Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Kiri94    06/08/2013    2 recensioni
AVVISO: la storia è stata completamente revisionata e riscritta in un modo più gradevole: per qualsiasi feedback vi invito a mandarmi un messaggio personale!
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Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Introductive Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto la saga precedente.
Nel cuore della notte diverse figure si muovono nell'ombra: il loro piano di vendetta darà vita ad una grande battaglia nella città di Namimori che vedrà coinvolti i Guardiani dei Vongola che vi risiedono ed alcuni nuovi personaggi!
Chi sono i misteriosi Drago? E per quale motivo odiano così tanto la famiglia Vongola?
La storia finalmente inizia ad entrare nel vivo, con colpi di scena ed intrighi a fare di sfondo ad alcune fra le più grandi battaglie mai combattute!
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chrome Dokuro, Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Viola indietreggiò alla vista della prorompente fiamma della ragazza, la quale aveva iniziato ad emanare scintille bianche ad alta densità – Ma.. che razza di fiamma è questa?! – mormorò con tono preoccupato, incapace di identificarne l'attributo – Sembrerebbe Nebbia, ma ha qualcosa di strano! Non.. non ero stata avvertita del fatto che ci fossero fiamme particolari tra le fila dei Vongola! – si morse il labbro, per poi sfoderare un inspiegabile sorriso – Oh beh. Tanto meglio, ci sarà più gusto a farla a pezzi. Eheh! – e, estraendo una seconda frusta in aggiunta a quella che già impugnava, le ricoprì entrambe con la sua fiamma sconosciuta per poi ghignare guardando Mirai – Preparati, stronzetta! Ti concederò l'onore di vedere dal vivo uno dei miei innumerevoli talenti: la danza! – urlò la donna, iniziando a far roteare le fruste nell'aria come fossero dei nastri seguendo dei movimenti regolari e sincronizzati alla perfezione, in modo da non lasciare mai nemmeno un punto cieco, per poi infine concludere con un rapido movimento urlando in italiano – Flashdance omicida! – mentre scattava in tutte le direzioni così velocemente che pareva essersi duplicata molteplici volte, colpendo infine Mirai con velocità quasi sonica che, nonostante la prontezza di riflessi nel generare lo Scudo di Catene, venne comunque sbalzata via finendo con lo schiantarsi contro ad un albero, abbattendolo.

Eppure, con somma sorpresa di Viola, si rialzò come se niente fosse, limitandosi a guardare con interesse lo scudo corroso come dall'acido nel punto in cui era stato colpito – C-cosa... COSA SEI TU?! – sbraitò, perdendo la calma e avventandosi contro Mirai con un balzo felino, commettendo un errore fatale – Addio – disse Mirai in italiano, mentre due delle sue catene penetravano nella carne dell'avversaria, completamente indifesa, trapassandola da parte a parte – Spiedo di scrofa pronto ad essere servito! Chi è il prossimo? Ahahahah! – esclamò subito dopo, canzonandola.

Viola sgranò gli occhi sputando sangue, incredula, mentre le catene si ritraevano, facendola cadere inerme a terra in una pozza di sangue: raccogliendo tutte le sue forze, Viola si portò le mano a coprire le ferite, urlando di dolore.

Mirai sorrise divertita a quella vista, e gli occhi ormai completamente rossi scintillarono alla luce lunare – É divertente. Dannatamente divertente! – urlò completamente in preda alla follia, circondata dalle catene ormai scarlatte poiché ricoperte dal sangue nemico – Lo sai, penso proprio che ti ammazzerò! Ma poco per volta, oh sì! Soffrirai! Proprio come volevi fare a Ken! Ahahahahah! – ormai il suo sguardo aveva perso ogni rimasuglio di senno.

Gli occhi di Viola si riempirono di lacrime, mentre abbandonava ogni dignità – No! Ti prego! Finiscimi! Non torturarmi! Ti prego! Necro-sama! Necro-sama! LA PREGO, MI AIUTI! – urlò disperata, immobile e troppo debole per muoversi per via del sangue perso ed impossibilitata a raggiungere le sue fruste.

Mirai non l'ascoltò: continuò a ridere, mentre le catene si disponevano come serpenti prima dell'attacco – Tu avresti risparmiato Ken e Chikusa se ti avessero implorato? No? E allora perché dovrei farlo io? – sorrise diabolica Mirai, senza pietà... ma proprio un'istante prima dell'attacco, improvvisamente saltò all'indietro, schivando il pugno sferrato da un uomo apparso apparentemente dal nulla.

Nonostante fosse stata a malapena sfiorata, la pelle della minima parte coinvolta si sciolse inspiegabilmente, emanando un fetore come se fosse andata a male: Mirai portò la propria mano destra a coprire la ferita, ma la sua espressione non cambiò di una virgola – Bene bene... e tu chi saresti, una semplice portata successiva? O il piatto principale? Sarai in grado di farmi divertire? – mormorò sfoderando uno sguardo vuoto e privo di esitazione, agitando le catene sporche del sangue di Viola.

L'uomo guardò prima la donna, ormai stesa a terra priva di sensi, poi Mirai, che aveva l'aria di una seriamente intenzionata ad uccidere: infine, si decise a parlare – Oh. Quindi sei tu la responsabile della caduta della mia migliore luogotenente. Sembri forte – mormorò con voce fredda e intrisa di lugubre calma, lo stesso tipo di calma mista ad inquietudine che si può avvertire solo nei cimiteri – I miei complimenti – continuò, spostando i capelli bianchi che gli coprivano leggermente gli occhi per guardarla meglio e rivelando così il volto attraversato da una cicatrice – D'accordo. Accetto di giocare con te – e, con un rapido movimento, estrasse dal fodero la propria arma, una falce completamente differente da quella in possesso di Kumo: l'aspetto era lo stesso narrato nelle leggende, con tanto di lama lunga e leggermente ricurva, impugnatura a croce, un teschio scolpito su di essa e brandelli di tessuto nero che vorticavano al vento attorno all'arma... senza dubbio, insomma, era la rappresentazione più fedele dell'aspetto della leggendaria Falce del Tristo Mietitore che si fosse mai vista – Però... non posso garantirti che ti divertirai con il "gioco" che ho in mente – e con la rapidità di un felino falciò l'aria in direzione di Mirai che per difendersi scagliò decine di catene contro al nemico, che vennero però tagliate di netto, come fossero fatte di carta: Mirai non si scompose affatto – Ma tu guarda... forse non sei inutile come la bimba ai tuoi piedi, vero? – ridacchiò, indicando con lo sguardo il corpo esanime di Viola – Vi siete introdotti in casa mia, nel cuore della notte, e avete ferito gravemente due persone che mi stanno molto a cuore: il minimo che vi meritate è di diventare concime per le piante! – rincarò, ma Necro non reagì alla provocazione – Invece di perdere tempo con chiacchiere futili, perché non giochi seriamente? – mormorò in risposta col solito tono, mentre fendeva nuovamente l'aria.

Mirai evocò nuovamente lo Scudo di Catene, che però finì in pezzi senza il minimo sforzo, completamente corroso dalla strana fiamma dell'uomo, e le schegge residue schizzarono addosso alla ragazza ferendola in più punti facendola deconcentrare per un istante, momento che l'uomo sfruttò per attaccare nuovamente – Buon trapasso! – mormorò mentre la falce arrivava ad alta velocità contro il collo di Mirai...

– LASCIALA STARE! –

Con un assordante clangore metallico, la lama della falce venne deviata da quella della Kirislayer mentre l'uomo, colto di sorpresa, si sbilanciava appena, consentendo a Kurai di di attaccare a distanza con l'altra arma – Shigure Soen Ryu! Terza forma! Yarazu no kiri! – urlò, lasciando cadere la propria arma per poi colpirla con forza con un calcio: tutto ciò accadde in una frazione di secondo.

La seconda Kirislayer venne spedita ad alta velocità contro l'uomo, che riuscì a schivarla per un pelo, venendo però ferito profondamente di striscio sul fianco.

Nonostante ciò, nessuna smorfia di dolore apparve sul volto dell'uomo, che però si lasciò sfuggire uno sguardo sorpreso – Oh? E tu chi sei, ragazzino? – domandò, scrutando curiosamente Kurai, il quale rispose – Sei in casa mia, quindi le domande le faccio io. Chi... anzi, cosa sei? Uno shinigami o qualcosa del genere?! – urlò, mentre la Kirislayer lanciata contro l'avversario evaporava per poi riapparire in mano al ragazzo, il quale la brandì saldamente.

L'uomo sorrise con un sorriso macabro – Oh, perdona la mia maleducazione. Puoi chiamarmi Necro – mormorò col solito tono, inchinandosi ad evidente presa in giro – detto anche Drago Minore della Morte – e il suo sorriso mutò da macabro a, se possibile, qualcosa di ancora più insano.

Kurai sentì la mano della sorella appoggiarsi alla sua spalla, mentre lo spingeva da parte – Kurai-kun, spostati. Lui è la mia preda! – esclamò energicamente nonostante le innumerevoli ferite, sgranando gli occhi rossi come il sangue.

Kurai alzò un sopracciglio sentendosi chiamare "Kurai-kun" da sua sorella, ma decise di non farci troppo caso: cercando di mantenere un tono diplomatico, esclamò in risposta – Ma certo che no, Mirai-nee! Solo, potrei chiederti di unirmi alla caccia? Dopotutto, Anch'io non posso perdonargli l'aver fatto del male alle persone a cui voglio bene – e le fece l'occhiolino.

Sembrò funzionare: la ragazza ridacchiò compiaciuta – Oh beh, se sei tu a chiedermelo non dirò di no – e lo abbracciò da dietro, non accorgendosi del rossore imbarazzato che colorò le guance di Kurai: sebbene negli anni avesse imparato a gestire questo strano "lato anomalo" di Mirai, quando lei perdeva la lucidità mentale in questo modo si comportava come se provasse nei suoi confronti un'adorazione tale da rasentare l'innamoramento.

Scuotendo la testa per non pensarci, tornò a guardare torvo Necro, il quale era stato per tutto il tempo fermo dov'era – Allora, piccioncini, avete deciso cosa fare? – mormorò in tono provocatorio: Kurai divenne rosso di rabbia – É mia sorella, razza di balordo ignorante! – urlò scattando ad alta velocità contro l'uomo.

Necro sorrise e mosse un rapido fedente in direzione di Kurai, il quale venne però spostato improvvisamente di lato a mezz'aria – Ma cosa...?! – mormorò incredulo Necro, colto nuovamente alla sprovvista, mentre Kurai si spostava nuovamente a mezz'aria lateralmente tornando nella traiettoria originaria e colpiva con forza il nemico, il quale in una frazione di secondo riuscì a frapporre fra sé stesso e la lama della Kirislayer il manico della propria falce, che respinse con un clangore Kurai, sbilanciandolo, ma prima che Necro potesse eliminarlo con un rapido colpo di falce, Kurai venne ritratto indietro di colpo ad alta velocità.

Necro colpì a vuoto, per poi voltarsi nella direzione in cui si era allontanato Kurai – Ah! Ora capisco... – mormorò nuovamente con tono lugubre, notando la scintillante catena di Mirai appesa alla caviglia del ragazzo – Lui attacca e lei lo trae in salvo in caso di pericolo. Una tattica niente male, lo ammetto. Ma... se succedesse... – e scomparve di colpo, per poi riapparire al centro fra Mirai e Kurai – … qualcosa del genere? – e con un rapido movimento mosse un fendente circolare attorno a sé, sciogliendo la catena e squarciando le divise di Kurai e Mirai, che tentarono invano di schivare. Subito le grosse ferita sull'addome di Mirai e sulla schiena di Kurai presero a decomporsi provocando un dolore straziante ad entrambi, talmente insopportabile che perfino Mirai tornò in sé e urlò.

Necro alzò l'arma verso i due gemelli, impotenti e sconfitti a terra – É finita. Grazie per il riscaldamento. Devo ammettere che un po' mi piange il cuore a spezzare le vite di due giovani così talentuosi come voi, ma gli ordini sono ordini! – esclamò per poi sferrare un pesante colpo con la falce contro i corpi privi di sensi dei due.

Ancora una volta, tuttavia, si udì un clangore metallico mentre una fitta nebbia si alzava – Oh? E stavolta cosa succede? – mormorò Necro: dalla nebbia emersero due figure, mentre una risata familiare risuonava nell'aria diffondendosi ovunque nel banco di nebbia.

– Kufufu~ –

Necro alzò la falce mettendosi in guardia, guardandosi attorno con sguardo attento ma privo di preoccupazioni – Avanti, mostrati, Rokudo Mukuro. Non ho tempo da perdere. Vediamo di finirla in fretta – mormorò.

Mukuro avanzò emergendo dalla fitta nebbia seguito da Chrome, la quale teneva in braccio i corpi esanimi dei gemelli che appoggiò al sicuro qualche metro più in là, raggiungendo quindi nuovamente il marito: Mukuro evocò il tridente – Già, sono pienamente d'accordo. Hai sentito, Nagi? Iniziamo – l'occhio destro brillò mentre il kanji passava a uno.

Chrome sorrise, un sorriso visibile di rado, sconosciuto perfino a lei stessa fino a pochi anni prima.

Il sorriso di qualcuno pienamente sicuro delle proprie capacità – Mukuro-sama, proprio come ai vecchi tempi? – e mentre pronunciava queste parole la lancia comparve nella sua mano destra, mentre con quella libera intrecciava le dita con quelle del suo Mukuro.

Necro guardò la coppia – Il Duo della Nebbia dei Vongola. Finalmente avrò l'onore di vedervi in azione di persona! – ed il suo tono cambiò lievemente, tradendo l'impazienza di iniziare uno scontro all'ultimo sangue: la falce venne avvolta da una fiamma nera e incorporea, quasi come se in apparenza fosse composta da ectoplasma.

Chrome socchiuse l'occhio – Ma quello è... attributo della Notte? – sussurrò a sé stessa, confusa, ma Mukuro scosse la testa – Oya oya, magari fosse così facile, mia piccola dolce Nagi. Quella è una fiamma sconosciuta e unica al mondo. Mi sbaglio forse? – disse rivolgendosi a Necro, il quale annuì – No, non sbagli, Mukuro Rokudo. La mia fiamma ha un attributo unico al mondo, che prende il nome della più grande paura dell'uomo, colei che colpisce indistintamente ogni essere vivente, dal più buono al più malvagio, nonché colei che rende impossibile il concetto di eterno, di immortalità. Il concetto da cui prendo il mio titolo di Drago Minore: la morte – e con gesto quasi teatrale, si portò sulla testa il cappuccio nero della sua tunica lacera, nera anch'essa, per poi roteare pericolosamente la falce.

Chrome rabbrividì: quell'uomo sembrava l'incarnazione reale della figura mitologica del Tristo Mietitore.

Mukuro non si scompose – Kufufu~ che buffone, tutto questo monologo solo per dirci che il nome del tuo attributo è “morte”? Patetico. Solo uno stolto ha paura della morte. Un saggio la considererebbe solo un meritato riposo. Ma io sono diverso – e il kanji passò a quattro, mentre l'occhio destro veniva avvolto da una fiamma Nebbia – Io non solo non temo la morte, l'ho sconfitta per ben sei volte! – e con velocità spaventosa si lanciò contro il nemico, il quale, seppur reagendo con prontezza straordinaria, ebbe appena il tempo di parare con il manico della falce l'affondo del tridente di Mukuro, che però però non si scompose vedendo il suo attacco vanificarsi, sorridendo anzi di gusto mentre una dirompente colonna di fuoco avvolta dai fiori di loto esplodeva da sotto i piedi del nemico carbonizzandolo.

O almeno, questo sarebbe successo se il nemico non fosse stato Necro, il quale rimase invece immobile e indenne nell'illusione e contrattaccò a sorpresa con un rapido fendente contro Mukuro, fendente che venne intercettato e fermato dalla lancia di Chrome che si frappose fra entrambi, dando a Mukuro il tempo di colpire lateralmente Necro spedendolo a schiantarsi contro un muro dell'edificio della Kokuyo, abbattendolo.

Necro si rialzò comunque quasi subito dalle macerie, con qualche graffio superficiale ma quasi indenne, parlando per la prima volta ad alta voce – Hey voi. Vi andrebbe di fare sul serio? É da tanto che non mi scateno! – urlò dall'altra parte del campo di battaglia, per farsi sentire.

Mukuro sorrise divertito – Oh? Pare non sarà così facile. Che ne dici, mia dolce Nagi? – domandò alla consorte, la quale sorrise – Dico di accontentarlo, mio Mukuro-sama – e con un rapido gesto, si tolse la benda, scoprendo un occhio chiuso.

Mukuro rise – Kufufu~ te la senti di scatenare veramente tutto il tuo potere, Nagi? – domandò, mentre con la mano si perforava l'occhio destro: lei annuì – Certamente. Non posso perdonare chi tocca i miei figli! – rispose decisa mentre apriva finalmente ciò che da sempre aveva celato sotto la benda: un occhio il cui iride rosso era identico a quello di Mukuro, per poi, con un movimento deciso, imitare il movimento del marito perforandolo con due dita in uno spruzzo di sangue.

L'aura nera avvolse anche lei, mentre il lato sinistro del suo corpo veniva coperto da linee nere e l'occhio destro colava sangue, ed un guanto nero pece avvolgeva la mano che impugnava la lancia.

Il kanji del suo occhio passò anch'esso a cinque.

   
 
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