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Autore: laragazzadirenoir    08/08/2013    0 recensioni
Lui tolse gli occhiali a specchio, aveva gli occhi castani, con qualche piccola e quasi impercettibile linea verde. Si sedette accanto a lei, i suoi occhi avevano una base castano chiaro, ma erano pieni di verde, un verde forte, sembravano quasi gialli.
Deglutì, non si aspettava quegli occhi, restò muto. Fu un attimo che sembrò durare un'eternità e Rosalba sapeva già che sarebbe stato così, che avrebbe pensato a quello sguardo almeno per un mese.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'accompagnarono fino a casa sua, Rosalba ringraziò per il passaggio, scese dalla macchina e fece le scale in fretta. Sembrava essere scomparsa anche la stanchezza, aveva solo voglia di buttarsi sotto la doccia fredda. Aveva voglia di riflettere. Come faceva sempre. Era solo un attimo di relax, l'illusione di saper trovare una soluzione ad ogni problema. Soluzione, però, poco duratura.
Sua madre le aprì la porta.
''Rosalba! Wow! Sei abbronzata'', le disse con stupore, ovviamente conosceva sua figlia, non aveva mai avuto un colorito di pelle molto scuro.
''Eh sì Mà'', rispose sciatta.
Si diresse subito in camera sua e salutò sua sorella minore, decise che forse era anche meglio non parlarle, non avrebbe capito. Posò la borsa e il resto delle cose, prese il suo cellulare e andò in bagno. Si spogliò di corsa e il getto freddo dell'acqua la colpì dritto in viso. 
Ripensò ancora a quanto successo, si ripeté che era stata una pessima figura. Ma il pensiero di lui, delle sue mani, del suo modo di fare, non si allontanò neppure per un attimo; così decise di arrendersi. 
 
''Simò vieni un po' qua!'', Matteo urlò e poco dopo Simone lo raggiunse ''Dai, dammi una mano che così chiudiamo subito, ho un mal di testa...''.
Simone sorrise, il suo sorriso da sbruffone. Poi aggiunse ''Ci credo, ti sei scolato quel drink assurdo e poi pensi troppo amico, pensi troppo, non ti capisco''.
Matteo avrebbe voluto rispondergli, avrebbe voluto dire che nemmeno lui si capiva, ma decise di zittire. Spostarono i lettini, allineandoli, mentre gli altri si occupavano delle pulizie e degli ombrelloni. Suo padre stava svuotando la piscina, l'avrebbero riempita il giorno dopo ma lui rimase colpito. Era così che si sentiva, svuotato. Non vuoto, svuotato.  Qualcuno l'aveva privato del suo contenuto, gli aveva portato via i sogni, l'amore, la voglia di vivere, di divertirsi, la voglia di credere. Non credeva in niente, forse in se stesso. Forse era anche meglio eliminare il 'forse'. In se stesso ci credeva davvero, perché era la sua unica risorsa, era la sua stessa àncora di salvezza, dopotutto era stato lui a restare sempre con sé, anche nei momenti peggiori, soprattutto nei momenti peggiori.
Simone lo guardò turbato, anche suo padre, così lo chiamò per essere raggiunto.
''Matteo...'', gli disse, dolcemente preoccupato.
''Pà!'', rispose, portando entrambe le mani lungo i fianchi.
''Che c'è? Cos'è successo? Stai male?'', colpì a fondo. Ma non sapeva nulla della giornata appena trascorsa, quindi non troppo.
''No, no'', ripeté. ''Non è niente, stà tranquillo'', si prese una piccola pausa, mentre aiutava il padre con il cloro per la piscina. ''Fa troppo caldo, mi sono sentito un po' spossato, tutto qua'', sorrise. E il padre credette nelle sue parole. Matteo pensò che forse nemmeno lui lo conosceva davvero. E' così, magari credi che i tuoi genitori sappiano tutto di te e in realtà non sanno un cazzo. 
Matteo si irritò. Forse la sua ex, Marta, avrebbe capito che quello non era un sorriso sincero. Ma se n'era andata, voleva i suoi spazi, ''siamo cresciuti,  tante belle cose''. Al diavolo!
Si girò e senza dir nulla si avviò verso l'uscita, diede un bacio a sua madre, una donna molto magra e raffinata, sulla cinquantina.
''Fai attenzione Matt, ci vediamo a casa OK?''
''Va bene Mà, a dopo'',  anche se sapeva già che sarebbe uscito e avrebbe fatto tardi. 
Prese le chiavi dell'auto dalla tasca del suo pantaloncino da mare e si avviò verso la sua lancia y. Mise in moto e accese subito lo stereo, salutò Simone con una mano e si avviò verso l'uscita. 
In radio passarono diverse canzoni, diverse canzoni che per diversi motivi gli ricordavano tutti Marta. Le loro promesse, quello che erano stati. Decide di spegnere e ci pensò sopra. Non gli faceva più così male. Ormai era abituato alla sua assenza, a non sentirla, a stare da solo. Non la odiava, gli risultava quasi indifferente. Era passato più o meno un anno e, anche se spesso si risentivano e rivedevano, dando vita ad un rapporto ambiguo e tossico, ora non era più così importante. Stava bene. Ma c'era qualcosa che gli metteva un'inspiegabile ansia. E subito capì che era quella ragazza, erano i suoi occhi verdi, troppo profondi.
Tornò a casa e incrociò suo fratello, un tipo dolce e sensibile, amante del Giappone e dei libri, un tipo che avrebbe saputo spiegare cosa provasse Matteo in ogni momento del giorno, senza che lui dicesse nulla.
Marco stava per uscire, ma guardandolo in viso, si fermò sull'arco della porta e, prima di aprirla, decise di chiedergli cosa gli fosse andato storto.
''Mattè che hai? Racconta, fà presto però che devo uscì!''
''No niente Mà, vai'', fece per andarsene.
''Dai dici, non mi far perdere tempo, muoviti'', Marco insisteva.
''Niente, mi è successa una cosa strana con una ragazza in piscina'', si portò una mano agli occhi e li strofinò leggermente, poi la portò dietro alla testa, alzò le spalle.
''E quindi? Ma che sono un chirurgo? Te le devo tirare le cose dalla bocca? Parla!'', Marco era irritato, suo fratello era eccessivamente introverso. 
''Mi guardava e gli ho chiesto perché'', ma prima che potesse finire Marco lo interruppe.
''Ma tu sei scemo, è normale, gli occhi sono fatti per guardare'', questa volta era Matteo ad essere irritato.
''Vabbuò, comunque non mi ha risposto e non l'ho più rivista fino ad oggi pomeriggio. Era da sola e mi sono avvicinato e ha detto che doveva andare...'', gesticolava.
''E dove sta il problema Matté?'', chiedeva stupito suo fratello.
''Sta nel fatto che i suoi occhi mi hanno sconvolto. Non lo so, troppo belli, grandi, verdi, profondi. Vorrei rivederli'', strinse le braccia sul petto, ora erano conserte.
''E' la prima volta che la vedi?''
''Sì'', secco Matteo, annuì anche con la testa.
''Secondo me si farà viva, cioè magari che ne sai, anche lei sta pensando a te o l'hai colpita, insomma, se hai detto che ti guardava'', poi si voltò verso la portà. Mentre Matteo restò impalato.
''...Mattè io vado, fammi sapere se ti passa 'sta cosa. Però secondo me tranquillo, ti ho detto come la penso, sai che non mi sbaglio mai'', ed era davvero così, Marco aveva un sesto senso da far invidia ad una sensitiva. Chiuse la porta ed uscì, mentre Matteo camminò in direzione opposta, verso il bagno.
 
Rosalba uscì dalla doccia e si asciugò la pelle che le bruciava leggermente, aveva un bel colorito, era dorata. Prese il suo profumo preferito e il deodorante, si vestì con un jeans semplice e magliettina basic, ascoltò qualche canzone e andò da sua nonna.  Durante il tragitto a piedi pensò nuovamente a quanto accaduto e si convinse del fatto che, per quanto non facesse del tutto schifo, non sarebbe mai stata all'altezza di un tipo così. O forse sì, anzi no. Si contraddiceva in meno di un secondo e arrivata da sua nonna, le raccontò com'era andata, saltando la parte riguardante il bagnino. 

 
Continua

 
P.O.V. Autrice:
Ho visto che ci sono state molte visite e ne sono contenta. Spero che vi abbia colpito, mi farebbe piacere leggere qualche recensione, anche se questo è solo l'inizio.  (:
  
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