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Autore: Allegra_    06/08/2013    11 recensioni
Manhattan, New York.
Lucinda Price è tutt’altro che una semplice diciassettenne in cerca del vero amore: lei è una vera e propria barbie programmata per aspirare sempre e comunque alla perfezione
La sua vita procede tranquilla e monotona tra premi di concorsi di bellezza, lodi scolastiche per il suo andamento, una famiglia più che ricca, un gruppo di amici alquanto popolare in tutta la città, il ragazzo dei suoi sogni e gli ideali principeschi a cui aspira perennemente.
Ma la sua routine subirà un vero e proprio sconvolgimento quando, a causa di una banalissimo progetto di letteratura, verrà a conoscenza dell’esistenza nella sua stessa classe dell’individuo più diverso da lei presente nel mondo.
Christopher Anderson è la reincarnazione del mistero.
Se ne sta sempre in disparte, non parla quasi mai con nessuno, vive in una famiglia che sembra non appartenergli per nulla, in quanto sprizza energia e vitalità da tutti i pori, mentre lui sembra quanto di più spento possa esserci.
Ma che cosa succede quando luce e buio si fondono?
Uno scoppio.
Oppure una meravigliosa storia d’amore.
Leggete per scoprirlo
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 2 : Uno A Zero

 
Mi stiracchiai, ancora avvolta nelle coperte.
Uno sguardo all’orologio: le 6 e mezzo.
Perfetto, avevo tutto il tempo di prepararmi con calma per una nuova giornata a scuola.
Mi alzai scostando le tende rosa a pois della mia finestra per poter ammirare al di fuori di essa.
New York era appena sveglia quella mattina, eppure si potevano già vedere persone correre qua e là per le strade, lavoratori nei loro uffici, bar e negozi aperti e gremiti di persone.
Non mi sarei immaginata in nessun altro posto, se non nel mio enorme appartamento a due piani nel pieno centro di Manhattan.
Come cavolo facevano gli Anderson a vivere in un posto buio e isolato come Brooklyn?
Beh, visto il carattere di Christopher dovevo ammettere che lui ci stava più che bene in quel luogo.
Un ticchettio metallico mi fece rinvenire dai miei pensieri.
Afferrai velocemente il mio Iphone per leggere il nuovo sms che mi era stato recapitato.
Era di Charlotte.
 

Buongiorno tesoro!
Dormito bene? Spero che tu ti sia divertita ieri sera a cena da noi, siamo un po’ strambi in effetti, ma pur sempre adorabili, no?
Comunque sia, ti scrivo per dirti che oggi devo andare dal medico per quel problemino che già sai, quindi  sarai sola soletta in classe.
Ti voglio bene, un bacio <3

 
Mi ero completamente dimenticata che proprio quel giorno sarebbe dovuta andare a fare la visita.
Il problemino in questione di cui mi aveva scritto altro non era che l’anoressia.
Charlie ne aveva sofferto l’anno precedente, ma per fortuna grazie a noi amici, alla sua famiglia e ad una buona terapia era riuscita a sconfiggere il disturbo.
Ancora non era chiaro a nessuno il perché avesse improvvisamente smesso di mangiare.
Alcuni dicevano che fosse stato a causa della rottura con il suo ragazzo di allora, altri che fosse colpa della classifica per sostituire le Ladies che esigeva un corpo perfetto, altri ancora che la sua famiglia era talmente povera da non potersi permettere di nutrirla.
Tutte voci infondate ovviamente.
Di ragazzi ne aveva avuti migliaia ed era sempre stata lei a decidere di rompere, io stessa che ero membro delle Ladies non ero una stecca da biliardo senza un accenno di pancia e gli Anderson erano la famiglia migliore che conoscessi: avrebbero venduto gli occhi per dare ai figli ciò che necessitavano.
Motivi per cui non avevo mai capito cosa l’avesse avvicinata all’anoressia.
Per fortuna era acqua passata.
Risposi al suo sms con tranquillità, feci una doccia, indossai la divisa e mi truccai leggermente.
Al piano di sotto la colazione era già pronta, molto più abbondante di quanto avessi mai chiesto.
<< Jazmin!! >> strillai irritata.
La donna comparve all’istante sull’uscio guardandomi confusa.
Era la mia cameriera, domestica, donna delle pulizie e una sorta di baby sitter da quasi diciassette anni.
<< Mi dica signorina Price >> mormorò impaurita dal mio tono.
<< Quando mai ho mangiato pane e nutella a colazione, eh? >> le dissi indicando il piatto di fronte a me.
<< M..mai >> sussurrò quella evitando il mio sguardo.
<< E quindi perché dovrei mangiarlo proprio oggi? >>
La donna deglutì lentamente prima di rispondermi con il tono di chi sta per essere condannato a morte: << Ha chiamato sua madre ieri sera e mi ha detto di assicurarmi che mangiasse un po’ di più del solito >>
<< Cos’è? Adesso le importa della mia vita? >> sbottai scocciata alzandomi di colpo.
Mi avvicinai a lei e la guardai con rabbia.
Ma non era colpa sua, lei aveva soltanto fatto ciò che il suo capo le aveva detto.
Sospirai.
Non potevo prendermela con Jazmin: lei era l’unica persona che mi era sempre stata accanto, in qualsiasi momento.
<< Dì a Paul che oggi scendiamo prima >> le dissi tentando di calmarmi << Non ho più fame >>
 

***

 
Il tragitto fino a scuola mi parve anche più lungo quella mattina.
Paul non fiatò come suo solito ed io mi limitai a chiudermi in me stessa per riflettere.
Perché mia madre non aveva chiamato me invece che Jazmin?
Aveva paura che le facessi un’altra sfuriata come quella della settimana precedente?
Impossibile, mia madre non temeva niente e nessuno.
Probabilmente si annoiava di ascoltare le mie lamentele sulla totale assenza sua e di mio padre nella mia vita ed era stato più semplice e veloce comunicare con la mia cameriera.
Senza riflettere andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
<< Ehi, sta più attenta la prossima volta! >> sbottò un ragazzo che non avevo mai visto in vita mia.
Perfettamente nella norma, niente d’interessante potei commentare dopo averlo guardato per bene.
A lui non dovevo aver fatto lo stesso effetto però.
<< Oh mio Dio! Ma tu sei Lucinda Price! >> esclamò infatti dopo aver incontrato il mio sguardo << Perdonami insomma, dannazione! Non potevo immaginare che fossi tu! >>
Vista da un’altra prospettiva, la maniera in cui tutti mi veneravano in quell’istituto e anche fuori poteva sembrare ridicola, ironica forse.
Ma dalla mia prospettiva era la cosa più bella che potesse mai capitarmi.
<< Non preoccuparti tesoro >> cinguettai allontanandomi verso la caffetteria.
La giornata non era iniziata nel migliore dei modi, ma almeno i miei ammiratori non si smentivano mai con la loro capacità di tirarmi su il morale.
Purtroppo però, un’altra irritantissima situazione mi si presentò ai miei occhi appena due minuti dopo: una coda kilometrica davanti alla caffetteria della scuola.
Imprecai mentalmente verso mia madre, la causa per cui avrei dovuto aspettare un’oretta buona prima di poter bere un misero caffè.
Ad un tratto però, intravidi una persona più che conosciuta occupare il secondo posto davanti al cassiere.
Christopher Anderson poteva essere la mia salvezza dall’iniziare una giornata in maniera stressante e con un calo di zuccheri.
<< Chris tesoro! >> squittii avvicinandomi a lui, il quale mi guardò stranito.
<< Hai fumato qualcosa di pesante stamattina? >> mi domandò con un sopracciglio sollevato.
Diamine! Perché non poteva semplicemente bearsi dei miei modi civettuoli come tutti i ragazzi di questo mondo?
<< Ma certo che no! >> scossi la mano divertita << Semplicemente volevo dirti che ti capisco >>
<< Che?? >> domandò confuso al massimo.
<< Capisco il tuo modo di trattarmi “male” >> mimai proprio con le dita quella parola << Solo per ottenere la mia attenzione e ti dico che hai raggiunto il tuo scopo! Ti ho notato! >>
La sua bocca arricciata in una smorfia a metà tra il divertito e il confuso e il suo sopracciglio sollevato mi smossero a continuare.
<< Quindi ti do l’onore di offrirmi un caffè stamattina! >> sorrisi smagliante << Non è meraviglioso? >>
Mi scrutò per alcuni secondi divertito prima di domandarmi curioso: << Dimmi un po’, quanti stupidi concorsi hai vinto con questo sorrisetto? >>
Pane per i miei denti: finalmente mostrava interesse verso me e la mia vita!
<< In verità sono stata Miss Sorriso Perfetto anno 2010/2011 e 2011/2012! >>  affermai pimpante.
<< Davvero? >> esclamò entusiasta, prima di concludere con un irritante e odioso << Beh, mettiti in testa che con me non attacca >>
Un paio di ragazzini dietro di lui iniziarono a ridere di gusto mentre io, risentita al massimo, giravo i tacchi muovendomi in direzione del bar dietro scuola, tragitto che – per inciso – mi avrebbe portato via circa dieci minuti buoni.
Gliel’avrei fatta pagare a quell’idiota!
Com’era vero che mi chiamavo Lucinda Price.
 

***

 
Le prime due ore di lezione erano trascorse con una tranquillità disarmante.
Si poteva dire che avessi dormito praticamente tutto il tempo.
O meglio, dormito e riflettuto.
Si, perché dovevo ancora trovare il modo per dare una lezione a Christopher.
Nessuno poteva liquidarmi in quel modo, prendermi in giro e soprattutto farmi camminare così tanto per pura essenza sadica!
Non riuscivo a sopportarlo.
Che poi, da dove era uscito un individuo del genere?
Non poteva essere figlio dei due perfetti genitori Anderson!
Mi rifiutavo di credere che dalla loro meravigliosa unione fosse potuto nascere un antipatico del genere!
Calma Luce, calma.
<< Bene ragazzi, mettete via tutto dal banco e preparatevi per il compito in classe! >> esclamò ad un tratto la nostra professoressa di scienze.
Ma da quale cilindro era spuntata fuori?
Per fortuna avevo studiato a dovere – come sempre! – e non sarebbe stato un problema rispondere ad uno dei suoi soliti test a crocette.
Ci consegnò i fogli ad uno ad uno e i disse di cominciare a scrivere.
Avevo risposto circa a metà delle domande, quando la donna borbottò qualcosa verso qualcuno dei ragazzi nelle ultime file.
Non m’importava, in quel momento volevo soltanto terminare il compito nel migliore dei modi.
Ma forse avrei dovuto prestare più attenzione alle sue parole, perché nemmeno due minuti dopo un corpo era stato registrato nel mio campo visivo seduto al banco di Charlotte, proprio accanto al mio.
Mi voltai con calma per esaminarlo.
Oh Dio no! Perché proprio lui?
Sbuffai cercando di non perdere la concentrazione.
Christopher Anderson o meno, dovevo prendere l’ennesima A  anche quella volta.
<< Luce >> sussurrò ad un tratto Bill Fletcher, il ragazzo seduto dietro di me, richiamando la mia attenzione.
<< Che cosa vuoi? >> biascicai sperando davvero che la professoressa non ci vedesse, né sentisse.
<< Domanda 8 >> mormorò intimidito dalla mia espressione scocciata.
<< C >> risposi prima di voltarmi nuovamente.
Nemmeno cinque minuti che il sopracitato ebbe di nuovo bisogno del mio aiuto.
E ancora e ancora.
Andammo avanti così per un po’, quando mi accorsi che anche l’individuo seduto accanto a me stava trascrivendo ciò che suggerivo a Bill.
Eh no caro mio! pensai.
Avrei fatto carte false pur di non far prendere un bel voto a Christopher per merito mio!
Così mi ritrovai a sacrificare il povero Fletcher iniziando a sparare risposte a caso, che ovviamente non avevano nulla a che fare con quelle giuste.
Mi dispiaceva per lui, ma dopotutto avrebbe sempre potuto studiare se proprio ci teneva a fare un bel compito!
Chris scriveva lentamente per non lasciarsi scoprire, mentre io sentivo già sulle labbra il sapore della vittoria.
Luce 1 – Chris 0.
 

***

 
Ultima ora.
Letteratura.
Tradotto: sessanta minuti da passare a litigare con il mio vicino di banco – si, le prof avevano deciso di lasciarlo lì vista l’assenza di Charlie – per quel maledetto progetto.
Ma quella volta avevo una marcia in più: mi ero vendicata per la figuraccia che mi aveva fatto fare quella mattina e mi sentivo appagata grazie a ciò.
<< Allora, qualche idea? >> mi chiese voltandosi a guardarmi.
<< Come mai così cordiale? Nessun insulto? >> domandai ironica.
Sorrise appena.
<< Guarda che ti sbagli se credi che io passi le giornate a preparare battute contro di te >> esclamò << Non ci penso più di tanto, mi vengono naturali >>
Ghignò soddisfatto, ma non riuscì a colpirmi più di tanto.
Io avevo sempre quella piccola vittoria dalla mia parte.
<< Ah. Ah >> lo schernii << Comunque si, ho un’idea >>
<< Spara >> mormorò senza entusiasmo.
<< Come Penelope tesse la tela aspettando il ritorno di Ulisse, scriveremo di una ragazza che – con il fidanzato in coma – prepara un diario con tutti i loro ricordi da regalargli una volta sveglio >> spiegai velocemente << Che ne pensi? >>
Mi guardò per un po’ mentre cercavo di scorgere un segno di approvazione o meno nel suo volto.
Niente.
Era impassibile e insopportabile.
<< Frivola e senza senso >> commentò dopo un periodo di tempo che mi parve indefinito.
Lo guardai assottigliando gli occhi irritata.
<< L’idea intendo, non tu >> ghignò appena.
<< L’avevo capito! Io non sono frivola e senza senso! >> borbottai annoiata afferrando una matita.
<< E come sei allora? >> domandò con un’espressione indecifrabile.
<< Dimmelo tu >> lo sfidai seria.
<< Hm.. >> sembrò pensarci su << Sei una delle ragazze più popolari dell’istituto, no? >>
<< La più popolare >> calcai.
<< Mi sembrava che le Ladies fossero sei >> puntualizzò arguto.
Sorrisi tentando di mascherare l’irritazione.
<< Quella è solo una stupida copertura per dividere formalmente la popolarità! >> risi appena << Altrimenti perché sarei stata la prima lettera? >>
<< Forse perché Ladies inizia con la “L”? >> chiese ovvio.
Lo liquidai con un gesto della mano.
Ero io la ragazza più popolare della scuola: su quello non c’era da ridire.
Passammo tutta l’ora a discutere sulle mie idee che lui trovava stupide e le sue che non stavano né in cielo né in terra, fino a quando la campanella mise fine a quella tortura.
Stavamo per alzarci quando, non riuscendo più a resistere, gli sussurrai all’orecchio ironica.
<< Spero che il tuo compito di scienze sia andato bene >>
Colpito e affondato!
Ma allora perché rideva di gusto?
Lo guardai interrogativa per un po’, fin quando non si decise finalmente a rispondermi.
<< Ti credevo più intelligente, Price >> esclamò divertito << Possibile che credevi davvero copiassi le tue risposte sbagliate? >>
No.
No. No. No.
Non poteva essere!
Mi aveva presa in giro, un’altra volta!!
Fece per uscire dalla classe, ma prima si abbassò quel poco che bastava per sussurrarmi all’orecchio.
<< Luce 0 – Chris 1 >>
 

 

Piccolo Angolo Di Luce
Hola!! Capitolo puramente di passaggio, come si può notare non succede nulla d’importante.

Iniziamo ad intravedere qualche scorcio della famiglia di Luce, conosciamo la sua domestica Jazmin, Chris prende in giro Luce e lei crede di vendicarsi, finendo però ad essere di nuovo presa in giro dal ragazzo ( e per questo credo che syontai mi farà una statua XD )

Il prossimo capitolo è già scritto, quindi sarà online davvero presto!
Grazie mille alle meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo e alla pagina facebook “
Pinoolast’s Graphic Video” per il meraviglioso banner!
A presto, un bacino <3
xoxo
 

   
 
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