Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: nitidi sogni    08/08/2013    4 recensioni
La storia di un fratello e una sorella.
Il racconto drammatico della forza di un rapporto che non viene ostacolato da nulla.
Nemmeno dalla morte.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Spazio autrice:
Questa storia nasce da una canzone.
Vi consiglio, pertanto, di leggerla, ascoltandola, e di provare le stesse emozioni che ho provato io nel scriverla.
La canzone è 'I go wherever you will go.'
Buona lettura.

 

'I go wherever you will go. '



Se nè andata, come un soffio di vento.

Come se il tempo, infondo, me la avesse voluta strappare dalle mani già tanto tempo fa.
Un tumore, una bambina di soli cinque anni, la mia bambina, la mia parte di cuore, il mio vero amore, mia sorella.
Ieri ha deciso di mollare.
Ieri non ce l’ha fatta, ieri ha pensato che giocare su questa terra attaccata a dei tubicini, non era il suo mondo, non la faceva essere la bambina che voleva, non le dava la forza di vivere la sua favola.
E pure so che non l’ha deciso lei.
So che Sara avrebbe voluto rimanere qui, tra le braccia della sua mamma, ad ascoltare le canzoni che la sera strimpellavo alla chitarra, facendola ridere.
E credetemi non ho mai sentito risata più bella, risata più dolce, più vera.
E invece qui sono rimasto solo io, senza forze.
Sono rimasto io con i miei mille guai.
Io che con due gambe, due braccia ,non riesco ad essere il punto fisso di nessuno.  Neanche di me stesso.
Io ragazzo di strada, e non lei, una principessa.
Io con un futuro buttato nel cesso, e non lei, con mille speranze, mille sogni riposti nel cassetto meticolosamente.
Io che non ho la capacità di far sentire speciali le persone, e non lei, che con un solo sguardo mi rendeva qualcosa. Un fratello.
Io che qualcosa non lo sono mai stato.
Io che senza di lei, sono alla deriva, e no, non c’è un modo per salvarmi.
Non basterà una sbronza in discoteca, non basteranno gli amici, e neanche il tempo.
No, non basterà nulla di tutto questo.
Senza lei, tutto ha perso senso. Ho perso senso io.
Ed è in questo momento che capisco, che la mia vita senza di lei non è vita.
Che la dolcezza, la compassione, gli abbracci piccoli dolci e innocenti non me li darà più nessuno.
Che quella piccola scricciola di pochi anni, non mi accarezzerà più i capelli, trattenendone distrattamente alcuni tra le dita.
Che nessuno mi farà più il solletico sotto i piedi, quando mi vedrà arrabbiato.
Che nulla in questa vita vale la pena di essere vissuto senza di lei.
So già cosa fare.
E non ho paura.
Prima però, devo lasciare una spiegazione, anche se probabilmente nessuno capirà.
Scrivo a mia madre:
‘Non piangere.
Inspira ed espira. Nessun attacco di panico, ok?
Vado da lei, sai che è la cosa giusta.
Vado da lei, perché devo ancora insegnarle a portare la bici, devo ancora vedere il suo primo bacio, la sua prima cotta estiva, vado da lei perché lei ha bisogno di un fratello.
O meglio, io ho bisogno di una sorella.
Non sono mai stato bravo con le parole, ne tantomeno con i fatti, credo semplicemente che non sia mai stato bravo a fare nulla.
Ma credo di essere stato bravo con lei, almeno un po’.
Non è un addio mamma, lo sai bene, è solo un triste arrivederci.
Come quelli che si danno quando si va lontano, ma poi si torna, si torna sempre.
E tu un giorno ci raggiungerai, ma non adesso mamma.
Semplicemente, non adesso.
Cerca di essere felice, sono più che sicuro che io lo sarò.
Buona vita mamma.’


Le lacrime escono senza che io faccia il minimo sforzo per fermarle.
Adesso sento la paura scorrermi lenta nelle vene, fino ad occluderle quasi del tutto.
Mi spoglio con cautela, togliendo i vestiti uno per uno, come pezzi di vita, come ricordi.
Riempio la vasca mentre sento il rumore dell’acqua scorrere forte e deciso, come se anche lei ritenesse giusto quello che sto per fare.
Mi infilo nella vasca.
Le gambe, le braccia, le mani, il mio corpo.
Afferro una lametta, e inizio a tagliare, sui polsi.
Taglio lento, ma deciso.
La vita mi esce dalle braccia, il sangue porta con se i ricordi, i respiri, le urla, i dolori.
Non piango, sto aprendo le porte alla vita vera.
La vita con lei.
Sento che sto per perdere i sensi, non riesco più a respirare.
La canzone alla radio, insieme a me, finisce, cantando la sua ultima frase.
 
‘I go wherever you will go’.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: nitidi sogni