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Autore: Ludo1008    08/08/2013    0 recensioni
Cosa accadrebbe se improvvisamente scoprissi di avere una sorella e un passato oscuro alle spalle di cui non sapevi assolutamente l'esistenza, che ti porterà a vivere un'incredibile e emozionante avventura ricca di colpi di scena e ti farà entrare in un giro di persone da cui è meglio tenersi alla larga? E se in questa "avventura" nella quale rischi costantemente la vita ti accompagnasse il ragazzo che hai sempre amato ?
Ellen è una ragazza di 17 anni, vive a New York e non ha più una famiglia per degli inspiegabili avvenimenti e scoprirà di avere una sorella che la cercava, per svelare il mistero che si cela dietro la scomparsa della loro famiglia.
Justin è un ragazzo apparentemente stronzo e insensibile, che si rivelerà però molto importante per riportare la serenità nella disastrosa situazione..
E dopo questo.... ci sarà altro da scoprire?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chaz , Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 7:
 
Ellen’s point of view:

Sento un tiepido calore sulla pelle … che meravigliosa sensazione.
Ancora con gli occhi chiusi, mi stiracchio e quasi subito le mia braccia entrano in collisione con due corpi posti ai miei fianchi, che lanciano un acutissimo urlo.

Spaventata, spalanco gli occhi e mi ritrovo accanto alle mie due amiche che ancora assonnate mi guardano con una faccia tipo “ora ti ammazziamo”, mentre ai miei occhi sembravano più due polli spennati.
Improvvisamente mi torna tutto in testa: Justin, il pigiama-party, la nuova alunna e i miei strani ricordi…

“Ragazze, scusate, mi sono dimenticata di voi!” dico iniziando a ridere senza sosta. “Ah si? Ti sei dimenticata di noi?” commenta Sum con un sorrisino malizioso stampato in faccia. “Ora ti facciamo vedere noi” continua Ilenia sempre con sguardo malizioso.
Entrambe afferrano i loro cuscini e io non faccio in tempo a capire le loro intenzioni, che subito me le ritrovo addosso che mi danno cuscinate.
“Ragazze … Smettetela!” dico tra una risata e l’altra.

Alla fine si guardano compiaciute e mi lasciano libera. “Chiedo umilmente perdono mie padrone” dico inginocchiandomi con la faccia più seria che riesco a fare, senza lasciar trapelare il sorriso che stava lentamente spuntando sul mio volto.
“Si, serva, sei perdonata” dicono in coro guardandomi con aria di sufficienza. Poi ci guardiamo e scoppiamo nuovamente a ridere.
“Dai ragazze, basta abbiamo scherzato anche troppo. Ora dobbiamo prepararci per andare a scuola!” e così dicendo mi alzo dirigendomi in bagno.

Mi lavo facendomi una bella doccia calda nel tentativo di scacciare via tutti i miei brutti pensieri, poi avvolgo il corpo nel mio asciugamano preferito, un enorme telo di stoffa turchese che apparteneva a mia madre: ogni volta che lo odoro o che me lo sento addosso, mi sembra di stare vicino a lei.

Esco dal bagno tutta gocciolante e trovo le mie due “simpaticissime” amiche che frugano indisturbate nella mia cabina armadio, in cerca di qualche abito da rubarmi per andare a scuola.

Mi avvicino a loro di soppiatto, senza fare rumore, poi alzo le mani in aria e urlo “Ma fate con comodo!” facendo fare un volo di 2 metri a entrambe.
“Ehm, ehm, scusaci ma stavamo cercando qualcosa da metterci” dicono imbarazzatissime.
“Tranquille ragazze, stavo scherzando. Aspettate ora via aiuto” dico avvicinandomi all’armadio e iniziando a rovistare.

Dopo circa 15 minuti di ricerca, ho trovato qualcosa per tutte: per Summer un paio di jeans neri stretti, una maglietta mono spalla rosa cipria e un paio di All Star dello stesso colore;



Per Ilenia, una gonna a balze blu scuro, una canottiera nera con delle rose davanti e un paio di ballerine nere in vernice;



Infine io ho scelto un paio di shorts in jeans, una maglietta a fascia celeste con una striscia in pizzo bianco nella parte alta e un paio di ballerine celesti.



Appena tutte e tre abbiamo finito di vestirci, andiamo in cucina, mangiamo un croissant alla marmellata e ci catapultiamo fuori di casa.

“Sei pronta El? Oggi incontrerai la nuova alunna e cercheremo di scoprire se ha qualche legame con te e la tua famiglia” mi dice Sum sorridendo dolcemente.
“Non so Sum, se lei dovesse essere mia sorella, cosa che reputo davvero impossibile, io non credo di essere davvero pronta.” Prendo una pausa per pensare alle parole giuste “Voglio dire: perché i miei genitori non mi hanno mai detto che avevo una sorella, o comunque perché io non mi ricordo di averne mai avuta una? Tutto ciò mi sembra strano, anche la nostra somiglianza e il mio improvviso ricordo mi sembrano strani, quasi inquietanti”dico parlando più a me stessa che a Sum.

“Bhè sicuramente scopriremo tutto quanto molto presto” dice Ilenia indicando con un cenno del capo in un punto davanti a me.

Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti LEI: Sara!
È con altri due ragazzi, probabilmente quelli di cui mi parlavano ieri Summer e Ilenia, sta parlando con loro e non mi ha ancora notata, fino a che uno dei sue amici, capelli biondi e sorriso da mozzare il fiato, guarda nella mia direzione e smette di parlare, indicandomi con un impercettibile movimento di sopracciglio che sembra catturare l’attenzione solo di Sara, la quale subito si volta verso di me.

Io sono paralizzata, ci fissiamo da non so quanto tempo e sembra che i suoi occhi stanno cercando di carpire qualche informazione dal mio sguardo. Devo dire che guardandola, mi sembra di vedere me, con la differenza che lei è un po’ più alta e ha un aspetto da grande, ma per il resto potremo davvero sembrare sorelle.

Continuiamo a fissarci e nel frattempo io cammino via trascinando le mie amiche con me che confuse, mi seguono senza aprir bocca. Appena entro a scuola e sono ormai nascosta dallo sguardo indagatore di quell’inquietante ragazza, mi fermo e all’improvviso mi compare in mente un altro ricordo del passato.

Flashback:

Sto giocando allegramente con una bambina nel cortile della mia casa, quando due uomini incappucciati e tutti vestiti di nero la alzano di peso e le tappano la bocca per non farla urlare. Lei si dimena e io non so che fare, sono paralizzata. Uno dei due uomini che ha un piccolo tatuaggio a forma di albero nel polso si rivolge a me e mi dice “Tu piccolina stai zitta o farai la sua stessa fine”.

Io inizio a urlare “Sorellina! Sorellina! Lasciatela in pace!” poi scappo dentro casa a chiamare i miei genitori, ma quando usciamo facciamo appena in tempo a vedere un’auto nera che sfreccia a tutta velocità per la strada, in cui c’era quella che io chiamo sorellina ….

Mia mamma cade in terra piangendo e io e papà ci avviciniamo a lei “Mamma tranquilla, la ritroviamo” dico io cercando di rassicurarla accarezzandole la testa.
“Oh bambina mia, sei così piccola! Ormai non c’è più nulla da fare, l’hanno presa!” dice mia mamma continuando a singhiozzare sempre più forte.
“No mamma, la ritroveremo va bene?” dico io sperando davvero in qualche speranza. “No Ellen. Ormai non si può fare nulla, quello che non doveva accadere è accaduto e non si può tornare indietro. Ora devi promettermi che ti dimenticherai di tua sorella. Promettimelo Ellen” continua mia mamma.
“Ma mamma io… “ cerco di protestare “No, è giusto così, e ora entriamo a casa e facciamo come se non è  successo nulla” conclude mio padre.

Prima di entrare in casa mi giro un’ultima volta verso la strada e alzando la manina dico “Sorellina” in un sussurro …




Fine Flashback.

Spalanco gli occhi scioccata e guardo le mie amiche.
“Ragazze ho avuto un altro flashback” dico con le lacrime agli occhi raccontandole ciò che avevo appena visto.
Le mie due amiche finito di narrare, hanno le facce più confuse di questo mondo. “Cosa significa che tua sorella è stata rapita e i tuoi genitori ti hanno detto di dimenticarla che tanto non si poteva più fare nulla?” mi chiede Ilenia con un punto interrogativo stampato in faccia. “Non lo so ragazze, davvero, non so cosa pensare, questa situazione mi sta confondendo sempre di più” dico mettendomi le mani nei capelli.

“Hey ragazze!” due voci ci chiamano. Sono Chaz e Justin… ecco, Justin. Cerco di non incrociare il suo sguardo, ma lui purtroppo mi tocca un braccio e mi dice imbarazzato “Ti devo parlare El”. Io mi allontano in una angolo del corridoio con lui e con le braccia sui fianchi lo incito a parlare.

“Ecco, vedi, ho mollato Karen” il mio cuore fa venti capriole, ma devo fare la sostenuta “E quindi?” dico nascondendo il mio stato di felicità.
“Ti prego El, non fare l’antipatica, io te lo sto dicendo perché c’è un motivo se l’ho mollata …” dice sbuffando. “Sarebbe?” domando guardandomi le unghie.
Con le guancie rosse dall’imbarazzo dice “Forse mi sto innamorando di un’altra ragazza”.
Il mio cuore esplode: forse sono io quella ragazza, mi immagino già sull’altare con lui che mi dice di sposarlo e poi ci baciamo appassionatamente…. Ma NO! Non devo fantasticare troppo perché fa male alla salute,ok non è vero neanche questo, ma se continuo così finisce che mi faccio mille complessi mentali e poi magari non gli piaccio veramente.

“E chi è questa ragazza?” chiedo con nonchalance.
“Questo non posso dirtelo” mi risponde abbassando lo sguardo e trovando improvvisamente molto interessanti le sue supra nere.
“Dai Justin, perché? Ormai siamo diventati amici mi puoi dire tutto!” dico con una faccia da cucciola sbattendo le palpebre.
“Mi tenti molto così, ma non ti posso dire comunque il suo nome perché è tua amica”.

Ci metto qualche secondo ad immagazzinare le sue parole, dopodiché appena le ho comprese tutte, sento un enorme peso addosso, come se l’intero universo mi fosse crollato sulle spalle, ma io a differenza di Ercole non riesco a tenere tutto sopra di me, rischio di crollare.
Lui potrebbe essersi innamorato di Ilenia o Summer!

Non voglio neanche immaginare come mi sentirei se dovesse essere la verità: già quando si era fidanzato con Karen, ogni volta che li vedevo vicini sentivo una pugnalata al petto, ma se ci fosse in mezzo una delle mie migliori amiche mi sentirei come se di pugnalate me ne arrivassero dieci tutte dritte al cuore. Insomma non lo sopporterei.

Così stavolta senza nascondere il mio stato d’animo rispondo “Ah, va bene, quando ti va di dirmi chi è allora fammi un fischio. Ora devo andare scusa”. Ok forse sono stata un po’ troppo acida, ma notizie così sconvolgenti non si sentono ogni giorno.

Faccio per andarmene quando lui mi blocca per un braccio “El, c’è qualcosa che non va?” mi chiede un po’ preoccupato.

-Ma no, tranquillo, mi sento solo a pezzi, sai è così bello sentirsi dire che il ragazzo di cui sei innamorata da quasi  4 anni, improvvisamente molla la fidanzata oca per dirti che forse si sta innamorando di una delle sue migliori amiche, quando invece tu speri solo che lui ti dica di averla mollata per stare con te!- Gli avrei voluto dire, ma invece mi limito con molta frustrazione nella voce a dire “No tranquillo, solo, se ti interessa una delle mie amiche non farla soffrire, te lo chiedo per favore”.

Il suo sguardo passa da preoccupato a confuso. Piega la testa di lato per pensare e dopo averci riflettuto un po’ risponde non tanto sicuro “Ehm… V-va bene” annuisco con un cenno del capo e non aspettando altra risposta giro le spalle e lo lascio solo in mezzo al corridoio sentendo le lacrime che chiedevano prepotenti di uscire per farmi vergognare davanti a tutti.




Vedo le mie amiche che si avvicinano da lontano a me, ma non ho voglia di parlare né con loro né con nessun altro in questo momento, perciò cambio strada e mi dirigo verso la classe di letteratura, dove ho la prima ora di lezione.

Entro nell’aula dove noto con sollievo che la professoressa non è ancora arrivata, sento qualcuno che mi chiama dal fondo della classe. Mi giro e vedo Eric che con un cenno della mano mi invita a sedermi accanto a lui. Vado agli ultimi posti e mi siedo accanto al bellissimo ragazzo che subito inizia a parlare
“Hey Ellen!” dice sorridente (e che sorriso!). “Hey Eric, come va?” rispondo anche io altrettanto sorridente.
“Splendidamente e a te?” “Diciamo che potrebbe andare meglio .” dico sospirando. “Come mai?” mi chiede lui aggrottando le sopracciglia.
“Problemi di cuore lasciamo perdere, preferisco non parlarne ora …”. “Ah va bene tranquilla, ma ti vorrei fare una domanda se posso” mi chiede guardando per terra.

“Certo! Spara!” rispondo felice (forse un po’ troppo) che abbia lasciato cadere l’argomento “problema di cuore” senza dire nient’altro.
“Bhè, ecco, tu e Sara Key, ecco, siete tipo… parenti o qualcosa di simile? Perché vi somigliate tantissimo” mi chiede con una faccia abbastanza confusa.

Io inizio a ridere istericamente e rispondo “No! Ma perché me lo chiedono tutti? Io non la conosco questa ragazza! L’ho vista stamattina per la prima volta e effettivamente e molto simile a me, ma posso giurare di non conoscerla affatto, almeno credo …”.

Eric mi guarda pensieroso come se stesse elaborando chissà quale discorso e poi invece smonta tutte le mie aspettative con un “Perché hai detto CREDO di non conoscerla?”.
“Perché…” ci penso su un attimo riflettendo se sia meglio dirgli la verità o no. Opto per dirgli cosa mi è successo, ormai tanto è diventato un amico.
“Bhè, ora ti dirò una cosa ma mi devi promettere che non la dirai a nessuno!” dico puntandogli un dito contro. “Certo lo prometto! Racconta!” risponde lui sicuro.

“Allora … inizio dicendoti che io sono orfana di entrambi i genitori, che sono morti per un omicidio di cui ancora non si  è trovato il colpevole circa 10 anni fa.” Appena finita la frase posso giurare di aver visto un microscopico ghigno comparire agli angoli della sua bocca, ma non ci faccio molto caso perché penso che ormai sto avendo le allucinazioni peggio di una beduina nel deserto.

“Inoltre non ci sono tracce di miei parenti da nessuna parte, sembra che la mia famiglia fosse stata composta solo da me e dai miei genitori” continuo un po’ triste.

“Comunque, sta di fatto che ieri le mie amiche sono venute a casa mia per consolarmi, sempre per questioni di cuore, e mi hanno raccontato che a suola sono arrivati dei nuovi alunni tra cui c’era anche questa Sara che assomiglia tanto a me. Incuriosita, vado nel suo profilo di Facebook, e oltre a rimanere impressionata dalla somiglianza tra me e lei, capito anche in un album con alcune vecchie foto di quando lei era più piccola e soffermandomi su una in particolare mi viene in mente un flashback, in cui c’ero io che giocavo con una bambina che chiamavo sorellina identica a Sara. Solo che io mi ricordo di aver sempre vissuto in una famiglia molto particolare, che non aveva grandi rapporti di amicizia con altre persone, di conseguenza non mi ricordo neanche di avere mai avuto un’amica così stretta da chiamarla addirittura sorellina” dico parlando tanto veloce che quasi non mi capivo da sola.

“Bhè sicuramente come cosa è molto strana, ma voglio dire: e se questa Sara avesse davvero con te un rapporto familiare di cui tu sei all’oscuro? È una cosa così improbabile?” dice Eric con un tono inquietante.
“No, non è così improbabile come cosa, ma se avessi avuto una sorella, non credi che me lo sarei ricordata?” dico parlando più a me stessa che altro.
“Comunque ora non voglio incasinarmi la testa più di quanto non lo sia già.” Concludo girandomi verso la porta dell’aula e alzandomi in piedi assieme al resto degli alunni per salutare il professore appena entrato.

La lezione prosegue come al solito noiosa e il professore che è più vecchio di mago Merlino di certo non aiuta. Così decido di farmi un bel giretto per i corridoi in cerca di qualche cosa d’interessante da fare.
“Prof, posso andare in bagno?” chiedo svogliata a quella ruga ambulante del tizio seduto dietro alla cattedra.
“Certo signorina, vada pure ma ritorni in fretta perché tra un po’ devo dare i compiti per domani”.

Uscendo dall’aula, lo mando mentalmente a cagare e appena chiusa la porta, inizio ad aggirarmi senza una meta precisa per il corridoio, fino a che presa dai miei pensieri non vado a battere contro qualcuno.

“Oh scusa, non ti avevo vista” dico mortificata rialzandomi da terra e osservando la ragazza che avevo davanti.
“Non fa niente, comunque io sono Sara, la nuova alunna. Stamattina ti ho vista ma non ho avuto occasione di presentarmi.” Dice la ragazza.
Oh cazzo! È quella Sara!! Rimango un attimo interdetta non sapendo cosa fare, poi le stringo la mano e dico “ Piacere io sono Ellen e benvenuta nel nostro carcere.. ehm ehm.. scuola” .

Lei sorride e mi presenta i suoi due amici visti la stessa mattina, ma che in quel momento non avevo neanche notato. “Loro sono Lucas e Thomas, i miei migliori amici, ci siamo trasferiti da poco in città.” Dice indicandomi i due giovani dietro di lei che si avvicinano e mi stringono calorosamente la mano.

Lucas ha gli occhi azzurri e i capelli biondi, un fisico abbastanza tonico e proporzionato e un sorriso smagliante, ma nulla in confronto al mio Justin.

Thomas invece, ha gli occhi color cioccolato con sfumature verdi, fisico slanciato e muscoloso messo in risalto dalla magliettina attillata che portava addosso.
Tutti e due molto attraenti, ma come ho già detto, nulla in confronto a Justin.

Iniziamo tutti e quattro a passeggiare nel corridoio, parlando del più e del meno. Sara è una persona molto simpatica (o almeno così sembra per ora) e diciamo che insieme a lei abbiamo riso la maggior parte del tempo, ma on mi è sfuggita il suo incupimento del volto al nominare la mia famiglia che era stata uccisa anni prima e la scintilla nei suoi occhi quando dissi di essere l’unica superstite di tutta la mia famiglia. Forse si era rattristata per me, ma non mi convinceva molto…

“Qualcuno ti ha già chiesto se siamo parenti o roba simile, per caso?” mi chiede ad un certo punto. “Si, tutti hanno notato una certa somiglianza tra me e te. Perché anche a te ti hanno chiesto qualcosa?” dico accennando una piccola risatina.
“Si. Molta gente appena mi ha vista mi chiedeva: ma tu sei la sorella di Ellen Brooks? O cose così…” dice lei guardandomi intensamente dritta negli occhi, quasi come se stesse cercando di farmi capire qualcosa.

“He he, già, però da quanto ne so, io non ho parenti, perché non si sa come nessuno ha mai trovato tracce di nonni, zii, cugini o altro che fossero legati alla mia famiglia. Quindi sono sola… Anche se ho avuto l’impressione di conoscerti, dal primo momento che ti ho vista, non so come, ma ho avuto quest’impressione…” dico un po’ pensosa.
Il suo sguardo si riaccende in un lampo “Davvero?!? Bhè può essere… anche io credo di averti già vista. Tu che ricordo hai di me?” mi chiede sempre più curiosa.

“Bhè, adesso so che sembrerà un po’ strano, ma quanto ti ho vista ho avuto come un flashback in cui giocavo con una bambina molto simile a te…” e ad ogni mia parola lei sgrana sempre di più gli occhi.
“Può essere allora che i nostri genitori fossero amici no?” mi chiede fore cercando di convincere se stessa probabilmente.

“Ehm, no non credo: i miei genitori erano persone riservatissime a cui non piaceva condividere le proprie informazioni con gli altri e gli unici amici che avevano erano persone molto strane e particolari, senza figli e simili caratterialmente ai miei genitori. Inoltre, ok, ora so che mi prenderete sul serio per pazza, nella mia visione mi ricordo anche di averi chiamato quella bambina che dovresti ipoteticamente essere tu, sorellina… quindi” concludo omettendo la seconda visione, perché sarei sembrata ancora più pazza.

Sara sentendo la parola "sorellina" si irrigidisce insieme ai suoi amici, ma poco dopo scuote la testa e torna normale.
“Allora non so, potremo provare a indagare in seguito… Noi comunque adesso dobbiamo andare a lezione. Ci vediamo a pranzo!” dice senza darmi tempo di replicare.





Spazio autrice:
Ciao a tutti/e come state? Io bene anche se qui in Sardegna fa un caldo pazzesco…
Spero che il capitolo vi piaccia!! Vedo che molte persone stanno leggendo e seguendo la mia storia, sono davvero molto contenta.
Del prossimo capitolo non Vi annuncio niente…
SOLO RECENSITEEEEEEE
  
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