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Autore: Cinzia N Spurce    08/08/2013    1 recensioni
Antonio e Giovanni, due ragazzini in una Sicilia bruciata dal sole di metà Agosto, e un incontro inaspettato.
Flashfiction partecipante al contest "Synthesis? In the flash!", indetto da Chara sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti, questa che sto per presentarvi è una breve flashfiction, partecipante al contest “Synthesis? In the flash!” indetto da Chara sul forum di FFP.

 

Un incontro a quattro zampe

 

Il sole incandescente di una Sicilia in pieno Agosto batteva forte su quel paesino dell’entroterra.
Giovanni e Antonio si trovavano per strada, quella un po’ fuori mano e sterrata che portava al Calvario, il monumento dove per ogni venerdì santo si riuniva tutto il paese.

Lungo quella viuzza piena di ciottoli, all’altezza del vecchio abbeveratoio, partiva un selciato che portava alle vecchie cave di zolfo, in cui avevano lavorato i loro nonni e che tutti i bambini avevano l’obbligo di non visitare.
Le cave erano pericolose; inoltrarsi in quegli stretti cunicoli significava morire, le possibilità che qualcuno ti trovasse prima che la morte sopraggiungesse erano davvero poche. Ma come ogni luogo proibito aveva il suo fascino, a cui nessuno dei ragazzini del paese, soprattutto i più coraggiosi, poteva resistere.
Così Giovanni e Antonio, il giorno dopo ferragosto, decisero di risalire il selciato per  arrivare alle cave.
«Dobbiamo tornare a casa prima del tramonto, altrimenti la mamma si arrabbia» disse Antonio, con la sua voce da bambino; aveva undici anni e percorreva quel viottolo tra lo spaventato e l’euforico. Era grande se suo fratello aveva deciso di portarlo alle cave.
«Sì, sì. La mamma non se ne accorgerà nemmeno...» rispose Giovanni; quindici anni da compiere il mese prossimo e l’aria da ragazzo già cresciuto con il pallino di diventare come suo padre.
«Perché andiamo alle cave da soli?» domandò Antonio. Le cave non erano divertenti se non avevi qualcuno con cui divertirti – e in due si poteva fare ben poco – pensava il piccolo stando dietro alle gambe di suo fratello, più alto e veloce.
«Devo vedere una cosa...» rispose Giovanni cominciando a scorgere il piano da cui partivano le cave.
Giorni prima era andato da solo in quel posto, voleva starsene un po’ per i fatti suoi; mentre era disteso a guardare le nuvole bianche correre nel cielo sentì un rumore e quel giorno si rese conto di non essere ancora grande, perché era scappato via, spaventato da quel fruscio. Adesso, voleva vedere se quel rumore fosse reale o solo frutto dell’immaginazione.
Giunti alle cave, Giovanni cominciò a guardarsi attorno, circospetto e attento.
«Giovanni, ho sentito qualcosa...» fu il mormorio spaventato di Antonio.
«Sta’ fermo...» sussurrò Giovanni mettendosi di fronte al fratello. Era davvero giunta la fine? Sarebbero morti lì su, come raccontavano le leggende?
Quando dagli steli d’erba rinsecchita spuntò un muso nero, Antonio tirò un sospiro di sollievo.
«È un cane...» disse avvicinandosi al cucciolo per accarezzarlo. Il cucciolo si avvicinò col musetto umido e cominciò a leccargli il palmo. Era stato abbandonato da qualcuno, era abituato a farsi coccolare.
«È un cane...» ripeté Giovanni sorridendo. Era stato uno stupido.
«Ce lo portiamo a casa?» domandò felice il fratellino, sorridendo come se già avesse deciso che quel cane, quella notte, avrebbe dormito da loro.
«Mamma ci uccide...» rispose Giovanni, sorridendo come Antonio. Anche lui aveva già deciso.
«Come lo chiamiamo?»
«Attila..., chiamiamolo Attila» rispose Giovanni, cominciando a giocare con il cucciolo.
Anche mamma, dopo un po’, sarebbe stata contenta.

 
FINE
 

So che non è tra le migliori robe che io abbia scritto, tuttavia, posso affermare di essere abbastanza soddisfatta. Il contest prevedeva la presenza di alcuni pacchetti, contenenti alcuni vincoli, io avevo scleto Mizar, che aveva la parola fratelli e la foto di un cane dalmata. Da qui sono venuti fuori Giovanni e Antonio in una Sicilia rovente... Dovevo pur infilarlo da qualche parte il caldo che mi sta distruggendo. La flash si è classificata ottava e, come già detto, nel complesso sono soddisfatta.
Dimenticavo, per il titolo si ringrazia Sterne, senza la quale questa storia sarebbe stata presentata al contest come "la storia per il contest".
A presto, Nicole Spurce.
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Per ultimo, figlio di una follia post esame, è nato un blog gestito a staff da me e da altre amiche, in cui si parlerà di tutto, dalla moda alla letteratura, passando anche per film, telefilm, cronaca, leggende e quant’altro, fate un salto se vi va: Le ragazze del Cafè 64.

   
 
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