
percepire il dolore e la forza che ci metteva.
Quel dolore e
quella forza testimoniate solo da calde e sinistre gocce rossastre che
scivolavano sulle sue dita...
...precipitavano
nel vuoto...
e macchiavano di
scarlatto la candida neve luccicante sotto di loro.
Perché non sapeva
fare altro che cedere al panico in un momento cruciale come quello?!
Perché non riusciva
a pensare a qualcosa per potersela cavare?!
I suoi vani
tentativi di ritrovare lucidità si trasformarono ben presto in insulti verso se
stesso.
In indiscutibili
frasi di disprezzo....
...in preghiere d'
aiuto.
L'entrata dell'
hotel era a solo pochi metri da lui.
Pochi metri che
segnavano la debolezza di un ragazzo e ne decretavano l' immutabile dipendenza
alla propria persona, alla propria idea di indipendenza, ai propri ideali di
impassibilità...
Alla sua
aspirazione di perfezione.
Ma nessuno può
aspirare a tanto...
Nessuno può sperare
di raggiungere simile obiettivo quando davanti a lui si para il proprio
orgoglio.
Che come un muro
invisibile nasconde a quegli occhi rubini qualcosa di più importante di ciò in
cui credeva.
Un valore che mai
aveva paragonato come tale.
E che di
conseguenza non poteva nemmeno immaginare quale fosse.
No di certo...
Ma cosa poteva in
fondo un... bambino... davanti alla malignità del mondo.
Niente.
...
Avvertì dei rumori
alle sue spalle.
Inconfondibili, ma
silenziosi passi.
Soffocati dalla
neve che si scioglieva sotto il loro peso.
Si irrigidì di
colpo aguzzando l'orecchio.
Un semplice
passante..................o i suoi inseguitori?
I passi erano
ancora lontani, ma percepì il loro ritmo aumentare.
Correvano verso di
lui.
Riaprì gli occhi
impercettibilmente arrossati.
Era uno solo.
Lentamente cominciò
a voltare titubante il capo, pronto a fuggire nel caso i suoi timori fossero
fondati.
Stavolta sarebbe
riuscito a cavarsela?
La sua visuale si
portò nella zona alle sue spalle:
una sagoma ansante
lievemente piegata sulle ginocchia per recuperare il fiato perso.
Il suo nome appena
sussurrato tra il respiro affannoso.
Una sospirata
preghiera di rincuoro.
La sua immagine
riflessa in due profondi occhi turchesi.
...
Et
voilà! Ho deciso di continuare la ff!!! Grazie a tutti quelli che hanno
espresso il loro parere e che hanno commentato!! (spero che facciate lo stesso
anche con questo!^o^) Con il prossimo capitolo proverò ad impegnarmi di più
visto che quest'ultimo non è venuto proprio bene! Ahimè... perdonatemi se sono
priva di fantasia... sono in disperata ricerca di idee per continuarla!!ç.ç
Comunque arrivederci alla prossima e grazie di nuovo a tutti quelli che hanno
commentato e che sono arrivati a leggere fin qui!!!!!!!!
Haooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!