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Autore: briciolaFINE93    07/08/2013    3 recensioni
[UsUk+ varie coppie/ I personaggi non sono nazioni]
Un ragazzo americano ricco.
Una giovane di tutto rispetto con un fratello appassionato di fucili.
Un socio russo pronto a tutto.
Una sorella vendicatrice.
Un medico chirurgo francese.
Un avvocato dagli occhi rossi.
Un trio di strambi ladruncoli.
Quattro cuochi di un ristorante multietnico e il suo proprietario.
Uno stalker innamorato.
Tre poveri ragazzi sfruttati e il loro amico.
Un musicista e la sua manager.
Un investigatore privato e il suo biondo assistente.
Un omicidio.
Cinque improbabili testimoni e cinque ragazze segretamente coinvolte nella vicenda.
Questo è il pane quotidiano di Kroszveria.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Un incubo


Tutto era buio intorno a lui. Gli sembrava quasi di essere finito in uno di quegli horror in cui il protagonista attendeva terrorizzato lo spuntare di un mostro con occhi di sangue e denti aguzzi.
Eppure, in quell'oscurità, Arthur non riusciva a scorgere nemmeno un piccolo strappo di luce.

-C'è nessuno?- tentò con voce scocciata e allo stesso tempo curiosa. Certo, gli capitava ogni volta che doveva risolvere un caso di avere delle illuminazioni del genere, ma mai gli erano sembrate così reali e spettrali.
Attese una risposta che però, facendolo insospettire, non arrivò sottoforma di voce umana, ma udì solamente un rumorino simile allo sbattere di un paio di ali o a una folata di vento.
-Ciò è davvero interessante- mormorò meditabondo cercando di capire da dove provenisse quel fine rumore. Fece un ulteriore passo in avanti e si accorse che quel ronzio non era dettato dal movimento di piccole ali di chissà quale insetto o volatile, bensì da un qualcosa di ben più grande come lo sventolare di due foglie di palma.
-Chi sei?- chiese vedendo un
improvviso spiraglio di luce illuminare una spalla nuda. La figura non emise suono nemmeno quando una piccola fiammella blu le apparve vicino. Arthur riconobbe il piccolo fuocherello come un fuoco fatuo. La mano sconosciuta si elevò fino all'altezza della piccola fiamma colorata, poi la strinse con tenacia e questa scomparve.
-Sei tu l'assassino?- domandò ancora, con cautela ma rabbia malcelata nella voce.
-Arthur- lo chiamò la voce maschile della figura -Arthur-
-Cosa...- mormorò sorpreso -Come fai a sapere il mio nome?-
Sentì uno sbuffo poi gli mancò la terra sotto i piedi. Abbassò lo sguardo sul pavimento nero, era andato in frantumi ma lo sconosciuto rimaneva sospeso in aria sempre di schiena continuando a chiamarlo.
-Chi sei? Chi sei!- urlò alzandosi di soprassalto. La luce del locale gli ferì gli occhi e la testa gli fece male appena la fronte sbattè con forza contro di un'altra.
-Maledizione che dolore!- imprecò l'altro ricevendo quella dolorosa testata. L'inglese si scusò debolmente ad occhi chiusi, massaggiandosi la fronte poi, aprì gli occhi e fece un passo indietro cadendo giù dal tavolo su cui era disteso.
-Tu!- urlò isterico additando l'americano davanti a lui -Che ci fai qui!?-
Lui lo guardò scocciato -È questo il ringraziamento per averti portato fin qua? Sei maleducato!- terminò con una nota di scherno.
-Matthew- fece iroso l'inglese -Cosa sta dicendo questo pirata della strada?-
La tensione dovuta alla frase sprezzante dell'investigatore fu spezzata dal sospiro dell'assistente -Calmati Arthur- iniziò poggiandogli una mano sulla spalla -Alfred è stato così gentile da portarti fin qui quando sei improvvisamente svenuto per strada, se non c'era lui avresti sbattuto la testa-
Un ringhio basso uscì dalle labbra di Arthur mentre Alfred sorrideva vittorioso -È stato un piacere farvi questo favore, e poi ho scoperto che lei signor Kirkland è un investigatore privato. Se posso permettermi, come mai è qui?-
-Adesso mi porti rispetto, eh?- fece indispettito per la curiosità del giovane -Non sono affari suoi questi, signor Jones- terminò con lo stesso tono dell'altro.
-Ho capito- sospirò l'americano -Ma almeno concedetemi ragazzi di offrirvi la cena, tra poco arriveranno dei miei amici-
-Grazie mille- sorrise Matthew dando una piccola gomitata all'amico.
-Bèh perchè no, tanto saremmo dovuti venire qui a mangiare lo stesso-
-Grazie, Kirkland- sorrise lui per tutta risposta.


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I litigi nell'appartamento della famiglia Wang erano comuni, scoppiavano ogni dieci minuti e duravano in media mezz'ora, il più grande dei fratelli non faceva mai niente per fermarli. Quella volta però, la dinamica dei fatti fu diversa, il cinese entrò nella stanza con un wok in mano e non esitò a colpire (facendo attenzione a non usare troppa violenza) i due parenti intenti a tirarsi i capelli.
-Adesso basta!- proruppe autoritario Yao -Dobbiamo prepararci per andare al ristorante. Tai, cambia reggiseno! Im, smettila di fare i capricci e corri a vestirti!-
I due, ancora storditi per il colpo, annuirono energeticamente prendendo strade diverse. La castana corse in bagno a prepararsi, mentre il ragazzo si appese alle vesti del cinese con occhi dolci.
-Mi hai trattato come un bambino- iniziò con tono offeso -Ma io sono un uomo-
Yao si limitò a guardarlo di sottecchi con scetticismo e ironia -Certamente, aru-
-Se vuoi te lo dimostro- sussurrò malizioso, e il fratello arrossì sconcertato captando il tono languido del minore -Sei tutto rosso, fratellone- ridacchiò felice.
-Aiyaaa!-
-Vengo anch'io con voi?- tutti si girarono verso il ragazzo seduto sul letto.
-Kaoru!- esclamò Yao battendosi una mano sulla fronte -Me n'ero quasi dimenticato. Ecco, sì, io devo andare a lavorare come cuoco, tu puoi mangiare al ristorante con Tai e Im-
-Va bene-


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La notizia della morte di Ivan non si era diffusa nella città di Kroszveria, in pochissimi ne erano a conoscenza.
-Cosa vuol dire che tutti i giornali pubblicati l'altro ieri sono scomparsi?- chiese freddamente il ragazzo al cellulare.
-Lukas, non te la prendere con me io non dovrei neanche dirtelo, è compito di Matthias!- rispose lamentosa una voce dall'altro capo dell'apparecchio.
-E cosa diavolo sta facendo quell'idiota in questo momento?- ribattè il norvegese con una sfumatura rabbiosa nella voce. Per tutta risposta Tino mise il vivavoce e nell'apparecchio giunsero risate e ringhi -Gioca a poker con Berwald-
-Sta vincendo?-
-Sì-
-Allora lascialo giocare, ma ricorda loro che tra un'ora dobbiamo essere al ristorante per festeggiare la promozione di Emil-
Un oggettivo tu...tu...tu rimbombò improvvisamente nell'orecchio del finlandese. Sospirò, non capiva come mai dovesse fare sempre da tramite tra quella stranissima famiglia allargata. Che poi, si chiese, perchè erano una famiglia? Non avevano nessun legame di sangue e nemmeno erano nati nello stesso posto, si erano semplicemente conosciuti quando si erano trasferiti dal loro paese d'origine a Kroszveria.
-Ho parlato con Lukas- tentò avvicinandosi al tavolino -Matthias devi prepararti se vuoi arrivare in orario-
-Aspetta- rispose il diretto interessato passandosi una mano sugli spettinatissimi capelli biondi -Ho quasi vinto Hanatamago-
Il finlandese spalancò gli occhi offeso -Berwald, come hai potuto giocarti il nostro cagnolino!-

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 Elizabeta guardò preoccupata il musicista mettersi il cappotto viola. Ultimamente in città le temperature si erano alzate eppure Roderich continuava ostinato ad indossare quel capo pesante prima di ogni esibizione. L'austriaco le scoccò un'occhiata curiosa e lei girò velocemente la testa per dissimulare la propria preoccupazione.
-Elizabeta- la richiamò lui -C'è qualcosa che non va?-
Lei scosse la testa velocemente ed aprì la porta ostentando tenacia -Sei pronto?-
L'austriaco chiuse gli occhi e alzò le spalle. Una persona normale non avrebbe capito cosa ciò significasse ma lei, che abitava con lui dai quattordici anni, intese immediatamente che era ora di andare.
-Ti posso fare una domanda?- chiese Elizabeta mentre guidava verso il ristorante. Attraverso lo specchietto lo vide annuire -Cosa è successo alla scorsa festa?-
-Non capisco dove vuoi arrivare- la interruppe subito lui.
-Andiamo Roderich- sospirò capendo che non ne avrebbe ricavato niente -Da quando Francis e Antonio mi hanno trascinata via a bere, tu non parli più e stai sempre per conto tuo a pensare!-
La risposta arrivò velocemente, secca -Non ne vorrei parlare-
Eliza emise l'ennesimo sospiro. Giorni prima lei e Roderich si erano ritrovati al ristorante con tutti gli altri, la serata come al solito era stata molto movimentata e lei aveva bevuto parecchio. Ricordava solo che ad un certo punto il francese e lo spagnolo l'avevano trascinata via dall'amico lasciandolo in balia dell'avvocato peggiore di tutto il mondo, secondo lei. Roderich non le aveva voluto rivelare cosa si erano detti in quel frangente, ma lei scommetteva che era qualcosa di scioccante altrimenti il musicista non avrebbe reagito in quel modo.
-Maledetto Gilbert, se ti prendo ti uccido, ti uccido!- si ritrovò a borbottare stringendo le mani sul volante.
-Elizabeta, è rosso il semaforo- proferì il passeggero mettendole una mano sulla spalla.
-Ahah- ridacchiò istericamente -Mi stavo giusto per fermare infatti-
Inchiodò di colpo prima di investire un bambino in bicicletta e sorrise facendo apparire tutto regolare. Il malcapitato, con la dolcezza di un bambino di sei anni, le mostrò un bel dito medio prima di arrivare sano e salvo sull'altro lato del marciapiede.
-Ringrazia che ho avuto pietà di te- urlò l'ungherese sporgendo la testa dal finestrino con un'infantile smorfia in volto. Per la prima volta dalla festa la castana sentì il suo amico ridere spontaneamente e a quel punto l'arrabbiatura era scemata, il bambino era scomparso e i sentimenti negativi in subbuglio avevano lasciato spazio ad una strana felicità, in grado di farla sorridere nonostante la terribile figuraccia.


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Francis guardò beffardo i due ragazzi davanti a lui, per chissà quale coincidenza erano giunti tutti e tre allo stesso momento.
-Antonio, Gilbert- salutò con un caloroso sorriso i suoi due amici da una vita -Ciao Francis- risposero loro mettendogli una mano sulla spalla.
Si scambiarono un'ultima occhiata e poi ridendo apparentemente per nessun motivo spalancarono le porte attirando l'attenzione di tutti -El trio- iniziò il castano sfoderando il suo brillante sorriso.
-Più magnifico- continuò l'albino con aria arrogante tipica di una persona molto sicura di sè.
-Ed elegante- ribattè suadente il chirurgo con accento francese.
-È giunto- conclusero all'unisono sicuri di ottenere almeno un applauso per la coreografia, eppure l'unica cosa che raggiunse i loro stomachi fu la fidata padella dell'ungherese che borbottava qualcosa sul fatto che avessero disturbato il talentuoso pianista con la loro patetica entrata in scena.



Ciao!
Eccomi che sono tornata con la mia amata storia (davvero, è l'unica per cui ho sempre ispirazione). In realtà il capitolo ce l'avevo pronto da più di una settimana ma avevo la connessione internet burlona (?) e ogni volta che tentavo di aggiornarla si cancellava tutto... quindi eccomi qua adesso a pubblicare :)
Spero mi seguirete lo stesso perchè *squillano le trombe* dal prossimo capitolo si entra nella vera storia!!
Ho terminato tutte le presentazioni e tutti i passaggi necessari per avviare la vera trama, e quindi dal prossimo aggiornamento si entra nel vivo della ff C:
Quindi spero mi seguirete, almeno voi due Adam_96 e Road_sama che avete sempre recensito i miei capitoli (grazie mille ^^)
Alla prossima e scusate ancora il ritardo ^.^"

Bacioni Verdi,
Erika~

   
 
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