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Autore: Angelo disteso al sole    08/08/2013    3 recensioni
Louis e Harumi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei che sapeste che dedico questa piccolissia storia alla mia carissima amica Rò, la mia più cara amica. Ti voglio bene Besa. <3 -


Quando l’ho conosciuta avevo più o meno diciassette anni, lei appena quindici. Era solo una ragazzina,Harumi,ma per me era un piccolo fiore, stava sbocciando al sole.
Era piena estate, ricordo che l’osservavo sempre mentre si tuffava in acqua dalla roccia più alta. Amava il pericolo, era una pazza.
Le sorridevo sempre, lei ricambiava e credo che fu quello il momento in cui ci innamorammo. Sorridendo. Niente di più semplice e vero.
I suoi capelli color oro e i suoi occhioni nocciola mi perseguitano ancora adesso.
- Ti amo, Louis. – mi sussurrava all’orecchio mentre le nostre mani s’intrecciavano.
Giuro che sentii il cuore scoppiare. Credevo di morire in quel preciso istante. E’ incredibile la sensazione che si prova quando guardi negli occhi la persona che ami e lei ricambia.
Innamorarmi di lei e renderla felice, quella breve estate, fu l’unica cosa importante della mia vita. Lei era il mio sole e come tale, illumina la mia strada anche oggi.
Ma si sa, gli amore estivi non durano mai tutta la vita e ben presto, ci allontanammo.
Le nostre mani non s’intrecciarono più, i nostri occhi non si cercarono più, i nostri sorrisi si spensero. Lei andò via e non tornò mai più.
Sebbene avessimo passato solo due mesi insieme, il mio amore per lei vinceva contro qualsiasi ragazza o donna che incontravo lungo il mio cammino. Per anni ho cercato di dimenticarla, ma tutto invano. Cosa può la mente contro il potere dell’amore?
Sono passati sei anni, sei lunghissimi anni e ricordo ancora perfettamente il suo volto. I capelli che le coprivano un occhio, le ciglia lunghe, gli zigomi alti e rossi, le labbra carnose e rosa. La mia perfezione.
La vita mi ha portata a fare scelte diverse da quelle che volevo a diciassette anni, ricordo che all’epoca volevo viaggiare, volevo vivere il giorno al meglio e divertimi. Crescendo mi resi conto che la vita non è come te l’immagini da adolescente. La sindrome di Peter Pan è passata e sono diventato adulto.
Mi sono laureato due anni fa in Architettura e ora sono alla ricerca di un lavoro.
Ogni colloquio però era sempre deludente.
- Cerchiamo qualcuno con più esperienza. – mi liquidavano velocemente.
Ora sono fuori un grandissimo Ufficio, ci saranno circa settecento uffici qui dentro.
Entro sbalordito e noto che al colloquio si sono presentati un’infinità di candidati.
Mi accomodo comodamente su una poltrona in attesa del mio turno e inizio a vagare con la mente.
- Giura che non ci lasceremo mai, Louis, giuralo. – ricordo perfettamente ogni sua parola, ogni sua frase. Era così dolce, così indifesa.
Sorrido al ricordo e noto che dei ‘rivali’ mi guardano stranito. Schiarisco la voce tossendo e allargo la cravatta che inizia a stringere troppo.
- Salve, sono qui per incontrare il Dot. Morris, sono il suo avvocato. – una donna alta, slanciata e molto seria si avvicina ad uno dei vari sportelli
- Attenda, prego. – le rispondono.
Con una mano mantiene una valigetta e con l’altra sposta via i capelli dal viso. Capelli color oro. Sospiro alla sua vista, ha un qualcosa di familiare.
- Il Dot. Morris si scusa, ma la prega di passare in serata. – le comunica
- Può avvisare il mio cliente che non intendo aspettare altri cinque minuti, è lui a rischiare dai cinque ai dieci anni. – sorride sarcasticamente
- Vado subito. – aggiunge l’uomo.
Si volta verso di noi, notando il gran numero di possibili architetti e qualcosa scatta dentro di me.
Saranno i suoi occhi color nocciola o le labbra rosa, ma sento qualcosa smuoversi.
- Mi scusi. – mi alzo, notando le occhiatacce dei miei ‘rivali’. E’ una bellissima donna, vorrebbero tutti provarci con 

- Si, mi dica? – fissa l’orologio prima di portare i suoi occhi ai miei – Ci conosciamo? – spalanca la bocca, quasi sorpresa
- Credo di averla già vista da qualche parte. – sorrido quasi imbarazzato – Sono Louis Tomlinson. – tendo la mano verso di lei
- Oh mio Dio. – sgrana gli occhi – Louis? – sorride
- Allora avevo ragione a pensare di conoscerla, signorina? – strizzo gli occhi per cercare di vedere la sua figura nella mia mente
- Sono Harumi, Louis. Sono Io. – mi prende la mano, stringendola forte
- Harumi – l’abbraccio, lasciando che vari sguardi ci piombassero addosso – Ti ho cercata per molto tempo. – le sussurro mentre la tengo stretta
- Diavolo, Louis, non sai quanto tu mi sia mancato. Sono tornata qualche volta, ma non ti ho più rivisto al mare. Ero a pezzi. – sorride staccandosi
- Sei bellissima, proprio come ti ricordavo. Sei davvero stupenda. – poso una mano sul suo viso, ammirandola proprio come la prima volta
- Ti va di vederci a cena, questa sera? – afferra la mia mano
- Ti va di vederci per sempre? – una lacrima percorre il mio viso – Non ti ho mai dimenticata, Harumi. -
- Neanche io Louis, mai. – asciuga le mie lacrime e mi lascia un dolce e soffice bacio sulle labbra.


Sono tre anni che io e Harumi stiamo insieme e ieri, alla cena per il nostro anniversario, le ho chiesto di sposarmi.
Ci siamo sposati in un parco molto romantico, in primavera. Non per questo, Harumi, significa bellezza di primavera.

  
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