Comunque, non so quanto sarà IC, quindi se ho esagerato, perdonatemi.
Buona lettura.
5
Conosceva le donne uccise perché le vedeva passare tutti i giorni davanti al suo negozio d'abbigliamento. Nessuna di loro era sua cliente e, nella sua mente disturbata, era un grave affronto. Le tracce rinvenute nei guanti e sotto le unghie dell'ultima vittima sono state decisive. Lestrade era entusiasta.
Per quanto riguarda me, invece, dopo quella sera mi sono chiuso in casa. Non ho voluto nessuna compagnia oltre al mio violino. Ho spento il cellulare. Non ho dormito se non per qualche ora sul divano. Non ho mangiato, ho solo bevuto qualche tazza di tè. Ho mandato via John quando è venuto a vedere come stavo, probabilmente invitato da Mrs. Hudson.
Ma stamattina è tornato all'attacco.
“Lasciami in pace, John.”
“Posso sapere almeno cos'hai, prima di andarmene?”
“No.”
“D'accordo. Possiamo prendere una tazza di tè insieme?”
“L'ho già preso.”
“Ok. È solo perché non hai un caso? Ti annoi?”
“Io mi annoio sempre, John, soprattutto perché ho sempre a che fare con degli idioti.”
“Ovviamente. Immagino di rientrare nel gruppo degli idioti.”
Ho sospirato e ho poggiato il violino. Mi sono seduto in poltrona invitandolo a sedersi di fronte a me.
“Cosa vuoi sapere, John?”
“Voglio sapere perché non mangi, non dormi e non esci da casa da una settimana.”
“Ho bisogno di riflettere.”
“Su cosa?”
“Molte cose. Non voglio annoiarti con ragionamenti che non capiresti.”
“Ah.” ha esclamato con tono seccato. “Scusa se il mio intelletto inferiore non capisce quello che può passare nella testa del grande Sherlock Holmes.”
Si è alzato per andarsene, evidentemente seccato.
“Il mio intelletto è così inferiore che non ho affatto collegato la tua apparente depressione con il fatto che una settimana fa hai discusso con Molly Hooper. Sei venuto da me lamentandoti che lei era arrabbiata con te, poi sei andato da lei. Dopodiché, hai iniziato la tua pantomima da violinista depresso. Forse non sono un genio come te, Sherlock, ma non sono stupido.”
“John, non ho mai detto che tu lo sia. È solo che ho bisogno di riflettere a modo mio su alcune cose.”
“Certo. E quelle cose sarebbero i sentimenti che tu odi, perché ti inquinano il cervello. E che non sai gestire visto che emotivamente hai più o meno sei anni.”
“Io non...”
“Oh, ti prego, smettila! Ammetti una volta per tutte di avere delle debolezze, non ti renderebbe meno grande ai miei occhi, anzi, mi farebbe capire che sei migliorato in tre anni!” ha urlato furioso. “Sai che ti dico? Fai come vuoi. Vuoi morire di fame? Va bene. Vuoi rovinare la tua vita? Va bene. L'importante è che il prossimo sabato tu sia pronto a essere il mio testimone come mi hai promesso. E se, magari, evitassi di preoccupare troppo Mrs. Hudson nel frattempo, te ne sarei grato.”
E così dicendo è andato via sbattendo la porta.
Accidenti, il matrimonio. È questo sabato? Così presto?
Devo fare da testimone. Devo fare un discorso.
Rivedrò Molly. Con il suo odioso fidanzato.
Non so se sono pronto.
Oh, per l'amor del cielo! Certo che sono pronto! Sono Sherlock Holmes!
Sarò in grado di incontrarla, salutarla e proseguire oltre. Il tutto riuscendo a non colpire ripetutamente quell'uomo che la terrà a braccetto.
Ho deciso di smettere di pensare a Molly Hooper e mi sono dedicato al mio discorso da testimone.
Dio mi aiuti, non ho idea di cosa dire.
Posso parlare di John, di quanto lui sia un brav'uomo, un amico leale, ma non ho idea di cosa dire in merito al suo matrimonio. Ho visto Mary una volta e mezza, e non mi ha fatto una grande impressione. Cosa dovrei dire? John mi ha chiesto di essere me stesso, di essere sincero, ma non stronzo.
Ecco, sull'ultima parte potrei avere dei problemi.
Ho deciso di scrivere qualcosa, in modo da dare un senso logico ai miei pensieri.
John Watson è il migliore amico che si possa avere. Leale e comprensivo. Mi ha anche salvato la vita...
NO.
Così sembra un epitaffio.
Quando ho conosciuto John Watson...
NO.
Io e John Watson...
NO.
Santo cielo, che
compito assurdo e inutile!
Come se non sapessero
già tutti che John è forse l'unico brav'uomo rimasto in tutta
l'Inghilterra.
Forse mi alzerò,
proporrò un brindisi, e dirò solamente “ A John”.
Forse sarebbe meglio.
Ah, già, c'è anche
Mary.
“A John e Mary”.
Persino nel proporre
uno stupido brindisi rischio di essere stronzo. Ma perché mi sono
offerto di essere il testimone?
Perché John è
l'unico amico che abbia mai avuto, e ci tiene molto.
Esatto. Il mio unico
amico. Devo impegnarmi, a costo di mordermi la lingua per non
dire cose sconvenienti, per non deluderlo.
Ho passato l'intera
giornata a rimuginarci su e, alla fine, qualcosa è venuto fuori.
Probabilmente non sarà un grande discorso, ma è sincero e non
troppo offensivo, credo.
Prima di conoscere
John Watson, non avevo amici. Quando è entrato nella mia vita ha
portato con sé alcune fastidiose abitudini, ma anche l'opportunità
per me di avere una vita sociale. Non sono mai stato bravo a farmi
degli amici, ma John me lo ha insegnato. Confesso di non essere
ancora l'uomo più amato di Londra, ma ora ho degli amici. Pochi, ma
importanti. E questo lo devo a John. E per questo gli sarò sempre
grato. Non posso quindi che augurargli tutta la felicità che
desidera accanto alla sua affascinante sposa.
Non ne sono molto
soddisfatto. Ho dovuto dire troppo di me. E alla fine avrei potuto
dire parecchie cose su Mary, ma mi sono limitato a usare un termine
diplomatico. Affascinante.
Non è né un
complimento né un offesa.
Comunque, questa è la
traccia su cui dovrò parlare sabato. A meno che non decida di
improvvisare. E in quel caso rischio di essere davvero, davvero,
uno stronzo.
Vorrei evitare di farmi
prendere a pugni da John il giorno del suo matrimonio.
Ho guardato l'orologio.
Erano passate ore dalla visita di John. Ero curioso di sapere se era
ancora arrabbiato con me.
Ho acceso il cellulare
e immediatamente hanno iniziato ad arrivarmi gli sms arretrati di
tutta la settimana. Quasi tutti erano di John, in cui mi chiedeva
come stavo. Uno di Lestrade per aggiornarmi sulla conclusione del
caso. Due di mio fratello che mi chiedeva se avessi ricominciato a
prendere sostanze stupefacenti e che mi invitava a suonare qualcosa
di meno deprimente.
E, poi, uno di Molly.
Non ti ho rifiutato.
MH
Ho fissato il display
per un minuto intero. Data e ora erano di una settimana prima, subito
dopo esser scappato via dal suo appartamento.
Sei ancora
fidanzata? SH
Ho scritto senza
pensarci su troppo. Il suo messaggio aveva aperto uno spiraglio. E
cominciavo a sentire una strana sensazione al petto. Speranza?
Forse. Ma prima dovevo capire cosa aveva deciso di fare con il
suo fidanzato. Non mi interessava nient'altro.
Pensavo non ti
saresti più fatto sentire. William non è ancora tornato
dall'estero. Voglio lasciarlo di persona, non per telefono. MH
Il mio telefono era
spento. Lo porterai al matrimonio? SH
Non credo. Non
voglio stare con lui. Voglio stare con te. MH
Mi auguro tu non ti
riferisca solo al giorno del matrimonio. SH
No, mi riferisco a
tutta la vita. MH
Non so come mi sono
sentito leggendo quelle parole. Penso che l'unica definizione possa
essere felice. Ed è qualcosa che credo di non avere mai
provato. O, almeno, non in situazioni simili. Tutti i rapporti che ho
avuto in passato con il genere femminile sono finiti con un rifiuto
da parte loro.
Tranne con La Donna,
ma quello è un caso diverso. Lei è diversa.
E poi arriva Molly. Che
non mi rifiuta. Mai. Nemmeno quando la ferisco. Nemmeno quando
sono davvero insopportabile. Nemmeno quando la accuso di avermi
rifiutato.
Lei con il suo
atteggiamento prima dolce e remissivo, poi orgoglioso e risoluto, mi
manda in confusione, facendomi sentire davvero stupido. E poi c'è
quella cosa che solo lei riesce a fare. Leggermi dentro. Credo
che abbia conquistato un posto speciale nel mio cuore nel momento
esatto in cui mi ha rivelato questa sua capacità.
Il mio cuore. A
quanto pare ne ho uno. Alla fine Moriarty aveva ragione.
Ho ripreso il cellulare
e per prima cosa ho mandato un messaggio a John.
Mi spiace per
stamattina. Non ti preoccupare. Sabato sarò all'altezza. Ho già
preparato un discorso. SH
Lo so. JW
Ho sorriso leggendo la
laconica risposta del mio amico e poi ho scritto un altro messaggio,
questa volta per Molly.
Tutta la vita è un
periodo molto lungo. Sei sicura di riuscire a sopportarmi per tutto
quel tempo, Molly Hooper? SH
Sicurissima. E tu
sei certo che non cambierai idea? MH
Ho già cambiato
idea una volta su di te. Non la cambierò nuovamente. Non sarebbe
logico. SH
Allora non devo
essere gelosa se ospiti giovani clienti per la notte nella vecchia
stanza di John? MH
Sono scoppiato a
ridere. Ecco con chi spettegolava Mrs. Hudson. Era Molly.
Non ho potuto fare a
meno di domandarmi se non fosse stata quella conversazione a
istigarle dei dubbi sul suo futuro fidanzato, portandola a passare la
notte in lacrime.
Certo che no. Anche
perché non capiterà più. SH
Bene. Venerdì
William tornerà a Londra e gli parlerò. Sabato mattina, al
matrimonio, sarò libera. MH
Non vedo l'ora. SH
Sentendomi finalmente
meglio, sono sceso al piano di sotto per cenare con Mrs. Hudson. Era
felice che fossi nuovamente d'appetito, ma mi ha sgridato per
l'aspetto terribile che avevo, quindi mi ha spedito a farmi una
doccia e a sbarbarmi immediatamente. Avrei anche potuto ribellarmi, e
invece le ho dato un bacio sulla guancia e ho obbedito.