Avrei ricordato quel giorno. Pensavo che nella mia testa sarebbe sempre rimasta impressa quella data. E infatti non mi sbagliavo. Non potrò mai piú dimenticare quanto successo. Pensavo di essere felice e vittorioso. Avevamo passato una giornata meravigliosa. La avevo fatta giocare, divertire, le avevo tolto quell' angoscia che quotidianamente le assaliva il vido portandole le rughe benché debba ancora compire venti anni. La avevo tolta dalla città, dal caldo, dallo smog e da tutti i suoi problemi. La avevo portata al fresco, a girare, ad ascoltare la sua canzone preferita, dandole caramelle come si fa con i bambini di pochi anni per viziarli. Avevo fatto tutto. Era felice e io capivo che ce la avevo fatta. Ero pronto per gridare al mondo intero quanto la amavo. Pensavo lo fosse anche lei contenta così come me. Per l' intero pomeriggio non mi aveva parlato del suo fidanzato. Non lo aveva fatto. Sembrava essersene dimenticata. Lo speravo. Non guardava nel vuoto malinconica, non parlava di lui, non lo citava nemmeno. Non parlava dei suoi amici. Esistevo io. Solo io. Solo io e lei. Adoravamo l'estate e quel posto incantevole che ancora una volta volevano goderci. Arrivò la sera. Tardi e noi eravamo ancora li a parlare. Poi mi disse:" lo sai ti voglio bene ma devo tornare dsl mio ragazzo" la sua aria sembrava piú di sfida e io mi accordi che ci ero nuovamente terribilmente finito per crederle e per amarla. Ma ora ho detto basta.