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Autore: strafe    06/08/2013    0 recensioni
Una oneshot che mi frullava in testa da un po'...spero che leggendo vi possiate accorgere che in ogni cattivo alla fine si trova sempre un po' di rimorso e che non esiste solo odio dentro di loro...
P.S. adoro entrare nei pensieri delle persone malvagie e sconvolgere un po' la storia senza modificarne il corso originale...spero che vi piaccia :)
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La fine del Signore Oscuro

 

Il falò era l'unica cosa che illuminava la radura, tutti i Mangiamorte erano disposti in semicerchio intorno a lui, due giganti sedevano ai margini del gruppo, proiettando ombre innaturali nella foresta.

-Mi-mio Signore...- era stata Bellatrix a parlare, era rimasta illesa nella battaglia a parte i capelli scarmigliati. Voldemort la zittì alzando la bacchetta e lei tacette.

-Credevo che sarebbe venuto- il Signore Oscuro aveva parlato con lo sguardo fisso sulle fiamme che danzavano davanti ai presenti -mi aspettavo che venisse-.

Nessuno fiatava, anche il fuoco era silenzioso. -A quanto pare mi...sbagliavo-. -No!- Harry Potter aveva parlato, era appena sbucato dagli alberi della radura e si dirigeva verso il fuoco, non era impaurito, anzi, la sua aria quasi spavalda irritò il mago oscuro, anche se sapeva che sarebbe morto.

Per un attimo un silenzio carico di tensione, poi dai Mangiamorte si levarano urla di giubilio, i giganti ruggirono e Hagrid, il Mezzogigante, urlò qualcosa al ragazzo.

Lui non sentiva cosa succedeva, la sua mente era occupata dall'immagine del ragazzo che era venuto a sacrificarsi per i suoi amici, il loro lungo viaggio assieme era giunto a una tappa che ne segnava la fine.

Mentre alzava la Bacchetta il suo avversario di una vita abbassò un poco la testa, sempre fissandolo negli occhi. -Avada Kedavra- il suo era un sussurro, ma l'intensità del suo odio alimentò l'incantesimo che con la sua forza spense il fuoco e zittì tutti i presenti.

Nell'esatto momento in cui la Maledizione Senza Perdono colpì il ragazzo, l'Oscuro Signore sentì le gambe abbandonarlo, cadde a terra mentre la sua mente si faceva nera e lui sprofondava nell'incoscienza.

Aprì gli occhi, si sentiva strano, era nella Foresta Proibita, non c'erano dubbi, ma era solo e una nebbia spettrale rendeva inquietante l'atmosfera.

Nell'aria risuonavano gemiti e urla, ma non si vedeva nessuno tra gli alberi secolari, Tom Riddle si sentiva come il bambino che non era mai stato, quello spaventato nel bosco oscuro, terrorizzato dell'ignoto che rappresenta per ogni ragazzino.

Era scalzo, sentiva le foglie sotto i piedi, aveva freddo e si sentiva solo, una solitudine inquietante e disarmante.

Cominciò a camminare verso le urla, dalla nebbia parvero emergere delle figure remote che, adesso lo capiva, erano tutte le persone da cui aveva estratto ogni singola goccia di vita, non fantasmi ma nemmeno corpi vivi, immagini spettrali di un mondo di paura.

Lo fissavano con occhi inespressivi, gli occhi vitrei delle sue vittime gli incutevano una paura folle, erano venuti per lui, per portarlo nel mondo di terrore che lui stesso aveva creato.

Cominciò a correre nel bosco, le pietre gli ferivano i piedi e i rami gli artigliavano la pelle e il lungo mantello, ma lui era in preda a un terrore puro e quasi palpabile, e intanto calavano le tenebre.

Le mani delle sue vittime lo strattonavano, erano impalpabili ma lo trattenevano.

Corse per quella che gli sembrò una vita, i piedi sanguinavano insieme ai solchi tracciati dai rami bassi, lui però non si fermava, spesso cadeva, ma ogni volta si rialzava per riprendere a scappare ancora più velocemente, sempre più atterrito. Non aveva mai provato una sensazione più intensa.

Ad un tratto si accorse di non essere più inseguito e si fermò, solo adesso riusciva a pensare con lucidità.

Il sole sorse in quel momento, ma la luce che proiettava era oscura, come se qualcosa di malato si fosse insinuato al suo interno, i suoi raggi fendevano la foresta.

Due sagome si stavano avvicinando, quando furono a pochi metri da lui il Signore Oscuro vide che si trattava di Lily e James Potter, solo in una cosa differivano dalle altre anime, la loro espressione non era sofferente, ma quasi serena.

Ormai erano faccia a faccia, nessuno dei tre personaggi parlò per vari minuti. -Ciao Tom- Lily spezzò il silenzio con la sua voce dolce, ricevette un'occhiata rancorosa dal suo assassino, Tom Riddle era morto e sepolto. -uccidendoci non hai trovato quello che cercavi vero?-. Voldemort non rispose, ma abbassò gli occhi, -Ho ucciso vostro figlio- sussurrò -Ma quando ho pronunciato l'incantesimo sono finito qui...che posto è questo? Cosa siete voi e tutti gli altri?.

-Noi- cominciò, la radura si riempì di figure sofferenti -siamo le persone che hai ucciso, guarda quante siamo la tua fine è vicina Lord Voldemort, più vicina di quanto immagini, cerca un po' di rimorso dentro di te, pensa a tutte le vite che hai spezzato e pentiti prima della fine-.

Lo stregone si scagliò contro i genitori di Harry Potter, dissipandone i corpi in volute di fumo, ma un'altra figura gli sbarrava la strada. Lui si riconobbe per quello che era stato prima di uccidere, prima di infrangere la sua anima.

I due Tom Riddle si incontrarono a metà straa tra i mondo dei vivi e quello dei morti, ognuno dei due fissava l'altro con un morboso interesse ma Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sapeva che quella parte di lui era stata avvolta molto tempo prima dalle spire del passato.

La figura mutò, adesso il mago oscuro guardava la sua immagine come ea realmente, e gli sembrò di vedere un povero vecchio, patetico.

I due esseri innominabili si fissarono con la stessa intensità di prima.

Ma l'anima tremolò, come vista attraverso uno specchio d'acqua, poi si spaccò, sette pezzi si staccarono dal corpo, Voldemort cadde in ginocchio e urlò, urlò dal dolore come non aveva mai fatto, mentre i frammenti della sua anima a poco a poco sfumavano al sole.

Solo la testa urlante rimase a mezz'aria, la stessa testa che si spaccò a metà, quella fù l'ultima immagine che videro i suoi occhi prima di rinvenire con una scossa di dolore.

Sentiva passi frettolosi mormorii e sussurri intorno a se -Mi-mio Signore- Bellatrix aveva sempre una voce quasi dolce quando parlava con lui -Mio Signore?!. -Basta!!- urlò alzandosi di scatto, i seguaci che si erano avvicinati si ritrassero sorpresi, -Non ho bisogno di aiuto- disse gelido a Bellatrix che si stava avvicinando, -Il ragazzo...è morto?- Narcissa venne scelta per controllare e si chinò sul corpo inerte, rimase un attimo immobile, poi si alzò e annuì.

Solo allora i Mangiamorte gioirono, la radura si riempì di urla e di lampi di luce, rosso e verde saettarono verso l'alto a testimoniare la vittoria raggiunta. Hagrid prese in braccio il ragazzo morto solo dopo che lui lo ebbe torturato, piangeva e sembrava fragile nonostante la sua grandezza spropositata.

Mentre lasciava la radura, però sentì il gelido tocco della paura, “E se le parole di Lily rispecchiassero la realtà e io fossi destinato a cadere?” quel senso di inquietudine lo seguì fino al prato che portava al castello di Hogwarts, dove ordinò a tutti di fermarsi.

Fece inginocchiare il Mezzogigante e parlò alla resistenza con la voce magicamente amplificata -Harry Potter è stato ucciso mentre stava fuggendo per mettersi in salvo mentre voi morivate per lui, ecco il suo corpo, a dimostrazione di quanto è accaduto nella Foresta.

Chiunque esca dal castello e si inginocchi davanti a me avrà salva la vita e quella dei suoi familiari.

Nessuno uscì dal castello, il silenzio premeva nelle orecchie degli oppressori la sua inesistenza, nulla si muoveva.

Avanzarono nel parco, lo stregone aveva liberato Nagini e lo accarezzava con la punta della lunghe dita ossute, ma pensava lo stesso a chi avrebbe potuto porre fine alla sua vita adesso che Silente marcava nella sua tomba di marmo e Harry Potter era morto, persino Piton non avrebbe più potuto nuocergli.

Il guardiacaccia ancora singhiozzava sul corpo molle e inanimato del ragazzo. In quel momento l'enorme portone di quercia della scuola si spalancò, tutti i combattenti sciamavano fuori dalle mura e si schieravano davanti ai suoi occhi, disperati per la morte del simbolo che li aveva uniti.

La professoressa McGranitt urlò, e la sua più fidata luogotenente, Bellarix, rise sguaiatamente a quel suono. Mentre la folla si riuniva lui Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non era attento, guardava il vuoto e pensava, senza venire a capo di nulla.

Dopo svariate urla decise di zittirli tutti, ma mentre l'incantesimo si spezzava si accorse che qualcuno stava correndo verso di lui, disarmarlo fu uno scherzo. Neville Paciock era purosangue, fu il primo a rifiutare la sua offerta.

Fanny la fenice usciva in quel momento portando il Cappello Parlante, appena toccò la testa del malcapitato prese fuoco, le urla coprirono ogni altro suono. Poi successero molte cose contemporaneamente, dalla Foresta emerse l'intera comunità dei centauri scagliando frecce sui Mangiamorte, Grop il gigante fece il suo ingresso in campo contro i due giganti avversari, Neville si liberò dalle fiamme ed estrasse qualcosa dal Cappello, una spada sfavillante di rubini gli brillava nella mano destra, gli bastò un solo movimento fluido e la testa del serpente cadde a terra, tranciata di netto.

Voldemort sentì la testa spaccarsi in due, urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma i suoni dello scontro coprivano ogni altro rumore.

Corse verso la scuola, lanciando anatemi in continuazione per aprirsi un passaggio.

Cominciò a combattere seriamente appena arrivò in Sala Grande, nonostante il dolore era concentrato al massimo, non esisteva altro che la sua bacchetta e i suoi avversari, il suo ultimo Horcrux era stato distrutto, ma a lui non importava, dovevano ancora ucciderlo per vincere.

Poco lontano da lui Bellatrix venne uccisa da Molly Weasley, Greyback cadde per mano di un uomo con i capelli rossi, Yaxley venne atterrato da due ragazzi e Rookwood tramortito da Aberforth.

Combatteva con Kingsley, Minerva McGranitt e Lumacorno assieme, ma mentre i suoi uomini migliori venivano spazzati via li respinse tutti e tre, mirò alla signora Weasley che, se non fosse stato per il Sortilegio Scudo evocato da un qualche personaggio ignoto, avrebbe ucciso.

Davanti a lui si era formata un'area libera da combattenti, ma non c'era nessuno, fino a quando Harry Potter non si sfilò il Mantello dell'Invisibilità.

Lo stregone rimase immobile, gli occhi rossi erano due fessure e la rabia montò dentro di lui, il destino era venuto a prenderlo.

Il ragazzo disse di dover fare tutto da solo, Voldemort aveva paura, ma decise di giocare la sua ultima carta. -Potter non intendeva dire questo, di solito non fa così -Chi userai come scudo oggi?-. -Nessuno, so degli Horcrux e so che sono stati tutti distrutti, nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive, ti ricordi Riddle? Sai come mai la Bacchetta non funziona con te? Perchè il suo vero proprietario era Draco Malfoy e questa è la sua bacchetta- la agitò in alto attirando l'attenzione di tutti.

Un bagliore rosso divampò dal soffitto incantato e uno spicchio di sole apparve da dietro le montagne.

I due maghi urlarono i loro incantesimi che si scontrarono con un rumore simile a un'esplosione.

I due si stavano fronteggiando in silenzio, tesi all'estremo ma muti, ben sapendo che avrebbero potuto cambiare il corso della storia magica.

Accadde tutto in un lasso di tempo pari alla velocità del pensiero, il Signore Oscuro sapeva che quella mattina di maggio la profezia si sarebbe avverata e che non sarebbe stato lui a uscirne vincitore.

Per un attimo gli passarono davanti tutte le anime che lo avevano artigliato in quell'incubo, ormai aveva capito, il rimorso si accese in lui come una scintilla, che però si sviluppò e lo bruciò come una stella, la sua forza di volontà gli venne meno e il suo incantesimo gli si ritorse contro, aveva le braccia allargate e guardava in alto.

Si sentì per un attimo al sicuro, poi cadde e vide una luce, forse la morte o forse solo i raggi del sole, ma da quella luce apparve Lily Potter, lo stava venendo a prendere, la luce lo inghiottì e venne invaso da un calore piacevole, il calore che sperò avesse avvolto tutte le sue vittime, poi più non fu.

 

 

 

Complimenti per essere arrivata/o fino a qui, so che è stata una rottura leggere tutta la battaglia del settimo libro ma se riuscissi a lasciarmi una recensioncina, anche piccola, te ne sarei molto grato...grazie! :)

Strafe

  
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