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Autore: Himmie    07/08/2013    1 recensioni
“Ricordami comunque che dobbiamo cambiare paese – rise mentre si sfilava la felpa, e la metteva sopra le nostre teste – in Inghilterra piove decisamente troppo!”.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[Until the last drop of rain, over us disintegrates.]

 
La solita atmosfera afosa ed estiva di  Holmes, nulla di nuovo.

Non avrei mai dovuto controllare il telefono di Harry.
E’ stato un grande errore.
Volevo solo mandare un messaggio a mia madre per avvisarla che sarei tornata tardi, dato che Harry aveva finalmente avuto la patente e volevamo girare per tutto il paese con la sua nuova macchina, quella sera.
Dannato il mio telefono scarico…
“Prendilo pure, è li sul cruscotto!” mi sorrise lui, indicando il suo cellulare di fronte a me.
Si allacciò la cintura, e mise in moto.
Aumentò la presa sul volante e premette l’acceleratore, per testare quanto potente fosse il motore; un’espressione elettrizzata gli comparve in volto: la bocca carnosa era leggermente socchiusa, gli occhi verdazzurro brillavano.
Gli diedi un piccolo pugno sull’avambraccio, ridendo; finalmente la piantò di fare lo stupido e partì.
Gettò uno sguardo verso di me, mentre appoggiavo ai miei piedi la borsa, e sistemavo il coprispalle blu scuro sulle ginocchia.
“Non so perché non ti abbia ho mai notato prima, Zoe Ponteen.” mi disse dopo poco.
Portai il mio sguardo fuori dal finestrino, sospirai, forse.
“Non lo so, Styles - risposi, girandomi verso di lui - forse eri troppo impegnato con…quelle. “ feci un gesto sprezzante con la mano.
Alludevo ovviamente a tutte le sue ex, quelle ragazze che potevano essere iscritte nella categoria ‘Troie’ di Holmes Chapel.
“Può essere.” mi diede corda.
“Sono stata stupida a venirti dietro per così tanto tempo….”
“Non penso – mi rispose, ridacchiando –dato che ora ci siamo messi insieme.”
“Si, ma ho passato anni ad essere solo oggetto delle tue prese in giro, o ad essere chiamata solo per sapere i compiti che tu non avevi copiato.” precisai, alterandomi leggermente al ricordo di tempi meno felici.
Harry sbuffò. “E’ un mese che stiamo insieme ed è un mese che te lo dico. Ora voglio stare con te. Te l’ho detto, adesso ho la testa a posto…che perdita per il genere femminile.” concluse, mettendo un po’ di rimpianto nella voce, per prendermi in giro, e si beccò un altro, amichevole, pugno.
“Sono cambiato.” continuò, più serio, voltandosi verso di me, e frenando dolcemente davanti ad un semaforo che diventava rosso.
Non potei non sorridere ai suoi occhi, ma tornai a guardare fuori dal finestrino.
“Vedremo…” mormorai.
Scrollai le spalle: “Ora però fammi mandare quel messaggio!”  afferrai finalmente il cellulare, ed Harry ripartì.
Sbloccai rapidamente il telefono, ma quel giorno qualcuno ce l’aveva con me, evidentemente.
Non so come, perché davvero non lo so, ma finì nelle sue conversazioni.
 
“Harry, - diedi voce ai miei pensieri – chi è Meghan?”
 
Lo sentì sussultare: probabilmente intuì subito che cosa avevo letto, accostò in malo modo e mi strappò il telefono dalle mani.
Da quel momento ricordo solo scuse, per altro non troppo convinte, e giustificazioni vuote, come: ci sentiamo da poco, non è come pensi, lasciami spiegare.
Slacciai la cintura e lo mandai a quel paese, senza troppi giri di parole, mentre afferravo la mia borsa.
Non eravamo molto lontani dal centro, per mia fortuna.
Sarei passata dalla piazza centrale, chissà chi avrei incontrato con un tragitto periferico.
Svoltai in una via secondaria, e gli occhi iniziarono a bruciarmi.
“No, Zoe, non ora….” alzai gli occhi al cielo, sperando che le lacrime, a contatto del fresco serale, si sarebbero asciugate.
Provavo rabbia in quel momento, più che altro.
Ero la prima a sapere che prima o poi un pianto liberatorio, sull’orlo dell’isterico in realtà, si sarebbe presentato, ma forse non in quella serata.
Inspirai profondamente, continuando a camminare.
Avrebbero potuto rinchiudermi in un centro di cura, se avessero sentito i miei pensieri.
Sentì un tuono.
“Oh, no.”  sibilai, cosciente di ciò che stava per succedere.
La pioggia iniziò a cadere, martellante e rumorosa, da lì a poco.
Mi coprì col coprispalle alla meglio, e iniziai a correre.
Temporale estivo. Ci mancava solo quello.
Il fiato iniziò a mancarmi, e dovetti fermarmi.
Ero anche fuori allenamento.
Mi sedetti su un muretto non molto più alto della mia vita, esausta.
Mi portai le mani tra i capelli, e appoggiai i gomiti alle ginocchia: fissavo il pavimento scuro e umido, e la pioggia penetrava sempre di più dentro ai miei vestiti.
Capì che il pianto isterico stava per arrivare.
Iniziai a singhiozzare, cercando comunque di trattenermi.
Ero la solita sfigata, stare con Harry Styles non aveva cambiato nulla.
Come in uno di quei patetici film che odio, le mie lacrime iniziarono a mescolarsi con la pioggia.
Avrei anche potuto urlare se avessi voluto, tanto non mi avrebbe sentito nessuno…
Poi, percepì un rumore di passi avvicinarsi a me, anzi, più che altro qualcuno stava correndo, facendo schizzare acqua ovunque.
Alzai la testa e vidi un ragazzo passare di fronte a me, appunto correndo, anch’egli coperto da qualcosa, come me pochi secondi prima: probabilmente una felpa.
Egli si bloccò di colpo, e tornò indietro.
“….Zoe?” chiese, a pochi metri da me.
Mi asciugai gli occhi, e tentai di capire chi fosse.
Non che la leggera foschia provocata dall’acqua fosse dalla mia parte.
“Sei tu, Zoe?” mi chiese avvicinandosi.
Quando fu davvero a pochi passi da me, vidi i capelli biondi sgocciolanti, il naso e le guance rosse, sentì il suo sospiro affannoso.
“Sono Niall, Zoe. - mi disse –….cosa...cosa ci fai qui?”
Aprì la bocca, non sapendo bene che cosa rispondere.
La vera domanda era che cosa ci facesse Niall Horan, lì.
Diedi voce ai miei pensieri., e “..hai bisogno d’aiuto, Zoe?” fu la sua risposta, in cui scorsi della compassione.
Ridacchiai, ironicamente.
“No, Horan. Puoi anche andartene, ora.”
Ma non volevo essere scortese, lo giuro.
Mi guardò e aggrottò le sopracciglia.
In un attimo, lo trovai seduto accanto a me.
“ Harry, vero?” mi chiese, in tono fermo.
Annuì lentamente. Ero così ovvia?
“E’ un bastardo…” sibilai, continuando a piangere, o forse ricominciando.
La pioggia rendeva tutto più confuso.
“Lo è.” mi rispose, rassicurante.
Girai lentamente la testa verso di lui, che guardava un punto fisso in fronte a sé.
Niall Horan…proprio lui, uno dei migliori amici di Harry, gli stava dando contro?
“Senti, andiamo a prenderci una cioccolata?- mi propose improvvisamente, alzandosi in piedi –sotto alla mia felpa c’è spazio anche per te.” e così dicendo, la allargò anche sopra alla mia testa.
Ero incerta, mi sentivo solo vuota e smarrita, ma annuì comunque, debolmente.
Ciò che era certo era che non piangevo più.
 
“E’ stato uno stronzo….- Niall prese cautamente un sorso di cioccolata - …a tradirti.”
Abbassai lo sguardo.
Quel ragazzo mi stava ascoltando da un buon quarto d’ora e in più, per la seconda volta si era messo contro quello che doveva essere il suo migliore amico. Mi sembrava assurdo che due persone del genere andassero d’accordo.
Fuori continuava a piovere a dirotto, ma il leggero calduccio all’interno del bar mi faceva decisamente stare meglio.
E anche la compagnia di Horan era piacevole.
“E’ da molto che vi conoscete, tu e Harry?” chiesi.
Lui sorrise, alzando lo sguardo dalla tazza ancora fumante. “Troppo.”
“Comunque, Zoe, ti conviene lasciarlo perdere. Insomma, è un’idiota.”
Terza critica a Harry.
Il punto era, perché mi stava dicendo tutte quelle cose?
La mia bocca non riuscì a stare zitta.
“Niall, senti…io e te ci siamo visti pochissime volte, abbiamo parlato a malapena…-lo guardai negli occhi - perché ora cerchi di…” avrei voluto dire ‘consolarmi’, ma non mi sembrava la parola troppo adatta.
Il biondino afferrò ciò che cercavo di dirgli, grazie al cielo.
“E’ che da quando ho saputo che Harry era interessato a te, che…- scosse un po’ la testa, nascondendo un sorriso –insomma, non siete fatti per stare insieme.”
“Che intendi dire?” chiesi, tra il perplesso, il curioso e…l’offeso.
Niall rise. “Dai, mi hai capito. Insomma, tu sei la solita secchiona!, non te la prendere, -portò le mani in avanti, quasi come per difendersi –e Harry è uno a cui piace solo giocarci, con le ragazze. In realtà è già tanto se è stato un mese con te...” spiegò.
Spalancai gli occhi.
Ecco.
Si, lo sapevo, eccola lì, tutta la sua cattiveria, proprio come il suo amico poppante.
Indietreggiai con la sedia e presi il mio coprispalle e borsa,  appoggiati lì in fianco. “A mai più rivederci, Niall.”
Mi sembrava di averne già passate troppe in quella giornata.
Ero stata una stupida a dirgli come mi sentivo.
Sicuramente ora sarebbe andato da Harry, e gli avrebbe raccontato di tutte le mie pene d’amore.
Mi sentivo ridicola.
Forse avrei dovuto cambiare città.
Dirigendomi all’uscita,  lasciai i soldi del mio the verde al banco della cassa, mi infilai in fretta il coprispalle, nonostante fosse ancora completamente zuppo d’acqua….e Horan mi si piazzò davanti.
Lo scostai, cercando di essere gentile, e uscì: mi stavo vergognando in una maniera assurda.
La pioggia tornò a colpirmi insistentemente, feci mente locale e presi la strada più rapida per casa.
“Quello che voglio dire è che tu sei troppo per lui, Zoe! Un idiota che ti tradisce con la prima troia non ti merita affatto!”
La voce di Niall mi arrivò un po’ ovattata, per il rumore della pioggia.
Mi voltai, per accertarmi se stesse mentendo.
Lui era lì, a pochi passi dalla porta del bar chiusa, ad inzupparsi come me.
“Harry non ti merita. Dice di provare qualcosa per te, ma penso che menta. Tu gli sei andata dietro per troppo tempo, Zoe. Non è giusto. Lui non ti merita.” ripetè ancora, avvicinandosi.
Restammo così, uno di fronte all’altro.
Sentì le lacrime uscire ancora.
Quella serata era stata assurda, mi sembrava tutto così irreale.
Affondai tra le braccia di Niall, che non mi strinse da subito.
Rimase per un poco ancora con le braccia semi aperte, ma poi abbassò la testa appoggiandola alla mia, mi strinse a sè, e percepì che stava sorridendo.
Non era un sorriso di scherno, no. Non era quello che Niall provava per me.

 
“Non è un appuntamento, Zoe!” una risata e una voce famigliare dietro di me mi fecero distogliere lo sguardo dalla vetrina del centro che fissavo senza interesse.
Il pomeriggio era soleggiato, e il messaggio di Niall che mi chiedeva di fare un giro insieme, ma che non fosse ‘un appuntamento! ;) xx’, era riuscito a risollevarmi la giornata.
“Niall…” mormorai, di fronte al sorridente biondo in fronte a me.
Egli annuì, porgendomi una mano. “Ciao, Zoe. Sono Niall Horan.”
Corrucciai la fronte, e sorrisi impercettibilmente.
“Credi che non ti conosca?” risposi divertita.
Rise, portando indietro la testa.
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi blu cielo, e scossi piano la testa.
“Se non è un appuntamento, cos’è?”  chiesi quindi,  in tono ironico.
Alzò un sopracciglio, sempre sorridendo un poco, e  “Qualsiasi cosa tu voglia. Ti va di prendere un...gelato?” propose. “ti avrei proposto della cioccolata, ma oggi fa davvero troppo caldo.”
Annuì lentamente con la testa, mettendomi in fianco a lui.
Tutti lo descrivono come un ragazzo spiritoso e ironico.
Lui non si stava smentendo.
Ma io mi stavo facendo mille paranoie, in realtà.
 Il punto è, che come potevo fidarmi di uno che è nella stessa compagnia di Harry Styles? E’ ovvio che possedevo delle riserve.
Tra tutti i miei assurdi pensieri, arrivammo al solito bar e prendemmo lui il gelato al cioccolato, ovvio, io presi solo un po’ di the freddo, ovviamente verde.
Decidemmo di non restare seduti all’interno, ma di fare un giro.
Bere e mangiare qualcosa così, camminando…aveva un sapore diverso.
Forse perché non ero da sola.
Forse perché lui era di fianco a me.
“A cosa pensi?” mi chiese, schietto.
Non potei fare a meno di essere sincera.
“Al fatto che…tu, e Harry...”
Si girò verso di me, scandalizzato.
“Io non sono gay! – si indicò con l’indice – che cavolo vai a pensare, Ponteen?” concluse, infastidito.
Non potei fare a meno di scoppiare a ridere, e gli fu grata che capì che non intendevo quello, dato che teneramente mi mise un braccio sulle spalle, come per farmi capire che era tutto apposto.
Mi strinsi un poco a lui.
“Intendevo dire che…tu e Harry siete nella stessa compagnia. Ma sono sorpresa, perché tu...tu, non sei come lui, ad esempio. Eppure ci esci insieme.” aggiunsi, guardando in fronte a me, sapendo che non avrei sostenuto il suo sguardo, così vicino. Percepì che sorrideva.
“Era un complimento!” insistetti, per avere qualche reazione.
“Oh, grazie!” mi rispose, fintamente sorpreso.
Presi fiato, e “sai, Niall…ti ho notato subito; dal primo giorno di scuola, in realtà.” ammisi, anche a me stessa.
Capii di aver catturato la sua attenzione.
“Non ci siamo mai davvero parlati. Le nostre classi hanno iniziato a coincidere sempre meno, credo che per qualche anno ci vedessimo si e no un’ora a settimana, in classe. – continuai – Harry, invece…Harry era ovunque. Il suo ego si poteva sentire in ogni corridoio, in ogni classe. All’inizio lo ho odiato. Lui non era da meno con me. Il fatto che qualche tempo fa avesse iniziato ad accorgersi di me, mi ha fatto sperare.
Finalmente, nell’ultimo anno di scuola, si stava accorgendo di me.
Avevamo parecchie cose in comune in realtà. O forse era solo un bravo bugiardo….il punto è, che…ogni volta che per sbaglio ci incrociavamo io e te, o ti vedevo nell’atrio a suonare la chitarra, con mille ragazze intorno…- iniziai a tergiversare, non sapendo bene come spiegargli che in realtà lui aveva sempre avuto un posto nel mio cuore, probabilmente.
Non me n’ero mai accorta, e mi odiavo per questo.
Fu lui a parlare.
“Sono stato fidanzato con Meghan per…tanto tempo.”
Puntai i miei occhi verso il suo viso, che ostinato invece ora guardava il prato del parco dove eravamo giunti.
Persi un battito.
“Meghan…” sussurrai.
Qualcosa dentro di me si stava unendo, come i puntini dei giochi per bambini.
“Mi ha tradito, con Harry. L’ho scoperto qualche giorno prima di te.
Quella sera, stavo scappando da casa sua, dopo averla lasciata definitivamente. E poi…ti ho incontrata.” terminò, sorridendo timidamente.
Fu in quel momento che pensai, che forse era tutto scritto.
Tutto quadrava, tutto quello che mi era successo portava ad un’unica soluzione.
Quella soluzione aveva un nome, un volto, due occhi che erano il suo segno distintivo, un’anima.
Lo abbracciai, stretto.
Mi sentì improvvisamente più leggera, e, staccandomi leggermente: “Sicuro che non è un appuntamento?” soffiai.
Posò finalmente le sue labbra sulle mie, e approfondì il bacio.
“Può essere qualsiasi cosa tu voglia”, sussurrò, sorridendomi.
Sentì un tuono, e qualche goccia iniziò a cadere.
“Ricordami comunque che dobbiamo cambiare paese – rise mentre si sfilava la felpa, e la metteva sopra le nostre teste – in Inghilterra piove decisamente troppo!”
Mi trattenni dal ridere, e mi strinsi ancora una volta a lui, pensando alle strane coincidenze che ci avevano portato ad essere lì, insieme, ancora sotto la pioggia.
Rimanemmo così, a parlare e ridere, "fino a che l’ultima goccia di pioggia si disintegrò sopra di noi."
 
 





Ciao a tutti! :)
*silenzio*
Ho scritto un'altra OS, stavolta nella sezione One Direction.
So che non ve ne frega lol, ma oggi pomeriggio ero partita con l'intezione di scrivere tutt'altro, ed ora eccomi qui a pubblicare questa...cosa, che avevo scritto un po' di tempo fa.
L'ho modificata, in parte stravolta dall'originale, e spero vi piacerà. :)
Per il personaggio di Zoe: non ho dato molte indicazioni fisiche su di lei, così potete immaginarla come volete (?).
Ho una certa passione per Horan invece, e qui mi è sembrato molto dolce e idk. Molto Horan.






Vorrei davvero mi lasciaste una recensione, o un commento, più che altro per avere qualche parere sincero e potermi migliorare. :) significherebbe molto, moltissimo!

Un bacio and a massive thank you,  

-m;
 
  
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