07/08/2013
3 recensioniRuby Gold, nonché la mia datrice di lavoro, aveva deciso di causarmi un infarto con una notizia shook, doveva essere così.
«Sof, devi trasferirti a Londra per i prossimi due mesi.» Alzai lo sguardo dalla scrivania non credendo davvero alle parole appena sentite.
«Cosa??» farfugliai sconvolta prima di avvicinarmi cauta all'ufficio di Ruby. Londra? Due mesi? Io? Che?
«Niente storie. Questo è il tuo nuovo incarico, è molto importante. Devi aiutare a curare l'immagine di alcuni stadi per dei concerti.» Ruby era la capa, mi stava altamente sui coglioni e l'avrei presa a sassate in faccia ogni volta che apriva bocca ma, come ho detto, era pur sempre la capa. Mi limitai così a mandare giù il boccone e accettare l'incarico, benché mi facesse schifo. Sapevo in più che così non avrei potuto partecipare alla Fashion Week, che era sempre stato il mio sogno e obiettivo principale.
Perciò ero lì, in un volo privato per Londra, pronta a conoscere il mio contatto.
Quando, annoiata dal volo, decisi di aprire la cartellina per scoprire chi fosse il cantante in questione, per poco l'infarto non mi prese per davvero.
Due volte nello stesso giorno, un record!
Guardando quel nome stampato in argentato sulla cartellina pensai che doveva essere uno scherzo, doveva assolutamente essere così. Il mondo mi aveva teso una candid camera e ora gli angeli se ne stavano sicuramente in cielo a deridermi tutti in coro.
Per chi dovevo lavorare? One Direction, il fascicolo parlava chiaro.
Deglutii urgentemente. One Direction voleva dire Harry Styles. Solamente leggere quel nome di faceva accapponare la pelle. Letteralmente.
Lo conosci? Vi chiederete voi. Oh. Dire che lo conosco è riduttivo.
Mi passai più volte la mano sulla fronte, ero così agitata che avrei potuto iniziare a sudare freddo da un momento all'altro.
Non avrei mai potuto dimenticare quel nome, quella voce, quegli occhi. Harry Styles era un famoso e senza dubbio molto stupido cantante di successo, ora. Ma per me era solo una cosa: il ragazzo che, alla misera età di 12 anni, mi aveva rovinato l'esistenza.
Scuola media, sette anni prima.
'Ho detto ad Harry che mi piace.' Confessai a Taylor, la mia migliore amica.
Lei da brava sostenitrice iniziò a saltellare sul posto eletrizzata dalla cosa. 'E ora vi metterete insieme?' La guardai con occhi sognanti, quelli di una ragazzina che spera disperatamente di trovare l'amore, anche se a scuola la chiamano quattrocchi e la prendono tutti in giro. Presi dall'armadietto un libro e così cadde un bigliettino.
In mensa alle 13, per il bacio che ti devo.
Harry.
Stava davvero succedendo a me? Harold era un ragazzino davvero bello, faceva parte del gruppetto dei ragazzi chiamati generalmente 'cattivi' ma dio, lui non era affatto come loro. Loro mi prendevano in giro, lui mi voleva bene, mi difendeva, ed era bellissimo. Corsi velocemente alle mensa, la mia razionalità era completamente offuscata dalla voglia di dare il mio primo bacio. Quando entrai trovai Harry al centro della stanza, attorno tutta la scuola intenta a mangiare. Mi avvicinai al ragazzo, sorridendogli e cercando di non badare a quei 'ehi quattrocchi!' che aleggiavano.
«Sei bellissima» mi disse, avvicinando le sue labbra alle mie. Chiusi gli occhi, come avevo imparato da tutti quei film romantici.
«D-davvero?'» Sussultai, pronta a sentire le sue labbra morbide sulle mie.
D'un tratto qualcosa di fresco colpì la mia faccia e dei cori urlanti «no, sei un cesso!» riempirono la stanza. Tolsi un po' di quella che si rivelò essere torta dal mio viso, cercando disperatamente di trattenere le lacrime. Harry, l'unico di cui mi fossi mai fidata, mi aveva teso una trappola. Era stato uno stronzo e fu a quel punto che capì due cose. Primo: l'amore non esiste perché gli uomini sono tutti stronzi. Secondo: caro Harry Styles, mi hai umiliata e derisa...non importa quanto ci metterò ma stai certo che avrò la mia vendetta.
