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Autore: xidolsvoice    07/08/2013    2 recensioni
insieme con il corpo,ma lontani con la mente.
si odiavano?forse,ma non sapevano che quell'odio era solo un sentimento per reprimere qualcosa di molto più forte,che solo le loro anime avevano percepito,l'amore.
oramai l'una faceva parte dell'altro,erano una cosa sola,in due corpi diversi,pronti ad amarsi fino a star male.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Sykes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3:

Nathan:
Quei quattro che io definivo amici non avevano ancora smesso di parlare di Arlene e di quanto fosse sexy e bella, quel falò non sarebbe stato uno dei migliori. Ero seduto più in disparte con una birra tra le mani mentre ascoltavo i loro patetici giudizi sulla mia Arlene.
Era oramai un’ora che io non aprivo bocca e che bevevo, non ero mai riuscito a reggere l’alcool e dopo circa tre o quattro birre cominciai a sentire l’effetto di esso, non capendo nemmeno io cosa dicessi.
“Ehi Nath, perché non hai invitato quella bomba sexy con  noi?” disse Siva ridacchiando.
“Quella “bomba sexy” ha un nome, si chiama Arlene e poi non è voluta venire” sputai acido, guardando la birra che avvicinai alla mia bocca, cominciando a fare qualche sorso.
“Nathan è geloso” sentii dire da Max mentre beveva.
“Geloso di quella?” dissi alzando il sopracciglio mentre una fitta mi colpiva allo stomaco dopo averla chiamata “quella”
“Allora me la scoperò visto che non sei geloso” disse Siva, alzando il sopracciglio soddisfatto.
“Non ci riusciresti..” strinsi la bottiglia tra mani mentre assottigliavo gli occhi incenerendo Siva con lo sguardo.
“Perché tu si, Nathan?” ribattè Siva.
“Se volessi, si”
“Mi staresti sfidando, Nath? Sai che stai facendo un errore” disse Siva alzandosi, avanzando verso di me barcollando appena, probabilmente anche lui stava sentendo gli effetti dell’alcool.
“Non ho paura” dissi a denti stretti.
“Che la sfida abbia inizio, Sykes” sussurrò Siva porgendomi la mano che strinsi con gli occhi puntati verso di lui.
Sapevo benissimo che avevo fatto un grande, grandissimo errore.
Arlene:
Nathan era uscito da tanto e dovevo ammettere che mi mancava, ero sul divano con in dosso solo una maglia a mezze maniche grigia che mi arrivava giusto sotto il sedere visto che eravamo rimaste solo donne, stavamo guardando uno di quei film strappalacrime con cui puoi riempire una vasca intera con le lacrime insomma. Era arrivata finalmente la pizza che avevamo ordinato una mezz’oretta prima e mangiammo sul divano, commentando ogni tanto il film e bevendo coca cola, una delle tipiche serate tra donne che io amavo da impazzire, mi facevano rilassare e con loro mi sentivo a mio agio.
“Non so voi, ma io già sto per piangere” disse Karen, scoppiando in una sonora risata.
“No Karen, no” dissi io mordendo voracemente una fetta della mia pizza.
Erano le 23.00 e sentimmo bussare alla porta, andai verso la porta e la aprii senza nemmeno vedere chi era, tornando sul divano con le gambe rannicchiata al petto a guardare il film.
“Ehm.. salve a tutte voi” dissero alla porta, alzai per un attimo lo sguardo e vidi Nathan che mi osservava attentamente le gambe con il sopracciglio alzato e un sorrisetto malizioso stampato in volto. Mi alzai e corsi in camera cercando un pantaloncino di spugna dalla valigia e, appena trovato lo infilai scendendo velocemente le scale che mi riportavano in soggiorno sedendomi al fianco di Nathan che mi avvolse con un braccio le spalle, stringendomi a lui, alzai la testa e gli sorrisi dolcemente, prima di riposare lo sguardo verso il film. Arrivò dopo un po’ la parte più struggente, la parte in cui lui moriva.
Arlene non piangere, non farlo è un fottuto film! mi ripetevo mentre alcune lacrime rigavano in mio volto.
“Karen sto piangendo, sto piangendo!” ripeteva mia madre mentre rideva e piangeva.
“Anche io Anne” disse Karen piangendo prima di scoppiare a ridere.
Entrambe si girarono verso di me che oramai avevo il mascara che si mischiavano con le lacrime, formando delle righe attraverso il mio viso, mi nascosi il viso con la maglia di Nathan mentre lui rideva stringendomi forte, facendomi sentire praticamente unica al mondo.
“Arlene non piange” dissi pulendomi il viso dalle righe.
“Mh, non sembra” disse Nathan prima di scoppiare nuovamente a ridere.
“Tu smettila!” scoppiai a ridere dandogli uno schiaffetto sulla spalla mentre lui mi stringeva di nuovo a lui.
Il film era finalmente finito e salii al piano di sopra entrando in bagno, cominciai a struccarmi quando arrivò Nathan che prese lo spazzolino e il dentifricio cominciando a lavarsi i denti guardandosi allo specchio.
Mi finii di struccare e presi anche io lo spazzolino con il dentifricio cominciando a lavarmi i denti spingendolo via accennando una risata.
“Devo sputare Arlene vai via!” farfugliò Nathan ridendo mentre mi spingeva appena.
“Devo sputare anche io, levati!” scoppiai a ridere spingendolo di nuovo.
“Guarda che ti sputo il dentifricio nei capelli!” minacciò lui ridendo.
“Non oseresti!” urlai assottigliando gli occhi, prima di sputare con lui accanto, che faceva lo stesso.
Mi sciacquai la bocca ed uscii velocemente dal bagno mettendomi il pigiama per poi stendermi sul letto mentre la stanchezza si impossessava di me.
Nathan:
Finii di lavarmi e pensai alla scommessa con Siva, presi coraggio ed entrai in camera di Arlene spavaldo, stendendomi al fianco di lei, la quale aveva gli occhi chiusi.
Probabilmente mi sentii al suo fianco e aprii gli occhi debolmente.
“Dimmi Nathan, qualcosa non va?” disse con voce bassa, quasi in un sussurro.
“Niente di che, piccola” gli accarezzai una guancia, la quale si colorava di rosso.
“E allora perché sei qui e non nel tuo letto?” chiese alzando appena il sopracciglio.
“Quanti anni hai?” era la prima domanda che mi venne in mente.
“16, perché questa domanda e soprattutto perché a quest’ora?” disse lei accennando una risata, che mi fece sussultare il cuore.
“Scommetto che una ragazza bella come te sia fidanzata” dissi con voce roca, in genere quella voce faceva impazzire le ragazze.
“Nathan ma hai bevuto? Vai a dormire va” disse lei ridendo.
Non sapevo più cosa dirle così mi avvicinai alle sue labbra.
“Se vuoi che mi fermi, devi dirmi stop” sussurrai a qualche centimetro dalla sua bocca, ero sicuro che non avrebbe resistito.
  
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