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Autore: givemecigarettes    08/08/2013    3 recensioni
Krause Family Skate Park, San Diego.
Zayn Malik alle prese con un dannatissimo trick che non riesce da più di due settimane, ed Harry Styles, aspirante fotografo alla ricerca di un soggetto nuovo da immortalare per un progetto scolastico.
One-shot scritta per l'iniziativa “AU!Niam/Zarry/Lilo/Nouis/Lirry Fest.” del gruppo Wanki!Fic.
Zarry, past!Larry
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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One-shot scritta per l'iniziativa “AU!Niam/Zarry/Lilo/Nouis/Lirry Fest.” del gruppo Wanki!Fic

Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcun scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né tantomeno offenderle in alcun modo. In particolare, si ricorda che la sezione in cui siete “incappati” è lo SLASH, ovvero tutte quelle storie dove è presente una relazione omosessuale tra uomini con fattezze reali, pertanto se non gradite il genere/la sezione non andate oltre.
 
Autore: givemecigarettes
Titolo: Catturami
Coppia/e scelta/e: Zayn/Harry
AU scelto/i: Skaters!AU, Photographer!AU
Genere: Fluff, Romantico (anche se poco)
Avvertimenti: Nessuno
 
 
*I numeri presenti in apice accanto ad alcune parole riconducono alla breve ‘legenda’ che si trova alla fine della os. Sono termini specifici dello skateboarding, pertanto troverete le spiegazioni appunto in fondo al testo. Enjoy!*
 
 
 
 

Catturami.

 
Il Krause Family Skate Park è una delle più importanti piste di skateboard della California.
Zayn l’aveva visitato la prima volta quando aveva un anno e sette mesi, e ovviamente non se lo ricordava, ma sua madre gli raccontava sempre di come i suoi minuscoli occhi color caramello avessero luccicato per un istante, mentre un ragazzo sulla ventina ricoperto di tatuaggi si allenava per un perfetto 360 flip[1].

Erano le tre del pomeriggio di una (forse troppo) calda giornata primaverile, e Zayn si sentiva proiettato a ventun anni prima, la pista enorme, le panchine, le scale, i  corrimani, i pipe, i funbox e i vert[2], i murales.
Non che tutto questo se lo ricordasse, ma a furia di ascoltare la storia di sua madre, si era più o meno immaginato quella giornata come la più bella di tutta la sua vita.

Zayn se ne stava seduto sul bordo di un half-pipe[3], con lo skate da sette pollici e mezzo degli Anthrax alla sua destra e le Vans Authentic nere alla sua sinistra, mentre si rompeva definitivamente le croste sulle ginocchia già insanguinate.
“Mamma mi ammazza” sussurrò grattandosi il collo tatuato, prima di portarsi una gamba al petto, afferrare coi denti il tessuto stracciato dei pantaloni e tirare con tutta la forza che aveva.

Track.

Un taglio netto, e il tessuto rovinato si strappò rumorosamente. Zayn sputacchiò via i fili che erano rimasti in bocca, per poi eseguire la stessa operazione al ginocchio destro. Il risultato fu più che soddisfacente: aveva le ginocchia (insanguinate) libere e fresche, senza che il jeans le irritasse ancora di più.
Gettò i rimasugli della stoffa contro il muro, insieme alla felpa grigia Obey e il cappello rossonero dei Chicago Bulls.
Sarebbe dovuto passare dallo Store e comprare un nuovo paio di pantaloni, prima di tornare a casa.

Il problema era che, di quel passo, avrebbe dovuto rifarsi completamente il guardaroba, dal momento che gran parte delle felpe, delle canotte, dei pantaloni e delle scarpe presentavano dei buchi all’altezza dei gomiti, delle spalle, delle ginocchia e dei talloni.

Ma non era colpa sua se quel dannatissimo switch heel triple set[4]  non gli riusciva.
Si stava allenando da due settimane per quell’odioso trick[5], ma niente.
Stava iniziando a perdere le speranze.
No. Zayn Malik non perde mai la speranza.
Si rialzò velocemente, montò sullo skateboard e raggiunse in pochi secondi la rampa di scale.
Spostò il piede sinistro sul tail[6], facendo saltare la tavola e afferrandola al volo.

A noi due.
 

 
 *


 
“Sai già dove andare, per il progetto?” Niall raccolse gli ultimi appunti dal banco, li gettò noncurante nello zaino e corse verso Harry.
“Sinceramente?” Il riccio tirò fuori una sigaretta dalla tasca. “Non ne ho la minima idea.”
Niall rise, ricevendo un’occhiata truce dall’amico.
“Vuoi dirmi che San Diego non ti ispira neanche un po’?”
Harry aspirò un altro tiro dalla sua Marlboro Gold, alzando gli occhi al cielo.
“Non sto dicendo quello. Dico solo che non mi viene in mente nessun posto originale da poter fotografare, tutto qui.”
Niall si infilò il casco con l’immancabile bandiera irlandese sulla testolina bionda, prima di “Quindi che farai?”
Harry gettò il mozzicone oltre la siepe del parcheggio, tirò fuori dalla tasca le chiavi della sua Vespa LXV 125 e montò in sella, mentre “Penso che vagherò per San Diego alla ricerca di qualcosa di nuovo.”
Rivolse un sorriso a Niall, prima di indossare il casco rigorosamente slacciato e dirigersi verso la periferia dell’enorme città, davvero alla ricerca di qualcosa di nuovo da immortalare.
 

*

 
Zayn cadde rovinosamente a terra.
“Fanculo” borbottò, prima di rialzarsi faticosamente da terra e raccogliere lo skateboard.

Click.

Il moro voltò di scatto la testa, mentre la bocca si apriva in una “o” di stupore.
Di fronte a lui, con una macchina fotografica nera, stava un ragazzino di circa vent’anni o meno, jeans chiari, converse bianche e t-shirt blu.
Zayn lo guardò scettico, prima di “E tu saresti..?”
Assomigliava vagamente ad un ragazzo che aveva già visto in foto, ma non si ricordava dove.
Riccioli D’Oro (Zayn decise di soprannominarlo così) non rispose. Si limitò a spostarsi un ricciolo selvaggio dagli occhi (che Zayn dedusse fossero verdi) e scatto un’altra foto.

Click.

Zayn sbottò, abbassandogli il braccio e rimanendo spiazzato: si trovò davanti un faccino adorabile munito di occhioni da bambolotto e fossette, labbra rosse e sottili, denti bianchi che si mordevano la lingua in segno di concentrazione.
“Scusami” balbettò quello, grattandosi la nuca. “Sono stato un idiota davvero. È solo che tu eri lì che provavi il tuo trick e non mi andava di disturbarti, ma eri bellissimo e quindi ti ho scat..” Zayn sorrise. Non vedeva niente di così luminoso da tanto tempo.
 
 
 
 
Harry si morse la lingua, dandosi del deficiente nella mente. Perché era partito in quarta, perché? Eppure non era da lui essere imbarazzato, insomma stiamo parlando di Harry Styles!
Non riusciva proprio a spiegarsi cosa fosse successo esattamente.
Aveva vagato per la periferia di San Diego per un po’, aveva seguito uno skater dall’aria interessante e boom, Krause Family Skate Park, tante rampe, tanti skateboard, tanti giovani, lui. Harry non sapeva esattamente chi fosse, ma era lì con i pantaloni strappati e le maniche corte arrotolate che provava uno switch heel trile set, e gli era venuto spontaneo avvicinarsi.
Perché aveva visto milioni di volte suo fratello cadere per provare quel trick, perché era dannatamente bello, perché il sole che penetrava dalle finestre lo illuminava, perché era sudato e luccicava, perché era dannatamente sexy, perché aveva dei tatuaggi familiari, perché era un bel soggetto per il progetto, perché era interessante, perché era qualcosa di nuovo.
“Amico, ci sei?” Lo sconosciuto gli sventolò una mano davanti agli occhi, facendolo arrossire.
Fanculo.
“Mh? Sì scusami, dicevo che non era mia intenzione farti cadere dallo skate, davvero, non so neanche come ci sono finito qui sinceramente e mi domandavo se tu vol..” Il ragazzo lo bloccò di nuovo, mettendogli una mano sulla spalla.
“Io sono Zayn, ho ventun anni e vengo qui da quando ho sei anni. Tu sei?”
Harry sbatté le palpebre un paio di volte.

Riacquista il controllo Styles.

“Oh, mh, sì, giusto. Io sono Harry. Harry Styles. Ho diciotto anni e frequento la Richard Avedon Academy. È una scuola di fotografia, se non si era capito.”
Harry si fermò un attimo, prima di prendere il respiro, la mano di Zayn che ancora scottava sulla sua pelle.
“Tra tre giorni devo consegnare un progetto per il quale dobbiamo fotografare qualcosa o qualcuno” Harry marcò questa parola, e Zayn fu scosso da un leggero brivido lungo la spina dorsale, “di interessante e inusuale. Strano, per certi versi.”
“Ti sembro un tipo strano?” Zayn sogghignò.
 
 
 
 
 
Harry si grattò la nuca, lasciando che un lembo di pelle vicino ai jeans si scoprisse. Vi era tatuata una piccola rondine nera con una rosa in bocca, e a Zayn sembrò di aver visto quel tatuaggio già da qualche parte, ma sul lato sinistro.
Harry continuava a borbottare frasi sconnesse del tipo Eri lì e non potevo non fotografarti  o Amico, quel trick è davvero complicato,ma Zayn lo stava ascoltando a stento.
I suoi occhi si illuminarono quando, scavando nella memoria, si ricordò di quello studio abbozzato nella cantina, le foto di lui ed Harry sui mobili, il tatuaggio della rondine, gli aghi e i colori.

Louis Tomlinson.

“Siete ancora fidanzati, voi due?” Zayn non riuscì a fermarsi, le parole erano lì sulla punta della lingua e lui non era riuscito a fermarle.
Harry si bloccò, guardò Zayn con una faccia confusa, per poi “Scusami?”
Zayn si stava odiando  in quel momento, ma ormai la bomba era stata scagliata.
“Ti ho chiesto se tu e Louis state ancora insieme.” La voce di Zayn si era fatta più bassa, e si maledisse ancora una volta alla vista di Harry che, sentito il nome del suo (ex) ragazzo, sbiancava.
“Oh, mh, n-no. Mi-Ci siamo lasciati un bel po’ di mesi fa.” Harry era evidentemente a disagio e Zayn decise di non fare altre domande, ma a quanto pare Riccioli D’Oro non era dello stesso avviso.
“Tu eri un suo cliente vero?”
Ora fu Zayn a non capire.
“I tatuaggi” Harry indicò quelli sull’avambraccio, “C’erano delle foto con i tuoi tatuaggi nel suo libro dei prototipi.”
Zayn aveva la gola secca e non capiva perché. Fu Harry a interrompere quel discorso scomodo.
“Allora” sorrise, il suo volto si illuminò di nuovo, e Zayn riprese a respirare, le guance in fiamme e il cuore che sbatteva contro la gabbia toracica, “Mi concedi queste foto?”
Zayn annuì senza distogliere lo sguardo dal riccio.

Non sarebbe stato niente di complicato, no?

“Però”, Harry si bloccò mentre correva giu per la scalinata, “aspetta che riesca a saltare bene, prima!”
Ma il riccio si era già steso supino, e con l’occhio sinistro strizzato contro la macchina, aveva già scattato un paio di foto al moro mentre si aggiustava le vans ai piedi, mentre controllava che le ruote della tavola fossero ben avvitate, mentre si passava una mano sulla fronte, perché stava facendo decisamente troppo caldo.
Zayn si posizionò con lo skateboard a distanza di qualche metro , quanto bastava per poter prendere la rincorsa e acquistare velocità.
Quando cadde (nuovamente) a terra e i gomiti presero a sanguinare, Harry si alzò di scatto e “Ti sei fatto male?”
“Mai stato meglio” ghignò l’altro, prima di sollevarsi con un mugolio e salire le scale a due a due.
Ogni volta che Zayn cadeva (Harry ne aveva contate circa quindici), il cuore gli arrivava in gola e gli mancava l’aria, fino a quando il ragazzo non si alzava urlando uno “Sto bene, sto bene!”, ed Harry poteva riprendere a respirare tranquillamente.


Erano le cinque del pomeriggio quando Harry sputò un “Perdi l’equilibrio sul nose[7].”
Zayn si fermò, un sopracciglio alzato e uno sguardo scettico sul volto.
Riccioli D’Oro si diresse verso di lui, lo spinse giù dalla tavola e parti in quarta, di nuovo.
“Mio fratello Greg, quando vivevamo ancora a Dallas, un paio di anni fa, frequentava uno Skate Park. L’ho visto miliardi di volte provare questo trick.” Harry ammiccò, e Zayn trovò difficile deglutire.
“Quando stai scendendo, non rimanere con il peso in avanti, ma spostati indietro. Ti sembrerà di cadere, invece quando atterrerai, il tuo corpo sarà perfettamente in equilibrio, e il tuo salto sarà bello e fatto.”
Ammiccò di nuovo, mentre Zayn scuoteva la testa per riprendersi da quella visione celestiale.
“Staremo a vedere” biascicò, prima di spingere Harry giù per le scale e saltare sullo skate.
Rincorsa, ollie[8], 360, “Peso indietro Zayn!” la voce di Harry quasi ovattata, pavimento.

In piedi.

Zayn non si mosse.
Non poteva crederci.
Un po’ perché erano due settimane che cadeva per colpa di quel fottutissimo trick, un po’ perché era riuscito ad eseguirlo perfettamente sotto consiglio di un diciottenne che non aveva mai toccato una tavola.
Harry lo abbracciò, il suo profumo gli invase le narici, i capelli gli finirono in bocca e sentiva la pelle scottare fastidiosamente.
“Ce l’hai fatta amico! Che ti avevo detto? Tu pensavi che non ne capissi niente, invece ti ho dim...” Harry si perse nel suo monologo di tre minuti e mezzo, mentre Zayn annuiva meccanicamente e sorrideva come un idiota.
“Catturami” sussurrò, interrompendo il riccio bruscamente.
Raccolse lo skate e  si diresse verso la rampa secondaria per non dover salire le scale, mentre un sorriso enorme si apriva sul suo volto.
 
 
 
 
 
Harry era rimasto lì bloccato a guardarlo, il sole che gli illuminava gli occhi color caramello e i capelli neri, gli zigomi alti e scolpiti, le abrasioni sulle braccia, il tatuaggio sullo stinco sinistro.
Catturami.
Harry non capì bene cosa volesse dire, fino a quando “Harry, Harry! Catturami!” gridò Zayn, il sorriso stampato sulle labbra rosse, mentre prendeva la rincorsa.
Così prese la macchina fotografica, e catturò Zayn: volava con lo skate sotto i piedi, a torso nudo (quando se l’era levata la maglietta?), i pollici in su, gli occhi spalancati e luminosi, la lingua di fuori, mentre gli ultimi raggi di sole entravano dalla finestra alle sue spalle, un alone dorato intorno al suo corpo, quasi come una visione.
Sì,si disse Harry nella mente, mentre scattava foto insensate a Zayn e al suo sorriso, questo è decisamente qualcosa di nuovo.
 
 
 
 
 
 
Zayn non faceva altro che provare quel trick. Gli ricordava terribilmente Harry, le sue fossette dolci ai lati della bocca, gli occhioni verdi, i riccioli d’oro che odoravano di lavanda e di buono, il tatuaggio della rondine, la sua risata, le converse bianche, la macchina fotografica, la pelle calda, la voce dolce.
“Zay!” Una voce familiare alle sue spalle lo riportò sulla Terra, mentre la schiena fu attraversata da numerosi brividi.

Correre, saltare, gioire, abbracciare.

“Ho preso A+ Zay, ti rendi conto?”

“Posso chiamarti Zay? È piu tenero.”
“Solo se posso chiamarti Harriet.”

“Abbiamo preso A+, Harriet!” Ammiccare e sorridere.
“Si si come vuoi tu, Zay!” Harry non riusciva a stare fermo.
Un po’ perché quel voto era sicuramente il più alto mai preso in cinque anni di scuola, un po’ perché stare vicino a Zayn gli faceva battere forte il cuore, e non riusciva a trattenersi.
“Ti va di rimanere a cena da me, stasera?”

Guance rosse, imbarazzo, occhi luminosi.

“Sai, i miei sono fuori e mi chied..”

Nessuna esitazione.

“Certo!”

Sorridere.

E Zayn si sentiva talmente rilassato ed entusiasta della piega che la sua vita stava prendendo, da non accorgersi che stavano camminando vicinissimi, le spalle incollate, le mani che si sfioravano.
Brividi.
E Zayn era così leggero e felice, perché Harry aveva colto il messaggio e l’aveva catturato.
Con l’obbiettivo della macchina fotografica, con gli occhi, con la voce, con i sorrisi, con tutto.
Harry l’aveva catturato, e niente sarebbe potuto più andare storto.
 
 
 








[1] 360 flip: consiste in una rotazione della tavola di 360 gradi lateralmente in contemporanea ad una di 360 gradi sul suo asse centrale. Il nome indica che è composto da queste due rotazioni, chiamate rispettivamente "360" e "flip". (minuto 1:38)
[2] pipe, funbox, vert: rampe o tunnel utilizzati nello skateboarding. Pipe, funbox, vert.
[3] half-pipe: rampa a sezione semicircolare.
[4] switch heel triple set: acrobazia. (minuto 1:10)
[5] trick: termine che indica le acrobazie affettuate con lo skateboard.
[6] tail: parte posteriore dello skateboard.
[7] nose: parte anteriore dello skateboard.
[8] ollie: acrobazia di base che consiste nel saltare insieme allo skateboard senza toccarlo con le mani. (minuto 2:49)
 
 
 
 
Hola.

Premettendo che adoro gli AU che ho scelto, non sono molto convinta di questa ‘cosa’ che ho pubblicato. È la prima volta che partecipo ad un Fest, quindi compatitemi ;___;
Posso solo dire che grazie a questa os ho scoperto il magico e favoloso mondo dello skateboard e dei trick più assurdi, e ho imparato a fare l’ollie con la tavola di mio fratello (esultate con me).
Ora mi dileguo.

ADIOS!

*Non capisco perché continuo a parlare spagnolo nonostante non lo studi.*
 
  
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