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Autore: wednesdayadd    08/08/2013    2 recensioni
Il volto di Lily prese un colorito rosso fuoco, pericolosamente simile al colore dei suoi capelli. Tuttavia, né lei né Scorpius aggiunsero altro nei secondi successivi, carichi di imbarazzo e di una inaspettata e bizzarra complicità. Chi l'avrebbe mai detto, Scorpius Malfoy aveva finito per consolare Lily Potter. Ancora.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Una figura piccola, dalla chioma rosso scuro, avvolta in un pesante mantello nero, avanzava a grandi passi verso le porte d'ingresso del Castello. Si teneva una mano premuta sul volto, come se persino il suo respiro potesse rivelare a qualcuno la sua presenza. Si fermò, si voltò per assicurarsi che nessuno la stesse osservando, ed infine sollevò uno dei pesanti battenti di metallo, tirando quel poco che bastava alle sue esili forme per sgattaiolare all'esterno. L'aria fredda della notte le punse immediatamente il viso, e fece danzare attorno ai suoi occhi i lunghi capelli rossi. Lily li scostò con un gesto rapido ed infastidito, prendendo poi ad avanzare con rabbia nel cortile deserto, le mani strette in due piccoli pugni e gli occhi velati di lacrime.
«Ehi, Potter!»
No, pensò. L'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere in quel momento, l'ultima che avrebbe voluto vedere in quel momento, le aveva appena rivolto la parola. Si sentì invasa da un lieve, fastidioso senso di panico, e si disse che, se non fosse stata lei a fermarsi, probabilmente sarebbe stato Scorpius ad andarle dietro. Era un Prefetto, era un Malfoy ed era la persona più presuntuosa ed irritante sulla faccia della Terra: non avrebbe rinunciato ad un'occasione tanto ghiotta per metterla in difficoltà, in imbarazzo, e magari anche in punizione. Le sue gambe, tuttavia, non ne vollero sapere di fermarsi, nè il suo viso di mostrarsi in lacrime al cospetto di Malfoy: continuò a camminare con foga, a testa bassa, diretta neanche lei sapeva dove, purchè si allontanasse da lui.
«Potter!» esclamò, di nuovo, Malfoy, da qualche parte alle sue spalle. «Il tuo dormitorio è
dentro al Castello, credo che dopo quattro anni ad Hogwarts sia giunto il momento che tu impari la strada.»
«Sta' zitto Malfoy» sibilò Lily, consapevole che il momento in cui Scorpius avrebbe approfittato di quella situazione per togliere qualche punto a Grifondoro, fosse sempre più vicino. Ma Scorpius rimase in silenzio, e, anche senza voltarsi, Lily seppe, per qualche motivo a lei ignoto, che il suo viso – il suo
bel viso, si corresse arrossendo – doveva essere diventato una maschera di sorpresa.
Era così, in effetti. A parecchi passi di distanza da lei, Scorpius aveva assunto un cipiglio interdetto, sgomento quasi, davanti alla mancata reazione di Lily. C'era qualcosa che non andava, era ovvio, se la piccola Potter non si era fermata come suo solito a dirgliene quattro. Lily, dal canto suo, chiuse gli occhi, soffocò l'ennesimo singhiozzo e sperò che Scorpius la lasciasse in pace e basta.
«Ehi... »
Invece, lui partì nuovamente alla carica. Lily sentì dei passi frettolosi alle sue spalle e, davanti alla consapevolezza che presto Malfoy l'avrebbe raggiunta, non riuscì a trattenere altre, calde lacrime di rabbia.
«Aspetta... aspetta un attimo... » riprese, ormai sempre più vicino. Doveva essere dietro di lei, e Lily lasciò scivolare una mano alla bacchetta: magari, anziché dargli il tempo di prendersi ancora gioco di lei, avrebbe potuto affatturarlo...
«Potter, fermati!»
Qualcosa spostò l'aria proprio accanto al suo braccio, e, prima che la sua mente potesse rendersi conto di cosa stava inevitabilmente per accadere, una mano le afferrò il polso con una presa salda ma delicata allo stesso tempo, costringendola a voltarsi con uno strattone. Lily avrebbe voluto tenere il capo chino, distogliere lo sguardo, ma non avrebbe mai accettato di dare quella soddisfazione a Malfoy. Al contrario, si asciugò distrattamente gli occhi con la mano libera, e poi alzò lo sguardo dritto verso quello del ragazzo, le sopracciglia inarcate e l'aria fiera.
«Che cosa vuoi?» domandò, brusca, cercando di divincolarsi dalla presa dell'altro. «Sarà meglio per te che i tuoi obblighi da Prefetto e quelle sciocchezze lì mi lascino in pace stasera, non sono proprio dell'umore adatto...»
«Cos'è successo?» chiese, inaspettatamente, Scorpius. Lily si ritrovò a sbattere più volte le palpebre, sorpresa, senza riuscire a formulare una risposta. Ebbe l'impressione che Scorpius non l'avesse neanche ascoltata, intento com'era ad esaminare con espressione indecifrabile il suo volto velato di lacrime. Sembrava sinceramente preoccupato, ma Lily lo conosceva, sapeva quanto fosse imprevedibile, volubile ed egoista, e si domandò quando quella farsa sarebbe finita e lui sarebbe scoppiato a ridere. Quella sua risata cristallina che le faceva venire voglia di prenderlo a pugni e di sorridere allo stesso tempo...
«Non sono affari tuoi» riuscì, finalmente, a rispondergli, e la sua voce suonò poco più di un sussurro. «E adesso lasciami!»
«Che cos'è successo, Lily
Ancora una volta, Lily non riuscì a nascondere lo stupore. Cessò persino di combattere contro la presa di Scorpius, sorpresa dal tono con cui lui aveva nuovamente formulato quella semplice domanda. Era...
apprensione, quella? E poi, l'aveva davvero chiamata Lily? Senza che se ne rendesse conto, le sue labbra avevano formato una piccola 'o' di stupore.
Scorpius rimase ad osservarla ancora per qualche istante, poi le lasciò andare il polso. Sembrava a sua volta incredulo ed imbarazzato per l'interesse che aveva appena dimostrato. Lily si riscosse, si morse l'interno di una guancia, si guardò attorno come per valutare quanto tempo avrebbe potuto metterci per tornare di corsa al Castello e seminare Malfoy, ma rimase lì dov'era. Infine, si strinse nelle spalle, tirando un lungo sospiro.
«Davies...» borbottò, in un tono di voce così basso che Scorpius, pur essendole vicinissimo, non riuscì a sentirla.
«Come scusa?»
«Davies!»
D'un tratto, Scorpius parve tornare quello di sempre: incrociò le braccia al petto, inarcò le sopracciglia e gli angoli della sua bocca si sollevarono appena, stirandosi in un sorrisetto canzonatorio. L'espressione di Lily si indurì di nuovo.
«Senti, sei stato tu a chiedermi... »
«E va bene, lo so, sono stato io.»
«Oh».
A che gioco stava giocando?, si chiese Lily, torturandosi nervosamente le labbra. Non riusciva a capirlo, quando si comportava in quel modo. E non riusciva neanche a sopportarlo, in effetti. Era semplice, quando lui cercava di farla arrabbiare e lei reagiva tenendogli testa. Molto, molto più semplice di... quello, quella cosa che si instaurava tra di loro quando erano soli, che era un gioco ed una sfida e allo stesso tempo non lo era, non del tutto. Lily lo odiava, perchè le ricordava la strana sensazione allo stomaco che aveva provato quando aveva visto Scorpius a King's Cross per la prima volta, sei anni prima, quando aveva accompagnato i suoi fratelli al Binario 9 ¾ ed era scoppiata in lacrime perchè avrebbe voluto partire con loro. Era stata bizzarra, quella sensazione, le aveva fatto quasi il solletico al cuore, in una maniera né piacevole né spiacevole del tutto. E Lily aveva continuato a provarla negli ultimi anni, cercando sempre di ricacciarla dentro, di farla stare buona. Non poteva accettarlo, non per Malfoy. Lui, però, di certo non l'aiutava.
«Quindi è per Davies che... »
«Per Davies... cosa? No, no, no! Non è proprio per lui, ma... a causa sua, ecco» rispose la più giovane dei Potter, decisa a raccontare a Scorpius il meno possibile. Ma lui, com'era prevedibile, non riuscì a decifrare quell'ultima frase, e rimase ad osservarla con uno sguardo corrucciato, in attesa. Evidentemente, si aspettava che lei si spiegasse meglio.
«L'ho mollato io» riprese, quindi, e per un attimo le parve che negli occhi azzurri di Scorpius si fosse accesa una scintilla, «noi non... non eravamo fatti per stare insieme, diciamo così. Il punto è che lui non l'ha presa bene, e deve aver detto chissà cosa agli altri Corvonero, perchè ho appena sentito Lorcan e Lysander apostrofarmi in maniera...»
Si fermò e deglutì a fatica, nel chiaro tentativo di soffocare nuovi singhiozzi. Non sapeva neanche perchè stava raccontando quelle cose proprio a lui, ma provò una sincera gratitudine quando, sollevando lo sguardo sul suo volto, si rese conto che Scorpius non stava sorridendo nella sua solita, irritante e beffarda maniera, ma in modo più cordiale, comprensivo quasi.
«E non erano i soli...» aggiunse, tirando su col naso e cercando di dare al suo cipiglio, triste, ma pur sempre fiero, più dignità possibile.
«E' questo il problema?» domandò Scorpius, con l'aria di chi la sa lunga. Lily gli rivolse un'occhiata incerta, poi annuì.
«Credimi Potter, appena i tuoi amici sentiranno la tua versione dei fatti, si renderanno conto di quanto patetico e bugiardo sia Davies con il suo cuoricino spezzato, e per quanto riguarda tutti gli altri... aspetta che trovino qualcosa di più interessante di cui parlare, e dimenticheranno tutta questa faccenda.»
Lily annuì di nuovo, inaspettatamente d'accordo con le parole di Scorpius. Non sentiva neanche più il bisogno di piangere, in quel momento.
«Ad esempio, potrebbero parlare di me. Ne avrebbero ben donde!» aggiunse Malfoy, dopo alcuni, imbarazzanti secondi di silenzio. Il solito sorrisetto di scherno era tornato sul suo volto.
Lily si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito, poi colpì Scorpius sul petto con il piccolo pugno.
«Sei il solito, irritante ragazzino presuntuoso, Malfoy».
«E tu sei tornata la solita, irritante ragazzina violenta, Potter» ribattè lui, inspiegabilmente divertito, massaggiandosi il punto che Lily aveva appena colpito.
«Ma mi piaci più così che ammusonita...»
Il volto di Lily prese un colorito rosso fuoco, pericolosamente simile al colore dei suoi capelli. Tuttavia, né lei né Scorpius aggiunsero altro nei secondi successivi, carichi di imbarazzo e di una inaspettata e bizzarra complicità. Chi l'avrebbe mai detto, Scorpius Malfoy aveva finito per consolare Lily Potter. Ancora.
E poi, inaspettatamente, Scorpius la affiancò e le cinse le esili spalle con un braccio, invitandola a voltarsi e continuare a camminare. Il cortile era scuro e sinistro, ma a Lily, che ormai sentiva il volto in fiamme, non era mai apparso così bello.
«Ehm, il coprifuoco...» borbottò la giovane Potter, cercando di costringere le sue labbra a distendere quel lieve sorriso che le aveva increspate.
«Sono un Prefetto, Potter! Stasera ti autorizzo a stare più lontano possibile da quell'idiota di Davies e dai suoi amici da due galeoni.»
Mentre le loro sagome diventavano sempre più indistinte, nel cortile silenzioso echeggiò un ennesimo «sei un idiota», questa volta, però, dal suono più dolce.

  
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