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Autore: MuttigMaggie    08/08/2013    1 recensioni
Erica e Mario sono due giovani innamorati. Hanno entrambi un lavoro precario, lui supplente di storia e lei commessa alla Fnac di Milano, e convivono con il fratello di lei, Davide e il suo compagno Francesco. La loro vita è piuttosto tranquilla, ma l'arrivo di una nuova vita farà aumentare le insicurezze verso un futuro già abbastanza incerto. Di contorno alla loro storia: Davide e Francesco si interrogano sulla prospettiva del matrimonio, e Cinzia la sorella amata da tutti, ma che nasconde un matrimonio disastroso e desidera un figlio che non arriva.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camminava nervosamente zigzagando tra la mobilia del loro piccolo salotto.

Erano in quattro in un minuscolo bilocale, uno in più non ci sarebbe mai stato, non avevano nemmeno una scrivania, però non sarebbe così male avere una famiglia tutta loro, pensò.

-Allora?-chiese bussando nervosamente alla porta del bagno

-Ancora nulla-disse una voce femminile dall'interno del bagno.-Mario calmati, siediti e leggi una rivista.-disse lei, con tono consolatorio. Ormai si conoscevano da dieci anni, Erica sapeva come trattarlo, sapeva ogni tratto del suo carattere. Era certa che non avrebbe seguito il suo consiglio e che dopo poco avrebbe comunque bussato, perché era fatto così.

-Allora?-disse appunto pochi istanti dopo.

-Caro sono passati solo pochi istanti. Siediti e aspetta cinque minuti.-

Lui ci provò davvero. Si sedette sul divano di pelle rosso che aveva vissuto tempi migliori e prese la prima rivista che gli capitò tra le mani: mondo sudoku.

Dopo pochi minuti mollò il sudoku visto che non aveva trovato nessun numero. Si alzò e si avvicinò alla porta del bagno.

-Prova a guardare un po' di tivù.-disse Erica.

-Non ce la faccio. Cara: tu come fai ad essere così calma?-chiese lui nervosamente.

-Non sono calma, sei tu quello super agitato.-In realtà era davvero calma, conosceva già la risposta, forse per senso materno, ma ne era certa. Il ritardo di due settimane del ciclo, la voglia insaziabile di muffin e la continua nausea erano segnali evidenti.

-La mia è la normale reazione di un forse futuro padre.-

-Come sei pesante, ancora mi chiedano come facciano i tuoi alunni a sopportarti.-disse lei, esterrefatta.

-Ti amo anche io cara.-disse lui sarcastico.-Comunque i miei alunni mi adorano.-

-Sei un supplente. È ovvio che ti adorino.-disse lei, rimangiandosi subito le parole. -Scusa non volevo. So che ci tieni ad essere insegnante di ruolo ma...-quella frase rimase incompleta visto che poco dopo aprì la porta con un'espressione bacata.

-Allora?-disse lui curioso. Lei non rispose. Faceva sempre così quando aveva una notizia importante da dare: lo teneva sulle spine. Lei si sedette sul divano ed aprì il sudoku, conscia che lui avrebbe cominciato a farle domande su domande.

-Ok...va bene. Oh cielo: ho tantissimi compiti da correggere.-disse lui allontanandosi lentamente verso il soggiorno

-Mmmm...bastardo!-disse lei, lanciano il sudoku.

-A me: sei tu che ami torturarmi così!-scherzò lui dandole un breve bacio. Si sedette accanto a lei e la cinse con le sue braccia. Lei si poggiò sul suo torace, mentre lui le accarezzava i lunghi capelli rossi odoranti ancora di shampoo.

-Sì.-disse lei, dopo qualche istante.

-Sì...sì?-chiese stupefatto.

-Sì.-rispose sorridendogli.

-Non ci posso credere...ehi tu: lo sai che nascerai in una situazione economica molto brutta. Questo paese si trova in una delle crisi peggiori. Non ti posso promettere che sarò di ruolo quando verrai al mondo, anzi non te lo dico neanche...e molto probabilmente tua madre sarà...-

-Smettila: non dire queste brutte cose.-

-Ma è la verità. Cosa facciamo?-

-Non lo so. Per ora credo che sia di almeno quattro settimane, però prendo appuntamento dalla ginecologa-disse lei per rassicurarlo.

-Sei sicura?-chiese dopo qualche istante.

-Sì. Tu?-disse lei, guardandolo seria negli occhi.

-Non lo so. Noi abitiamo in un minuscolo bilocale, condividiamo l'appartamento con tuo fratello ed il suo compagno per riuscire ad arrivare a fine mese, ed io ho trentatré anni e sono supplente di storia e tu non hai ancora un lavoro fisso. Come ce la caveremo? Come fai ad essere certa che nostro figlio o nostra figlia crescerà in un mondo migliore del nostro?-

-Non ne sono certa. Posso solo dirti: se non ora quando? Quando avrò cinquant'anni e sia il bambino che io potremmo rischiare la vita. Io non so se lei o lui vivrà in un mondo migliore, so solo che sono stanca di aspettare. Io e te viviamo insieme da dieci anni. Siamo come sposati ed amo la nostra situazione economica, ed amo convivere con mio fratello e con Francesco.-

-Lo so. Adoro loro pure io, però con le spese...-disse lui, dandole un breve bacio a stampo.

-Tesoro ce la faremo. Riusciremo a coprire ogni spesa. Poi la o lo potremmo lasciare qui con Davide e Francesco oppure dai tuoi. Potremmo mettere un lettino in camera con noi fino a che non avrà due o tre anni, e poi cerchiamo un appartamento vicino con un affitto bassissimo. Al massimo chiediamo ai tuoi qualcosa, oppure nel frattempo un qualche lontano parente sarà venuto a mancare.-disse lei.

-Hai ragione...però potremmo chiedere aiuto anche ai tuoi o a tua sorella.-disse Mario sarcastico, facendola scoppiare in una vivace risate.

-Dove? Da mia mamma e il suo sciatore svizzero a Ginevra, oppure da mio padre che cambia compagna più di quanto io mi cambi i calzini?-rispose lei, continuando a ridere.-Poi Cinzia con il figlio in arrivo...no...-disse lei ridendo, ma con una certa amarezza.

Non amava molto passare il tempo con i suoi genitori, li considerava frigidi e superficiali. Detestava ricordare le liti per l'università, loro la vedevano come un ricco avvocato, invece era diventata una povera commessa laureata in arte, non avevano approvato nemmeno Mario. La cosa che più biasimava loro era come avevano trattato Davide quando aveva detto di essere gay.

L'unica cosa che le dispiaceva era di non avere un buon rapporto con sua sorella maggiore Cinzia, che da sempre invidiava, la figlia perfetta e preferita, l'unica ad aver seguito i consigli dei genitori. -Non posso credere che dovrò rivederli al matrimonio di Laura.-sospirò.

Mario sapeva i sentimenti che provava, aveva già assistito a troppe liti in quella famiglia, sapeva anche che andare al matrimonio della cugina di Erica non sarebbe stata una delle migliori idee.

-Ti amo.-disse baciandola, lei rispose al bacio e gli accarezzò la folta barba.

-Ti amo.-disse lei, poggiando la testa sul suo torace, lasciando che lui la cingesse con le sue braccia.

-Però ho davvero dei compiti da correggere.-disse Mario dopo qualche minuto facendo ridere Erica.

-Sono le nove di sera ed è sabato. Credo che ai tuoi studenti non dispiacerà se li correggi domani mattina.-Erica si avvicinò alle labbra del fidanzano e gli diede un intenso bacio sulle labbra.

-Credo proprio che a loro non dispiacerà!-disse Mario, stringendo il suo viso tra le mani.

 

 

 

Dopo tre ore di correzioni non ce la faceva più. Vedeva errori, frasi sbagliate, date errate dappertutto.

Adora i suoi studenti, ma correggere i compiti è davvero snervante.

Lui accettava gli errori stupidi, le virgole mancate, le date che non esistevano, ma perché mai uno studente doveva consegnare in bianco una verifica in bianco?! Avrebbe dovuto parlare con Luca e con i suoi genitori. Pensò Mario, avrebbe davvero voluto avere più potere, essere d'aiuto nelle vite dei suoi alunni, ma era un semplice supplente di storia che se ne sarebbe andato, troppo presto per i suoi gusti.

 

 

 

 

 

Era esausta. Non credeva ci fosse stato un giorno peggiore di quello. Già faceva molta fatica a sopportare i colleghi e il capo nei giorni normali, ma con gli ormoni fin sopra i capelli e la costante nausea che le aveva proibito di avvicinarsi a qualunque genere alimentare, ciò era diventato impossibile.

Faceva fatica a reggersi in piedi e quel giorno la strada dalla fnac alla fermata Cadorna le sembrava più pericolosa del solito. Troppe persone, troppe auto. Forse Mario aveva ragione: doveva accompagnarla lui al lavoro, quella strada non prometteva nulla di buono, ma erano solo pochi metri. Non ce l'avrebbe fatta, sarebbe sicuramente finita sotto qualche tram.

Il freddo era insopportabile quel giorno, anche se erano ancora ad inizio febbraio, avrebbe preferito un po' più di caldo.

Improvvisamente il cuore cominciò a battere più forte, cominciò a respirare con difficoltà. Doveva cambiare aria. Entrò nel primo negozio che capitava.

Forse era stata un' intuizione o una normale coincidenza, ma si ritrovò in un negozio per bambini. C'erano tante calze, vestitini, passeggini. Lo aveva notato più volte, ma non le era mai venuta voglia di entrare o non le si era mai presentata l'occasione.

La colpirono delle scarpettine giallo limone. Erano adorabili. Chissà se a sua figlia o a suo figlio sarebbero piaciute!

-Quello è un nuovo modello. Arrivate direttamente questa mattina. Sono molto confortevoli il tessuto è completamente in cotone ed è totalmente made in Italy.-disse una voce conosciuta alle sue spalle.

Lei si girò curiosa, ed aveva ragione. Conosceva perfettamente l'uomo di fronte a lei.

-Francesco: che ci fai tu qui?-chiese al compagno di suo fratello, nonché suo coinquilino.-Non eri un ragioniere?-

-E tu perché stai guardando delle scarpe per bambino?-chiese lui, come per difesa, anche se capì subito la risposta dallo sguardo della ragazza.

-Sono stato licenziato qualche settimana fa. Non ho detto ancora nulla a Davide. Mario lo sa?-chiese con tono serio

-Lo abbiamo scoperto insieme. Ieri. Non dirò nulla a mio fratello, tranquillo.-disse lei, per rassicurarlo. Avevano tante cose di cui parlare.

-Senti ora chiudo...ti va se ci prendiamo una tazza di caffè...almeno io mi prendo una tazza di caffè, tu di tè.-

-D'accordo.-disse Erica mostrando un sorriso sincero.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nda

Salve a tutti, questa è la mia prima storia romantica (e con questo non voglio giustificarmi se la storia non è scritta con stile impeccabile).

Come vi sembra la storia? In caso di critiche e lancio virtuale di pomodori all'autrice: utilizzate pure le bandierine rosse!

MuttigMaggie

  
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