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Autore: _Fux_    08/08/2013    4 recensioni
- Il ragazzo ha gli occhi verdi; tutti dicono che il colore della speranza è il verde, ma per lui non è così.
Perché per Harry la speranza è azzurra.
Ma non di un azzurro qualunque, no: è l’azzurro dei suoi occhi -
ATTENZIONE: è una Larry Stylison, se non vi piace il genere, non entrate :)
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azzurro come la speranza.
 
Harry dondola lentamente i piedi nudi nel vuoto; stanno quasi diventando viola a causa del freddo, ma non gli importa: tra poco nulla avrà più importanza.
Ripensa con un sorriso amaro a sua madre e sua sorella Gemma: l’unica cosa di cui si pentirà sarà averle lasciate da sole…
Gli dispiace farlo, ma sa che non sarebbe comunque mai riuscito ad essere forte abbastanza.
È seduto su un ponte, le scarpe e gli occhiali posati accanto a lui, perché non vuole rischiare di rovinarli: sua madre ci ha perso mezzo stipendio.
Ha sempre cercato di essere coraggioso, senza mai riuscirci, sopraffatto da tutto ciò che lo circondava, da tutto ciò che subiva, e ha sempre saputo che sarebbe finita così: lui, solo su di un ponte, a ripensare tristemente alla sua “vita” se così si poteva chiamare ciò che gli era spettato in questo mondo.
Il ragazzo ha gli occhi verdi; tutti dicono che il colore della speranza è il verde, ma per lui non è così.
Perché per Harry la speranza è azzurra.
Ma non di un azzurro qualunque, no: è l’azzurro dei suoi occhi.
I suoi occhi azzurri come il cielo d’estate, azzurri come il mare…
Azzurri come l’acqua che ora scorre un po’ torbida nel fiume qualche metro sotto a lui.
Quegli occhi sono stati una salvezza, per l’appunto: la sua speranza, la speranza di potere essere finalmente compreso e amato.
Stava per gettare la spugna già tanto tempo prima, ma poi li ha incontrati, e ci è affogato dentro, e quando è risalito in superficie si è ritrovato fradicio d’amore e schiavo di quei due gioielli brillanti.
Harry da quel momento ha iniziato ad aggrapparsi a quei sentimenti come un bimbo che si stringe al suo papà, come un acrobata del circo si aggrappa al trapezio, perché grazie a quelli andava avanti nonostante tutto e tutti.
Ciò che prova è malato, è insano, e lui lo sa.
Non è naturale né normale, provare quel tipo di emozioni per una persona del proprio sesso, e inoltre i sentimenti che prova non sono come quelli di tutti: sono straordinariamente profondi e si, lo salvano, ma allo stesso tempo lo logorano da dentro, divorando tutto ciò che di lui è rimasto.
Lo uccidono, e lo fanno lentamente, perché Harry sa di non avere speranze.
E come può continuare così? Come può fare finta che vada tutto bene, quando in realtà si sente come se il suo cuore fosse esploso tutto in una volta, senza un minimo avvertimento?
Immagini del suo volto gli passano nella mente, facendogli quasi cambiare idea, mentre cerca di deglutire il groppo di paura che sente in gola.
Possibile che persino per porre fine al proprio dolore ci sia bisogno di essere coraggiosi?
Ma forse è solo che lui non vuole veramente farla finita: se chiude gli occhi flash di sue immagini lo ricoprono, a indicargli quella via che lo  porterebbe  lontano da tutta l’agonia, e quasi pensa che forse potrebbe essere felice, perché quella via è fatta di lui e Louis, insieme.
Ma sa che non è quella la realtà.
Avrebbe resistito per Louis, avrebbe sopportato tutti gli insulti che lo ricoprivano ogni giorno per il solo fatto di essere gay…
Avrebbe resistito perché per lui il suo nome è poesia, la sua voce è diventata la sua musica preferita, la sua risata la melodia più perfetta di tutte.
Il colore che preferiva una volta era l’arancione, ma ora lo è diventato l’azzurro della tonalità dei suoi occhi. Che poi dire “azzurro” non è sufficiente per spiegare ciò che Harry riesce a leggerci dentro ogni volta che li guarda e che rischia di smarrirsi fra quelle bellissime sfumature.
Quanto darebbe, pur di ricevere un contatto da parte sua, pur di potere vedere ancora una volta i suoi occhi brillare mentre gli sorride.
Ma quando due giorni  prima ha cercato di fare il primo passo, abbassandosi per baciarlo, lui è scappato.
Ovvio. Harry sente di potere scoppiare da un momento all’altro.
E allora abbracciami con la mente, Louis, e io farò lo stesso” pensa il riccio.
Harry si alza dal bordo, muovendosi con cautela, allarga le braccia e porta indietro la testa, a vedere per l’ultima volta il cielo di una notte senza stelle.
 
 
 
Louis si sente incredibilmente stupido, mentre corre per le gelide strade di Londra.
Stupido, perché ha aspettato maledettamente troppo per andare a cercare il suo amico.
Quando è arrivato a casa sua è passato dalla finestra, come lo stesso riccio gli ha insegnato a fare, e il suo presentimento si è radicato ancora di più all’interno del suo animo.
Il suo cellulare era lì sul comodino e questo gli ha fatto subito  pensare male, perché sa che l’altro non se ne separa mai.
Il fiatone non tarda ad arrivare, ma lui continua a correre: “ Non so dove trovarti… Non so come cercarti… Sono inutile!”.
Louis sta correndo, ma non ha una meta.
Poi all’improvviso è come se sentisse nel vento una voce che gli parla di lui.
È forse impazzito??
No, sono solo ricordi : ”Lou, non credi che sarebbe bello questo posto da vedere? Cioè… Se potessi vedere solo un’ultima cosa, non ti piacerebbe che fosse questa?” .
Ricorda molto bene quella conversazione, ricorda il ponte, ma ancora meglio ricorda che mentre l’altro ragazzo parlava, lui annuiva, quando in realtà pensava che se avesse dovuto scegliere un’ultima cosa da vedere allora quella sarebbe stata il viso di Harry, con i suoi dolci occhi verdi.
Finalmente arriva in quel posto isolato “Sai, non sono in molti a conoscerlo, Lou. Io ci porto solo le persone importanti” gli aveva confidato.
E ora eccolo lì in bilico non solo sul bordo di una vecchia costruzione di pietra, ma anche sul labile confine che c’è fra la vita e la morte, fra il combattere… E il lasciarsi andare.
Con un ultimo scatto il ragazzo si avvicina alla figura con le braccia aperte sul ponte; quando è a pochi passi Louis riesce a vedere che è davvero Harry, quello lì in piedi.
Ehi, Haz, che stai facendo?!” forse non il modo più adatto per intavolare una conversazione in un momento come quello.
 
 
 
Il riccio volta leggermente la testa :”Quello che va fatto.”
Il ragazzo con gli occhi azzurri gli si avvicina lentamente: “Ma perché?”.
Chiude lentamente le braccia, fino a riportarle lungo i fianchi: “Vuoi un perché? Ne ho tanti, sai?
Perché sono stanco di combattere. Stanco di sentirmi solo. Perché non faccio mai nulla di giusto. Perché sono sbagliato. Perché non servo a niente. Perché sono stufo di soffrire. Perché tutto sommato non penso che importerebbe per davvero a qualcuno. Forse alla mia famiglia, ma gli amici? No di certo. E allora te lo chiedo io: perché no?”.
Vorrebbe davvero essere convinto, perché solo una cosa potrebbe fargli cambiare idea: la consapevolezza di essere ricambiato, in qualche modo.
 
 
 
Louis sgrana gli occhi avvicinandosi ancora un po’ al riccio.
Fa lavorare velocemente il cervello, in cerca di perché.
Erhm… Perché se non ci sei tu, chi avrà dei ricci così morbidi e ricciosi? Perché… il verde dei tuoi occhi è l’ottava meraviglia del mondo?? No, ok, queste erano pessime… -prende un respiro per farsi forza- La verità è che tu mi hai sempre detto che fra noi quello coraggioso sono io, ma non è vero. Perché io scappo sempre da tutto ciò che mi spaventa. Sei tu la mia unica forza! Sai, dicono che è facile farla finita… Che la cosa veramente difficile è restare e combattere. Che la parte difficile spetta a chi resta. E se resto io e non ci sei tu… A chi mi appoggerò? Ci sarà qualcun altro che mi farà venire voglia di sorridere anche solo con un gesto stupido ? No.
Sai, non tutto ciò che mi spaventa non mi piace…”.
Sbuffa sonoramente, e nel frattempo muove un altro paio di passi, ora se allungasse la mano potrebbe toccarlo :“Uffa. Quello…Che sto cercando di dire è che sono scappato da te perché mi sono spaventato ma… Mi è piaciuto. L’ho sognato così tante volte che quando finalmente è accaduto ho fatto fatica a capire se era la realtà. E quando ho capito che stava realmente accadendo… Si, ho avuto paura che finisse e di non piacerti. Lo so, è stupido e insensato. Ma se ti butti… Allora quello sarà ancora più stupido e ciò che diventerà insensata sarà la mia vita.
Hai presente quando nuoti in apnea, e ti senti i polmoni scoppiare, la gola bruciare e gli occhi quasi lacrimano? Hai presente la sensazione che cresce al tuo interno, che ti dice che tu hai bisogno di aria, di respirare?
Ecco, se non ti avessi più accanto a me io mi sentirei molto peggio di così.
Perciò, non farlo Harry…
Perché ho bisogno di te.
Perché mi mancheresti.
Perché io dipendo da te, come gli aquiloni con il vento, i pesci con l’acqua, come un bambino con la mamma per nascere.
Si, perché è come se tu mi riportassi in vita…
Ogni volta che mi dedichi attenzione io torno a vivere, come una fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri: io brucio per un tuo sguardo e rinasco ad un tuo sorriso.”.
Louis si accuccia e prende in mano gli occhiali da vista dell’altro, per poi posarglieli delicatamente sul naso e sorridergli.
 
 
 
Harry sente di potere scoppiare da un momento all’altro.
Ma se prima era per il dolore che provava, ora è per la felicità.
Sai? Forse dopotutto non mi butto…” mentre lo dice guarda il pavimento, perciò non può notare che il ragazzo di cui è innamorato gli si è avvicinato per prenderlo in braccio.
 Scoppia a ridere: “Louis, mettimi giù! Sono il doppio di te, finirai per romperti la schiena!”.
Non importa” gli risponde posandolo sul muretto di pietra per poi mettergli le scarpe dopo avergli sfregato i piedi per riscaldarli.
E poi mi starebbe bene. Ho aspettato troppo, e ti ho fatto soffrire. Mi dispiace” mormora al cemento.
Non ha importanza. Non più. Perché ora sei qui …Ma non farlo più.” sorride il riccio mettendo in mostra le fossette sulle guance.
E questa volta è Louis ad abbassarsi per posare un bacio sulle labbra di Harry, che arrossisce di colpo guardando i suoi occhi di quella particolare sfumatura d’azzurro.
Azzurro come la speranza.
 
 
Con quale coraggio sto pubblicando questa cosa? Erhmmm… Ni idea.
Siate clementi, è la prima Larry che scrivo, anche se a dire la verità tra breve pubblicherò una OS Ziam Mayne con accenni Larry :)
Grazie per avere letto!
Baci
Fux :)
  

 

 

 
Harry dondola lentamente i piedi nudi nel vuoto; stanno quasi diventando viola a causa del freddo, ma non gli importa: tra poco nulla avrà più importanza.
Ripensa con un sorriso amaro a sua madre e sua sorella Gemma: l’unica cosa di cui si pentirà sarà averle lasciate da sole…
Gli dispiace farlo, ma sa che non sarebbe comunque mai riuscito ad essere forte abbastanza.
È seduto su un ponte, le scarpe e gli occhiali posati accanto a lui, perché non vuole rischiare di rovinarli: sua madre ci ha perso mezzo stipendio.
Ha sempre cercato di essere coraggioso, senza mai riuscirci, sopraffatto da tutto ciò che lo circondava, da tutto ciò che subiva, e ha sempre saputo che sarebbe finita così: lui, solo su di un ponte, a ripensare tristemente alla sua “vita” se così si poteva chiamare ciò che gli era spettato in questo mondo.
Il ragazzo ha gli occhi verdi; tutti dicono che il colore della speranza è il verde, ma per lui non è così.
Perché per Harry la speranza è azzurra.
Ma non di un azzurro qualunque, no: è l’azzurro dei suoi occhi.
I suoi occhi azzurri come il cielo d’estate, azzurri come il mare…
Azzurri come l’acqua che ora scorre un po’ torbida nel fiume qualche metro sotto a lui.
Quegli occhi sono stati una salvezza, per l’appunto: la sua speranza, la speranza di potere essere finalmente compreso e amato.
Stava per gettare la spugna già tanto tempo prima, ma poi li ha incontrati, e ci è affogato dentro, e quando è risalito in superficie si è ritrovato fradicio d’amore e schiavo di quei due gioielli brillanti.
Harry da quel momento ha iniziato ad aggrapparsi a quei sentimenti come un bimbo che si stringe al suo papà, come un acrobata del circo si aggrappa al trapezio, perché grazie a quelli andava avanti nonostante tutto e tutti.
Ciò che prova è malato, è insano, e lui lo sa.
Non è naturale né normale, provare quel tipo di emozioni per una persona del proprio sesso, e inoltre i sentimenti che prova non sono come quelli di tutti: sono straordinariamente profondi e si, lo salvano, ma allo stesso tempo lo logorano da dentro, divorando tutto ciò che di lui è rimasto.
Lo uccidono, e lo fanno lentamente, perché Harry sa di non avere speranze.
E come può continuare così? Come può fare finta che vada tutto bene, quando in realtà si sente come se il suo cuore fosse esploso tutto in una volta, senza un minimo avvertimento?
Immagini del suo volto gli passano nella mente, facendogli quasi cambiare idea, mentre cerca di deglutire il groppo di paura che sente in gola.
Possibile che persino per porre fine al proprio dolore ci sia bisogno di essere coraggiosi?
Ma forse è solo che lui non vuole veramente farla finita: se chiude gli occhi flash di sue immagini lo ricoprono, a indicargli quella via che lo  porterebbe  lontano da tutta l’agonia, e quasi pensa che forse potrebbe essere felice, perché quella via è fatta di lui e Louis, insieme.
Ma sa che non è quella la realtà.
Avrebbe resistito per Louis, avrebbe sopportato tutti gli insulti che lo ricoprivano ogni giorno per il solo fatto di essere gay…
Avrebbe resistito perché per lui il suo nome è poesia, la sua voce è diventata la sua musica preferita, la sua risata la melodia più perfetta di tutte.
Il colore che preferiva una volta era l’arancione, ma ora lo è diventato l’azzurro della tonalità dei suoi occhi. Che poi dire “azzurro” non è sufficiente per spiegare ciò che Harry riesce a leggerci dentro ogni volta che li guarda e che rischia di smarrirsi fra quelle bellissime sfumature.
Quanto darebbe, pur di ricevere un contatto da parte sua, pur di potere vedere ancora una volta i suoi occhi brillare mentre gli sorride.
Ma quando due giorni  prima ha cercato di fare il primo passo, abbassandosi per baciarlo, lui è scappato.
Ovvio. Harry sente di potere scoppiare da un momento all’altro.
E allora abbracciami con la mente, Louis, e io farò lo stesso” pensa il riccio.
Harry si alza dal bordo, muovendosi con cautela, allarga le braccia e porta indietro la testa, a vedere per l’ultima volta il cielo di una notte senza stelle.
 
 
 
Louis si sente incredibilmente stupido, mentre corre per le gelide strade di Londra.
Stupido, perché ha aspettato maledettamente troppo per andare a cercare il suo amico.
Quando è arrivato a casa sua è passato dalla finestra, come lo stesso riccio gli ha insegnato a fare, e il suo presentimento si è radicato ancora di più all’interno del suo animo.
Il suo cellulare era lì sul comodino e questo gli ha fatto subito  pensare male, perché sa che l’altro non se ne separa mai.
Il fiatone non tarda ad arrivare, ma lui continua a correre: “ Non so dove trovarti… Non so come cercarti… Sono inutile!”.
Louis sta correndo, ma non ha una meta.
Poi all’improvviso è come se sentisse nel vento una voce che gli parla di lui.
È forse impazzito??
No, sono solo ricordi : ”Lou, non credi che sarebbe bello questo posto da vedere? Cioè… Se potessi vedere solo un’ultima cosa, non ti piacerebbe che fosse questa?” .
Ricorda molto bene quella conversazione, ricorda il ponte, ma ancora meglio ricorda che mentre l’altro ragazzo parlava, lui annuiva, quando in realtà pensava che se avesse dovuto scegliere un’ultima cosa da vedere allora quella sarebbe stata il viso di Harry, con i suoi dolci occhi verdi.
Finalmente arriva in quel posto isolato “Sai, non sono in molti a conoscerlo, Lou. Io ci porto solo le persone importanti” gli aveva confidato.
E ora eccolo lì in bilico non solo sul bordo di una vecchia costruzione di pietra, ma anche sul labile confine che c’è fra la vita e la morte, fra il combattere… E il lasciarsi andare.
Con un ultimo scatto il ragazzo si avvicina alla figura con le braccia aperte sul ponte; quando è a pochi passi Louis riesce a vedere che è davvero Harry, quello lì in piedi.
Ehi, Haz, che stai facendo?!” forse non il modo più adatto per intavolare una conversazione in un momento come quello.
 
 
 
Il riccio volta leggermente la testa :”Quello che va fatto.”
Il ragazzo con gli occhi azzurri gli si avvicina lentamente: “Ma perché?”.
Chiude lentamente le braccia, fino a riportarle lungo i fianchi: “Vuoi un perché? Ne ho tanti, sai?
Perché sono stanco di combattere. Stanco di sentirmi solo. Perché non faccio mai nulla di giusto. Perché sono sbagliato. Perché non servo a niente. Perché sono stufo di soffrire. Perché tutto sommato non penso che importerebbe per davvero a qualcuno. Forse alla mia famiglia, ma gli amici? No di certo. E allora te lo chiedo io: perché no?”.
Vorrebbe davvero essere convinto, perché solo una cosa potrebbe fargli cambiare idea: la consapevolezza di essere ricambiato, in qualche modo.
 
 
 
Louis sgrana gli occhi avvicinandosi ancora un po’ al riccio.
Fa lavorare velocemente il cervello, in cerca di perché.
Erhm… Perché se non ci sei tu, chi avrà dei ricci così morbidi e ricciosi? Perché… il verde dei tuoi occhi è l’ottava meraviglia del mondo?? No, ok, queste erano pessime… -prende un respiro per farsi forza- La verità è che tu mi hai sempre detto che fra noi quello coraggioso sono io, ma non è vero. Perché io scappo sempre da tutto ciò che mi spaventa. Sei tu la mia unica forza! Sai, dicono che è facile farla finita… Che la cosa veramente difficile è restare e combattere. Che la parte difficile spetta a chi resta. E se resto io e non ci sei tu… A chi mi appoggerò? Ci sarà qualcun altro che mi farà venire voglia di sorridere anche solo con un gesto stupido ? No.
Sai, non tutto ciò che mi spaventa non mi piace…”.
Sbuffa sonoramente, e nel frattempo muove un altro paio di passi, ora se allungasse la mano potrebbe toccarlo :“Uffa. Quello…Che sto cercando di dire è che sono scappato da te perché mi sono spaventato ma… Mi è piaciuto. L’ho sognato così tante volte che quando finalmente è accaduto ho fatto fatica a capire se era la realtà. E quando ho capito che stava realmente accadendo… Si, ho avuto paura che finisse e di non piacerti. Lo so, è stupido e insensato. Ma se ti butti… Allora quello sarà ancora più stupido e ciò che diventerà insensata sarà la mia vita.
Hai presente quando nuoti in apnea, e ti senti i polmoni scoppiare, la gola bruciare e gli occhi quasi lacrimano? Hai presente la sensazione che cresce al tuo interno, che ti dice che tu hai bisogno di aria, di respirare?
Ecco, se non ti avessi più accanto a me io mi sentirei molto peggio di così.
Perciò, non farlo Harry…
Perché ho bisogno di te.
Perché mi mancheresti.
Perché io dipendo da te, come gli aquiloni con il vento, i pesci con l’acqua, come un bambino con la mamma per nascere.
Si, perché è come se tu mi riportassi in vita…
Ogni volta che mi dedichi attenzione io torno a vivere, come una fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri: io brucio per un tuo sguardo e rinasco ad un tuo sorriso.”.
Louis si accuccia e prende in mano gli occhiali da vista dell’altro, per poi posarglieli delicatamente sul naso e sorridergli.
 
 
 
Harry sente di potere scoppiare da un momento all’altro.
Ma se prima era per il dolore che provava, ora è per la felicità.
Sai? Forse dopotutto non mi butto…” mentre lo dice guarda il pavimento, perciò non può notare che il ragazzo di cui è innamorato gli si è avvicinato per prenderlo in braccio.
 Scoppia a ridere: “Louis, mettimi giù! Sono il doppio di te, finirai per romperti la schiena!”.
Non importa” gli risponde posandolo sul muretto di pietra per poi mettergli le scarpe dopo avergli sfregato i piedi per riscaldarli.
E poi mi starebbe bene. Ho aspettato troppo, e ti ho fatto soffrire. Mi dispiace” mormora al cemento.
Non ha importanza. Non più. Perché ora sei qui …Ma non farlo più.” sorride il riccio mettendo in mostra le fossette sulle guance.
E questa volta è Louis ad abbassarsi per posare un bacio sulle labbra di Harry, che arrossisce di colpo guardando i suoi occhi di quella particolare sfumatura d’azzurro.
Azzurro come la speranza.
 
 
Con quale coraggio sto pubblicando questa cosa? Erhmmm… Ni idea.
Siate clementi, è la prima Larry che scrivo, anche se a dire la verità tra breve pubblicherò una OS Ziam Mayne con accenni Larry :)
Grazie per avere letto!
Baci
Fux :)


P.S. Scusate gli errori sicuramente presenti D: Oh, quasi dimenticavo di dire che mi sono un po' ispirata alla canzone "Adagio" :) La vecchiaia gioca brutti scherzi!
   
 
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