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Autore: marthiachan    07/08/2013    2 recensioni
"La mia vecchia vita non esiste più, devo costruirmene una nuova.
Dovrò ricostruirla da capo.
Le mie abitudini e i miei legami precedenti sono stati distrutti.
Detesto doverlo fare. Vorrei solo tornare ad avere quello che avevo tre anni fa. Perché, anche se non l’ho mai ammesso, in un modo assurdo e inspiegabile per tutti ma assolutamente logico per me, ero felice.
Voglio riavere quello che ho perso.
Voglio essere di nuovo felice."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Questo capitolo prosegue sulla scia pseudo-romantica del precedente, e ci fornisce quindi una visuale "emotiva" del nostro amato Sherlock. Per quanto emotivo possa essere uno come lui...
Comunque, non so quanto sarà IC, quindi se ho esagerato, perdonatemi.
Buona lettura.


5

È passata una settimana da quando ho risolto il caso del serial killer donna.
Conosceva le donne uccise perché le vedeva passare tutti i giorni davanti al suo negozio d'abbigliamento. Nessuna di loro era sua cliente e, nella sua mente disturbata, era un grave affronto. Le tracce rinvenute nei guanti e sotto le unghie dell'ultima vittima sono state decisive. Lestrade era entusiasta.
Per quanto riguarda me, invece, dopo quella sera mi sono chiuso in casa. Non ho voluto nessuna compagnia oltre al mio violino. Ho spento il cellulare. Non ho dormito se non per qualche ora sul divano. Non ho mangiato, ho solo bevuto qualche tazza di tè. Ho mandato via John quando è venuto a vedere come stavo, probabilmente invitato da Mrs. Hudson.
Ma stamattina è tornato all'attacco.
“Lasciami in pace, John.”
“Posso sapere almeno cos'hai, prima di andarmene?”
“No.”
“D'accordo. Possiamo prendere una tazza di tè insieme?”
“L'ho già preso.”
“Ok. È solo perché non hai un caso? Ti annoi?”
Io mi annoio sempre, John, soprattutto perché ho sempre a che fare con degli idioti.”
Ovviamente. Immagino di rientrare nel gruppo degli idioti.”
Ho sospirato e ho poggiato il violino. Mi sono seduto in poltrona invitandolo a sedersi di fronte a me.
“Cosa vuoi sapere, John?”
“Voglio sapere perché non mangi, non dormi e non esci da casa da una settimana.”
“Ho bisogno di riflettere.”
“Su cosa?”
“Molte cose. Non voglio annoiarti con ragionamenti che non capiresti.”
Ah.” ha esclamato con tono seccato. “Scusa se il mio intelletto inferiore non capisce quello che può passare nella testa del grande Sherlock Holmes.
Si è alzato per andarsene, evidentemente seccato.
“Il mio intelletto è così inferiore che non ho affatto collegato la tua apparente depressione con il fatto che una settimana fa hai discusso con Molly Hooper. Sei venuto da me lamentandoti che lei era arrabbiata con te, poi sei andato da lei. Dopodiché, hai iniziato la tua pantomima da violinista depresso. Forse non sono un genio come te, Sherlock, ma non sono stupido.
“John, non ho mai detto che tu lo sia. È solo che ho bisogno di riflettere a modo mio su alcune cose.”
“Certo. E quelle cose sarebbero i sentimenti che tu odi, perché ti inquinano il cervello. E che non sai gestire visto che emotivamente hai più o meno sei anni.”
“Io non...”
“Oh, ti prego, smettila! Ammetti una volta per tutte di avere delle debolezze, non ti renderebbe meno grande ai miei occhi, anzi, mi farebbe capire che sei migliorato in tre anni!” ha urlato furioso. “Sai che ti dico? Fai come vuoi. Vuoi morire di fame? Va bene. Vuoi rovinare la tua vita? Va bene. L'importante è che il prossimo sabato tu sia pronto a essere il mio testimone come mi hai promesso. E se, magari, evitassi di preoccupare troppo Mrs. Hudson nel frattempo, te ne sarei grato.”
E così dicendo è andato via sbattendo la porta.
Accidenti, il matrimonio. È questo sabato? Così presto?
Devo fare da testimone. Devo fare un discorso.
Rivedrò Molly. Con il suo odioso fidanzato.
Non so se sono pronto.
Oh, per l'amor del cielo! Certo che sono pronto! Sono Sherlock Holmes!
Sarò in grado di incontrarla, salutarla e proseguire oltre. Il tutto riuscendo a non colpire ripetutamente quell'uomo che la terrà a braccetto.
Ho deciso di smettere di pensare a Molly Hooper e mi sono dedicato al mio discorso da testimone.
Dio mi aiuti, non ho idea di cosa dire.
Posso parlare di John, di quanto lui sia un brav'uomo, un amico leale, ma non ho idea di cosa dire in merito al suo matrimonio. Ho visto Mary una volta e mezza, e non mi ha fatto una grande impressione. Cosa dovrei dire? John mi ha chiesto di essere me stesso, di essere sincero, ma non stronzo.
Ecco, sull'ultima parte potrei avere dei problemi.
Ho deciso di scrivere qualcosa, in modo da dare un senso logico ai miei pensieri.

John Watson è il migliore amico che si possa avere. Leale e comprensivo. Mi ha anche salvato la vita...

NO.
Così sembra un epitaffio.

Quando ho conosciuto John Watson...

NO.

Io e John Watson...

NO.


Santo cielo, che compito assurdo e inutile!
Come se non sapessero già tutti che John è forse l'unico brav'uomo rimasto in tutta l'Inghilterra.
Forse mi alzerò, proporrò un brindisi, e dirò solamente “ A John”.
Forse sarebbe meglio.
Ah, già, c'è anche Mary.
“A John e Mary”.
Persino nel proporre uno stupido brindisi rischio di essere stronzo. Ma perché mi sono offerto di essere il testimone?
Perché John è l'unico amico che abbia mai avuto, e ci tiene molto.
Esatto. Il mio unico amico. Devo impegnarmi, a costo di mordermi la lingua per non dire cose sconvenienti, per non deluderlo.
Ho passato l'intera giornata a rimuginarci su e, alla fine, qualcosa è venuto fuori. Probabilmente non sarà un grande discorso, ma è sincero e non troppo offensivo, credo.

Prima di conoscere John Watson, non avevo amici. Quando è entrato nella mia vita ha portato con sé alcune fastidiose abitudini, ma anche l'opportunità per me di avere una vita sociale. Non sono mai stato bravo a farmi degli amici, ma John me lo ha insegnato. Confesso di non essere ancora l'uomo più amato di Londra, ma ora ho degli amici. Pochi, ma importanti. E questo lo devo a John. E per questo gli sarò sempre grato. Non posso quindi che augurargli tutta la felicità che desidera accanto alla sua affascinante sposa.

Non ne sono molto soddisfatto. Ho dovuto dire troppo di me. E alla fine avrei potuto dire parecchie cose su Mary, ma mi sono limitato a usare un termine diplomatico. Affascinante.
Non è né un complimento né un offesa.
Comunque, questa è la traccia su cui dovrò parlare sabato. A meno che non decida di improvvisare. E in quel caso rischio di essere davvero, davvero, uno stronzo.
Vorrei evitare di farmi prendere a pugni da John il giorno del suo matrimonio.
Ho guardato l'orologio. Erano passate ore dalla visita di John. Ero curioso di sapere se era ancora arrabbiato con me.
Ho acceso il cellulare e immediatamente hanno iniziato ad arrivarmi gli sms arretrati di tutta la settimana. Quasi tutti erano di John, in cui mi chiedeva come stavo. Uno di Lestrade per aggiornarmi sulla conclusione del caso. Due di mio fratello che mi chiedeva se avessi ricominciato a prendere sostanze stupefacenti e che mi invitava a suonare qualcosa di meno deprimente.
E, poi, uno di Molly.

Non ti ho rifiutato. MH

Ho fissato il display per un minuto intero. Data e ora erano di una settimana prima, subito dopo esser scappato via dal suo appartamento.

Sei ancora fidanzata? SH

Ho scritto senza pensarci su troppo. Il suo messaggio aveva aperto uno spiraglio. E cominciavo a sentire una strana sensazione al petto. Speranza? Forse. Ma prima dovevo capire cosa aveva deciso di fare con il suo fidanzato. Non mi interessava nient'altro.

Pensavo non ti saresti più fatto sentire. William non è ancora tornato dall'estero. Voglio lasciarlo di persona, non per telefono. MH

Il mio telefono era spento. Lo porterai al matrimonio? SH

Non credo. Non voglio stare con lui. Voglio stare con te. MH

Mi auguro tu non ti riferisca solo al giorno del matrimonio. SH

No, mi riferisco a tutta la vita. MH

Non so come mi sono sentito leggendo quelle parole. Penso che l'unica definizione possa essere felice. Ed è qualcosa che credo di non avere mai provato. O, almeno, non in situazioni simili. Tutti i rapporti che ho avuto in passato con il genere femminile sono finiti con un rifiuto da parte loro.
Tranne con La Donna, ma quello è un caso diverso. Lei è diversa.
E poi arriva Molly. Che non mi rifiuta. Mai. Nemmeno quando la ferisco. Nemmeno quando sono davvero insopportabile. Nemmeno quando la accuso di avermi rifiutato.
Lei con il suo atteggiamento prima dolce e remissivo, poi orgoglioso e risoluto, mi manda in confusione, facendomi sentire davvero stupido. E poi c'è quella cosa che solo lei riesce a fare. Leggermi dentro. Credo che abbia conquistato un posto speciale nel mio cuore nel momento esatto in cui mi ha rivelato questa sua capacità.
Il mio cuore. A quanto pare ne ho uno. Alla fine Moriarty aveva ragione.
Ho ripreso il cellulare e per prima cosa ho mandato un messaggio a John.

Mi spiace per stamattina. Non ti preoccupare. Sabato sarò all'altezza. Ho già preparato un discorso. SH

Lo so. JW

Ho sorriso leggendo la laconica risposta del mio amico e poi ho scritto un altro messaggio, questa volta per Molly.

Tutta la vita è un periodo molto lungo. Sei sicura di riuscire a sopportarmi per tutto quel tempo, Molly Hooper? SH

Sicurissima. E tu sei certo che non cambierai idea? MH

Ho già cambiato idea una volta su di te. Non la cambierò nuovamente. Non sarebbe logico. SH

Allora non devo essere gelosa se ospiti giovani clienti per la notte nella vecchia stanza di John? MH

Sono scoppiato a ridere. Ecco con chi spettegolava Mrs. Hudson. Era Molly.
Non ho potuto fare a meno di domandarmi se non fosse stata quella conversazione a istigarle dei dubbi sul suo futuro fidanzato, portandola a passare la notte in lacrime.

Certo che no. Anche perché non capiterà più. SH

Bene. Venerdì William tornerà a Londra e gli parlerò. Sabato mattina, al matrimonio, sarò libera. MH

Non vedo l'ora. SH

Sentendomi finalmente meglio, sono sceso al piano di sotto per cenare con Mrs. Hudson. Era felice che fossi nuovamente d'appetito, ma mi ha sgridato per l'aspetto terribile che avevo, quindi mi ha spedito a farmi una doccia e a sbarbarmi immediatamente. Avrei anche potuto ribellarmi, e invece le ho dato un bacio sulla guancia e ho obbedito.


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