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Autore: Destrudo    08/08/2013    0 recensioni
Malessere che non lascia posto al gusto.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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D’un colpo non vide più futuro. Si svegliò dalle lusinghe dei suoi cari, dai conforti procurati dall’esistenza di persone più stanche di lui, dalle autocelebrazioni rivolte allo specchio. Rinacque sotto altri occhi, occhi critici. Perché non fu un risveglio di un anziano colmo d’esperienza, soddisfatto della vita, colmo di soldi guadagnati onestamente, che non ha rimpianti e che aspetta solo la fine dei suoi giorni in un letto spazioso e sfarzoso assieme alla sua donna, ma di chi è frastornato dal suono di mille allarmi antincendio partite simultaneamente, arso vivo nel fuoco del suo malumore, intrappolato nella sua trappola. Si parla di futuro: ogni aspettativa mira al bene futuro, a costo di sacrificare quello del presente. Però il futuro è irraggiungibile. Si svegliò.

 Lo abbracciarono l’angoscia e la depressione, volle contare le stelle assieme a lui il malessere. Suicidio? Troppo convenzionale ed anonimo, e poi si suicidano i depressi e gli abbandonati, mentre lui stava bene, ed aveva una compagnia aperta di mente. Gli sorrise l’isteria, gli fece l’occhiolino lo sconforto. Seguiva il ritmo del suo cuore simulandolo con continui battiti d’occhi. A ogni battito di ciglia sperava che qualcuno gli prendesse la mano e gli assicurasse serenità. Poi però il nessuno rincasò senza neppure farsi vedere. In quel momento espresse il desiderio per cui fosse invece il battito del cuore a seguire quello dei suoi occhi. Dopodiché si diede all’arte del sognare. Si trovò sotto un cielo stellato in compagnia di una ragazza. Le stelle erano disposte l’una vicino l’altra a formare numeri. I due si fissarono a lungo negli occhi, ridendo. L’abbraccio finale lo riportò alla realtà: il cuscino abbracciato arrossì dalla vergogna. Era già mattina. Si alzò e fece colazione. La TV e il cellulare accesi: la prima piena di pretese e di parole, il secondo assente e muto coinquilino. La solitudine gli respirava accanto.
  
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