Ritrovarsi.

« ...ce...Ace...Ace... »
Una voce mi chiama, ma non la riconosco. Chi è? ...Dove mi trovo? Sono morto, vero?

Ace si risvegliò all'improvviso e quello che si trovò davanti fu il viso di una donna dai capelli biondo chiaro quasi sbiadito, con gli occhi rossi e una spruzzata di lentiggini come quelle che aveva Ace sugli zigomi. Questa, vedendo il ragazzo che finalmente aveva aperto gli occhi, gli sorrise felice ed Ace rimase a fissarla per un lungo tempo stando ancora con la testa appoggiata sulle gambe di quella donna.
Anche se lei non aveva dato conferma di nulla, Ace sentiva dentro di sé che quella donna era sua madre. Lei era Portuguese D. Rouge.

« M...mamma... » pronunciò il ragazzo e la donna con un sorriso annuì. A quella reazione Ace si alzò di scatto per guardarla meglio e capì che era realmente morto, tanto che si portò una mano sul ventre e lo trovò intatto.
« Sono morto, vero? » chiese Ace stringendo un pugno mentre la donna annuiva tristemente e nello stesso momento, dietro le spalle di Ace, presero a mostrarsi delle immagini. Come se una voce lo avesse avvisato, Ace si voltò a guardarle e alzandosi, prese a dirigersi verso di esse, camminando in quel luogo così bianco in cui si trovava e mentre si avvicinava sempre di più, quelle immagini lo fecero sussultare.
Stavano mostrando la reazione del suo fratellino Rufy, sia a Marineford dopo poco la sua morte, sia al risveglio su Amazon Lily.
« Rufy... » sussurrò il ragazzo di fuoco mentre due lacrime presero ad uscire dai suoi occhi e con un pugno cercò di far sparire quelle immagini, ma toccò solamente un vetro invisibile che lo portò a continuare a picchiare quella barriera invisibile tra lui e quelle immagini sperando che si rompesse, che lo portasse nuovamente da Rufy. L'aveva lasciato troppo presto.

Scosso dalle lacrime, cadde in ginocchio.
No, non avrebbe dovuto lasciare Rufy così presto, lui aveva ancora bisogno del suo fratellone. Non poteva resistere ad un'altra perdita, come era successo in passato, anche se era sollevato dal fatto che con lui ci fosse Jinbei. L'uomo-pesce l'avrebbe aiutato a superare tutto quello, ma comunque guardare come si stava riducendo il suo fratellino era dura anche per lo stesso Ace.
Poi, come erano apparite, erano scomparse e una piccola mano si posò sulla spalla di Ace. Capì subito che era di sua madre. Lei era rimasta in silenzio a guardare il suo dolore e ora cercava di farglielo superare.

« E' mio fratello... »
« Lo so, Ace. Ma tu non puoi più fare nulla e poi l'hai salvato, supererà anche lui questo dolore. E poi, ci saranno i suoi compagni a prendersi cura di lui. » disse con dolcezza Rouge e nell'ascoltare nuovamente la voce della donna, Ace ne rimase ipnotizzato. Non avrebbe mai creduto che un giorno l'avrebbe potuta incontrare e mentre si asciugava gli occhi, due scarpe si presentarono davanti a lui e alzando lo sguardo per poco non riprese a piangere.

« Satch. » mormorò sorpreso Ace e il comandante della quarta divisione della flotta di Barbabianca non poté che sorridergli e allungare la sua mano per fare rialzare Ace da terra e quest'ultimo non poté che accettarla finendolo per abbracciare lasciandosi andare in un mega sorriso alla Portuguese D. Ace.
Poi, guardando dietro a Satch tutto in lui si bloccò.
Gol D. Roger ed Edward Newgate erano a pochi metri da lui.

« Perdonami Ace se non sono riuscito a salvarti. » disse subito Newgate con occhi lucidi mentre Ace si scioglieva dall'abbraccio con Satch e alle parole del padre, poiché era lui che considerava il suo unico e vero padre, scosse la testa.
« Non hai nulla di cui scusarti vecchio. Sono io qui che mi devo scusare. Se non mi fossi preso dalla vendetta...ora saremmo... » prese a dire Ace che chinando il capo, tenendo le mani chiuse in pugno, prese a tremare senza riuscire a terminare la frase.
Se solo non fosse stato attirato dalla vendetta, in quel momento sarebbe in giro per il nuovo mondo con Rufy che navigava con la sua ciurma e Barbabianca ancora vivo.
« Non hai colpe, Ace. Alla fine, io stesso avrei lasciato quel mondo molto presto. » affermò Newgate chiudendo Ace in un abbraccio, dove il ragazzo si sfogò in un ennesimo pianto, mentre Satch e Rouge guardavano il tutto emozionati.
Alla fine, anche se più presto del previsto, si erano ritrovati per stare tutti insieme per sempre.

« Perdonami Ace per la vita che ti ho dato. » parlò all'improvviso una voce, la voce di Gol D. Roger, l'unico che ancora non aveva parlato. Però, Ace in tutta risposta prese a guardarlo con rabbia, rabbia che si dissolse sono nel momento in cui vide il Re dei Pirati stava piangendo. Non poté resistere a quella visione, tanto che abbassò lo sguardo. Troppe lacrime si stavano versando.
« Abbiamo tutto il tempo per parlare e perdonarti. » mormorò il ragazzo e ritrovandosi a venire preso dalla madre, si ritrovò davanti al Re dei Pirati che annuì e la donna prese a braccetto anche lui per poi gridare agli altri con un largo sorriso.
« Andiamo, ora! Gli altri arriveranno un giorno. »

E mentre Ace prendeva a camminare con loro, voltò un momendo lo sguardo dietro di sé per vedere se un'altra persona si presentava, ma quello che vide fu l'immagine di un ragazzo biondo con il capello a cilindro che teneva stretto in pugno il giornale e navigava in acque tranquille. Quando l'immagine si dissolse, Ace teneva un largo sorriso. Non tutto era perduto per Rufy.

Sii forte Rufy.

Eccomi con una nuova fanfic, dopo tanto tempo ho ripreso a scrivere e l'ispirazione di riprendere mi è stata data da One Piece. Spero che vi sia piaciuta questa fanfic tra Ace, Roger, Rouge, Satch e Edward. ^^
Ah, è nell'ultima parte si parla di Sabo. Non si sa se sia vivo o meno, ma io lo credo ancora vivo facente parte dei rivoluzionari...speriamo che sia così...
A presto, LadySaika-

Vi lascio anche questa fan art che ho trovato su internet con cui mi sono anche ispirata.