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Autore: LadyDreamer    14/02/2008    1 recensioni
Sheila è una ragazza con una tragedia alle spalle. Si trasferisce a O.C. con il padre Daniel....riuscirà a crearsi una nuova vita?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marissa Cooper, Ryan Atwood, Sandy Cohen, Seth Cohen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate se non ho aggiornato prima! Mi dispiace davvero!

ELISA: devi cliccare su login, in alto, vedi? poi di fianco c'è scritto registrati...clicchi, metti i dati et voilà! nulla di più semplice! =3....comunque grazie di continuare a leggere la mia fic!!! baci8ni

-Si gettò sul letto, pensierosa; i fatti che aveva osservato pochi secondi prima alla finestra l'avevano fatta riflettere. Inspiegabilmente, sorrise: un sorrisetto cinico, amaro. Un' espressione che sembrava voler insinuare: "Te l'avevo detto." 'Era come pensavo' riflettè Sheila. 'In realtà Orange Country è ben diversa da come vuol lasciar intendere: è una città di prepotenti, di mascalzoni. Di ricconi e figli di papà... già..tutti, tranne quel Ryan e quel Seth. Non so perchè, ma vorrei scoprire qualcosa di più sul loro conto..."-

 

Sheila passò il resto della giornata ad aiutare il padre a sistemare alla bell'e meglio la nuova casa, e tra una cosa e l'altra arrivarono le undici di sera: "Tesoro, è meglio se vai a dormire, ora. Dopotutto, domani è il tuo primo giorno di scuola!" Disse Daniel strizzandole l'occhio. Alla ragazza si mozzò il respiro: si era completamente dimenticata che il giorno dopo avrebbe iniziato ad andare alla scuola privata di Orange Country! In quel momento sentì qualcosa allo stomaco, più o meno come se lì dentro ci fosse un allevamento di farfalle... improvvisamente capì che quella notte non avrebbe chiuso occhio.

"Potrei fare la veggente" pensò sconsolata Sheila rigirandosi nel letto. Era l'una e nove minuti, cioè esattemente due ore che provava ad addormentarsi, senza successo....in che condizioni si sarebbe presentata a scuola, domani? Non voleva neanche pensarci. Con uno sbuffo, cacciò la testa sotto il cuscino, e questo gesto le ricordò, involontariamente, sua madre.....

Quando era piccola, e non riusciva a dormire, sua madre la prendeva in braccio e le raccontava la storia di Peter Pan, la sua favola preferita, e quando arrivava al punto in cui Capitan Uncino catturava Wendy e gli altri, lei, spaventata, cacciava la testa sotto il cuscino. Allora sua madre scoppiava a ridere e la rassicurava. "Quanto mi manca" pensò la ragazza lasciandosi sfuggire una lacrima, e, lentamente, scivolando nel sonno.

"Sveglia tesoro!" La voce di suo padre squillò nella stanza. "Hmmmmm...ancora un minuto, papà........" Borbottò la figlia. "Ma Pasticcino, ti perderai il primo giorno di scuola!" "GRRRRRRR!" Sheila scattò in piedi, non tanto per la notizia che quello era il suo primo giorno di scuola (ci aveva pensato tutta notte), quanto perchè suo padre l'aveva chiamata Pasticcino. Lei odiava quel soprannome! Le era sempre stato antipatico, ma quando una volta l'uomo per sbaglio l'aveva chiamata così davanti a tutti e lei era morta di vergogna, da allora aveva espressamente vietato che la si chiamasse così. "Va bene, mi sbrigo!" Sbuffò. Certe volte l'avrebbe strozzato, suo padre. Sempre così allegro e giulivo, sorridente e sciocco; quasi quasi lo invidiava. Anche lei avrebbe voluto essere così spensierata......se solo avesse saputo che il comportamento di Daniel era un modo come un altro per cercare di dimenticare il dolore che lo devastava, forse non l'avrebbe pensata allo stesso modo.

Aprì il guardaroba. Da quando era morta sua madre, i parenti facevano a gara per sormontarla di regali, quasi i vestiti firmati potessero farle dimenticare l'accaduto. Però un lato positivo c'era, pensò amareggiata, di sicuro non poteva lamentarsi di non avere di che vestire. Scartò subito una minigonna che copriva a stento l'orlo delle mutandine e una maglia super scollata: non voleva certo appiopparsi la nomea di troia dal primo giorno di scuola! Decise invece di essere più comoda possibile, cercando di rimanere sè stessa, e senza essere troppo vistosa nè elegante, così scelse un paio di pantaloni medio-corti neri e una polo bianca a righe celesti, che si intonavano con i suoi bellissimi occhi. Passò davanti allo specchio, e per poco non cacciò un urlo nel vedere in che stato erano ridotti i suoi amatissimi ricci bruni, quei boccoli perfetti che erano il suo orgoglio: erano una massa informe e crespa. "Papà! Dov'è la schiuma?" Gridò affacciandosi sul corridoio. "Quale schiuma, Pasticc...ehm....Shey?" "Quella arriccia capelli col tappo rosso che abbiamo comprato prima di partire!" Spiegò la ragazza cercando di non spazientirsi davanti all'imbranataggine del padre. "Oh! Quella.....heheheeee.....sì...." Balbettò Daniel. "Sai, per sbaglio...ieri l'ho buttata via!" "Coooooooooooosa?!?" Strillò Sheila incredula. "E ora come faccio? Non posso certo farmi vedere in giro così...! A questo punto dovrò piastrarli...ma chissà quanto ci metterò!" Aggiunse di malavoglia: adorava quei boccoli che aveva ereditato dalla madre (solo che lei li aveva biondi), però a quanto pare per quel giorno avrebbe dovuto rinunciarci!

La station wagon grigia chiara svoltò l'angolo. Tutti gli studenti della Harbor si voltarono a guardarla stupiti: a Orange Counrty finora si erano viste solo decapottabili, limousine e automobili di lusso! Cosa ci faceva quella comunissima macchina lì? Incuriositi, rimasero a fissarla per vedere chi ne sarebbe sceso. Qualsiasi sedicenne, al posto di Sheila, sarebbe arrossito fino alle punte dei capelli e avrebbe rimproverato se stesso o il genitore di non aver preso il taxi, ma lei no. Con aria strafottente scese dalla macchina atteggiandosi un pò da diva, con fare ironico, come per dire: "io riesco a essere elegante anche senza una Ferrari!!!", agitò i capelli, abbassò un pò gli occhiali, e prese a camminare tranquilla, stando bene dritta, mettendo un piede davanti all'altro e cercando di fare più rumore possibile coi miseri tacchi dei sandali. Il suo intento era quello di prendere tutti in giro, ma gli studenti la presero molto sul serio: c'era chi la guardava scioccato e/o schifato, chi la guardava con ammirazione, chi con stupore e chi solo contemplava le belle curve e le gambe lunghe e abbronzate.

Sheila sorrise tra sè e sè: di sicuro aveva fatto scalpore!!! Mentre si compiaceva di sè stessa, vide venirsi incontro un uomo sulla cinquantina: "Sheila Baxter?" "Si, sono io" Rispose calma lei. "Sono il preside Gilson, benvenuta a nome di tutta la Harbor! Ora la conduco nella sua nuova classe...."

  
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