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Autore: eritrophobia    08/08/2013    8 recensioni
"Edith amava il campeggio. Amava la natura, sentire il profumo dei pini, immergere i piedi nei rivoli d’acqua, godersi i suoni della campagna, o ancora meglio del bosco.
Ma se c’era una cosa che Edith trovava insopportabile erano i suoi compagni di classe. Spocchiosi, antipatici, egocentrici. Insomma, delle persone da sposare. "
Così inizia il viaggio ai limiti della follia di Edith Sanders, una ragazza come altre, che si troverà a vivere la più grande avventura di sempre.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si fermarono in mezzo alla boscaglia. Edith poteva sentire Gandalf contare ognuno di loro, chiamandoli per nome. Appoggiò la schiena contro un albero, cercando di prendere fiato. Era stata una bella corsa, tutto sommato, ed era ancora dolorante per la caduta, ma almeno Gandalf era lì con loro e, soprattutto, non erano più inseguiti dai goblin.

-Dov’è Bilbo?-chiese Gandalf, guardandosi intorno.

Edith alzò rapidamente il capo, fino a farsi venire un capogiro, per poi guardarsi intorno con apprensione. Bilbo era ancora lì dentro? Si era perso? O, peggio ancora, era morto? No, Bilbo non poteva essere morto.

-Pensavo fosse con Dori!-esclamò Gloin, puntando il dito sull’altro nano.

-Ehi, non incolpate me!-sbottò Dori.

-Dove l’avete visto l’ultima volta?- chiese Gandalf, fuori di sé dalla rabbia.

-Deve essere sgattaiolato via quando siamo stati catturati…-osservò Nori.

-Sai che è successo? Bilbo ha trovato un’occasione e l’ha colta!-sbottò Thorin- Pensava al suo soffice letto e alla sua calda dimora da quando ha messo piede fuori dalla porta. Non lo rivedremo mai più, ormai è lontano.-

Edith sentì la rabbia montare dentro di lei. Bilbo poteva ancora essere in mano dei goblin e quello stupido di Thorin diceva che era scappato. Voleva rispondergli per le rime, e lo avrebbe fatto. Si rese conto che lo stava già facendo.

-Bilbo potrebbe essere ancora lì dentro, in pericolo! Potrebbe essere morto! E tu lo stai già dando sulla strada verso casa? Stai scherzando, spero!-esclamò lei, mentre indicava la montagna dalla quale erano usciti.

I nani si ammutolirono, osservando la ragazza che con una forza che mai aveva mostrato ora fronteggiava il re di Sotto la Montagna. Thorin la fissò con durezza e rabbia. Edith se ne fregò altamente: se aveva danneggiato l’ego del nano, erano problemi di quest’ultimo, non suoi.

-Voi continuate per la vostra strada, a fare chissà che, perché io vi sto seguendo ma non so che caspita stiamo andando a fare…io torno a cercare Bilbo. Sì, torno in quel posto buio e puzzolente perché nessuno deve essere lasciato indietro.-

-Sono qui.-

Edith si girò e vide Bilbo osservare la compagnia. La ragazza sorrise, contenta di vederlo. Non l’aveva nemmeno sentito arrivare, non sapeva da dove fosse spuntato, ma non le importava. Strinse lo hobbit in un abbraccio, che Bilbo stesso ricambiò. Quando si staccò, vide uno sguardo colmo di gratitudine: che l’avesse sentita? Anche gli altri sembrano contenti di vederlo.

-Bilbo, ti davamo per scomparso!-esclamò Kili.

-Come hai fatto a superare i goblin?-continuò Fili

Bilbo si lasciò sfuggire una risata carica di nervosismo, mentre si sistemava le tasche della giacca. Gandalf lo guardò per qualche secondo, per poi scuotere il capo.

-Beh, non importa.- disse il mago.

-Importa eccome!-esclamò Thorin- Voglio saperlo. Come mai sei tornato?-

Bilbo fissò Thorin per qualche secondo, per poi cominciare a parlare.

-So che dubiti di me. Lo so, l’hai sempre fatto! E hai ragione, penso spesso a Casa Baggins- lo hobbit strinse le spalle- Mi mancano i miei libri, la mia poltrona e il mio giardino. Vedi? Quello è il mio posto. E’ casa mia. Perciò sono tornato; perché voi non ce l’avete, una casa. Vi è stata portata via e voglio aiutarvi a riprendervela, se posso.-

Edith rimase in silenzio, come il resto della compagnia. Ora capiva. Non avevano più una casa. Erano stati cacciati? Gliel’avevano portata via con la forza? Questo non lo sapeva.
Un ululato riecheggiò nel bosco, e la ragazza guardò indietro, con l’aria più desolata che potesse fare.

-No, dai.- sussurrò lei- Non ci credo.-

-Correte!-urlò Gandalf.

Ormai correre era diventata la loro occupazione, ed Edith non si sentiva più così esausta come le prime volte. Sembrava quasi che ormai si fosse abituata a tutto ciò. Inoltre aveva lasciato il suo zaino dai goblin, e quindi non sentiva più alcun peso sulle spalle.

-Salite sugli alberi! Muovetevi!- esclamò Gandalf.

Edith cercò di arrampicarsi, ma non riusciva a raggiungere il ramo. Saltò verso l’altro, e vide Kili prenderle la mano e issarla con lui.  La aiutò quindi a salire sui rami più alti. Edith guardò in basso e vide i mannari balzare per cercare di prenderli, circondando gli alberi. Ringraziò il cielo di non soffrire di vertigini, altrimenti sarebbe stata fottuta. Si issò su uno dei rami più in alto e si sedette sopra, rimanendo a cavalcioni: se fosse stata in piedi sarebbe sicuramente scivolata. Guardò in basso, e vide avanzare un grosso orco dalla pelle bianchissima, a cavallo di un mannaro bianco. Aveva già sentito quella descrizione.

-Azog, il profanatore- sibilò Thorin, dando voce ai pensieri di Edith.

Azog iniziò a parlare in una lingua sconosciuta, con una voce roca e sibilante che mise paura alla ragazza. Quando vide i mannari avanzare e balzare nuovamente verso di loro, si aggrappò spasmodicamente al ramo, per evitare di cadere giù. Ad ogni salto e urto, gli alberi si muovevano pericolosamente, rischiando di essere sradicati. Uno degli alberi accanto a lei cadde verso il suo, trascinandosi dietro tutti gli altri. Ci furono urla ed Edith si trovò capovolta, con la testa che dava verso il basso, i dread che oscillavano. Era attaccata come un koala al ramo. Perse la presa e cadde sul ramo di un altro albero, riuscendo ad afferrarlo appena in tempo, prima che l’albero dove stava in precedenza cadesse nel precipizio davanti a loro. Boccheggiò, usando tutta la forza che le era rimasta per rimettersi al sicuro.

Una pigna infuocata passò davanti a lei, per poi finire vicino ai mannari, che si allontanavano spaventati. Il fuoco. Avevano paura del fuoco! Alzò lo sguardo, e vide Gandalf passare delle pigne infiammate a ognuno dei nani. Ne strappò una anche lei, avvicinandola poi a quella di Kili per fare in modo che si accendesse. Quindi la lanciò di sotto. I mannari indietreggiarono ultimamente, fino a fuggire. Ci furono delle urla di vittoria, ma l’albero dondolò ulteriormente, facendo dondolare la compagnia sopra il vuoto. Edith si teneva a fatica su uno dei rami, usando solo la forza delle braccia.
Cercò di issarsi nuovamente, ma si sentiva completamente spompata. Era già tanto se riusciva a stare lì, quindi non osò fare di più. Al contrario, Thorin avanzò lungo il tronco, pronto a fronteggiare Azog.

“No, sta scherzando.” Pensò Edith, sentendo i piedi penzolare nel nulla. Guardò in basso. Se fosse caduta, sarebbe morta di sicuro.

Il mannaro di Azog spiccò un balzo, mentre Thorin correva verso l’orco con fare agguerrito. Tuttavia, quando il mannaro atterrò, il nano venne messo al tappeto. Edith trovò la forza per sbattere la fronte contro l’albero, dal momento che non poteva fare un facepalm. Thorin continuava a subire i colpi dell’orco, senza riuscire a contrastarlo.

“Ora lo ammazza. Oddio, ora lo ammazza.” Pensò la ragazza.

Vide Bilbo alzarsi e rimanere fermo lì, ad osservare la scena. Dwalin chiamò il nome dell’amico e si dimenò, rischiando di cadere giù. Era la fine, o almeno era quello che pensava la ragazza. Sarebbero morti tutti, nessuno escluso. Bilbo respirò a fondo e sguainò la spada. Iniziò a correre e si avventò contro uno degli orchi. Edith non poteva crederci: lo stava ammazzando, e lo stava facendo anche bene. Alcuni dei nani riuscirono a issarsi e a correre in soccorso degli amici; al contrario, la ragazza sentiva la presa farsi sempre più precaria. Le mancavano le forze. Chiuse gli occhi e cadde.
Rimbalzò su qualcosa e aprì gli occhi di scatto. Non era morta? Abbassò lo sguardo e vide che si trovava sul dorso di un’aquila gigante. Represse un urlo, iniziando ad agitarsi. Come cavolo faceva un’aquila ad essere così grande.

-Rilassati e reggiti forte, piccolina. Andiamo a prendere i tuoi amici- disse l’aquila, con una voce innaturale.

-OH PORCA TROIA MA TU PARLI.-urlò Edith, facendo comunque quello che le diceva l’animale.

-Certo che parlo! Ma da dove vieni?-

Planarono e presero al volo Bilbo, che stava cadendo nel vuoto. Lo hobbit si strinse contro l’animale, guardando la ragazza davanti a lei. Edith allungò la mano verso di lui, per stringergliela.

-Thorin…-balbettò lui.

-Sta bene…deve stare bene. Se non sta bene lo uccido- sussurrò lei.

-Vi consiglio di riposarvi.-disse l’aquila.

Edith rimane in silenzio, sentendo poi un certo peso sulla sua schiena: Bilbo si era addormentato appoggiandosi a lei. Fece un sorriso e appoggiò il viso tra il piumaggio dell’aquila. Stranamente si addormentò subito.
Quando riaprirono gli occhi era mattina. Edith guardò in basso e vide che stavano volando sopra le montagne, sopra alle nuvole. Era uno spettacolo meraviglioso, assolutamente inimitabile. Sentì lo hobbit mugolare dietro di lei, per poi alzare il capo. Nel frattempo, l’aquila planò verso una roccia e atterrò lì per qualche secondo, per permettere loro di scendere. Si diressero subito verso Thorin: era immobile, pallido e respirava debolmente. Gandalf gli sfiorò il volto e il nano aprì gli occhi a fatica, per poi puntarli su di loro.

-Dov’è lo Hobbit?-chiese Thorin, iniziando a muoversi.

-Bilbo sta bene, è qui con noi.-mormorò Gandalf.

Thorin si mise in piedi a fatica e puntò Bilbo, mentre Kili e Fili erano andati con fare trafelato da Edith e continuavano a controllare il suo stato di salute. Era indolenzita, aveva male ai muscoli, ma stava bene. Tutti stavano bene. La ragazza si sentì sollevata.

-Tu.-iniziò Thorin, avvicinandosi a Bilbo- Cosa avevi intenzione di fare? Volevi farti ammazzare? Ho detto che non saresti sopravvissuto al mondo oltre la Contea e che non sei parte del nostro gruppo…Non mi sono mai sbagliato così tanto in vita mia.-

Thorin strinse Bilbo in un abbraccio e ci fu un coro di esclamazioni allegre venire dalle labbra della compagnia. Edith sorrise, contenta che Bilbo fosse considerato parte della compagnia. Il sorriso le scomparve dalle labbra: lei non lo sarebbe mai stato. Lei era lì solo perché Gandalf lo voleva, niente di più.

-Scusa se ho dubitato di te.-concluse Thorin.

-No, anch’io avrei dubitato di me stesso. Non sono un eroe, o un guerriero…è quello che penso che sia?- chiese Bilbo, fissando un punto all’orizzonte.

Il nani si voltarono ed Edith vide una montagna in lontananza; una montagna solitaria. Schiuse le labbra: a quanto pare era quella la loro direzione. Sembrava lontana miglia e miglia.

“Per fortuna che ci sono le…”

Edith vide le aquile volare via, allontanandosi verso chissà quale luogo.

“…no, niente, scherzavo.”

-Ci conviene cominciare a scendere e trovare un posto dove riposare-disse Thorin.

Trovarono un sentiero e cominciarono a scendere dalla collina dove le aquile li avevano lasciati. Non dovettero fare molta strada e ben presto trovarono riparo.  Si sedettero in cerchio attorno ad un fuoco, e finalmente riuscirono a riposarsi. Ma a quanto pare Gandalf aveva qualcosa da dire alla compagnia.

-Beh, la mia intenzione era quella di portarvi tutti sani e salvi al di là delle Montagne…e ce l’ho fatta. Purtroppo non posso continuare questo viaggio con voi, dal momento che ho altri affari da sbrigare. Tuttavia cercherò di raggiungervi al più presto.-spiegò Gandalf

Edith fece per avvicinarsi allo stregone, ma questo la fermò con una mano.

-Non puoi venire con me, Edith. Preferirei che tu continuassi il viaggio con la compagnia di Thorin- continuò, per poi posare lo sguardo su quest’ultimo.-Ricordo le tue parole, ma ti chiedo un favore da amico. E’ più sicura nelle tue mani che nelle mie.-

-Non voglio essere un disturbo, andrò per la mia…-iniziò Edith, ma la voce di Thorin sovrastò la sua.

-Va bene.-

“COSA?!”

-Comunque voglio cercare di tirarvi fuori da questa situazione.-riprese Gandalf- Insomma, non avete cibo, non avete pony, non avete nulla…inoltre siamo fuori dal tracciato che dovevamo seguire in origine. Però conosco una persona che può aiutarvi.-

I nani lo supplicarono a lungo di rimanere, gli offrirono di tutto, ma lo stregone sembrava irremovibile. Li liquidò con un forse, che suonava più come un no che come un sì.

-Ho bisogno di un bagno.-si lamentò Bombur, grattandosi il capo.

-Facciamo un bagno nel fiume!- propose Kili.

Tutti i nani e anche Bilbo sembravano d’accordo, e Gandalf rispose loro con un sorriso. I nani iniziarono a spogliarsi, ignorando completamente la presenza di Edith, che corse via balbettando qualche frase sconnessa. In realtà non si allontanò troppo, semplicemente proseguì a nord lungo il fiume. Passò una mano tra i dread e sospirò appena, sedendosi in riva al fiume, a gambe incrociate. Appoggiò le mani a terra e sentì dei sassi sotto le dita. Le sembrava così strano essere finalmente in pace: niente più orchi, niente inseguimenti, niente di niente. Sperando che la persona che li avrebbe aiutati non fosse un pazzo psicopatico. Dopo un po’ di tempo, Kili si unì all’amica.

-Perché sei scappata così?- chiese lui, ingenuamente.

-Ecco, vi stavate spogliando e…-Edith chinò un poco il capo.

-Oh…Non hai mai visto un uomo…?-

-No, mai…-fece una pausa-…c’è stata solo quella volta in cui dovevo andare in bagno e ho trovato mio fratello che si stava lavando. Orrore.-

Kili rise appena, per poi guardare le dita della ragazza, che continuavano a lisciare i sassi con nervosismo. Il nano osservò a lungo il viso di Edith, indugiando particolarmente sul lieve sorriso che aveva sulle labbra e sugli occhi che osservavano lontano.

-Hai mai giocato a far rimbalzare i sassi sull’acqua?- chiede improvvisamente Edith, girandosi verso il nano.

-No, quando ero piccolo io e Fee facevamo altri giochi.- rispose lui, osservando la ragazza che ora si era messa in piedi, stringendo un sasso tra le mani.

-Se vuoi ti insegno. Non è difficile…devi soltanto metterti nella posizione giusta- e mentre lo diceva, Edith aveva piegato le ginocchia e si era messa di tre-quarti, per poi lanciare il sasso, che rimbalzò tre volte.

Ci provò anche Kili, ma non riuscì a far rimbalzare il sasso.

-No, usi troppa forza.-disse Edith, sorridendogli- E poi metti la mano in modo sbagliato. Vedi, è più così…-

La ragazza gli prese gentilmente la mano e gliela torse con delicatezza. Kili lanciò il sasso, che dopo due rimbalzi venne inghiottito dai flutti. Edith sorrise, osservando l’espressione sorpresa farsi largo sul volto del nano.

-Ti sfido!-esclamò lui.

-Tu, cosa? No, è ovvio che perdi. Salvo il tuo onore!- ridacchiò lei

-Ma per piacere! L’ho fatto al primo colpo!-

-Secondo.-

Kili allungò la mano verso di lei.-Quanto scommettiamo che vinco io?-

-Se vinco io mi devi portare in spalla la prima volta che mi vengono male ai piedi.-disse lei, senza ancora allungare la mano.

-E se vinco io mi dai un bacio! Ci stai?-

Appena i due si strinsero la mano per suggellare il patto, sentirono la voce di Thorin tuonare verso di loro, con il suo solito tono burbero.

-Voi due! Smettetela di giocare, dobbiamo andare!-

Kili ed Edith si sorrisero complici, per poi raggiungere la compagnia. Il viaggio ricominciava, ed Edith non sapeva che quella sfida sarebbe stata semplicemente rimandata.
 


Ehi ehi! <3
Sono contenta di essere riuscita ad aggiornare!
D'ora in poi seguirò ciò che è scritto nel libro, e meno quello del film, quindi se non lo avete letto-cosa che dubito fortemente-fermatevi qui C:
Spero di riuscire ad aggiornare prestissimo!
Un bacione a tutti e grazie!
  
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