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Autore: _Rael_89    14/02/2008    5 recensioni
Camelia.
Simbolo di perfetta bellezza.
Da regalare ad una persona che stimi. Che ami. [Sasuke x Ino]
(Theme song: Minuetto, Mia Martini)
[Un piccolo augurio di buon San Valentino ^^]
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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camelia

Camelia

 

 

Una pioggia di foglie anticipò il suo arrivo.
Gli occhi seguirono il suo elegante movimento nell’atterrare in quel giardino, ed ergersi in tutta la sua elevata altezza; i muscoli palpitavano da sotto la calzamaglia carbone, persino da sotto il corpetto perlaceo della divisa ANBU.
La sua bocca si tirò in un lungo sorriso, sornione, mentre lui si sfilava la maschera, mostrandole il bel volto diafano incorniciato da lunghi ciuffi eburnei.
Lo shinobi si leccò le labbra.
-Mi accogli già così?-
Il suo sguardo passò lungo il kimono dalle sfumature violetta e ciclamino, provocanti e sinuose cosce che sbucavano intrecciate da sotto di esso.
-Mi piace vedere il tuo sguardo eccitato.- confessò, padrona di quella sicurezza così azzardata di colei che sa di averlo in pugno; solito tono, che a lui piace placare, per ridurre quella geisha ai suoi soli comandi. Le si avvicinò, lasciando la maschera e la katana sulla balaustra in legno a delimitare la piccola villa, casa del suo piacere; e le si sedette accanto, affondando il volto nell’incavo del collo; audace odorò i capelli sciolti sulle spalle, solo un piccolo fermaglio con una rosellina candida a fermarli dietro l’orecchio; ma qualche filo dorato scappò via dalla sua pettinatura, perché mosse con avvenente eccitazione il collo, preda della sua lingua; arrossì vistosamente, benché quel piacere l’avesse provato già molte volte.
-Mi piace l’odore di te.- confessò lui, baciandole la spalla lasciata nuda dal kimono calato giù, ed indugiando sulla scollatura del prosperoso seno.
-Del mio sesso, vorrai dire.-
-Anche.- gli piaceva quel tono così malizioso, alludente ad attimi di puro erotismo. Le mani guantate passarono a tastare la leggerezza della seta cucita su di lei, mani abili che sapevano quel che facevano, mani che volevano liberarla dalla stretta della fascia nera, e lasciare andare quel kimono a terra, e vederla ancora nuda, fresca e bianca, piena della bellezza di un fiore giovane.

 

Le mani tue, strumenti su di me,
che dirigi da maestro esperto quale sei...

 

-Vai di fretta?- gli occhi color del mare lo colpirono, in tutta la loro purezza, maggiore anche di quel che si ricordava.
-Come ho potuto resistere in guerra, secondo te?!- scosse il capo, sbuffando con un sorrisetto. –All’odore di morte, sangue e piscio; alle ferite, all’ansia che ti distrugge, alla paura di perire che ti diventa fedele come la tua puttana innamorata…-
-Ahi, ahi, Uchiha…- la mano delicata si posò sul suo viso, e gli carezzò le labbra con le unghie perfettamente smaltate. –Mai innamorarsi di una geisha.-
-Come se tu non l’avessi già fatto.-
-Solo perché sei il mio unico cliente?-
-Ti concedi solo a me.-
-La fila è lunga; ma sei l’unico alla mia altezza.-
-Dovresti raccontare meno cazzate, Yamanaka; sulle labbra di una donna stonano decisamente.-
E chiuse quelle labbra in un bacio, rapace, che la catturò, una violenta passione eppur eccitante e rispettosa, imprigionando anche quel respiro che divenne crescente al ritmo di un petto che palpitava, l’intreccio di due lingue che si desiderano, mani che premono con forza sulla pelle, una lotta a chi procura più dolore come se esso rappresentasse la passione; quando tutto finì, (sempre per volere dell’Uchiha; perché lui era il capo lì, lui stava sopra quando scopavano, lei doveva solo ribellarsi e fallire per rendere il gioco più eccitante) quando lui decise di concludere quel bacio, lei lasciò la presa; le regalò un ultima carezza sulle labbra con la lingua, eccitante, avvertendola di ciò che voleva farle.
Con la rudezza tipica di un mecenate ANBU del suo carico, l’afferrò per la vita sottile, prendendola in braccio; l’appoggiò sulla spalla con violenza, provocandole un colpo alla bocca dello stomaco; e la geisha si ribellò come al solito a quel trattamento da bastardo, ricevendo una risata in risposta, risata di chi sa che ha il coltello dalla parte del manico. Tra i suoi gridolini decisamente fastidiosi aprì la porta scorrevole con uno scatto; la richiuse alle sue spalle con altrettanta veemenza, ricevendo un rimprovero anche per quello.
Ma presto i rimproveri finirono; perché seppe sostituirli con sospiri e parole morte in gola per l’emozione. Due ombre, attraverso la carta sporca che chiudeva quell’ambiente nell’intimità,  avvolte, in un movimento continuo che si proiettava sul selciato del giardino; una lotta furiosa eppur sensuale, ritmata dal crescere delle risate, tappati da labbra unite, o contrastati da urli eccitati.

 

E vieni a casa mia, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà per una notte...

 

Tutto finì in un sospiro.
Tutto in due corpi nudi e caldi, coperti di perlaceo sudore, presi da spasmi di stanchezza e da tachicardia accelerata.
Con gli occhi socchiusi da un formicolio piacevole in tutto il corpo, stiracchiandosi nella lunghezza delle agili e lattee braccia, osservò il ninja rialzarsi a sedere; sempre fiero e composto, come se pochi attimi prima non avesse trasgredito l’articolo 25.
Un ninja non dovrebbe provare sentimenti.
Eppure, lui, peccò d’amore.
E si mise a sedere pure lei, osservandolo infilarsi con estrema cura i pantaloni scuri, mentre faceva scivolare le braccia dalle cosce fin sotto il ginocchio, per abbracciarsi le gambe; nuda come una bambina, sguardo innocente, a studiare i movimenti delle mani nell’allacciarsi i sandali, le sue mani sempre sporche di terra e maleodoranti di sangue altrui, eppure mani molto esperte nel manovrare il suo corpo.
Lo shinobi afferrò finalmente il corpetto, alzandosi per sistemarselo alla perfezione; e quello scorcio che offrì forse non fu casuale, perché le punto quasi alla vista la spalla sinistra, le puntò addosso il tatuaggio simbolo degli ANBU, marchio degli assassini, una promessa cucita sulla pelle.
Non dimenticare: lui è servo della guerra, ed un giorno morirà per essa.
-Te ne vai già, Sasuke?- non lo ripeteva spesso, quel nome; eppure a lui piaceva il modo in cui lo diceva, schioccando la lingua con una s troppo strascicata.
-Domanda retorica.- incrociò il suo stesso sguardo nella piastrina sul palmo del guanto, mentre si allacciava la spallina del bustino.
-Mh.- non risposte, lasciandosi andare con la testa accoccolata sulle gambe.
L’Uchiha si chinò, raccogliendo la sacchetta che posizionò sul retro… e si fermò un attimo, come per riprendere fiato. Sempre così, quando se ne andava; in fretta e furia, come senza pensarci, come se il fermarsi l’avrebbe impigrito e dunque fatto desistere dal suo dovere. Si voltò, guardando quell’angelo che sembrava bimba innocente, eppure fosse la sua puttana.
-Ho qualcosa per te.-
La testolina scattò provocando la danza dei suoi capelli di miele nell’aria, ed il nasino all’insù lo puntò; sinuosamente e nuda gattonò vicino a lui, ma dimenticandosi per una volta del suo ruolo di seduttrice; e si posò delicatamente a sedere, osservandolo trafficare nella borsetta ed estrarre un qualcosa, che tenne chiuso in due mani. Si inginocchiò, avvicinando i pugni chiusi al suo viso, in una lentezza ed apatia di movimenti che creò suspance; ed aprì le dita.

 

Io non so l'amore vero che sorriso ha...
Pensieri vanno e vengono, la vita è così...

 

Accoccolata tra le sue mani, perfetto accostamento con lui.
Una corona di petali color latte, sgualciti da un viaggio troppo lungo, eppur ancor freschi; sorella della rosa, nobile ma più umile, delicata come essa ma orgogliosamente più forte.
-E’ una camelia.-
-Simbolo di perfetta bellezza; da regalare ad una persona che si stima.-
-Sapevo che tu l’avresti capito, Ino.- una i allungata, tipica di un accento meridionale; eppur suono dolce, perché chiamata per nome per la prima volta.
La geisha accolse il fiore tra le mani, trattenendo il respiro in due guance che si colorarono di maturo rossore, genuino. Avvicinò a sé il fiore, quasi volendolo odorare, utopia impossibile vista la poca delicatezza della conservazione; eppur, ad un olfatto esperto, non poteva sfuggire la lieve essenza di lui che si era prepotentemente impadronita di essa.
-In un paese lontano da qui, ad ovest, oggi è il giorno della festa degli innamorati.- scostò di poco il capo, quasi preda di un infantile imbarazzo per essersi esposto così. –E’ tradizione portare un dono.-
Si rialzò sotto lo sguardo incantevole di lei; un piccolo brilluccichio negli occhi, come una gemma. Posò con delicatezza il fiore in grembo, afferrandogli le mani e portandosele vicino alle labbra, come baciandole in segno di rispetto.
-Grazie.- in un battito di ciglio, la gemma scese sulla sua guancia.

Un amore detto tra le righe è uno dei regali più belli, per San Valentino.

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Deliberatamente ispirata ad una fanfiction di Kaho, “Welcome to Madame Tsunade’s – How much does a good fuck cost?” ù.ù
[Pubblicità occulta: chi può leggere una lemon lo faccia, se non vuole perdersi un capolavoro! U.U consiglio da amica, su!] Ammetto, la mia tessò mi ispira una cifra... troppo, ti odio quasi per questo XDDDD
Diciamo quasi su richiesta della Koi-chan. E mia, perché mi sono detta: no Rael, non dormire sugli allori, produci anche tu qualcosa per San Valentino ù.ù
Volevo qualcosa di un poco OOC ma non troppo, per permettermi qualche licenza con Sasuke ed Ino; ed uno scenario sempre “giapponese”, sempre ninja, ma più intrigante, inaspettato per una shot nel giorno della festa degli innamorati.
Ecco come è nata “Camelia”.
Dedicata ad una sola ed unica persona: il mio Sasuke-kun, ovvero il mio ragazzo. Perchè mi è stato sempre vicino, sostenendomi, facendomi da primo beta (credetemi, non è facile XD), sopportandomi (cosa ancor più difficile, sono capricciosa come la Yamanaka U.U).
E perché il 14 di un anno e tre mesi fa mi ha fatto capire che “sorriso l’amore vero ha” (citando la canzone “Minuetto” di Mia Martini, usata anche come theme song a supporto della shot… semplicemente un incanto).
Grazie davvero a chi leggerà. Un grazie in più a chi commenterà.
Vi auguro una bellissima giornata… e per i single tranquilli, domani è il vostro turno XD
La vostra Rael

  
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