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Autore: _ChaMa_    07/08/2013    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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≈≈ IO SONO UMANA ≈≈

 

Non mi sentivo così insicura da anni.

Era come se fossi tornata una bambina di cinque anni che guarda con diffidenza tutto ciò che la circonda.

Avevo sempre dato per scontato la fiducia che gli altri riponevano in me. Ero cresciuta tra persone che avevano imparato ad amarmi e a proteggermi; di solito erano gli altri che cercavano di conquistare la mia fiducia e trovarmi lì a doverla conquistare a mia volta era terribilmente strano.

<< Tieni >> la voce di Tyler mi riscosse dai miei pensieri. Presi la tazza di caffè che aveva tra le mani e lo guardai mentre di sedeva. Accanto a lui, difronte a me, c'era anche un suo amico: occhi blu e capelli biondi.

<< Allora... >> cominciò. Dalla sua espressione capii chiaramente che non aveva idea di cosa dire o cosa fare.

<< Hai detto di essere la figlia di Mason >> intervenne l'altro, Matt

Era il momento di raccontare loro la mia storia.

<< Si >> annuii << I miei genitori non si amavano. Mia madre era più grande di Mason e fu l'avventura di una notte. Sono cresciuta con mia madre, ma quando è morta ho deciso di cercare anche mio padre >>

<< Non sapevo che Mason avesse una figlia >>

Abbassai lo sguardo. Credo che nessuno lo sapesse, e se qualcuno ne era a conoscenza aveva fatto un buon lavoro per nascondere la cosa.

<< Quindi tu sai...cioè sei... >> boccheggiò Tyler, senza trovare le parole

<< No. Non sono un licantropo >>

Entrambi si guardarono sospettosi. Certo, sapevo tutto quello che c'era da sapere sulla natura lupesca dei Loockwood e sui licantropi, ma ero umana. E avevo intenzione di rimanere tale.

<< Anche mia madre era un licantropo, ma io sono umana. Io voglio restare umana >>

<< Allora perché sei qui? >> mi chiese Tyler << Cioè, non ti offendere... ma che vuoi da me? >>

<< Sono stanca di essere sola. Tutti quelli che conosco sono licantropi e vivono in branchi. Nessuno ha una casa, una famiglia. Ho perso i miei genitori, i miei amici. Tu sei tutto quello che ho >>

Vidi Tyler abbassare lo sguardo, come se fosse in imbarazzo. Da quel che avevo capito, lui era rimasto solo quanto me.

Anche Matt si accorse del suo imbarazzo e cercò si spezzare il silenzio << Devi essere stanca per il viaggio. Da dove vieni? >>

<< Black Hills, Sud Dakota >>

<< Ah, vicino al monte Rushmore? >> chiese Matt entusiasta

<< Si... >>

Matt mi piaceva. Aveva l'aria del bravo ragazzo, di uno di cui ci si può fidare. E poi era carino. Davvero carino: occhi blu, capelli biondi, sorriso sincero e spalle larghe. A chi non sarebbe piaciuto un tipo come Matt Donovan?

<< Come fai? >> chiese all'improvviso Tyler, che sembrava avere avuto un'illuminazione

<< A fare cosa? >>

<< A essere così calma. Quando ero ancora umano, ero sempre arrabbiato e scorbutico. Tu, invece, sembri così tranquilla >>

Sorrisi imbarazzata. Arrabbiata e scorbutica? Lo ero. Una delle peggiori per giunta. Non mi andava mai bene niente e basta un niente per farmi scattare. Riuscivo a trasformare anche le cose più stupide in una tragedia.

<< I licantropi mi hanno insegnato come controllare la mia rabbia. E quando sono sul punto di scoppiare, conto fino a dieci e ripenso a tutto quello che ho imparato >> gli confidai << Oppure faccio Yoga >>

<< Yoga? >>

Non riuscii a trattenere una risata quando vidi le loro facce stupite. Anche io avevo reagito come loro quando me lo avevano proposto; pensavo: le arti marziali sarebbero più utili, no? Quando sono arrabbiata prendo a calci qualcuno e tutto passa. Ma fui costretta a ricredermi. Una volta avevo assistito ad una lite tra Simon, un mio amico e un uomo. Simon, aveva il gene della licantropia e non riusciva a controllare la sua rabbia. Frequentava un corso di arti marziali e spezzò il collo di quell'uomo in un soffio.

Ero così terrorizzata che non uscii di casa per giorni e mi rifiutavo di parlare con chiunque. Sapevo che era necessario uccidere qualcuno per scatenare la maledizione e sapevo anche che la maggior parte delle persone con cui vivevo avevano commesso un omicidio. Ma una cosa era saperlo, l'altra era vederlo.

<< Prima hai detto di volere restare umana. Perché? >> mi chiese Tyler curioso. Evitai di raccontargli tutta la storia. Il solo pensarci mi faceva venire le lacrime.

Ero appena uscita da un periodo piuttosto brutto della mia vita e cercavo di pensarci il meno possibile.

<< Dovrei uccidere qualcuno e non voglio diventare un assassino >> dissi, ma mi affrettai a correggermi << Non che tu sai un assassino. Ma ho visto come la brama di sangue riesce a trasformare le persone. Io non voglio diventare così >>

<< Se hai così paura >> iniziò Matt << Perché vivi con i licantropi. Perché sei qui? Tyler è un licantropo >>

<< I licantropi sono sempre stati la mia famiglia. Oltre a loro non avevo nessuno che si prendesse cura di me. So che non sono tutti uguali e non credo che Tyler sia una bestia assassina assetata si sangue ma, esistono. Ed è di loro che ho paura. Ho sempre fatto tutto il possibile per essere buona, ma vivo con la costante paura di trasformarmi in qualcosa che non sono. Di diventare un mostro >>

Trassi un respiro profondo e scacciai le lacrime. Bevvi un lungo sorso di caffè e cercai di riprendere in mano la situazione. La parole mi erano uscite senza che io lo volessi. Mi avevano insegnato a non espormi troppo, a non mostrami vulnerabile a nessuno. E io come una stupida avevo confidato la mia peggiore paura a due sconosciuti.

<< Melissa... >>

Alzai lo sguardo per incontrare quello di Tyler. Non so che cosa avesse intenzione di dirmi, ma qualunque cosa fosse non me la disse. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, forse cercando le parole adatte da dirmi.

<< È molto tardi. Forse è meglio se andiamo tutti a dormire >>

Guardò Matt e gli lanciò uno sguardo intenditore.

<< Vieni, ti mostro la tua stanza >>

Seguii Matt verso le scale e saliti i primi scalini, Tyler mi richiamò << Melissa? >>

<< Si? >>

<< Puoi fermarti qui quanto vuoi. Dopotutto è anche casa tua >>

Gli sorrisi, senza dire nulla. Mi limitai a guardarlo dritto negli occhi e mi accorsi che per quanto mi sentissi sola, al mondo c'era qualcuno che si sentiva proprio come me. 

  
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