Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    07/08/2013    3 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVISO: caro Lettore siamo giunti alla fine del racconto! È stato un “viaggio” lungo cinque mesi e ventitré capitoli in cui ho trovato persone tanto gentili da recensirmi ed altre che hanno comunque deciso di dedicarmi parte del proprio tempo; se potessi vi ringrazierei tutti! Alcune persone meritano una menzione speciale: la prima è Saitou Catcher che ha letto tutta la storia e l’ha recensita alla velocità della luce quando il racconto era già in fase molto avanzata! La seconda è StarFighter che in questi mesi è diventata una cara amica.
Non preoccuparti Lettore, ho finito di essere smielosa! Volevo dirti solo un ultima cosa: anche se la storia è finita la lascerò in sospeso perché ho in mente di scrivere un capitolo extra, appena avrò un po’ di tempo libero o un'altra noiosa e lunga lezione universitaria! spero che il capitolo ti piaccia e che mi lascerai un piccolo commento.
 







  Perigi, qualche anno dopo
 


In una soleggiata mattina di primavera una bambinetta di sette anni trotterellava lungo l’Av. de L’Operà al fianco dei genitori, ammirando quanti più dettagli poteva di quella città tanto diversa dalla sua New York. Aveva i capelli ondulati castano chiaro, gli occhi di una rara tonalità ambra e la voce particolarmente melodiosa, decisamente insolita per la sua età, merito delle ore passate con il padre a “giocare con le note” come diceva lei. I genitori l’avevano chiamata Grace perché, per quanto non credenti, l’avevano ritenuta una vera benedizione.
La madre di Grace era una donna di quasi quarant’anni con gli occhi verdi, consapevole che il segreto della vera eleganza non risiede in un abito sartoriale ma in un sorriso. Se i parigini di passaggio l’avessero dovuta descrivere l’avrebbero definita semplicemente raggiante, mentre sussurrava nell’orecchio del marito cose che il mondo non doveva sentire: aveva la tipica espressione di quelle donne fortunate che condividono la vita con un uomo che le ama profondamente. Il marito, che le teneva il braccio, racchiudeva nella sua persona fascino e forza in egual misura: alto, possente, con i capelli nerissimi ed occhi che sembravano capaci di vedere attraverso i muri; dava l’idea di non conoscere il significato della parola impossibile! Nessuno dei turisti o dei parigini che lo aveva incrociato quella mattina era, tuttavia, riuscito a dire quanti anni avesse: non un segno o una ruga inquinavano il suo viso! Dio stesso sarebbe stato orgoglioso di quel volto! Se quel volto fosse stato opera sua!
Aspettaci Grace! Non correre!” l’allegro trotterellio fu interrotto dalla profonda voce del padre della piccina che non la perdeva mai di vista. Sua moglie e sua figlia erano quanto di più prezioso avesse, e non avrebbe permesso nemmeno ai venti del cielo di offenderle soffiando troppo forte.
L’uomo era il più famoso musicista del mondo. Questa frase, abusata in passato, era verissima per lui! Un compositore come Erik Destler non si vedeva dai tempi di Mozart! Eclettico, rivoluzionario e straordinario con una vena creativa apparentemente infinita, in meno di dieci anni aveva conquistato tutto e tutti. Di lui non si sapeva molto: conduceva una vita appartata a New York con la moglie e la figlia, odiava i giornalisti (non aveva una grande considerazione nemmeno del suo pubblico a dirla tutta!) e non concedeva interviste. Aveva un carattere che i più gentili definivano pessimo: tutti coloro che collaboravano con lui lo odiavano profondamente e giuravano di non voler mai più ripetere l’esperienza; ma i suoi lavori erano sempre un successo tale che, se venivano richiamati, accettavano immediatamente. Qualsiasi cosa facesse la sua genialità ed il suo successo lo perdonavano immediatamente! Proprio come al Fantasma dell’Opera si perdonava tutto per il terrore che incuteva. La sua carriera era ancora più sorprendente perché aveva studiato musica da autodidatta e perché nessuno era riuscito a scoprire qualcosa sul suo passato: tutti conoscevano le sue musiche, spopolavano per il mondo, ma nessuno sapeva cosa Erik Destler avesse fatto prima di raggiungere la celebrità! Ad ogni modo a nessuno interessava troppo del suo passato: erano tutti troppo impegnati ad adularlo, implorarlo di lavorare con loro e dissuaderlo dalla concorrenza!
Quante volte ti dobbiamo ripetere di aspettarci? Questa non è Central Park!” adesso era la madre a riprendere dolcemente la bambina mentre le porgeva una mano che lei afferrò subito.
Ma voi siete sempre così leentiii!” protestò con un leggero broncio da coniglietto.
Parigi è una città che non conosci e noi stiamo per andare in un posto più pericoloso di quanto tu possa immaginare, ma belle!” spiegò Erik abbassandosi al livello di sua figlia per guardarla negli occhi.
Ci sei già stato daddy?
Moltissimo tempo fa …
Ci hai suonato?”
No ma petit
All’uomo che in un'altra vita era stato il Fantasma dell’Opera mentire riusciva sempre molto bene! Odiava farlo con sua figlia, ma lei non doveva assolutamente scoprire che razza di mostro era stato il padre per la maggior parte dei suoi anni o la sua vera identità! Per lei il Fantsasma dell’Opera sarebbe stato solo un classico della letteratura ed un opera scadente!
Per mantenere questo segreto aveva dato ad Alex il permesso di operarlo, opzione che non aveva mai preso in considerazione fino a quando Emily non gli annunciò che sarebbero stati genitori. Ricordava ancora quanto gli occhi del dottore brillarono al pensiero di affettare e segare l’uomo che faceva l’amore con sua sorella in casa sua! Non bastò un'unica operazione e per Erik furono mesi di inferno! Peggiori del tempo trascorso al circo! In effetti il giro mattutino degli specializzandi non era molto diverso. Tuttavia ne era valsa la pena! Tanto per iniziare aveva potuto sposare Emily alla luce del sole! Del tramonto per essere esatti! Una semplice cerimonia sotto i glicini del Conservatory Garden a cui furono invitati solo Alex e la famiglia di Fil, che aveva accompagnato la sposa. Quel giorno fu davvero perfetto, in ogni suo istante! Poteva andare a prendere Grace a scuola, (cosa che faceva tutti i giorni in cui la musica o gli impegni di lavoro lo trattenevano!) oppure passeggiare per Manhattan con lei ed Emily: poteva vivere come chiunque altro sul pianeta e fare tante piccole cose banali per chiunque ma che per lui erano dei miracoli! Senza contare che con un volto normale aveva la possibilità di vivere della sua musica, ma in confronto al resto era poca cosa!
Come per Erik era un miracolo la figlia! Un giorno aveva sentito Emily urlare dalla camera da letto, prima ancora che fosse riuscito a raggiungerla lei gli era corsa in contro raggiante per dargli la lieta novella. Per le successive settimane Erik era vissuto con la paura che la sua progenie fosse condannata al suo stesso destino; nemmeno le rassicurazioni di Emily o i test genetici lo avevano aiutato! Ma il Destino era stato magnanimo con Grace: la bambina era nata assolutamente perfetta ed aveva mostrato presto una spiccata propensione per la musica costantemente incoraggiata; cresciuta nell’affetto negato ai genitori era diventata dolce e gentile, inguaribilmente ottimista come sua madre!
I tre attraversarono il complicato incrocio di Place de l’Operà e giunsero agli scalini dell’ingresso della sontuosa Operà Populaire. Mentre la bambina ammirava l’elegante facciata, così diversa dal Lincoln Center, Emily si accorse che Erik aveva assunto una strana espressione ed una delle sue mani tremava in modo irregolare, lei l’afferrò senza esitazione. “Erik?” chiese preoccupata.
Sai mon choeur? Potrei smontare tutto teatro e ricostruirlo pietra su pietra esattamente come lo vedi, eppure non ho mai usato questa porta …” sussurrò per non farsi sentire dalla figlia.
Mhm … il Signore delle Botole non è mai entrato attraverso la porta principale? Mi chiedo come facesse a definirlo ilsuo teatro!” rispose ironica. Non era certa che avrebbe apprezzato ma era stata una tentazione irresistibile! “Ad ogni modo la vita è fatta apposta per le prime volte!” terminò sorridendo
Attenta mademe Destler! Il Signore delle Botole potrebbe non apprezzare tanta insolenza da parte di un americana che si appresta ad entrare nel suo dominio!” l’ammonì (o la minacciò, con lui il confine era sempre tremendamente sottile!) accarezzandole la gola. L’ennesima conferma che anche con un volto nuovo Erik sarebbe rimasto sempre il Fantasma dell’Opera! E che quello sarebbe rimasto sempre il suo teatro! L’appuntamento con il direttore era solo una formalità!
Avete finito voi due?? Siete leentiiisssiiiiimiiiiiiiiiiii!!” protestò Grace mossa dalla tipica curiosità dei bambini.
Erik  diede un veloce bacio sulle labbra della moglie, uno di quelli che preannunciavano quale conto avrebbe presentato il Signore delle Botole alla signora Destler appena fosse giunta l’ora dei fantasmi, per poi accarezzare i morbidi capelli della figlia “Oui ma belle! Maintenant, nous pouvons entrer!” (adesso possiamo entrare, nda)
Salirono le scale ed entrarono nel teatro. Erik non riuscì a trattenere un tremito rientrando dopo tanto tempo in quella che era stata casa sua e molto di più! Non poté fare a meno di notare come fosse tutto uguale eppure tanto diverso! Era esattamente come lo aveva lasciato, eccetto che per i turisti; ma si consolò pensando che erano lì anche per lui! Chissà cos’avrebbe fatto quel gruppo di giapponesi armati di macchina fotografica se la guida, tra una notizia e l’altra, avesse detto “state ammirando un evento eccezionale: il Fantasma dell’Opera che ritorna nel suo teatro!”? Sarebbero scappati via, avrebbero pensato ad una trovata pubblicitaria o avrebbero sguainato gli obbiettivi digitali?
Furono accolti da una vecchia conoscenza di Emily “Monsieur de Valentin? Ma è davvero lei? L’hanno fatta direttore?” L’uomo era visibilmente invecchiato ma Emily avrebbe riconosciuto quella faccia fina ovunque!
bon jour madame, monsieur.” Rispose l’uomo, stupito di rincontrare il perito in quella circostanza, salutando lei ed Erik. “Mi scusi non pensavo che Madamme Destler fosse lei! Sono molto contento di rivederla! Oui madamme, hanno nominato direttore cinque anni fa.
Mi perdoni! Non l’ho nemmeno salutata!” si scusò la donna, imbarazzata per aver momentaneamente dimenticato le buone maniere, mentre Erik assisteva incuriosito alla scena e si faceva un appunto mentale per farsi spiegare come facesse Emily a conoscere il direttore dell’Operà. “Mi permette di presentarle nostra figlia Grace Destler?” La bambina sorrise offrendo la mano all’uomo.
Molto piacere Grace! Io sono il direttore dell’Operà Garnier, mi chiamo Inamuel de Valienti!
Molto piacere signore!
Monsieur Destler ha una bellissima figlia! Possiamo incominciare se vuole! Sono molto curioso di sentire cos’ha scritto per l’Operà! In realtà lo siamo tutti sa? Siamo sicuri che sarà qualcosa di splendido!” non era solo adulazione: tutte le opere di Erik Destler lo erano; e quando l’uomo aveva contattato il teatro, sostenendo che aveva una composizione pensata appositamente per l’Operà, de Valentin non ci aveva pensato due volte a cambiare il cartellone per lui!
Mi creda Direttore è qualcosa che nessuno ha mai sentito prima!” preannunciò con ghigno divertito mentre lasciava credere a  de Valentin di guidarlo nelsuo teatro.
   
 
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