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Autore: Altair13Sirio    07/08/2013    1 recensioni
"Mi era stato assegnato un incarico: dovevo uccidere un uomo che aveva fatto una predica contro i Templari.Quando si è presentato il momento l’ho ucciso! Il fatto è che me ne sono pentita subito!" Fiora Cavazza racconta del suo ultimo incarico da Templare e il perchè del suo tradimento. Dopo di quello, la sua vita sarà finita... Forse. Dopo essere stata salvata da un Assassino da morte sicura, Fiora comincierà una lotta tra lei e i Templari, e uno di questi potrebbe venirne coinvolto più di quanto potrebbe mai pensare. L'uomo che non fallisce mai, il Templare perfetto, sempre avvolto nel mistero. Colui che non crede a ciò in cui crede. Colui che vive la sua vita lontano dalla vita stessa. Il Lupo. "Mi dispiace per Fiora… Non avrà modo di migliorare la sua vita…"
Tutti combatteranno la loro battaglia. Fiora, Il Lupo, Ezio, Severino, Emiliana... Le convinzioni più forti vacilleranno. Chi sceglierà ciò che è giusto? E chi sceglierà ciò che crede giusto?
"E’ tenace… Non vuole morire…"
"Non morirò per mano di un Templare! "
Assassin's Creed - Rebirth -
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Il Lupo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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Il Lupo aveva riflettuto, e non voleva aspettare il prossimo attacco dei Templari. Erano passate due settimane, e loro non si erano fatti sentire: questo per lui significava che si stavano preparando all’attacco finale. Non avrebbe aspettato!
Stavano tutti mangiando, e lui era seduto tra Orfeo e Fabiola. A volte durante i pasti sembrava che qualcuno lo scrutasse con disprezzo, ma se lo aspettava. Si alzò dalla sedia. Tutti volsero lo sguardo verso di lui. Rimase in piedi e guardò negli occhi ognuno di loro. << Io vado. >> Disse. Gli Assassini si guardarono tra loro chiedendosi cosa intendesse dire. Il Lupo parlò di nuovo. << Vado a Castel Sant’Angelo. >> Dal gruppo si levarono delle esclamazioni di sorpresa.
<< Non puoi farlo! >> Esclamò Paolo infuriato. Il Lupo lo guardò. << Non posso? >> Si avvicinò a lui. << Vuoi dirmi che non posso porre la parola fine a questa maledetta battaglia? Vuoi dire che devo aspettare che i Templari tornino e ci uccidano tutti? VOGLIO ANDARE LI’ E AMMAZZARE QUEI BASTARDI!!! NON DIRMI CHE VUOI FERMARMI, PAOLO SIMONI!!! >> Paolo fu travolto dalla furia del Lupo e rimase allibito. Il Lupo si voltò e chiese:<< Chi viene con me? >> Gli Assassini lo fissarono. Severino Sabelli alzò un braccio. Lo seguirono Fabiola, Orfeo ed Emiliana, che ormai si era rimessa in sesto. Si alzarono dalla tavola e lo seguirono. Severino diede al Lupo le sue armi. << Mi fido di te! >> Gli disse mentre gli porgeva la lama celata. Gli diede anche un paracadute, e gli spiegò come usarlo. Fabiola gli sorrise. Emiliana borbottò:<< Vengo solo per ammazzare quel bastardo di Rocco Tiepolo. >> Orfeo lo guardò fiducioso, mentre si armava. La sua spada, il suo pugnale, la sua lama celata… Ora era pronto! Sarebbe tornato a combattere.
<< Voglio venire anch’io! >> Esclamò Fiora mentre i cinque sellavano i cavalli.
<< Cosa? >> Chiese Severino. << Assolutamente no! >> Esclamò Il Lupo. Fiora sbuffò. << Oh, insomma! Perché? >>
<< E’ troppo pericoloso. Sei tu il loro obbiettivo, e non possiamo permettere che ti facciano del male! >> Disse Il Lupo.
<< E tu? Tu non sei meno in pericolo di me! >> Disse Fiora sbattendo il piede a terra.
<< Invece no. Loro mi credono morto. >> Disse salendo a cavallo. Questa fu la sua ultima frase. Diede uno strattone alle redini e fece partire il cavallo. I quattro Assassini lo seguirono. Fiora rimase a guardarli sconsolata. Le era stato detto di non andare, ma lei sarebbe andata. Tornò nella torre ed entrò nelle gallerie sotterranee.
 

*

 
Donato e i Templari erano tutti nella solita sala a discutere sull’attacco all’Isola Tiberina.
<< Li attaccheremo questa sera! >>
<< Ormai avranno abbassato la guardia e non si aspetteranno più niente. >>
Faustina Collari e Lia De Russo erano in giro per il castello e stavano discutendo anche loro su quale strategia adottare. Il Lupo e gli Assassini erano entrati senza problemi, senza farsi riconoscere, e ora si stavano dirigendo alla stanza del tavolo.
<< Conosco bene questo posto, se fate silenzio e non vi agitate troppo riusciremo ad arrivare nella sala dove si riuniscono senza essere visti da nessuno, e sarà molto meglio non lasciarsi dietro dei cadaveri che potrebbero allarmare le guardie. >> Diceva. Severino, Fabiola e Orfeo seguivano i suoi consigli, ma Emiliana si rifiutava spesso di fare come diceva lui. Avevano quasi incrociato una guardia, e invece di nascondersi come aveva detto Il Lupo, aveva lanciato un sasso per distrarla e passare di soppiatto alle sue spalle. Il Lupo e gli altri avevano aspettato, invece, che il soldato passasse.
<< Emiliana, devi aspettarci, lo sai! Non puoi fare tutto da sola! >> Le aveva detto Severino, ma lei non lo aveva ascoltato e aveva continuato a fare di testa sua. Per fortuna non vennero scoperti.
Arrivarono alla porta della sala riunioni dei Templari senza farsi scoprire. A quel punto Il Lupo scattò col polso e gli Assassini lo imitarono. Bussò alla porta. Si sentì un mormorio. Era la voce di Donato Mancini che diceva di entrare. Il Lupo aspettò e bussò ancora. Donato ripetè la sua frase. Il Lupo bussò di nuovo. Si sentì Donato imprecare e ordinare a Gaspar de la Croix di andare ad aprire.
<< Ci siamo! >> Sussurrò Il Lupo. La porta si aprì. Il Lupo non perse tempo e sollevò la lama celata verso il viso di Gaspar. La sua faccia venne trapassata dall’arma, e ne uscì un fiotto di sangue che imbrattò gli abiti del Lupo. Con uno strattone spostò via il corpo di Gaspar ed entrò. Il viso di Baltasar De Silva, che era girato a guardare la finestra, si trasformò in una maschera d’orrore, alla vista del Lupo. Donato si spaventò. Ristoro stava pregando e alzò la testa verso Il Lupo, sorpreso di vederlo.
Il Lupo scosse il braccio per cacciare il sangue dalla lama.
<< Co-Cosa ci fai tu qui?! >> Balbettò Donato sbattendo le mani sul tavolo.
<< Sono venuto a fermarvi prima che causiate altri problemi, bastardi! >> Disse con naturalezza Il Lupo. Severino estrasse la sua spada. Fabiola prese alcuni pugnali da lancio e li tenne tra le dita. Emiliana entrò nella sala, e, alla vista di Rocco Tiepolo urlò saltandogli addosso. Orfeo tentò di trattenerla, ma non ci riuscì, e si sbilanciò in avanti. Il Lupo la guardò disperato e infuriato. Scattò e la superò. Severino ancora più imbestialito le saltò davanti e puntò la spada contro Rocco Tiepolo.
Ci fu un cozzare di spade. Donato parò la lama del Lupo con la sua daga. Ristoro si alzò dalla sua sedia ed estrasse il pugnale. Emiliana rimase allibita dall’azione di Severino e rimase a guardare l’uomo che attaccava il Templare. Orfeo scattò verso Lanz e Fabiola saltò verso i gemelli. I Templarai erano molti di più, ma gli Assassini non volevano arrendersi.
Il Lupo si ritrovò a combattere contro Donato, Ristoro e Baltasar, mentre Severino attaccava Rocco Tiepolo e il Carnefice. Fabiola tentava di colpire i due arlecchini con i pugnali da lancio, ma quelli schivavano tutte le armi che gli si lanciava contro; inoltre Malfatto tentava ogni volta di colpirla con la siringa. Orfeo combatteva con i rimanenti tre: Lanz, Auguste Oberlin e Silvestro Sabbatini. Emiliana era rimasta allibita dalla furia di Severino e non stava combattendo. Si chiedeva perché… Perché la vista di Severino l'aveva fatta fermare? Era come se quel gesto l'avesse colpita.
Il Lupo respinse la spada di Donato e si avventò su Ristoro, che schivò di lato e tentò di colpire il nemico nella schiena. Ma Il Lupo si alzò con una capriola, e colpì il pugnale del frate, lanciandolo via e lasciandolo disarmato. Vide con la coda dell’occhio Baltasar attaccare col suo rasoio e si abbassò di nuovo. Severino aveva colpito la spada di Rocco Tiepolo, e ora doveva parare l’ascia del Carnefice, che veniva da destra. Alzò la mano sinistra, e si ritrovò con le braccia incrociate. Rocco stava per abbassare la sua spada su di lui, ma Emiliana lo fermò saltandogli addosso.
<< Idiota! Questa è la mia battaglia! Devo ucciderlo io! >> Urlò a Severino, che aveva perso l’equilibrio e stava cadendo in avanti. Diede un calcio al Carnefice e lo disarmò. Si rialzò con un’acrobazia e gli puntò contro la spada. Orfeo aveva colpito il pugnale di Lanz con la sua cinquedea scanalata, e gli aveva dato un pugno al fianco, spingendolo indietro; Silvestro lo aveva preso e gli aveva messo le “dita” del suo braccio sul collo. Lui gli aveva dato una testata e aveva fermato Auguste che cercava di strozzarlo col martello. Fabiola aveva fatto inciampare Malfatto, che le era corso addosso, e aveva lanciato un pugnale a Cahin, strappandogli una manica. Caha aveva tentato di tagliarle la gola col suo coltello, ma lei le aveva preso il braccio e l’aveva lanciata via.
La lotta continuò per una decina di minuti. Nessuno dava segno di cedere, e allora entrarono nella stanza tre persone: Faustina Collari, Lia De Russo e Fiora Cavazza!
<< Cosa succede qui dentro? >> Chiese Faustina con un sorriso perfido. Lia teneva la sua lama sulla gola di Fiora.
<< FIORA!!! >> Urlarono Severino e Il Lupo.
<< Che ci fai qui? >> Chiese Il Lupo. << Ti avevamo detto di restare alla torre! >> Continuò Severino.
Fiora cercò di parlare, ma Faustina le prese le guance. << Voleva eliminarci tutti da sola! Poverina… Non è riuscita a bettere nemmeno me e Lia… >> Disse con falsità.
<< Ottimo lavoro, Faustina. >> Disse Donato.
<< Andatevene, o uccideremo Fiora! >> Disse fra’ Ristoro.
Il Lupo gli ringhiò contro, girandosi di scatto.
<< Lupo… >> La voce di Fiora lo fece destare. Era ferita, e non riusciva a stare in piedi. << Abbandonatemi… Non dovete morire… >>
<< Che diavolo stai dicendo, Fiora?! >> Esclamò Il Lupo. << Pensi davvero che potrei lasciarti qui?! >>
Fiora voleva ribattere, ma Baltasar parlò per primo:<< Facciamo un accordo… >> Il Lupo si voltò e si avventò su di lui. << UN ACCORDO CON TE?!?! PREFERIREI MORIRE!!! >> Urlò prendendolo per il colletto. << E allora muori! >> Rispose Baltasar. << Ma sappi che dopo di te toccherà a loro… E a lei! >> Disse indicando prima gli Assassini e poi Fiora. Il Lupo lo fissò con odio. Baltasar si staccò dal Lupo e continuò. << Facciamo così: voi vi arrendete a noi, e Fiora potrà andarsene sana e salva. >> Il Lupo guardò Fiora con la coda dell’occhio e poi gli Assassini.
<< Per me non ci sarebbe problema, se fossi solo. So che sei un uomo di parola, e che manterresti la promessa, ma ci sono anche loro… >> Si voltò verso gli Assassini. << Voi che ne dite? >>
Severino era indeciso: lasciare che Fiora morisse avrebbe significato uno spreco di tempo e delle sue energie, ma morire per lei sembrava peggio… Emiliana era completamente contraria all’idea. Fabiola non voleva morire, ma non voleva neanche che Fiora morisse per causa sua. Orfeo era anche pronto a sacrificarsi… Dipendeva da quello che avrebbero detto gli altri.
<< Come vedi non tutti sono inclini al tuo accordo. >> Disse Il Lupo. << Perciò… >>
Una bomba fumogena esplose nella sala, e i Templari furono travolti dal fumo, e non riuscirono a seguire la scena. Il Lupo aveva fatto intendere a Severino di lanciare una bomba fumogena per terra facendogli dei segni con le dita, e ora era scattato verso l’uscita portandosi dietro tutti gli Assassini. Mentre usciva era passato accanto a Fiora, e le aveva detto di aspettarlo, che sarebbe tornato a salvarla.
Cominciarono a correre. Il Lupo conosceva bene il castello, e sapeva dove andare per non perdersi, ma non sapeva da dove fuggire, e i Templari gli erano alle calcagna.
<< Trovato! >> Esclamò una volta dopo essere passato davanti a una scala che portava verso l’alto. << Salteremo dal tetto! >> Non gli sarebbe venuto in mente se non si fosse ricordato di avere un paracadute. Gli Assassini erano d’accordo, così cominciarono a salire le scale. Si ritrovarono davanti a una botola. Il Lupo la alzò e uscì sul tetto. Dopo che furono usciti tutti la richiuse e si mise di sopra.
<< E ora? >> Chiese Orfeo.
<< Ora ci arrampichiamo fin sopra al pennone, per guadagnare altezza, e ci lanciamo coi paracadute! >> Disse Il Lupo. Diede segno di andare, lui sarebbe riamsto sulla botola finchè non sarebbero andati tutti. Emiliana, Fabiola e Orfeo salirono. Severino rimase lì e disse al Lupo prendendolo per un braccio:<< Ascolta, Lupo! Più aspetti prima di aprire il paracadute e più potrai andare lontano, capito? Purtroppo il paracadute è ancora imperfetto, e potrebbe rompersi se aspetti troppo! Devi tirare la corda al momento giusto! >>
<< D’accordo. Grazie! Ora vai! >> Rispose Il Lupo. Vide i quattro Assassini saltare e aprire i paracadute. Li vide sparire lontani. A quel punto si molleggiò sui talloni. Sentiva qualcuno colpire violentemente la botola. Scattò e si arrampicò sull’asta. Arrivò in cima, oltre la bandiera. Il vento era fortissimo, lassù… Vide Donato e gli altri uscire dalla botola.
Tirare al momento giusto, eh? Non ci vuole niente. Posso farcela! Si preparò e saltò. Aspettò alcuni secondi. Sette secondi esatti.
Uno… Due… Tre… Quattro… Cinque… Sei… Sette! ORA!!! Tirò la corda del paracadute e fu sollevato dal vento. Si girò a vedere Donato che imprecava contro di lui. Si voltò e guardò avanti. Fu distratto da un rumore che veniva da sopra. La tela si stava strappando! Si spaventò, ma non ebbe il tempo di fare nulla: la tela si strappò e lui precipitò con i pezzi del paracadute che sventolavano dietro di lui. Urlò, ma il vento rendeva il suo urlo un sussurro, e tuttavia non sarebbe servito a nulla, urlare. Urtò sul parapetto delle mura. Si spinse in avanti per scendere ancora. Sbattè contro un palo che fuoriusciva dalle mura. Il suo stomaco si frantumò. Se c’era una cosa che poteva ritenere fortuna, era che aveva superato le mura interne, e ora stava scendendo nel fiume. Scivolò dal palo e andò a colpire una piccola finestrella con la fronte, e venne spinto indietro. Sbattè con un altro palo con la schiena: sentì la colonna vertebrale scricchiolare e trattenè un gemito di dolore. Scivolò ancora e sbattè con il petto a un altro palo. L’aria uscì dai suoi polmoni con violenza. Ormai era a pezzi, e si lasciò trascinare giù. I brandelli del paracadute lo seguivano sventolando leggeri. Cadde in acqua con un tonfo. I pezzi del paracadute si inzupparono e si appesantirono. Scattò col polso e tagliò le corde. A pezzi, nuotò fino alla riva opposta al castello. Si aggrapò al marmo e si gettò sul pavimento ansimante.
<< Come stai? >> Sentì una voce familiare: Severino e gli altri erano lì davanti a lui.
Il Lupo guardò il cielo:<< Secondo te…? >>
Severino lo guardò impietosito. << Te lo avevo detto di non aspettare troppo… >>
<< Per raggiungere la riva opposta del fiume quello era il tempo ideale… Ma non sapevo ancora quanto potesse resistere un paracadute… Ora che lo so, potrei rifare i calcoli senza errori, ma dubito che riuscirei nell’impresa… >> Si alzò a fatica. Fabiola lo aiutò.
<< Come mai? >> Chiese Severino.
<< Non credo di essere simpatico ai paracadute… >> Sorrise.
Severino rispose al sorriso.
Ora dovevano tornare all’Isola Tiberina e fare il punto della situazione. Avrebbero preso le gallerie sotterranee… 

   
 
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