Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Rancore    08/08/2013    2 recensioni
Il Dr. Karasciò è uno psichiatra, lavora nella clinica C.Bukowski e si occupa di casi particolari ... Avrà a che fare con il caso piu' curioso della sua carriera e si vedrà coinvolto, trascinato dagli eventi e risucchiato da questo vortice misto di: Paura e follia .
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo IX – Murder Murder Murder, Kill Kill Kill. II

Ero al centro del soggiorno di quell tetro appartamento, sentivo chiaramente un rumore di passi che rimbombava per tutto l'appartamento, non so se era causato dalla mia mente ma improvvisamente mi sembrò di essere isolato, era come se non mi trovassi piu' dov'ero; come se fossi stato  ''risucchiato'' in un altra dimensione. Il rumore dei passi stava diventando quasi assordante,  in quel momento avrei voluto essere sordo. Cercai di guardarmi attorno  nonostante il buio oscurasse drasticamente ciò che vedevo, allungai la mano verso la scrivania su cui vi era il computer tentennante, temevo quasi di essere attaccato da quel Pc. Posi le mie mani a contatto sulla superficie legnosa della scrivania, ricordavo d'aver intravisto in un contenitore cilindrico del materiale tra cui un paio di forbici.

Sentivo i passi sempre piu' vicini, mossi le mani velocemente alla ricerca di quelle forbici finendo per ferirmi proprio al centro della mano, era un taglio superficiale causato dalla punta delle forbici, istintivamente allontanai la mano poggiandola sul tavolo e cercando di guardarla, misi la mano sinistra in tasca per prendere il cellulare – ignorai i passi per qualche secondo -. Cercai di illuminare con il display del telefonino la mano ferita e solo in quell'attimo mi accorsi che il rumore di passi era improvvisamente svanito; rimasi immobile a pensare per qualche secondo a cosa potesse essere successo. Realizzai il tutto quando sentì il fiato di qualcun altro sulla guancia, effimmeri attimi prima che una lama balenasse nel buio andando a ''schiantarsi'' letteralmente sulla mano già ferita, vidi passare questo coltello da cucina proprio davanti alla mia faccia, avevo come l'impressione che mi avesse addirittura tagliato parte del naso data la ridotta distanza tra quella lama e il mio viso, capì che la lama aveva ormai trapassato la mia mano quando sentì il rumore che il coltello fece a contatto con il legno.
Non sentivo alcun dolore, ciò era probabilmente causato dal sangue che aveva iniziato a scernere una gran quantità di adrenalina, il cuore batteva fortissimo, mi sembrava di non riuscire a sentir nient altro se non il rumore dei miei battiti cardiaci, ero come sotto l'effetto di qualche sostanza allucinogena, mi sembrava che tutto attorno a me fosse dannatamente lento. Guardai alla mia destra e vidi una figura che non avevo mai visto prima, riuscivo a notare chiaramente una donna dai lunghi capelli neri che teneva ancora in mano il coltello che mi aveva perforato, cercai di guardare meglio il suo viso, ero pietrificato dal terrore.

Sentì il cuore fermarsi quando vidi la faccia di quella ''cosa'', quel viso non aveva praticamente nulla di umano, Era BIANCO – Pareva morta- . Gli occhi erano posti verticalmente, rabbrividì quando li vidi chiudersi per qualche effimmero attimo, le palpebre si chiudevano orizzontalmente. Aveva un naso a punta abbastanza lungo e sotto di esso non vi era nulla, pareva non possedere il cavo orale. Iniziai solo in quel momento a provare dolore, proprio quando quell'essere iniziò a ''giocare'' con quel coltello ruotandolo in senso orario e poi in senso antiorario, allargando la ferita dalla quale sgorgava sempre piu' emoglobina. Iniziai ad urlare, durante quelle urla ero sicuro di non aver mai urlato in quel modo in vita mia, mi sembrava di sentir le corde vocali strapparsi, ero quasi sicuro che da un momento all'altro avrei iniziato a vomitare sangue.

Vidi le mani di quell'essere inumano avvicinarsi alla propria bocca, mi chiedevo cosa volesse fare mentre ero impegnato ad urlare, speravo che qualcuno sarebbe venuto in un qualche modo a salvarmi, le sue dita le cui unghie apparivano come delle zanne affondarono qualche centimetro sotto il naso, iniziava a perdere del sangue che intanto colava non distante rispetto alla mia mano. Qualche attimo dopo smisi di urlare, scioccato da ciò che quella ''cosa'' aveva fatto, era come se si fosse ''creata'' una bocca creando un buco nella pelle di poco sottostante al naso

« Karasciò, l'avevo avvisata » Da quella specie di bocca uscì una voce che non aveva alcunchè di umano, non riuscivo neanche a identificarne il sesso.
Continuai ad osservare quegli occhi inumani, vidi quel ''buco'' muoversi cercando di assumere una strana forma che pareva un sorriso, nonostante non fosse umano pareva così dannatamente famigliare. Non ebbi tempo per pensarci, svenni, in quel momento quel mostro avrebbe potuto far di me ... Quello che voleva.
Era ironico in un certo senso, io ... Uno psichiatra; abituato a ''combattere'' contro i mostri all'interno dei mie pazienti, questa volta avevo a che fare con un mostro che era ...
... Così reale. 

Fine Capitolo IX
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Rancore