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Autore: ThisIsIslem    08/08/2013    1 recensioni
JESSICA VIENE TROVATA NELLA FORESTA OSCURA, NUDA E PRIVA DI SENSI E VIENE PORTATA AD HOGWARTS PER ESSERE CURATA...E DOPO ESSERE ENTRATA AD HOGWARTS SCOPRIRà CHI è VERAMENTE...
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Era notte fonda e il buio ricopriva la foresta oscura e il freddo faceva tremare il mio corpo denudato sotto alla luce della luna argentea.
Le mie gambe non si reggevano più in piedi, sentivo le ossa che si potevano frantumare da un momento all’altro dalla stanchezza e la testa pesava sempre di più facendomi vedere tutto così annebbiato, ad un certo punto la mia mente non riusciva più a collegare nulla e persi i sensi sprofondando in un sonno profondo e forse senza fine…
“Ehi! Mi senti? Ehi!”
Aprii lentamente gli occhi e una figura grossa e alta apparve davanti a me.
“Dove sono?” chiesi guardandomi debolmente intorno.
“Sei nella foresta oscura, ti ho trovata qui tutta nuda, come ti chiami?” chiese l’uomo che ancora non riuscii a vedere bene a causa della mia vista offuscata.
“Jessica”
“Ok, Jessica. Adesso ti porto con me, e tranquilla che non ti faccio del male…riesci alzarti?”
Scossi lentamente la testa e lui mi coprì con una coperta e mi prese in braccio come una bambina che dorme beata tra le braccia del proprio padre.
Sentii qualcosa che solleticava la mia faccia ed aprii gli occhi, e finalmente, riuscii a mettere a fuoco per bene.
Notai che quell’uomo aveva la barba e anche abbastanza lunga di color nero con qualche filo bianco a causa dell’età.
Alzai di poco la testa e riuscii a vederlo per bene: aveva una faccia rotondo e piena, con guance rosse per il freddo e capelli lunghi sempre neri.
Continuai a fissarlo finchè lui non abbassò lo sguardo e mi sorrise calorosamente.
“Siamo arrivati” disse aprendo, da quello che mi sembrava, il cancello e dopo pochi passi sentii un calore forte che riuscì a scaldarmi il corpo in men che non si dica.
“Hagrid!”
Sentii dei passi veloci avvicinarsi e dalla voce doveva essere una donna.
“Professoressa Mcgranitt, aiutatela, l’ho trovata nella foresta oscura priva di sensi e senza un vestito addosso, e la cosa migliore che ho pensato è stata portarla qui, magari qualcuno dei ragazzi la conosce e sa anche cosa possa essere successo” disse l’uomo che mi teneva in braccio.
“Hai fatto benissimo, vieni, portiamola in infermeria prima che finiscano le lezioni e tutti gli alunni la vedano!” disse la donna facendo strada al mio salvatore.
Quando arrivammo in infermeria sentii un’odore pungente di sciroppo di lumaca e qualcosa nel mio stomaco si mosse provocandomi un senso di  nausea.
“Mettila qui”
Quando mi mise sul lettino aprii mi guardai intorno.
Era tutto confuso, la testa mi girava e avevo bisogno di mangiare.
“Hagrid, chiama l’infermiera e digli portare qualcosa da mangiare per la ragazza” disse la donna preoccupata per il mio stato di salute e anche mentale.
Lui non aggiunse niente e corse a cercare l’infermiera di corsa lasciando sole me e quella che dovrebbe essere una professoressa.
“Ehi, mi senti?”
“Ho fame…” dissi come un sussurro.
Lei mi accarezzò delicatamente il viso e mi sorrise.
“Tranquilla, tra poco avrai da mangiare e cure mediche, come ti chiami cara?”
“Jessica”
Lei mi guardò e spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“è veramente un bel nome, e dimmi” disse mettendomi una coperta di lana per riscaldarmi per bene “come sei finita nella foresta oscura?”
Rimasi zitta e cercai di ricordare, ma la verità è che la mia mente aveva cancellato quello che avevo vissuto o che mi era successo prima di capitare proprio nella foresta oscura, nuda e affamata.
Non riuscivo a ricordarmi nulla, se non il mio nome e la mia età.
“Io…non ricordo”
Lei mi guardò e continuò ad accarezzarmi il mio viso umido e freddo.
Ad un certo punto sentii di nuovo la voce di quello che mi aveva salvata e cercai di alzarmi, ma le mie poche forze non me lo permettevano.
“Professoressa ecco qui” disse una donna bassina sui sessanta o sessantacinque anni che porse, alla professoressa, una tazza piena di brodo e un bicchiere d’acqua calda.
“Oh mio dio! Come sei ridotta ragazza mia!” disse quella donnina.
La professoressa mi alzò leggermente la testa cercando di non farmi male e appoggiò lentamente il cucchiaio pieno di brodo di zucca.
Io a sorsi lenti ne bevevo poco alla volta, anche se nel mio subconscio avrei preso la tazza e mi sarei bevuto il brodo in men che non si dica, ma come ho già detto le forze non me lo permettevano.
“Quanti anni hai?” chiese la donnina che portò da mangiare.
“S-sedici” dissi tremolante.
“E dove abiti?”
“io n-non ricordo niente s-se prima di svenire n-nella foresta”
“Che ne dici di riposarti?” mi disse sempre la donna.
Io annuii e la professoressa lasciò delicatamente la mia testa sul cuscino morbido e pulito, mentre loro riprendevano tutto e uscirono dall’infermeria lasciandomi sola a sognare e magari con la speranza di ricordare qualcosa.
 
 
 
 
Salve, come state tutti?
Beh questo è il mio primo capitolo di questa luuuuuunghissima storia piena di segreti, misteri e colpi di scena.
Io mi chiamo Rebecca ma mi firmerò Rebi, e ammetto che questo capitolo è corto, ma prometto che dal prossimo capitolo la storia inizierà sul serio.
Alla prossima
rebi
 
  
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