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Autore: _faith    07/08/2013    7 recensioni
Ormai era da un po’ che andava avanti quel loro strano rapporto: uscivano insieme - Sakura si era finalmente decisa ad accettare gli appuntamenti di Naruto - si divertivano, stavano bene l’uno con l’altra e il biondino della Foglia era persino riuscito a strappare qualche piccolo e casto bacio all’Haruno [...] ma cos'era Naruto per lei?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Cherry Blossoms.
Naruto © Masashi Kishimoto.

Cherry Blossoms

 

Naruto Uzumaki, uno dei più esperti jonin di Konoha, passeggiava per le vie del suo amato villaggio, lo stesso di cui un giorno desiderava essere a capo, affiancato da una delle più affascinanti kunoichi del Paese del Fuoco, una certa ragazza dai lunghi capelli color caramella e della quale era innamorato fin da tempi immemori. Di tanto in tanto lanciava qualche occhiata nella sua direzione, osservandola senza farsi scoprire e cercando di avvicinarsi maggiormente a lei, tuttavia non si arrischiava a coprire quella distanza ed afferrarle la mano temendo la reazione della sua amica. Ma la kunoichi era attenta e si era accorta delle frequenti occhiate del ragazzo accanto a sé, anche perché lei stessa per un paio di volte si era voltata verso di lui non potendo fare a meno di notare quanto, l’ormai jonin, fosse cresciuto dai tempi dell’accademia e di quanto fosse maturato sia nel carattere che nell’aspetto fisico. Infatti con il passare del tempo i tratti da bambino avevano lasciato il posto a quelli adolescenziali e anche questi ultimi stavano scomparendo, dando al biondo un aspetto da adulto, ma non per questo che lo facessero sembrare più vecchio. Inutile raccontarsi storie, Naruto era diventato un bellissimo giovane uomo, pensò arrossendo, e nel farlo allungò la mano verso la sua che penzolava lungo il fianco, afferrandola e stringendola tra la sua. L’Uzumaki si girò a guardarla sorpreso e vedendo quel lieve - ed invitante - rossore sulla pelle candida delle guance decise di non fare commenti, limitandosi a stringere la presa attorno a quella mano piccola e aprendosi in un sorriso che gli illuminava il volto da sinistra verso destra. Stettero così per un po’, camminando senza una meta in silenzio, beandosi della compagnia dell’altro e del contatto delle loro mani ancora strette, quando ad un tratto a Naruto venne un’idea.
«Ehi, Sakura-chan!» disse, fermandosi di colpo e voltandosi nella sua direzione.
«Mh? Cosa c’è, Naruto?» sorrise Sakura, pensando al fatto che Naruto non aveva mai smesso di usare quel ‘chan’ accostato al suo nome.
«Mi chiedevo se ti andasse di venire con me in un posto che ho scoperto da poco!»
«Ma sì, infondo non abbiamo nient’altro da fare. Di cosa si tratta- Naruto, non correre così!» Non ebbe il tempo di finire la frase che il ragazzo prese a correre per le strade di Konoha, sempre tenendola per mano, impaziente di raggiungere il luogo che le voleva mostrare.
«E’ una sorpresa! Vedrai, sono sicuro che ti piacerà!»
Ma lei ormai si fidava ciecamente di lui, quindi lasciò che le facesse strada in quel bizzarro modo senza obiettare.
Arrivarono alle porte del villaggio e le oltrepassarono, imboccando un sentiero che portava verso ovest; Sakura si chiese cosa potesse esserci da quelle parti ma non le veniva in mente nulla. D’improvviso Naruto si fermò e lei ne approfittò per riprendere fiato dopodiché presero a camminare ad un passo più ragionevole.
«Ecco, ci siamo!» la sua voce fremeva di eccitazione e anche la piccola - rispetto a lui - Sakura non stava più nella pelle.
Gli alberi del bosco lasciarono il posto all’azzurro del cielo e davanti agli occhi smeraldini della ragazza si aprì lo spettacolo più bello che avesse mai visto: innumerevoli ciliegi in fiore si stagliavano alti nel cielo alla sua destra e alla sua sinistra, lasciando uno spazio al centro, come a creare un viale erboso in quel giardino naturale. Alla sua sinistra sentiva l’acqua scrosciare, probabilmente quella di un ruscello e in lontananza intravedeva un piccolo ponte. Gli unici rumori provenienti dal quel luogo incantato erano quello dell’acqua e degli uccellini che cinguettavano felici spostandosi talvolta di ramo in ramo. Sembrava di trovarsi in  un sogno. Meravigliata fece qualche passo avanti per accertarsi che fosse tutto vero e che non scomparisse all’improvviso.
«Allora, che mi dici Sakura-chan, ti piace?»La voce calda di Naruto la costrinse a voltarsi verso di lui.
«Se mi piace? Naruto, è magnifico!» Osservò lo sguardo compiaciuto del biondino.
Presa dall’euforia lasciò la sua mano mettendosi a correre in quel prato di ciliegi. «Ehi, grande ninja, prova a prendermi se ci riesci!» la sua risata cristallina riecheggiò in quel luogo che sapeva di magico, e guardandola correre spensierata a Naruto sembrò di vedere, al posto della sua amica di sempre, una fata che si muoveva leggiadra ad ogni passo che faceva. Non se lo fece ripetere due volte e si mise ad inseguirla sicuro di riuscire a catturarla in poco tempo. Ma la ragazza rendeva giustizia alla sua fama di esperta kunoichi, ed ogni volta che al jonin sembrava di averla raggiunta, ella sfuggiva via con una risatina.
Sakura si fermò a riprendere fiato appoggiando la schiena alle spalle di uno dei ciliegi, sicura che il compagno non l’avrebbe trovata in tempo, quando invece se lo ritrovò davanti con una finta espressione minacciosa sul viso. Non ebbe il tempo di scappare che Naruto là intrappolò tra sé e il tronco dell’albero, cominciando a torturarla con uno dei suoi pochi punti deboli: il solletico!
Il corpo dell’Haruno era scosso dalle risate; si spostò dalla corteccia dell’albero, piegandosi sulle ginocchia e continuando a ridere perse l’equilibrio, ritrovandosi stesa a terra con le lacrime agli occhi. Credendo che quella dolce tortura fosse terminata si asciugò gli occhi e fece per alzarsi issandosi sui gomiti, ma evidentemente l’Uzumaki desiderava divertirsi ancora un po’ ora che finalmente aveva acciuffato la sua preda. Si chinò su di lei, costringendola a tornare giù, la gamba sinistra finì involontariamente tra le sue e ricominciò a farle il solletico, scatenando ulteriori risate nel corpo della giovane. Sakura cercava di ribellarsi, ma con scarsi risultati.
«Ti p-pre-… ti prego N-Naruto, bas-basta.» Non riusciva neanche a mettere insieme una frase, tanto forti erano le risate che la scuotevano.
Poi Naruto si fermò portando le mani ai lati della sua testa e poggiando il peso del suo corpo sulle braccia, resosi conto della posizione in cui si trovavano. La ragazza aveva il fiato corto e mentre boccheggiava alla ricerca di ossigeno i loro occhi rimasero incatenati tra di loro. Cielo e terra che si fondevano l’uno nell’altra, uniti in una perfetta, armoniosa, indistruttibile sintonia. Ognuno vedeva riflesso l’altro in quelle iridi chiare che si trovava di fronte, l’una scrutava l’animo più profondo dell’altro attraverso quel contatto, in qualche modo vitale, che si era venuto a creare. Nessuno dei due osava proferire parola, perché con quegli occhi si stavano dicendo molto di più di quello che le parole potessero esprimere. Dopo minuti che sembravano essere durati ore, il biondo staccò gli occhi dai suoi, spostandosi dal suo corpo e mettendosi in piedi. Si avvicinò al ciliegio al quale si era appoggiata prima la rosa, allungando una mano verso i rami più bassi e trattenendo tra le dita uno di quei magnifici fiori del colore dei capelli di Sakura. Ritornò dov’era la ragazza, che nel frattempo si era messa a sedere, stringendo le gambe al petto con le braccia esili, e si lasciò cadere sul prato accanto a lei, stendendosi e piegando il braccio destro dietro alla testa: nell’altra mano stringeva ancora il fiore di ciliegio che aveva staccato pochi secondi prima.
«Lo sai, Sakura-chan, i fiori di ciliegio mi ricordano tanto te!» disse Naruto sorridendo, rigirandosi il fiore tra le mani e accarezzandone i petali con il pollice.
«Beh, la cosa non mi stupisce visto che porto il loro nome.»
«Non è soltanto per il nome, è per ciò che simboleggiano.» disse lanciandole un’occhiata. «Vedi, da sempre questi fiori vengono associati alla fragilità, alla rinascita e… alla bellezza. Io ho avuto modo di starti accanto in un periodo della tua vita che non è stato facile, e ho scoperto una parte di te che tieni nascosta a tutti. Mi sono accorto di una fragilità che non credevo di appartenesse. Non ero abituato a vederti in quello stato e mi faceva una rabbia tremenda non riuscire a fare niente per farti stare meglio. Ma poi qualcosa è cambiato in te, hai ritrovato la voglia di vivere e a poco a poco mi è sembrato che tu fossi rinata. E poi per quanto riguarda la bellezza… beh, non credo sia un mistero che tu sia una ragazza stupenda, Sakura-chan.» Pronunciò quest’ultima frase con un lieve rossore a colorargli le guance, poi aggiunse «Quindi, come vedi, non è solo per il loro nome che questi fiori ti assomigliano!»
Sakura era senza parole. Non si aspettava una cosa del genere. Perlomeno non da Naruto. Era stupita, non sapeva cosa dire. Si mise con le ginocchia a terra, poggiandosi su di esse, tese le mani verso quella dell’Uzumaki e prese il fiore di ciliegio che stringeva dopodiché si allungò verso di lui e con cura glielo sistemò tra i capelli, appena sopra l’orecchio, per poi ritirarsi ed osservare ridacchiando come il rosa del fiore si sposasse bene con i suoi capelli biondi. Il ragazzo chiuse gli occhi lasciandosi accarezzare dalla leggera brezza primaverile, in uno stato di beatitudine senza precedenti. Quando poi sentì Sakura accoccolarsi al suo fianco come se fosse la cosa più naturale del mondo, posando una mano sul suo petto all’altezza del cuore, si chiese se quello fosse il paradiso. Spostò il braccio che aveva dietro la testa a circondare le spalle della ragazza, facendo cadere la mano sul braccio, accarezzandola leggermente, come fosse una gattina bisognosa di coccole.
E in quell’istante il tempo si fermò. E tutto quanto quello che c’era intorno a loro scomparve. C’erano solo loro: Naruto e Sakura. Sakura e Naruto.
Ormai era da un po’ che andava avanti quel loro strano rapporto: uscivano insieme - Sakura si era finalmente decisa ad accettare gli appuntamenti di Naruto - si divertivano, stavano bene l’uno con l’altra e il biondino della Foglia era persino riuscito a strappare qualche piccolo e casto bacio all’Haruno che, com’era prevedibile, la prima volta aveva tirato al suddetto - povero - biondino un colpo tale da farlo volare fino alle porte del villaggio. Lui, imperterrito, dopo qualche tempo ci aveva riprovato, perfettamente conscio del rischio che correva, ma con sua grande sorpresa Sakura gli aveva rifilato solamente un “baka” arrossendo lievemente.
Ma da parte sua, la kunoichi non riusciva a comprendere chiaramente i suoi sentimenti per l’Uzumaki. Aggrottò lo sopracciglia ed alzò lo sguardo, osservando quel viso rilassato. Cos’era Naruto per lei?
Un fratello? I fratelli non ti rubano baci in quel modo! Le gridava un angolino del suo inconscio. Quindi no, assolutamente escluso.
Un amico? Sicuramente, ma le sembrava ancora una definizione troppo riduttiva per descrivere quel rapporto tanto speciale. Loro erano molto più che semplici amici.
Un compagno di squadra? Certo che sì. Insomma, quello era un innegabile dato di fatto. Ma la sua vocina interiore prontamente le ricordò che il loro team si era sciolto da un bel pezzo, e che lei non aveva mantenuto i contatti né con Kakashi-sensei né con Sasuke-kun, ma solo con Naruto. Per quanto riguardava l’Uchiha, al termine della guerra era ritornato a Konoha abbandonando i propositi di vendetta, in compagnia di due ragazzi e una misteriosa ragazza dai capelli rossicci; dopo qualche tempo si era scoperto che Karin, appunto la rossa, era la ragazza dell’imperturbabile Sasuke Uchiha. Incredibile ma vero.
Certo, all’inizio era stato un duro colpo per lei, anzi durissimo, e più volte aveva seriamente creduto di non riuscire a superare quel dolore atroce. Stava per cadere nella disperazione più totale, ma Naruto era prontamente intervenuto porgendole una mano e impedendole di affogare in quel baratro che minacciava di inghiottirla tutta d’un pezzo. Era a questo che si riferiva poco prima, quando le aveva rivelato che i fiori di ciliegio, tra l’altro i suoi preferiti, gli ricordavano lei, quando inconsciamente le aveva fatto battere il cuore un po’ più veloce del solito. Naruto le aveva permesso di rifugiarsi tra le sue braccia, senza farselo chiedere due volte. Naruto aveva ascoltato in silenzio le sue lacrime, asciugandole di volta in volta, cullandola contro il suo petto come fosse una bambina quando quelle perle salate non ne volevano sapere di abbandonare quegli occhi smeraldini che sembravano brillare di luce propria quando ridevano felici. Naruto l’aveva aiutata a rimettersi in piedi, l’aveva aiutata a capire che la vita non finiva di certo lì e che lei meritava qualcuno che ricambiasse i suoi sentimenti e che l’amasse ogni giorno della sua di vita. E lei si era aggrappata a lui con tutte le sue forze, trovando in quel sorriso e in quegli occhi meravigliosamente azzurri la medicina per il suo cuore ridotto a brandelli. Poi, con lentezza estenuante, le ferite a poco a poco si erano rimarginate e con sua grande sorpresa Sakura aveva constatato che lo spazio occupato da Sasuke in quel cuore, che era stato straziato, martoriato, ridotto in mille pezzi, ma che nonostante tutto continuava a battere ancora furioso, si era ridotto considerevolmente. Ma se lo spazio occupato da Sasuke era diminuito era subentrato Naruto ad occupare quel vuoto rimasto. Era così: Naruto aveva cercato di farsi strada nel suo cuore per anni, combattendo con le unghie e con i denti e finalmente, anche se ancora non ne era consapevole, era riuscito ad incastrarsi tra le pareti di quel cuore.
Quindi in definitiva, che posto occupava nella sua vita quel ragazzo dai capelli biondi con il sogno di diventare Hokage?
La risposta era più semplice di quanto pensasse: Naruto era la sua felicità, la sua forza, il suo coraggio, la sua voglia di vivere, il suo sorriso e anche le sue lacrime sia esse di gioia che di dolore. Naruto non le era entrato nel cuore, no. Naruto era il suo cuore. Era vita che scorre nelle vene, ossigeno nei polmoni, uno sprazzo di vitalità nella grigia monotonia della quotidianità.
Era innamorata di lui?
Sorrise a quel pensiero.
Persa in quelle sue elucubrazioni non si era resa conto che il ragazzo accanto a sé, protagonista indiscusso dei suoi pensieri in quel momento, era stato catturato dalle braccia dell’abile Morfeo. Il suo petto si alzava e abbassava regolarmente ai suoi respiri, sotto la mano di Sakura. Ma ella non si arrabbiò, come forse sarebbe successo in altri tempi più lontani, anzi restò intenerita a guardarlo per qualche minuto, estasiata da quella visione. Decise di compiere una mossa azzardata, che però la tentava troppo.
Con lentezza calcolata, facendo attenzione a non svegliarlo, si issò su un gomito. Con la mano che aveva poggiato sul suo petto prese a spostargli ciuffi ribelli di capelli biondi dal viso. Poi, ancora più lentamente, avvicinò il volto al suo fermandosi a pochissimi centimetri dalle sue labbra e dopo gli ultimi attimi d’indecisione chiuse gli occhi e poggiò la bocca sulla sua, assaggiandone il sapore in un bacio lieve e delicato. Constatò che le sue labbra erano dannatamente morbide e dolci, esattamente come le ricordava. Si staccò da lui dopo un tempo che le parve troppo breve, per paura che lui si svegliasse. Un sorriso dolcissimo si impadronì di lei senza che potesse impedirlo. Ritornò giù posando stavolta la testa sul suo petto.
Sì, lo amava. Non c’erano dubbi.
In breve anche Sakura si addormentò, cullata dai battiti del cuore di Naruto e dal profumo del ragazzo che amava che si confondeva con quello dei ciliegi.

   
 
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