Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: weasleey    08/08/2013    7 recensioni
Passarono giorni e giorni senza vedere colui che iniziai a definire *angelo*, e io mi sentivo così vuota, che persi la concezione dello spazio e del tempo.
Non sapevo spiegare il perchè di tutto ciò, ma solo che Niall travolse la mia vita, senza ridarmela indietro, e iniziavo seriamente a sospettare che avese fatto lo stesso con il mio cuore.
Avevo bisogno di Niall più di quanto credessi, e lui non si faceva vivo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I had to learn how to fly.
 

A Marta, che è come una sorella.
Ad Alessia, che lo è davvero.

"oh, im alive im alive im alive,
and oh, i can fly i can fly i can fly."
 
Stavo ballando, in qualche modo, o forse facevo solo finta. In realtà ballare non è mai stato il mio forte, muovere il mio corpo orribile mi faceva sentire terribilmente a disagio, e pensare che chiunque potesse vedermi, fissarmi mi rendeva ansiosa.
Tra tutta quella gente, battevo la mia mano sul bancone a ritmo di that power, una canzone che avevo amato fin dall'inizio, forse per il suo ritmo scandito, o forse solo per justin, una persona che stimavo con tutta me stessa.
Eppure, in quella che sembrava sempre più una trappola, ero tremendamente sola, vuota.
Dov'era Liam? Avevo bisogno di lui, come sempre.
Lo cercai in quel locale più che affollato, il mio sguardo passò da ragazze completamente ubriache che ballavano senza alcun ritegno, a ragazzi con alcolici in mano e un sorrisone da bambino, per poi trovare un ragazzo con una canottiera e dei pantaloncini larghi, fino al ginocchio. Era lui, attornato da tre o quattro troi..hm..ragazze.
Benché non fosse la situazione ideale, mi avvicinai a lui, facendomi in qualche modo spazio tra i ragazzi impegnati a dimenare il proprio corpo.
Mi sentivo soffocare; i posti affollati, la musica ad alto volume e tutto il resto mi fanno questo effetto, è come se stessero cercando di sovrastare i miei sentimenti, come se a nessuno importasse di come mi sentivo, perchè lì dentro tutti sembravano divertirsi. 
Non sono tipo da discoteca, no.
Liam mi rivolse lo sguardo, alzando un sopracciglio, e lasciando tutte quelle belle ragazze a corto di attenzioni.
Mi fece cenno di uscire, lo ascoltai, e presto mi ritrovai di fuori, seguita dal mio migliore amico.
«Delilah, che hai?» Mi chiese, una volta arrivati in un vicolo umido, con uno strano sorriso da ebete stampato sul volto, era ubriaco.
«Io io..n..non lo so, voglio andarmene» Sussurrai confusa.
«Ma come? È così divertente! Sai, credo di essermi trovato una ragazza..» Disse lui divertito.
Non sopportavo vederlo in quello stato, e non sarei stata con Liam un secondo di più, inoltre quell'odore di alcool che gli usciva dalla bocca era enormemente fastidioso.
«Senti Liam, io me ne vado, a domani»
 E così dicendo mi allontanai dal ragazzo, che, quasi per nulla dispiaciuto, se ne tornò dentro, dove le ragazze più popolari della scuola lo aspettavano ancora, approfittando dell'unico momento in cui Liam le avrebbe degnate di tanto.
 
Il tempo non era dei migliori, il cielo sembrava poter scoppiare in un pianto da un momento all'altro, ma mi incamminai verso casa, come fossi abituata alle lacrime, e forse era così. 
Decisi di evitare le strade principali, non mi piacevano, troppa gente curiosa, troppi sguardi imbarazzanti. Così voltai al primo angolo a destra, verso un vialetto poco frequentato.
L'unico suono che si sentiva erano I miei veloci passi sul marciapiede -ancora umido dalla mattina precedente- o almeno fino a metà strada. Improvvisamente una moderna automobile curvò a tutta velocità in direzione della stretta strada, per poi inchiodarmi accanto. Sentii il battito accellerare e il respiro farsi pesante.
Era una macchina scura, con le ruote consumate e la musica al massimo. Al suo interno c'erano tre ragazzi sui diciotto anni,con birra e alcolici stretti nelle mani. Tra fischi ed esclamazioni non molto carine, il ragazzo alla guida disse «Dai sali, ci divertiremo», per poi tendermi un grosso braccio muscoloso.
 
È solo che Delilah aveva un problema.
Delilah non sapeva reagire, non sapeva mettere le mani addosso, o rispondere a dovere.
Delilah era una debole, e non sapeva far altro che stare lì immobile, col battito del cuore a mille e il respiro affannato.
 
Se n'erano accorti, non era difficile per loro capire che quella povera diciassettenne non sarebbe resistita un secondo di più, così i due dietro scesero dalla macchina e mi afferrarono per i polsi, in una presa tutt'altro che delicata. Tra vari "Vieni bellezza" sentii una fitta al cuore ed un improvviso vuoto allo stomaco. Le luci dei lampioni si facevano sfuocate.
Avrei solo voluto tornare da Liam.
Non riuscivo a fare nulla, non riuscivo a pensare razionalmente, sapevo solo mugugnare cose del tipo "Lasciatemi" o "Vi prego, devo andare".
Non potevo sopportare tutto questo, avevo solo bisogno di qualcuno che mi trattasse a dovere, qualcuno che mi vedesse come qualcosa di più che un oggetto, insomma, a nessuno importa di come si sente un oggetto.
«No, lei è con me» disse rapidamente una nuova voce.
Era un ragazzo piuttosto muscoloso, dai capelli biondi e la pelle candida. Spuntato dal nulla si mise tra me e la macchina.
«Ehi nessuno ti ha invitato, ci stavamo solo divertendo» disse uno di loro in tutta risposta.
Un secondo dopo il pugno del ragazzo misterioso era sporco di sangue, un colpo perforante arrivò dritto sul volto del ragazzo, mentre io, con le mani sulla possente schiena di quello che sembrava essere lì per aiutarmi, sussultai, per poi lasciarmi cadere a terra senza forze, così che l'ultima cosa che udii in quella serata fu un forte rumore di accellerazione, un'automobile che se ne andava e delle urla di dolore.
 
Mi svegliai dopo qualche ora, in un posto che giuravo di non aver mai visto. Era una camera da letto, piuttosto elegante, con armadi chiari e un letto comodissimo che mi stava ospitando. Mi sedetti, cercando di decifrare le ore precedenti, è solo che sembrava tutto un incubo, uno di quegli incubi tutti disconnessi, un di quelli in cui non c'è un come e un perchè, ma di solito gli incubi finiscono.
Sussultai quando la porta della stanza si aprì di scatto, lasciando entrare il ragazzo biondo di poche ore prima.
Non sapevo chi fosse e non sapevo cosa avesse intenzione di farmi, tuttavia mi sentivo così dannatamente protetta alla sua presenza, che in quel momento sarebbe potuto crollare il mondo, credo sarei rimasta affogata nei suoi occhi oceano.
«Giorno» Disse lui,estremamente freddo.
«Chi sei?»
«Niall» rispose, iniziando a frugare nel guardaroba, per poi pormi un grosso maglione rosso e dei pantaloni di tuta, da uomo.
«Tieni, dovrebbero andarti bene»Lo guardai confusa, in cerca di spiegazioni, perchè davvero nulla mi era chiaro.
«Insomma..se vuoi cambiarti..»
In realtà lo volevo seriamente. Abbassai lo sguardo che cadde dritto sul mio vestito elegante da discoteca, decisamente scomodo, dopo un'ultima occhiata di conferma al ragazzo, afferrai i vestiti e andai nel piccolo bagno della camera da letto per cambiarmi rapidamente. Poco dopo ne uscii, con le guancie paonazze, il maglione che mi arrivava alle ginocchia e i pantaloni estremamente larghi.
Niall mi squadrò da capo a piedi con un mezzo sorriso. Ero incredibilmente in imbarazzo, e cercai di tagliare corto.
«Ecco..senti..dovrei tornare a casa..»
«Ti accompagno» Disse acido.
Scendemmo insieme le scale, in un silenzio di tomba. Al solito stavo indietro, stando attenta a non avvicinarmi troppo a lui. Usciti di casa c'era un'unica auto parcheggiata accanto al marciapiede. Era tremendamente cupa, era un misto di terrore e angoscia. Mi stupii quando mi aprì la portiera per farmici salire, insomma, fin'ora non era stato poi tanto carino. Salì rapidamente a sua volta, fece roteare le chiavi a destra del volante, premette sicuro sull'accelleratore e la macchina partì velocemente tra le vie di holmes chapel.
Udii un rumore scattante, corto.
Aveva bloccato le portiere.
In quel momento rimproverai me stessa di tutto ciò, non lo conoscevo, se non per il nome, e non avrei dovuto fidarmi. Ero così vulnerabile che avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa.
Gli rivolsi uno sguardo impanicato, mentre lui, con mano ferma, continuò a guidare, superando una macchina dopo l'altra.
«Hai paura» Irruppe lui improvvisamente.
Era strano come avesse trasformato una domanda in un'affermazione tanto fredda. E forse, il peggio è che aveva ragione, riusciva a capire tutto, senza degnarmi di uno sguardo.
Mi allontanai lievemente da lui, sperando non se ne accorgesse, e dopo pochi minuti di tensione e silenzio, arrivammo di fronte a casa.
«Scendi» Disse cupo.
Ero spaventata, non riuscivo a capirlo.
Obbedii, dopodiché mi fiondai in casa, o meglio in camera. Dare spiegazioni ai miei era fastidioso, e bene o male, la risposta era sempre quella, "da liam".
 
Il giorno seguente saltai scuola, forse perchè non ne avevo voglia, forse perchè continuavo a pensare a Niall, che la sera precedente mia aveva sia aiutata tanto che trattata con disprezzo. I miei lavoravano tutta la mattina, percui non era difficile fingere di esserci andata.
Uscii comunque, a dirla tutta volevo trovarlo.
Avevo il costante pensiero fisso su di lui, nonostante la sua incredibile acidità, nonostante la sua violenza, nonostante tutto. 
Non avevo più sentito Liam dall'altra sera, e forse, per la prima volta, chiamarlo non era una mia priorità, benchè gli volessi bene con tutto il mio cuore. 
Mi vestii velocemente e riposi i vestiti del ragazzo nella borsa, glie li avrei riportati. Andai alla porta di casa, nervosa.
Afferrai la maniglia, premendola verso il basso, ma notai un post-it attaccato al lucido legno.
 
"Hai paura di me, non cacciarti nei guai."
 
Senza firma, non era difficile intuire chi l'avesse scritto. Era totalmente insensato, le due frasi sembravano disconnesse. Lo strappai e lo infilai in borsa. 
Non sapevo dove avrei trovato Niall, percui il posto più ovvio per iniziare la ricerca era decisamente casa sua.
Mi incamminai, non avendo ancora la patente, cercando di rammendare dove abitasse. E intanto le parole del biglietto lasciato sulla porta mi rimbombavano nella mente, mentre quel "hai paura" le faceva ricordare il viaggio in macchina delle sera prima. 
Poi c'era quel "non cacciarti nei guai".
E se invece l'avessi fatto?
Se l'avessi fatto avrei avuto paura?
L'avrei visto?
Tutte queste domande vagarono a lungo dentro me, senza trovare risposta, rimasero vuote, fino a quando non decisi di provarci. Ero solo incredibilmente ossessionata da lui, tanto da credere che la mia vita sarebbe stata insignificante senza, eppure non lo conoscevo ancora.
Era tutto così confuso, era una droga.
Non mi sarei lasciata sfuggire la macchina dei miei, libera, a mia disposizione.
Ritornata indietro a prendere le chiavi, salii in macchina, tanto insicura quanto vogliosa della protezione di Niall. Premetti scattante sull'accelleratore.
Le ruote slittarono sulla vecchia strada, causando un rumore fastidioso.
Facevo finta che il freno non esistesse, e che il mio piede potesse solo premere sempre di più il pedale di destra.
La macchina accellerava e accellerava, era incontrollabile. 
La figura di Niall mi apparve nella mente, e quel desiderio represso mi diede la forza di continuare, mettendo in pericolo la mia vita e quella degli altri.
Niall non arrivava e la strada si fece trafficata, ma mi imposi di non frenare.
È solo che non volevo la morte di qualche innocente, non ero un'assassina, no, e nemmeno una suicida.
Voltai rapidamente a destra.
C'era un albero.
Era dannatamente inaspettato.
Era finita.
Sentii un calore avvolgere tutto il mio corpo, il respiro iniziò a farsi sentire, andava tutto a fuoco.
Ero incastrata.
Niall non c'era ancora.
Avevo sbagliato, forse, avevo iterpretato male.
Mi stavo lasciando andare tra quel calore assurdo, mi stavo sciogliento tra i miei errori e le mie ossessioni, quando delle braccia possenti mi avvolsero.
Finalmente, era lui.
Mi portò in salvo, e dopo qualche secondo ero nuovamente nella sua macchina, avvolta in una calda coperta.
 
 
Passarono giorni e giorni senza vedere colui che iniziai a definire angelo, e io mi sentivo così vuota, che persi la concezione dello spazio e del tempo. Nulla era più come prima; la scuola non mi importava, non vedevo mai liam, e le mie giornate erano assolutamente insignificanti.
Non sapevo spiegare il perchè di tutto ciò, ma solo che Niall travolse la mia vita, senza ridarmela indietro, e iniziavo seriamente a sospettare che avese fatto lo stesso con il mio cuore.
Avevo bisogno di Niall più di quanto credessi, e lui non si faceva vivo.
Inoltre, stare su twitter a twittare "mi manca" come se qualcuno mi stesse ad ascoltare non migliorava la situazione.
Dovevo vederlo.
Dovevo chiederli perchè mi aiutò due volte senza farsi più risentire.
Dovevo chiedergli perchè mi aveva illuso che lui fosse la persona che cercavo, quella che non mi vede come un oggetto.
Non ero cattiva, stavo semplicemente impazzendo.
Corsi in camera dei miei, c'era una pistola in un cassetto, lo sapevo bene.
La nascosi nella borsa, con le mani tremanti.
Nell'uscire di casa trovai un altro post-it, quei dannati foglietti non potevano prevedermi sempre.
 
"Mai sentito parlare di angeli?"
 
Un altro biglietto insignificante, lo ignorai, stopicciandolo, per poi buttarlo a terra.
Aprii la porta, diretta in quel locale, lì dive tutto era cominciato, sicura di trovarci gente.
E così era.
Aprii lentamente la borsa, sfilandone fuori l'arma.
La tenevo stretta nella mano.
E ora la puntavo su una ragazza innocente, mentre gli occhi mi andavano a fuoco. E tutti quei ragazzi erano i panico.
«NIAAAAALL, VIENI FUORI, VIENI ORA» Urlai con tutta la mia voce, mista in un pianto isterico.
Le lacrime mi rigavano il volto, segnato dal terrore, e il cuore sembrava esplodermi.
«DELILAH»
Era lui, era venuto.
Tutta quella gente intanto urlava e scappava, mentre qualcuno chiamava la polizia, ma quella ragazza con la canna della mia pistola puntata contro no. Lei era una debole, proprio come me, una volta, lei non sapeva reagire, era paralizzata.
«Delilah, ragiona ti prego, così mi ucciderai» Disse Niall con voce ferma.
Non me ne importava, lui aveva ucciso me.
Rivolsi un ultimo sguardo alla ragazza, con gli occhi lacrimanti fissi su di me.
C'era anche Liam, lo notai.
Nemmeno lui poteva capirmi, stavo esplodendo dentro, e tutta la mia vita aveva preso una piega indesiderata, tanto che oramai non me ne importava più nulla.
Lo feci, premetti quel grilletto.
E poi tutto passò così in fretta, Liam corse, poi il sangue, le urla, la ragazza scappò, e Niall, Niall si fece quasi trasparente, come non fosse fatto di materia.
Ricordo bene le sue ultime parole.

"Io..ho tentato, ho tentato di proteggerti."

Dopodiché scomparve, come non fosse mai esistito, come se mi avesse voluto lasciare di nuovo.
Ma la realtà era ben diversa, l'avevo ucciso io, avevo fatto in modo che non fosse in grado di proteggermi, l'avevo fatto fallire.
Successivamente udii il rumore delle sirene della polizia, altre urla, degli uomini possenti su di me, e la fredda cella.
 


"Liam Payne, assassinato e morto coraggiosamente il 14.09.11"
 
 
"A Niall, perchè forse a chiamare qualcuno angelo, poi lo diventa davvero.
A Delilah, perchè forse a sostenere che la propria vita sia vuota, poi lo diventa davvero.
A Liam, perchè forse a volte sei tu a dover capire gli amici, prima che vengano uccisi dal tuo egoismo."



SPAZIO AUTRICE:

ehi,premetto che è la mia prima os,e ci tengo particolarmente,perchè parlo sul serio quando dico che ci son stata su delle ore.
credevo non l'avrei mai finita,eppure eccola qua,è nata ahaha
coomunque,amo questi finali,percui beccatevi il colpo di scena muahahahah
per quanto riguarda 'useless' non ho tempo di finirla,ho deciso di affidarla ad un'altra ragazza che scriverà per me,poi vi farò sapere,per questo credo mi dedichero solamente alle one shot.
inutile dire che è tutto frutto della mia mente, le ultime frasi poetiche pure, e godetevele, perchè sono rare ahaha
bhe,spero recensirete in tanti,per qualsiasi domanda,contattatemi su twitter,sono @zajnsbeard.
un'unltima cosa,da ora quando recensirete vi prego di scrivermi pure la ff sui ragazzi più bella che abbiate mai letto.
perchè?
perchè sono alla disperata ricerca di qualcosa da leggere, lolz.
klaudia xx


Banner by me.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: weasleey