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Autore: LadyMushroom    08/08/2013    2 recensioni
Il buio, il timore e la fama. Questo è quello che i Quattro Malandrini brandivano nei loro cuori, la sere in cui si decisero a creare quello che sarebbe stata l'invenzione del secolo, il sigillo che avrebbe cambiato la loro gioventù, e non solo..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Fai silenzio, Lunastorta, se ci trovano nella Sezione Proibita fai conto che tutti i punti che hai guadagnato ce li tolgono, insieme a tutti gli altri punti che Grifondoro ha guadagnato fino ad ora.-
 
James sembrava particolarmente agitato, anche se non era nel suo stile comportarsi a quel modo. Remus, invece, era sempre attento alle regole, sempre preciso e determinato a raggiungere il suo obbiettivo: la Coppa delle Case. Non era esattamente il tipo di persona che si metteva nei guai, lui, ma fare parte di quel gruppo, di quella combriccola di Malandrini, non faceva certo piacere al suo animo rigorosamente ossessivo e pacato. Quella sera, però, diversamente da quanto potesse essere, sembrava del tutto a suo agio tra quei libri; la biblioteca non aveva segreti per lui, ogni singolo scaffale si ricostruiva nella sua memoria come un puzzle, quindi era di certo la persona più adatta per sgattaiolare lontano da sguardi indiscreti, lì dove ogni alunno non doveva avventurarsi.
Forse si faceva sentire la prima fase della luna. Infatti, in quel periodo, era estremamente più espansivo e incosciente di quanto non fosse in altri momenti. Irriverente: la parola esatta da usare potrebbe essere questa.
 
La meta del loro percorso ‘extracurricolare’ era una: creare qualcosa che sarebbe passato alla storia come “la creazione più impressionante della propria epoca”. Certo era che l’idea gli piacque subito. Remus era si una persona attenta alle regole, ma di certo non si sarebbe mai lasciato scappare quell’occasione.
Immaginariamente potevano essere tre le motivazioni della sua presenza in quella stramaledetta sezione: l’indescrivibile attaccamento a quei due furbastri di James e Sirius ed a Peter; la voglia di conoscenza e nessun timore nell’incappare in qualcosa di macabro e sconosciuto; ed l’inguaribile voglia di far vedere la sua utilità.
Proprio così. Remus John Lupin si sentiva inutile. Forse per il fatto che non era il più divertente, il più simpatico, il più ‘piacione’ dei quattro, o forse perché sapeva di non poter fare a meno di quegli inguaribili combina guai dei suoi compagni.
Per quello si trovava in mezzo ai guai, quella sera, cercando di ritrovarsi con la lampada in mano tra quelle pile di libri messe in ordine.

-Ehi, James, ma sei sicuro che Remus sappia dove sta andando?- disse il più panciuto dei quattro, tutto impacciato e pieno di se; sembrava voler sfidare le grandi doti di orientamento di Lunastorta.
-So esattamente dove sto andando.- gli rispose il biondo, con un tono tutt’altro che divertito. –Conosco questi corridoi come le mie tasche, Codaliscia.- continuò, svoltando poi verso destra, dove uno scaffale completamente imbiancato dalla polvere faceva largo a una piccola colonna di libri messi senza un preciso ordine.
-Sono qui?- chiese Sirius. Remus annuì, senza però proferir parola. Si limitò a consegnare la lanterna che aveva in mano a James, per poi prendere tra le mani quel libro che tutto sembrava meno che rassicurante.
Lo aprì, lentamente, come a sapere esattamente che pagina cercare. –E’ qui.- mormorò con voce tenue, voltandosi verso i compagni. Girò il libro verso Sirius, che aguzzava gli occhi verso di lui.
-Dobbiamo solo..- disse il giovane, mentre estraeva dalla tasta un foglio di pergamena, completamente bianco -..usare questa.-
-Se bastava così poco perché siamo dovuti venire fin quaggiù?- chiese di nuovo Peter (quel ragazzo aveva la fissa per le domande).
Sirius abbozzò un pugnetto con una mano, dandolo in pieno in testa a Codaliscia: -Fa silenzio, testone, se siamo qui è perché Remus ha detto che non possiamo far nulla senza quel libro, e di certo non potevamo venire beatamente qui di giorno, con gli occhi di chiunque addosso.-
Ed effettivamente aveva ragione. Remus sapeva esattamente quello che doveva fare: annuì alle parole dell’amico, e velocemente proferì parola, azzittendo prima tutti: -Dobbiamo trovare un posto tranquillo.-
James gli posò una mano su una spalla, facendogli cenno con il capo di seguirlo.
Così fecero, e dopo circa una ventina di passi, arrivarono ad un piccolo loculo sotto un ‘ponte’ di libri.
-Qui sarà perfetto.- disse Felpato.
Remus aveva studiato attentamente giorni prima tutto quello che serviva per rendere vera quella che era solo un’idea nella sua, nella loro mente.
-Avete scelto quale frase usare per far si che l’incanto sia svelato?- chiese.
I quattro si guardarono. Forse non si erano mai capiti con uno sguardo tanto come in quel momento.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!- dissero tutti in coro, sempre con la voce bassa, per non farsi sorprendere da qualcuno.
I quattro si sedettero a terra, in circolo, e dopo aver poggiato la pergamena a terra, si guardarono e diedero inizio alla loro ‘seduta’.
Lunastorta, prontamente, prese il libro in mano e posò la bacchetta sul foglio, socchiuse gli occhi e pronunciò parole sconosciute a chiunque; per quanto voleva che quell’idea divenisse reale, aveva provato quell’incantesimo per ore intere nei giorni precedenti, delle volte vanamente, altre volte con grandi successi. Era un ottimo studente, e questo gli permetteva di essere ottimo anche con incantesimi superiori a quelli che erano di base per la sua età.
Una fievole luce rossa uscì dalla punta della sua bacchetta, illuminando i corpi e i visi dei ragazzi, eccitati e attenti a quel che sarebbe stata una delle cose più importanti e determinanti della loro vita.
Remus riaprì gli occhi, sorridendogli.
-Dobbiamo firmarla.- disse Ramoso, capendo al volo degli occhi dell’amico che l’incanto quell’amico aveva portato i frutti sperati.
Codaliscia fu il primo ad estrarre la bacchetta: -Io voglio essere il primo!- disse convinto, ma subito Sirius lo bloccò, azzittendolo di nuovo: -L’idea ed il merito sono di Remus. Lui deve essere il primo.- precisò.
-Vai Lunastorta. Tu, Codaliscia, Felpato ed io.- disse James, sorridente.
Quello era il momento della verità, quello era il suo momento. Finalmente qualcosa di reale e unico avrebbe portato la sua firma.
Posò nuovamente la bacchetta sulla pergamena, poi gli altri, come nell’ordine descritto da Ramoso.
Delle luci bianche, sta volta, uscirono dalle bacchette dei giovani ragazzi, giovani amici, legandoli eternamente in quel foglio giallastro.
Quanto tutto fu finito, Remus parlò di nuovo, rivolgendosi ai tre: -Ho fatto in modo che chiunque tenti di raggirare l’incanto si trovi una bella sorpresa.-
-Ora non ci resta che provarla.- Disse James.
 
In quattro, nuovamente, ripeterono in coro la formula precedentemente descritta.
In quell’istante, delle lettere, parole, frasi, cominciarono a formarsi sulla facciata della pergamena, piegata in quattro parti:

“Monsieur Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, vi danno il ben venuto nella Mappa del Malandrino”.
  
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