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Autore: Chanelin90    07/08/2013    0 recensioni
Feliciano è un giovane veneziano che vive alla giornata vendendo i suoi quadri.
Quando viene privato delle sue ricchezze si ritrova nella condizione di dover chiedere aiuto a una delle bande più malfidate e subdole di tutta la laguna.
Per conquistare i loro favori si convince nel derubare uno straniero biondo, dalla pelle bianca e dagli occhi di un azzurro impenetrabile.
Un altro tipo poco raccomandabile insomma.
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Target verde, per ora. Lo alzerò in caso di necessità.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bad Friends Trio, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un Quadro da Venezia
Capitolo 1 - Violetto di Genziana


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Rieccoci con una nuova storia. 
Mamma mia che fatica scrivere anche d’agosto, però questo è un capitolo molto leggero.
Sto proseguendo anche gli altri due ultimi capitoli di “Il Destino dell’Amante” quindi non preoccupatevi in caso lo stesse leggendo.
Questo dovrebbe essere un racconto meno ingarbugliato rispetto all’altro. Dovrebbe. Spero.
Un saluto a tutti^^/

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Mi chiamo Feliciano Vargas.
Ho 20 anni e vivo a Venezia.
La mia casa è piccola e nascosta, ma era calda e accogliente prima della dipartita dei miei genitori.

Immagino che quel giorno, cadendo nell’acqua della laguna, mio padre si sia buscato qualcosa di brutto e, qualunque cosa fosse, anche mia madre ne è rimasta contagiata mentre giaceva accanto a lui per dargli conforto.
Io venni tenuto lontano da loro.
Fu una fortuna col senno di poi e una tragedia considerando come sono ridotto adesso, anche se, tutt'ora, non me ne rendo pienamente conto.

Io non sono portato per fare il gondoliere: e, se anche volessi, credo che i miei colleghi non me lo permetterebbero.
Al funerale di mio padre erano tutti ben contenti di essersi levati di torno un rivale d’affari e già li vedevo stropicciarsi le mani in attesa dei futuri guadagni più abbondanti.
Non gliene faccio una colpa; dopotutto sono veneziani: commercianti dediti al denaro.
Come biasimarli di questi tempi?

A dir la verità, sono ben pochi i mestieri in cui sono capace. 
Per tirare a campare mi sono dovuto arrangiare con ciò che sapevo fare meglio e che, per fortuna, trovo anche piacevole: vendo quadri.
Quadri fatti da me s’intende. 

Ho sempre pitturato da che ho memoria.
Mia madre aveva i pennelli e le tempere dato che, anche lei, si dilettava con ceramiche e  modellini artigianali.
Io ho probabilmente acquisito questa dote da lei, solo che dipingo su tela.

Mi sono fatto bastare quello che avevo e, fintanto che ho le mie mani e i miei pennelli, non ho timore del futuro prossimo.
Non può è essere più arduo e incerto di questo...



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Feliciano aveva venduto tutti i quadri e quasi non credeva alla fortuna che aveva tra le mani.
In particolar modo, aveva impiegato mesi per soddisfare la richiesta di un facoltoso straniero per adornare il corridoio della sua residenza estiva ma, infine, era riuscito a completare l'opera.
Trentacinque ducati erano, per lui, una garanzia di sopravvivenza per quell’inverno che si avvicinava. Quanto di più avrebbe sperato.
Avrebbe comprato del carbone per riscaldarsi e dell’olio per tenere acceso il lume.
Inoltre aveva terminato il giallo e, senza quel colore, non poteva proseguire i suoi lavori. Ne avrebbe rimediato un tubetto intero.  
Soprattutto: avrebbe avuto la pancia piena per un pò e tanto gli bastava.

Uscito con le sue ricchezze, si pregustava già la dispensa piena di scorte di buon cibo, ma quel giorno..la sua vita avrebbe preso una strada decisamente opposta rispetto l’ordinario.
Sarebbe cambiata per sempre. Nel bene o nel male.
Certamente non cominciò nel migliore dei modi.

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Un'improvvisa nuvola offuscò il cielo e, in meno di mezz'ora, riversò il suo contenuto tra i comuni mortali.
Pioveva forte e Feliciano, alla ricerca disperata di un riparo,non si accorse certamente del ratto che attraversava velocemente il ciottolato per sfuggire a quelle gocce.

La sequenza fu quanto mai veloce e imbarazzante: lui posò uno stivale sulla coda del sorcio, quest’ultimo spaventato lo morse alla caviglia e Feliciano, perso l'equilibrio, finì dritto sulla strada, rischiando di essere travolto da un carro di pelli che procedeva spedito.
Quando il conduttore tirò le briglie dei cavalli, questi frenarono bruscamente mandando la vettura a frantumarsi sul pontile.

Il padrone delle bestie, un omaccione alto e muscoloso, dalla pelle abbronzata e resa ruvida dalle intemperie, vedendo la sua merce sparsa per terra, s’infuriò come una faina presa in trappola.

Preso il giovane veneziano dal colletto, sputò contro di lui tutta la sua collera.
- PICCOLO INSOLENTE! CHE DIAMINE TI PASSA PER LA TESTA??!!- urlò scrollandolo da capo a piedi.

Feliciano si dimenò: - Le chiedo scusa! Sono inciampato!-
Così dicendo, fece per allontanarsi il prima possibile da quell’omone minaccioso, ma quest’ultimo lo trattenne con le sue verrucose mani.

- DOVE CREDI DI ANDARE MOCCIOSO? DEVI RIPAGARMI I DANNI!- accusò.

- Il carro …mi sembra in buone condizioni..- guaì Feliciano, allungando lo sguardo per accertarsene.

L'uomo ghignò crudele: - Ma le pelli, evidentemente no! Sono tutte fradice e Dio buono sa quanto ci metterò a renderle nuovamente linde per il mercato!- 

Feliciano si esibì in uno dei suoi luminosi quanto ingenui sorrisi
- Il mercato proseguirà per due settimane! Non deve darsi pena per questo!-

- E le commissioni che avevo da consegnare domani, eh? Chi me le ripaga?- grugnò sarcastico il commerciante.

- Ecco…potrebbe…-

- TU! MARMOCCHIO! TU MI RIPAGHERAI FINO ALL’ULTIMO  SOLDO!- ammonì, sbatacchiando Feliciano come un lenzuolo impolverato.

I veneziani sono veneziani quando gli parli di monete sonanti.
Nonostante il suo sangue, Feliciano non si reputava nemmeno competente nel controbattere o mercanteggiare.
Ma poi.. voi avreste discusso con un uomo alto il doppio di voi e robusto forse il triplo?
Feliciano certamente no e, liberatosi a malincuore del suo denaro, preso da quel signore con l' arroganza  e l’ altezzosità di chi quasi ti faceva un garbo a non chiamare i gendarmi, si ritrovò presto con il culo a terra e senza alcun valore nelle tasche.
Gli aveva preso tutto. TUTTO.
Tutto il suo lavoro era andato perduto.
Non gli era rimasto più niente.
Nemmeno un'idea per andare avanti a quel punto.

Stando da solo, oltretutto, non avrebbe ricevuto alcun aiuto. 
L'egoismo era la chiave per sopravvivere in quella società e, per quanto gli costasse a volte, Feliciano non si era ancora risolto ad abbracciare quel tipo di carattere.
Non fino a quel momento, perlomeno.



CONTINUA
 
  
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