E mentre il Decimo si apprestava a rivelare i segreti che nascondeva, in Italia stava succedendo qualcosa di alquanto bizzarro. Italia. Paese d'arte e di scultura, e culla di civiltà, era anche il paese che ospitava la famiglia Vongola e, in particolare, il suo gruppo indipendente, i Varia. Ospiti in un castello immenso, con giardini spaziosi e una quantità inaudita di alberi e frutti, i Varia passavano le loro giornate immersi nel verde o fra le mura di pietra di quel castello, un tempo residenza del Nono. Il castello, molto antico, forse risalente ai tempi del Secondo, conitnuamente si ritrovava a essere teatrino di scene comiche e drammatiche, a secondo dell'umore del suo capo; Xanxus. Xansus, uomo bipolare e molto ambizioso, quel giorno era molto teso e, come sempre, se la prendeva con il povero Squalo... e con i suoi capelli. -Boss, perfavore, la smetta!- urlò fragorosamente Superbi, mentre il capo gli tirava i suoi lunghissimi capelli argentei, come se fossero un antistress. Il moro non disse nulla, anzi, tirò ancora di più, di più, fino a quando il povero malcapitato non cadde per terra, finendo davanti ai piedi del suo torturatore, che nel tanto lo guardava storto. Squalo deglutì. Non poteva essere la sua bambolina, aveva una dignità da tenere, anche se ormai la sua dignità era finita già da molto tempo. Sospirò. - Boss, che ne dite di un bicchiere di vino?- provò lui, cercando di rialzarsi, anche se goffamente. Xanxus non mollò la presa ma, sentendo la parola "vino", sulle sue labbra si disegnò un micro sorriso, che però nno prometteva nulla di buono. Superbi deglutì ancora, e si pentì della sua proposta. Dietro a loro, intanto, vi erano gli altri membri dei Varia: Mammon, Lussuria, Levi, Belphegor e infine Fran, l'ultimo arrivato. -Boss, non vi preoccupate, ve lo porto io il vino!"- urlò Levi, correndo verso il suo adorato Boss, versandogli dentro il bicchiere il vino rosso. Xanxus rimase impassibile. Belphegor sogghignò, e Fran si infilò un dito nel naso, con aria molto addormentata. Viper, invece, trovò noiosissima la situazione. - Boss-, iniziò lei,- vi porto quella persona, va bene?- e, detto questo, si dileguò. La reazione del Boss fu tremenda. Il bicchiere che teneva in mano lo ruppe sulla testa del povero Squalo che, all'impatto, cadde con la faccia per terra, mentre un piede di Xanxus gli saliva sopra, con violenza. - Guai a te se la fai venire, hai capito?! Ti ammazzo.- sbraitò lui, mentre nella sua mano sinistra compariva quella fiamma arancione-rossastra che, nel giro di qualche istante esplose, distruggendo quella che era una finestra. Belphegor, spettatore di quella che era ormai una routine, si mise a ridere, mentre un povero Fran rimaneva basito di fronte a tale violenza, anche se ormai doveva essersi abituato. Lussuria, invece, si era avvicinato al capo e, convintolo a risedersi, parlò al corpo ancora tramortito di Squalo che, nel frattempo, stava borbottando qualcosa. - Squ caro, fa male alla pelle stare a contatto con il pavimento! E.. oh! I capelli, i capelli! Quel vino non è adatto, poi guarda quanto sono maltrattati...- -VOOOOOI!- urlò Squalo, con tutta la rabbia del mondo, alzandosi da terra, guardando malissimo il compagno. -Non me ne importa nulla della faccia o dei capel...- e si bloccò, poichè vide una ciocca di capelli cadergli, per finirgli sopra gli stivali neri che indossava. Squalo guardò con orrore quella ciocca, la prese in mano e se la guardò. Lussuria, invece, fece cenno con la testa di "no". - Lo vedi? Li maltratti troppo! Che ne dici di tagliarli? Oppure... fammi pensare... Ah, ci sono! Una bella treccia. Sì, una bellissima treccia! - disse l'uomo tutto sorridente, mentre il povero Squalo lo guardava inorridito, ma allo stesso tempo schifato. - Dai, Squ, fatti sistemare i capelli...- -Mai, dovrai passare sul mio cadavere!- continuò lui, cercando di fare resistenza. -Beh, se proprio insisti- aggiunse il Boss, mentre nella sua mano destra compariva quella fiamma arancione che non prometteva nulla di buono. Squalo rimase spaventato dall'iniziativa del suo boss, tanto che cercò subito di dissuaderlo, anche se forse era troppo tardi. La situazione era critica: un Boss che stava per ammazzare un suo sottoposto, uno era rimasto paralizzato per ciò che stava vedendo, l'altro sghignazzava, l'altro ancora pensava a come acconciare i capelli e Levi... beh, non serviva a nulla. Mammon, appena uscito dalla stanza, si diresse subito verso l'ingresso. Il castello era grande, immenso, ed era facile perdersi. Per fortuna lei aveva una buona memoria, e aveva imparato tanti modi per arrivare prima all'entrata. Quello era un giorno importante per i Varia, e non poteva permettere di rovinarlo per un capriccio del suo Boss. Il suo obiettivo era guadagnare soldi, soldi e soldi; ecco cosa voleva. Aveva trovato un'ingaggio molto interessante ma, per via di forze maggiori, era l'unica a cui poteva partecipare. Non poteva lasciare i Varia da soli, ed era per questo che si era premunita, affinchè non fossero soli. Mammon si fermò. Era arrivata di fronte alle altissime porte che permettevano l'entrata e l'uscita dal castello, sempre controllata. L'aprì, e di fronte a lei si ritrovò la persona che stava aspettando. Questi le sorrise. - E' da tanto che non ci vediamo, vero, Viper?- disse questa, entrando. Mammon sorrise. Silenziosamente chiuse le porte e, con fantasmi, si diressero verso la stanza in cui c'erano gli altri. --- Ehhhhh ed eccomi qui, dopo 2 anni ( ma sono due anni davvero?! D:) a continuare questa FF, anche se sono sicura che la punteggiatura fa schifo e che fa schifo com'è stata scritta. Beh, nel caso la riscrivo ma, la cosa più importante, è che piaccia a chi la legge ! ^_^ Ciaooo