Quando il tuo cuore sarà troppo stanco, usa il mio.
Era passato un
anno da quando avevo preso la decisione di
andar via da Fells Church, molti erano stati i motivi che mi avevano
portato a
questa scelta, tra cui: Elena che aveva deciso che Stefan era
l’uomo giusto per
lei, il non sentirmi me stesso, appieno, in quel gruppo strambo di
umani, oltre
al fatto che ognuno di loro volesse cacciar fuori il mio lato umano, un
lato
che con cura avevo cercato di sopprimere. Chi erano tutti loro per
pretendere
che io cambiassi? Perché dovevo cambiare, dare loro
qualcosa, senza ricevere
nulla in cambio? Io stavo bene con me stesso, persino Elena aveva
cercato di
cambiarmi, rendermi simile a Stefan, ma evidentemente vedendo che non
era
riuscita appieno nella missione aveva rinunciato e scelto
così il fratello
buono, quello puro di cuore, il mio contrario.
Quel giorno
c’era molto vento, la causa però non ero io,
improvvisamente nell’aria vidi volteggiare un nastro di raso
rosso, lo afferrai
tra le mani e lo annusai, sapeva di vaniglia.
Mi
scappò un sorriso, solo una persona poteva avere quel
profumo, lei mi aveva sempre accettato per quello che ero, non aveva
mai
cercato di cambiarmi. Eppure io non mi ero mai trattenuto con lei, non
ero mai
stato indulgente nei suoi confronti, nemmeno quando tempo fa si era
dichiarata
a me, lasciandomi sorpreso. Ero stato cattivo, lo sapevo, eppure quegli
occhi
così aperti e così fiduciosi, mi avevano indotto
ad essere il bastardo che ero
sempre stato e di cui per secoli ne ero andato fiero di esserlo.
Scossi la testa,
ricordando quel giorno: Bonnie
Mccollough la personcina più semplice e fragile che avessi
mai conosciuto,
debole e anche un po’ insignificante, ma l’unica a
non aver mai provato a
cambiarmi. Quel giorno di un anno fa, lei aveva detto di amarmi e io le
avevo
riso in faccia voltandole le spalle e andandomene via. Sapevo da tempo
che la
streghetta provava per me, qualcosa che andava al di là
dell’amicizia, ma mai
avrei potuto pensare che quel sentimento fosse amore. Io non ero
Stefan, io non
facevo provare amore in chi incappavo. Le uniche cose che scatenavo
nelle
persone, traendone soddisfazione per giunta, erano: odio, rabbia,
dolore,
attrazione, sesso, ma mai amore. Io non ero capace di sentirlo
figuriamoci
farlo sentire, soprattutto nei miei confronti.
Eppure…
Eppure lei quel
giorno mi aveva aperto il suo cuore e io
non sapendo, non capendo, cosa provassi, le avevo voltato le spalle e
me ne ero
andato via, lasciandola in lacrime sulla sua finestra. Non sapevo
perché fossi
tornato: noia, voglia di tormentare mio fratello, sentirmi a casa?! Non
lo sapevo.
Eppure ero tornato di nuovo in quella cittadina, la quale, tempo
addietro avevo
lasciato senza nemmeno voltarmi indietro, ne ero stato attirato come se
ci
fosse stato ancora qualcosa per me, in quel posto.
Alzai gli occhi
al cielo una volta arrivato davanti alla
porta del pensionato. Mi sentivo come quel rammollito di Stefan ad
avere quei
pensieri. Aprii la porta con facilità, preparandomi a
lasciare tutti di stucco
con la mia entrata trionfale.
«
Signori e signore, ecco a voi il vampiro più bello del
mondo a degnare voi gentaglia della sua presenza…
» silenzio.
Sembrava non ci
fosse nessuno, almeno finché Stefan non
sbucò dal piano superiore, aveva un’aria
abbattuta, ma insomma era Stefan, era
famoso per la sua eterna aria
crucciata.
« Ehi
fratellino, fammi un sorriso. Il tuo bellissimo
fratellone è tornato! Dove sono gli altri? Devono ammirare
tutto questo
splendore. » Stefan giunse davanti a me, con una lentezza
esasperante. Il suo
sguardo era cupo, mi chiesi cosa avesse.
«
Damon… Quando sei arrivato? » disse con sguardo
vacuo.
Sbuffai, non mi
aspettavo di certo un abbraccio, gli
avrei mozzato un arto, ma di certo un po’ di coinvolgimento
in più non lo avrei
schifato.
«
Cos’è i conigli ti si sono rivoltati contro? Sono
appena arrivato,
dove sono gli altri? Elena? » chiesi
annoiato, Stefan sembrò sussultare, che si fossero lasciati
o avessero problemi?
« E..
Elena è… Elena è andata a trovare
B… » sbuffai.
« Non
per metterti fretta, ma mi stai annoiando con
questo tuo balbettare, vi siete lasciati? È andata a trovare
chi? » lo vidi
prendere un respiro, cosa che iniziava a irritarmi, senza scherzi.
«
È andata a trovare Bonnie, Damon. » inarcai un
sopracciglio, perplesso.
«E ci
voleva così tanto per dirmelo? Beh sarà un
piacere fare
una sorpresa alle due donzelle, credo che una in particolare
sarà sorpresa di
vedermi. » sorrisi al pensiero della mia streghetta.
Stavo per
dirigermi verso la porta, ma la mano di Stefan
mi bloccò.
« No
Damon, aspetta. » mi voltai scocciato.
«
Aspettare cosa? »
«
Elena non è a casa di Bonnie. » sbuffai, mi stava
facendo perdere un sacco di tempo. Tempo che avrei potuto spendere nel
vedere
la reazione della mia streghetta, il suo balbettare, non appena mi
avrebbe
visto comparire davanti ai suoi occhi.
«
Stefan senza offesa… No anzi, offenditi pure. Mi stai
facendo perdere tempo. Dì quello che devi dirmi e basta.
» prese l’ennesimo
respiro.
«
Elena non è a casa di Bonnie… È al
cimitero. » lo
guardai sorpreso.
«
Ah… Quindi sono al cimitero perché…
» Stefan impallidì
e una strana sensazione iniziava a prendere possesso dentro di me.
«
È successa una cosa due mesi fa… » la
sensazione si
faceva sempre più brutta.
«
Cosa? Che è successo, perché la streghetta ed
Elena
sono al cimitero? » scosse la testa, i suoi occhi si
riempirono di lacrime.
È
andata a trovare Bonnie, Damon.
«
Stefan, dov’è Bonnie. »
« Mi
dispiace. » lo presi per le spalle.
«
Cosa? Cosa cazzo ti dispiace? Dove è Bonnie? »
urlai
non sapendone nemmeno il motivo.
«
È morta. » silenzio.
È
morta. È morta. È morta. È morta.
È morta. È morta. È morta.
No!
« Che
razza di scherzo malsano è il tuo? » dissi
sbattendolo al muro. Lui guardava ovunque ma mai i miei occhi, cosa che
mi
faceva infuriare ancora di più.
«
Guardami, Stefan! Dimmi che è tutto uno stupido scherzo
per vendicarti di me. » ad ogni parola il mio tono diveniva
sempre più isterico,
più supplichevole.
Io…
Il mio cuore
prese a rallentare i battiti. La mia
streghetta era morta.
È
morta. È morta. È morta. È morta.
È morta. È morta. È morta.
« Mi
dispiace, Damon. » disse Stefan con una lacrima che
gli solcava un viso addolorato. Lo mollai, come se bruciasse.
Corsi verso
l’uscita, dovevo capire, io… Io dovevo
vedere.
Arrivai al
cimitero di Fells Church col cuore pesante, la
pietra che vi era posta si stava lentamente sgretolando, non avrei mai
permesso
a un essere umano… Un inutile umana di farmi provare dolore.
Mai.
Mi guardai
attorno, finché non scorsi la figura minuta di
Elena inginocchiata davanti una lapide. Strinsi i pugni e la raggiunsi.
«
Come. » fu l’unica parola che uscì dalla
mia bocca.
Vidi Elena sussultare, ma non me ne preoccupai, il mio sguardo era
rivolto a
quella piccola lapide, semplice come è
lei.
Era,
Damon. Lei era morta. È morta.
Elena si voltò, il
suo viso un tempo pieno di solarità e pieno di
sensualità ora era pallido,
magro e trasfigurato da un immenso dolore, non aveva nulla della Elena
che
avevo lasciato un anno fa.
« Un
incidente. Lei era… Lei era andata a comprare alcune
cose al market della cittadina e… Un uomo è
entrato per una rapina, minacciava
tutti quanti con una pistola, il… Il commesso preso dal
panico è scappato e il
rapinatore ha aperto il fuoco. » strinsi i pugni.
«
È… » non riuscivo a dire
“Era”, lei era
una strega. Cambiai parola. « I suoi
poteri! » Elena sorrise accarezzando la lapide.
« Li
ha usati, ma per proteggere il commesso. Secondo
alcune testimonianze ha aperto una specie di scudo che ha protetto gli
altri,
ma purtroppo non se stessa. Un proiettile l’ha colpita dritta
al cuore. »
adesso Elena piangeva, mentre io non sapevo cosa provassi. Iniziavo a
pensare
di essere morto nel vero senso della parola, era come se dentro me
fossi di
sola elettricità e questa elettricità era venuta
a mancare, era come se in me
ci fosse un Blackout in corso, ero come… Spento.
Elena mi
riscosse, vedendo che non parlavo né mi muovevo.
« La
nostra Bonnie, Damon. » disse singhiozzando.
La
mia strega. La mia inutile umana. La MIA Bonnie.
Non
rispondevo a
nulla, continuavo ad osservare quella lapide così fredda e
così diversa dalla
mia Streghetta. Non sentii nemmeno ciò che disse Elena, non
seppi se disse
altro, almeno finché non nominò di nuovo Bonnie.
« Un
mese fa mentre aiutavo la madre a sistemare le sue
cose, ho trovato questa. Era nascosta nel suo diario e quando ho
cercato di
metterlo via questa è caduta a terra…
È per te, Damon. » disse porgendomi con
mano tremante una busta.
La presi senza
dir niente e attesi che Elena se ne
andasse via. Attorno a me c’era solo silenzio. Accarezzai
quella lapide fredda
e senza vita.
BONNIE
MCCOLLOUGH.
B. 8/2/1994 D.
17/8/2013
AMATA FIGLIA,
SORELLA E AMICA.
R.I.P
« Come
hai osato andartene senza aspettarmi, eh
streghetta? » dissi arrabbiato! Detti un pugno sulla lapide,
ma non forte come
speravo, si formò solo una crepa, copia di quella che
c’era nel mio cuore. La
lettera che Elena mi aveva dato scivolò al mio fianco. La
aprii e iniziai a
leggerla.
Ciao
Damon, sono Bonnie.
Che
modo stupido di aprire una lettera vero? Però è
anche il modo più semplice per
farlo, vedi io sono sempre stata questo in fin dei conti: semplice e
stupida.
Semplice,
perché non ho mai desiderato nulla di eclatante, non ho mai
voluto essere
qualcosa in più di quello che già ero, io volevo
soltanto una persona e quella
persona ora sta leggendo questa lettera.
Sai
perché stupida? Perché trovo il coraggio di
aprire il mio cuore ad un foglio e
non ai tuoi occhi, l’ho fatto così tante volte e
ogni volta il mio cuore veniva
ripetutamente dilaniato. Il tuo non saper cosa rispondere, il tuo
allontanarti
da me, fino all’ultimo: il tuo andare via lasciandomi in
balia di un dolore
profondo quanto dilaniante.
Ti
chiederai perché ti abbia scritto questa lettera,
perché ora e perché in questo
modo.
La
verità è che non lo so, non so perché
io stia mettendo il mio cuore già a
pezzi, per l’ennesima volta nelle tue mani. Probabilmente
oltre che semplice e
stupida sono anche masochista.
Eppure
non riesco a fermare la mia mano, non riesco a bloccare il turbinio di
pensieri
che attorniano la mia mente.
Potrei
benissimo scriverti una e-mail e mandartela, poi però mi
vien da ridere, tu non
sei mai stato un tipo da mettersi al computer e leggere delle e-mail.
Potrei
chiedere a Stefan di farti mettere in contatto con me, ma la
verità è che se lo
facessi, poi perderei il coraggio di dirti quanto io ti ami e quanti io
fatichi
anche solo a respirare senza saperti qui vicino a me.
Visto?
L’ho detto: Io ti amo Damon Salvatore, fin da quando ho
sentito parlare di te,
fin da quando ho incontrato i tuoi bellissimi occhi color delle
tenebre, fin da
quando ho udito quella voce così bassa e al contempo
così melodiosa. Sei così
tante cose, amore mio, che fatico a trovare le parole giuste per
esprimere
quello che vorrei dirti. Hai presente quando vorresti far capire un
concetto ma
la parola che lo rappresenta ti sembra troppo insulsa, semplice, allora
ne
cerchi di migliori? Beh, è così in questo momento
per me, sto cercando le
parole più belle per descrivere l’essere
più perfetto: tu.
Fondamentalmente
tu per primo hai sempre creduto di non essere perfetto, gli altri di
certo non
ti hanno nemmeno dato torto. Io però penso che la perfezione
sia soggettiva e
sia in ognuno di noi, dobbiamo solo percepirla, io la tua
l’ho percepita fin
dalla prima volta che ti ho visto. È ancorata nel tuo cuore,
ma tu ti rifiuti
di farla vedere a te stesso, figuriamoci
agli altri, con me non hai fatto un buon lavoro,
poiché io l’ho
intravista ed è così perfetta e così
tua da renderla mia ogni qualvolta i miei
occhi si scontrano con i tuoi.
Sei
tutto ciò che vorrei nella mia vita, sei la luce che per
tanto tempo ho cercato
nelle tenebre del mio cuore, sei la pioggia che per tanto tempo
è mancata,
essiccando lentamente la mia anima e quando è arrivata,
l’ha fatta rinascere
come fosse una rosa appassita, rendendola viva, rendendola perfetta.
Tu
sei la metà della mia anima, sei quella parte di me che
urlerei al mondo la sua
bellezza e il suo essere speciale. Sei quello che mi infonde coraggio
solo per
semplice fatto che tu esisti, ci sei e sei riposto dentro il mio cuore.
Io
ti amo, di un amore troppo forte per poter stare in un cuore
così piccolo. Ti
amo così tanto da sentirmi mozzare il respiro. A volte le
persone non vedono
l’ora di incontrare la loro
anima
gemella per costruirsi un futuro. Io che reputo te la mia anima
gemella, l’unica
cosa che non vedo l’ora di ricevere è un tuo
abbraccio, lo scontrarsi dei
nostri sguardi e delle nostre anime. Non un futuro, né un
passato, ma solo il
presente: tu ed io abbracciati fino a formare un tutt’uno.
Probabilmente
non leggerai mai queste parole, però nel mio cuore tu le
avrai lette, avrai
sorriso, un sorriso sincero, senza malizia e senza secondi fini. Puro
come in
realtà è il tuo cuore, sospirerai e poi ti
sentirai amato. Sì perché in questa
lettera vi è riposto il mio cuore, un cuore che solo tu
potrai sempre tenere
dentro al tuo. Quando il tuo sarà troppo stanco e troppo
indebolito dal peso
del mondo usa il mio. Ti prometto che lo farò battere sempre forte, affinché
tu percepisca sempre il
mio amore.
Non
trovo altre parole belle da dirti, il mio cuore ne ha tante e spera che
tu
possa percepirle, sempre.
Devo
andare amore mio, sentiti sempre amato e sappi che
quell’amore verrà da me,
ovunque io sia, qualunque cosa tu stia facendo io ti amo e questo
sentimento
sarà sempre dentro il tuo cuore pronto a farlo battere.
Ti
amo mio folle amore, questo sarà per sempre.
Ti
amo Damon, ti prego, chiudi gli occhi e cerca di percepirlo, io
farò di tutto
per trasmettertelo.
Addio.
Tua
per sempre e indissolubilmente, Bonnie.
Una goccia
piovana si posò sulla lettera, alzai lo
sguardo ma il cielo era sereno.
No, non era
pioggia. Portai la mano sul mio viso e quando
la portai davanti ai miei occhi era bagnata. No, non era pioggia, erano
lacrime,
le mie lacrime.
« Come
osi farmi questo? » dissi quasi ringhiando. Il
blackout di poco prima iniziava a dissolversi, rabbia e dolore atroce
erano le
uniche cose che sentivo. Cose che non sentivo da secoli e che adesso,
per colpa
una stupida umana, ero qui a provarle tutte quante ad una volta, come
se lei
fosse stato il mio…
Il mio unico
amore.
«
Strega, non puoi farmi questo! Io non te lo permetto!
Sono Damon Salvatore e tu non sei qui. Tu non sei morta, non sei morta,
dannazione! »
Persi il lume
della ragione, iniziai a fendere l’aria
senza un motivo preciso, urlai e imprecai, ma attorno a me
c’era solo silenzio.
Mi accasciai troppo stanco e mi avvicinai pateticamente alla lapide
stringendola a me, immaginando ci fosse il suo tenero, caldo e fragile
corpicino.
« Ti
prego Bonnie, sono stato uno stupido, non lasciarmi,
non lasciarmi. Io… Io sono stato un bastardo, ma tu lo hai
sempre saputo. Io
sono questo, io sono un mostro, ma tu mi hai sempre amato per quello
che ero.
Ti prego non togliermi il paradiso che mi hai regalato. Tu sei il mio
paradiso
e senza te ritorno nell’inferno che mi sono costruito in
tutti questi secoli. Bonnie…
Bonnie ritorna da me, ti prometto che cambierò e che
sarò come tu vorrai, come
tutti volete che io sia, ma ti prego non lasciarmi solo. Non lasciarmi.
» ero
patetico, ma non mi importava niente. Chiunque avesse osato parlare, lo
avrei
ucciso senza alcuna pietà.
Il mio cuore
prese a battere furiosamente senza un
motivo.
Quando
il tuo sarà troppo stanco e troppo indebolito dal peso del
mondo usa il mio. Ti
prometto che lo farò battere sempre
forte, affinché tu percepisca sempre
il mio amore.
Portai la mia
mano sul cuore.
Ti
amo Damon, ti prego, chiudi gli occhi e cerca di percepirlo, io
farò di tutto
per trasmettertelo.
Chiusi gli occhi.
« Ti
sento. » dissi, mentre altre lacrime scendevano
copiosamente dai miei occhi, le ultime che avrei versato. Mi trasformai
in
corvo e me ne andai.
17
Agosto 2098. - 85 anni dopo.
Ero tornato di
nuovo a Fells Church, come ormai facevo ogni
diciassette di quel mese, di ogni anno. Portavo con me una rosa bianca
per la
mia streghetta. Ottantacinque rose bianche.
Ottantacinque anni che l’avevo
persa.
Ero andato
avanti, almeno per gli altri ero andato
avanti, ma dentro, il mio cuore non era più lo stesso. La
pietra che avevo
costruito nei secoli con così tanta cura, non si era
più riformata, l’amore di
Bonnie era troppo forte per permetterle di attorniare di nuovo il mio
cuore.
A volte chiudevo
gli occhi e il mio cuore iniziava a
battere forte, capivo che era lei che mi trasmetteva il suo amore, mi
faceva
sentire amato come mi aveva promesso.
Sotto forma di
corvo arrivai al cimitero, stavo per
prendere forma umana, ma una sagoma vicino alla lapide della mia
streghetta me
lo impedì, andai giù in picchiata e quando
atterrai sulla sua lapide, lasciai
cadere la rosa bianca sull’erba.
Una bambina dai
capelli castani sussultò alla mia vista.
La guardai con circospezione, chi diavolo era? La bambina invece che
scappare,
sorrise gioiosa. Stava per avvicinare la sua mano verso di me, ma con
un
battito d’ali volai via.
Dietro un albero
ripresi forma umana e tornai lentamente
sulla lapide della mia streghetta, la bambina era ancora là.
« Tu,
ragazzina! Cosa diavolo ci fai lì? Non è di tua
proprietà, vattene! » la bambina
sussultò per la seconda volta e si voltò
lentamente verso di me. Adesso che i suoi occhi si scontravano con i
miei il
mio cuore aveva iniziato inspiegabilmente a battere.
Erano color
della notte, così diversi da quelli nocciola
della mia Bonnie, eppure avevano la stessa intensità, la
stessa purezza, la
stessa dolcezza.
«
Io… Ecco io… » disse tutta rossa in
viso. Poteva avere
sì e no otto anni. Mi scappò un sorriso
involontario, che spensi quasi subito.
«
Allora? » la bimba si morse il labbro.
«
Io… Io ho rubato dei fiori dalle tombe con troppi
fiori. » inarcai un sopracciglio.
«
Dovrebbe importarmi qualcosa? » dissi annoiato. La
bambina sembrò sul punto si sbuffare, ma si trattenne.
« Li
rubo a quelli che ne hanno troppi, per portarli a
chi non ne ha. Questa tomba non ha fiori e io le ho portato un
girasole. A lei
i girasoli piacciono. » rimasi ghiacciato sul posto. Chi
diavolo era quella
bambina?
« Come
diavolo fai a saperlo? » la bambina arretrò
impaurita.
«
Io… io non lo so. » sbuffai.
« Hai
appena detto che a lei piacciono i girasoli. » dissi
ovvio, avvicinandomi ancora di più, ma lentamente. La
bambina sorrise, che
fosse bipolare?
« I
girasoli sono belli. A lei piacciono ma non so
perché. Hai visto per caso un corvo? Volevo accarezzarlo ma
è scappato via! Io
adoro i corvi, ne sogno uno fin da quando sono piccola, anche se in
realtà sono
ancora piccola, però lo sogno da tanto tempo, soprattutto
quando ho paura o
sono triste. » la guardai attentamente, non aveva niente di
speciale, anzi; era
minuta e non molto alta, aveva due occhi scuri incastonati in un viso
rotondo,
i capelli corti con le punte arricciate, le avrebbero dato
l’aria da
maschiaccio, se non fosse per
un nastro rosso legato
in una treccina imperfetta.
Un
nastro rosso, dal profumo di vaniglia.
« Non
ho visto corvi. Quella tomba è proprietà privata.
»
ripetei di nuovo, allorché la bambina sbuffò.
«
Nessuno le porta i fiori, solo il corvo lo ha fatto.
Una bellissima rosa bianca. Lo sai che le piace anche quella?
» la guardai
stanco, quella bambina era pazza.
«
Senti Robin Hood dei fiori, vedi di cambiare aria. » la
bambina mi osservò concentrata, come se stesse facendo un
equazione alquanto
difficile.
«
Tanto lo so che non sei cattivo. » la guardai sbigottito.
Ma chi diavolo era?
« Ah
no? » dissi assumendo uno sguardo cattivo. La
bambina di rimando sorrise di nuovo.
« No,
ti conosco. Ti ho sognato una volta lo sai? Almeno
il ragazzo che ho sognato ti somigliava tanto, mi diceva di non
lasciarlo e di
restare con lui e mi teneva abbracciata, credo di essere grande nel
sogno,
perché avevo le gambe lunghe, eh sì solo quelle
riesco a ricordare, uffa. » il
mio cuore prese a battere all’impazzata.
Mi inginocchiai
davanti alla bambina e le presi il viso
tra le mani guardandola negli occhi.
« Che
altro hai sognato? » la bambina mi sorrise.
« Io
che ti dicevo di non piangere, che ero con te e non
ti lasciavo, ma tu continuavi a piangere, così ti ho detto
di chiudere gli
occhi e ascoltare il mio cuore, tu chiudevi gli occhi e smettevi di
piangere, e
poi non ti ho sognato più, uffa. »
Sorrisi, il mio
cuore prese a battere all’impazzata sotto
lo sguardo incuriosito di quella bambina.
Era pazzesco,
forse io stesso era impazzito. Ma quella
bambina…
«
Perché ti piacciono i corvi? » le chiesi con voce
emozionata.
« Sono
belli e quello dei miei sogni sta sempre davanti
alla mia finestra a proteggermi dal buio. » improvvisamente,
mi vennero in
mente dei ricordi, ricordi che avevo sepolto nel mio cuore ormai da
ottantacinque anni: Io che in veste da corvo andavo sul davanzale della
mia streghetta
ad osservarla dormire, proteggendola dai pericoli della notte e non
sapendone
nemmeno il perché.
Non so
perché lo feci, ma diedi un tenero buffetto sulla
guancia della bambina, la quale mi sorrise apertamente.
«Senti
un po’ ragazzina, grazie per la rosa, ma non
rubare più i fiori dalle altre tombe, intesi? » la
bambina arrossii.
« Ma
se non li porto io, loro come faranno? » le sorrisi
tristemente, ricordando il suo animo puro e altruistico. Motivo per cui
l’avevo
persa.
« Non
puoi salvare sempre tutti. » sussurrai. La bambina
aggrottò le sopracciglia.
« Come
ti chiami? » mi disse con la testa inclinata. Le
sorrisi.
« Un
giorno lo saprai, te lo prometto. » e me ne andai.
Il mio cuore
continuava a battere come impazzito. La mia
Bonnie era tornata e io non l’avrei lasciata andare mai
più. Il mio cuore
avrebbe avuto ogni battito del suo e questo sarebbe stato per sempre.
Chiusi gli occhi
e mi portai la mano sul cuore.
«
Batteranno di nuovo insieme, lo prometto. »Mi
trasformai in corvo e volai via, con il cuore che fremeva in attesa di
rincontrare la sua legittima proprietaria.
La mia
streghetta.
Ah dimenticavo! Ho iniziato da poco a postare una nuova Originale
Romantica, non so per chi mi segue e piace come scrivo, beh dateci
un'occhiata e datemi un parere se vi va :) qui sotto il link:
Un
amore formato cupcakes
Grazie ancora, a presto! Kiss Lily!
Io
e la mia amica Mia abbiamo messo su un gruppo su fb,in cui si parla di
libri,spoiler delle nostre storie,giochi,quiz,film,o semplicemente ci
si conosce,ci si scherza e si fa amicizie! Siete le benvenute vi
aspettiamo ;)
Betrayed and Lilyanne's Stories
Per chi
invece volesse aggiungermi su fb io sono
Lily Masen