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Autore: scarabbokkio    14/02/2008    1 recensioni
è un pairing un pò assurdo...di cui non ho mai letto. Parla di un amore un pò imperfetto, ho cercato di non idealizzare troppo i personaggi. C'è qualcosa di più triste di un castello silenzioso e di una ragazza con un naso schiacciato che spettegolava da sola? Seamus Finnigan si sente inquieto. Quell'alice della sua ex fiamma (dell'altra notte), Ginny, l'ha lasciato in bianco.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Seamus Finnigan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte buia e tempestosa.
Pansy Parkinson passeggiava per il giardino di Hogwarts. A volte la pioggia può essere confortante, perchè piange insieme a te. Così, la ragazza rifletteva tristemente sulla sua condizione di adolescente, e in particolar modo di adolescente con la faccia da carlino. Certo, i Babbani facevano miracoli con la chirurgia plastica, ma Opale e Diamond Parkinson non avrebbero mai permesso che la loro figlioletta Purosangue venisse toccata da sporche mani di feccia non-magica. Figuriamoci un'operazione...
"Il tuo non è un naso da carlino, Pansy. No, io esigo che tu rispetti il simbolo della nostra casata. Tuo nonno lo ereditò da suo nonno, e così da generazioni, fino a giungere ai primi maghi. I Parkinson si contraddistinguono con un profilo caratteristico. E ora, lasciami, che ho un babbano nelle segrete da torturare."
- Sì, un naso caratteristico di chi non vede ad un palmo dal suo viso ed è andato a sbattere contro un palo!- Pansy Parkinson cercava di tirarsi su, con un dubbio umorismo. Anzi, il suo cervello era partito in quarta immaginando le disavventure del suo avo, Bis-zio Parkinson, che era orgogliosissimo del suo profilo greco, ma che inciampando su un rastrello...Un sorriso etereo, di quelli che si formano durante i sogni ad occhi aperi, le aleggiava sulle labbra. Ma s'interruppe all'improvviso.
I rastrelli esistevano nel Medioevo?
Di nuovo crucciata, non si accorse che la pioggia era cessata da parecchio. E che la luna piena, sbucata da dietro nubi plumbee, la illuminava. La tempesta non la celava più agli occhi attenti di un Griffyndor, che dalla cima della Torre, la scrutava da tempo.
Pansy Parkinson, ignara dello sguardo famelico del rosso-oro, continuava la sua passeggiatina notturna. Canticchiava tra sè una canzoncina Babbana. Come si chiamava? Ah sì, Paul McCartney. Quell'estate si era un pò discostata dalla rigida altezzosità io-ce-l'ho-d'oro-e-nessuno-mi-potrà-toccare-finchè-il-mio-paparino-non-mi-donerà-ad-un-purosangue-ricco-e-famoso di Daphne. E neanche la compagnia di Millicent Bullstrode. Pansy non era bella. Oddio, a diciassette anni è difficile essere belli, affascinanti o sexy, si è un pò goffi, in generale. Ma la povera Millicent era davvero brutta. Neanche un suo minimo lineamento si salvava.
Almeno la Granger, sotto una fratta e l'aria da saputella, aveva un viso molto carino. Se fosse dimagrita un pò, ovviamente. Mentre la Weasley non era neanche passabile, con quella corporatura da acciuga...
Pansy non era particolarmente intelligente, traeva veramente molto piacere nel commentare, giudicare e criticare le compagne di scuola. L'unico problema è che magari sarebbe stato meglio tagliare e cucire i panni addosso in compagnia.
C'è qualcosa di più triste di un castello silenzioso e di una ragazza con un naso schiacciato che spettegolava da sola?
Pansy, mezzanotte non è l'ora più indicata per fare la comare solitaria.
Il Gryffindor, solo sulla torre, sapeva benissimo cosa faceva Pansy. No, non era telepatico, dotato di Legilimens avanzata o ottimo intenditore di caratteri umani, fine psicologo. In realtà era solo molto fantasioso, e questa volta l'aveva azzeccata giusta. Anche se in realtà non ci vuole una cima per carpire i pensieri più reconditi di Pansy Parkinson. Forse non è neanche in grado di capire la parola "reconditi".
Pansy odia le cose nascoste, da quando Opal le nascondeva i bignè, per evitarle la cellulite. Ma a 3 anni è difficile capire che era per il suo bene, come tentava inutilmente di spiegarle la madre.
Ora Pansy, nel giardino ancora bagnato, ringrazia mentalmente la severa genitrice, ricordando la buccia di arancia intravista sotto la divisa della Granger.
Però quell'incapacità di ingannare, celare, nascondere le è rimasta.
Seamus Finnigan si sente inquieto. Quell'alice della sua ex fiamma (dell'altra notte), Ginny, l'ha lasciato in bianco. Decide quindi di alzarsi. Chissà magari gli sbolle l'eccitazione. E la rabbia. Anche se sicuramente quella sardina era troppo ubriaca per accorgersi che lui era lì. Sì, sicuramente era per il tasso etilico elevato contenuto dal suo sangue pezzente, che aveva scambiato Dean Thomas per lui. Certo doveva essere molto ubriaca per prenderli uno per l'altro. Ginny non lo reggeva bene l'alcool, e Dean odiava il vomito. Sghignazzò alla vista immaginaria del suo amico schifato e una ridicolissima sogliola imbarazzata e brilla.
Scese i gradini per arrivare nella Sala Comune. Oddio! Ma quelle erano le gemelle Patil! Non pensava che il piccolo festino, organizzato per festeggiare il compleanno di Lavanda, giungesse a tali livelli. Però, dovevano essere proprio fuori! Ci doveva essere una tara ereditaria... Cioè erano sorelle! Non potevano rendersene conto. Sicuramente era colpo dell'alcool. Poteva ricamarci sopra. Anzi, meglio, avrebbe scommesso l'indomani con Neville, certo che l'amico non ci sarebbe mai arrivato. Gli sarebbero stati comodi venti galeoni spillati coll'inganno a Paciock.
Sgattaiolò all'apertura della Signora Grassa che, brilla anche lei, intratteneva Sir Cadogan. Quella scuola era impazzita! Pensò tra sè Seamus. Fors era colpa della guerra imminente. La paura altera gli stati d'animo e il pudore. Tronfio di questa sua ipotesi, continuò.
Arrivato in Sala Grande, si era schiarito le idee. Certo non avrebbe continuato con la Weasley. Era solo una troietta, aveva ragione Harry! Non ragionò ulteriormente, ne rimpianse per un attimo la sua scelta. Forse perchè ebbe davanti una visione. Un angelo!
Si strofinò gli occhi. Ah no. Era solo la Parkinson e il suo muso schiacciato. Lo doveva immaginare, l'aveva intravista da sopra. Però, la divisa non le faceva onore! Aveva belle gambe! Qualcosa in basso si risvegliò. Forse c'era qualcuno che valeva la pena dentro quella scuola! Persino i bei ragazzi scarseggiavano.
Pansy si girò a guardarlo, sentendosi osservata.
Si avvicinarono un pò tentennanti.
- Ciao Parkinson! Che combini di bello?!- tentò lui, con un sorriso sghembo che voleva ricalcare la spavalderia di un James Dean.
- Certo non tento approcci con ridicole smorfie, che vogliono assomigliare a divi del bianco e nero, Finnigan!
Il sorriso di Seamus si smorzò. Per un attimo pensò di tornarsene di sopra. Ma qualcos'altro gli fece cambiare idea.
- Parkinson, tsk, non ti pensavo così acida...
Lei lo guardò un pò imbambolata. Aveva un bonus di risposta al vetriolo in una giornata pari a...una. E la mezzanotte era scoccata da un pezzo. Un pò ringalluzzito dal silenzio di lei, si avvicinò un pò di più. Certo la Parkinson non era un granchè. Però...chissà. Forse poteva diventare interessante. E non solo in senso strettamente biblico.
Lei arrestò il respiro. Lui certo non aveva l'avvenenza di un Malfoy o il carisma di un Potter....era semplicemente... normale. Dolce, simpatico...riposante. Chiuse gli occhi, sospirando, per una frazione di secondo. Seamus appoggiò le sue labbra a quelle della ragazza. Entrambi furono deliziati da un calore diffuso lungo le gote. Eppure non erano ragazzini, non esattamente. D'esperienze ne potevano vantare un buon numero. Hogwarts non era un monastero, e dall'inizio della guerra contro Voldemort, si controllavano i possibili maghi oscuri. Su lussuria e peccati carnali ci si chiudeva un occhio. Se non due.
Ma si accorsero entrambi di tremare come due ragazzini alle prime armi. Entrambi non formulavano più plausbili pensieri pochi casti. Ma pensieri dolci, teneri...innamorati, forse.
- Seamus?
Il ragazzo, contrariamente alle proprie abitudini, non era minimamente contrariato all'interruzione di quel bacio. Bacio di per sè anormale, senza passione infuocata o perdimento di sensi.
- Dimmi Pansy...
Nessuno dei due si accorse di aver utilizzato i nomi, al posto dei soliti, impersonali cognomi.
- Credi nel colpo di fulmine?
Fino a poche ora prima...anzi minuti, Seamus avrebbe ribattuto con una risposta ironica. Se era di umore scherzoso. Altrimenti si sarebbe fatte grasse risate ai danni dell'interlocutore. Fino a poche ore prima pensava che il corpo di fulmine esistesse solo nei libri, nei film, nelle fanfiction, nelle canzoni babbane. Il colpo di fulmine era per persone belle, intelligenti, simpatiche, con la risposta arguta sulla punta della lingua.Persone perfette. Persone immaginarie. Per le persone normali, avrebbe risposto, c'è o il sesso o l'abitudine o l'ossessione. Amore? Ma scherzate?
- Si, ora sì, Pansy
Entrambi tacquero. Si guardarono negli occhi. Forse non c'era quel feeling sempre decritto, di cui sempre avevano letto. Però...C'era calore. Fu lei a posare la sua bocca su quella del ragazzo, alzandosi in punta di piedi e cingendogli il collo. Fu lui a tenerla stretta, unendo le braccia dietro la vita di lei.
Non erano belli, non erano i protagonisti, forse non lo saranno mai.
Ma imperfetti come sono, s'augurarono a fior di labbra

- Buon San Valentino...
E tacquero, zittiti da un bacio tenero e vorace, sotto i resti di festoni a forma di cuore che avevano animato quel 14 Febbraio.
  
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