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Autore: lestat84    05/10/2004    13 recensioni
Harry è distrutto. Il rimorso e i sensi di colpa non gli danno tregua. La vigilia del suo sedicesimo compleanno è giunta e la sola cosa che si prospetta è un'altra notte di calvario. Cosa succederà in seguito?
Se volete scoprirlo leggete questa mia prima ff nata dal desiderio di mettere una pezza al pessimo carattere tenuto da Harry nell'ultimo lavoro della Rowling.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Remus Lupin, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Negli occhi e nella voce - Due semplici parole

Capitolo 9/10

Domani si ricomincia.
La frase rimbalzava incessante nella testa di Hermione, impedendole di prendere sonno. Il binario nove e tre quarti, l'espresso, il castello di Hogwarts, le lezioni, i professori: dopo sei anni questi pensieri bollavano ancora la notte del 31 agosto come una delle più insonni. Da un paio d'ore ormai la ragazza continuava a rigirarsi sotto le lenzuola, incapace di trovare una posizione ideale. Niente da fare! Si alzò dal letto e indossate le pantofole uscì dalla propria stanza per dirigersi al bagno, in fondo al corridoio. Una rinfrescatina le avrebbe dato un po’ di sollievo. Svoltò a destra e quando passò al fianco della stanza di Ron non poté trattenere una leggera smorfia di disgusto. L'esile porta di legno, sebbene chiusa non riusciva a contenere le potenti russa del ragazzo. Hermione non si soffermò ad apprezzare il concerto e raggiunse il bagno. Un paio di minuti dopo stava per rientrare nella propria stanza quando notò che la porta della camera di Harry era socchiusa. Prima non l'aveva notata. Da qualche secondo Ron aveva smesso di russare tuttavia nel corridoio non regnava il silenzio. Hermione si avvicinò alla porta di Harry e accostò l'orecchio allo spiraglio: da esso provenivano piccoli gemiti e lamenti. Un leggero timore si insinuò nell'animo della ragazza. Titubante, afferrò la maniglia e lentamente la spinse. Poco a poco, l'interno della stanza, fiocamente illuminato dai raggi della luna si rivelò ai suoi occhi. Tirò un sospiro di sollievo quando vide che Harry era solo. Per un attimo aveva pensato il peggio, invece il ragazzo stava solo facendo un brutto sogno. Avvicinatasi al letto, Hermione si chinò, inconsapevole di quello che il destino aveva in serbo per lei. Un destino che semplicemente comandò al suo sguardo di posarsi sul volto di Harry pochi attimi prima del previsto. Pochi attimi fondamentali che impedirono alla sua mano di raggiungere la spalla del ragazzo e alla sua bocca di pronunciare le fatidiche parole Svegliati Harry. Per un tempo indefinito, Hermione rimase lì, immobile, incapace di fare alcunché se non scrutare quel volto: l'unica cosa all'interno della stanza che la soffusa luce della luna non riusciva a sfumare. Ogni lineamento, ogni contorno appariva duro, teso, scavato, in poche parole: fuori posto sul viso di un'adolescente. La ragazza sentì montare dentro di se l'angoscia. La stessa angoscia provata qualche settimana prima a Privet Drive. Una sensazione che sperava non dover mai più provare.

Fu in quel momento che, per la prima volta, una parte sopita dell'animo di Hermione Granger si dischiuse. Una parte non soggetta alle leggi dell'intelletto, ma a quelle del cuore. Avvicinò al viso del ragazzo l'esile mano e lasciò che il calore di lui l'avvolgesse prima di posarla sulla sua fronte, e lentamente scendere, accarezzando lo zigomo, la guancia, e infine il mento. Un tocco di una dolcezza infinita di cui solo le donne sono capaci. Nel momento in cui quelle dita tiepide sfiorarono la fronte di Harry, i gemiti e i lamenti cessarono, la sua espressione contratta si distese, e gli incubi lasciarono il posto ad una realtà di gran lunga più bella di qualsiasi sogno egli avesse mai fatto.

Fin dal primo istante, Harry non ebbe bisogno di aprire gli occhi per scoprire a chi appartenesse il calore e la morbidezza di quella mano, tuttavia li aprì, e ringraziò Dio di averlo fatto, perché davanti a lui, ora, stava un angelo. Come avrebbe potuto definirla diversamente! Era come se fossero i capelli ramati e il viso delicato della ragazza ad irradiare i chiari raggi della luna e non il contrario. Bellissima? Eterea? Soave? No... Sarebbe stato inutile affannarsi alla ricerca di un aggettivo che le rendesse giustizia. Perché non esisteva. Lei era oltre tutto ciò. Lei era... Hermione. Quando gli occhi dei due ragazzi si incontrarono tutti gli interrogativi e i dubbi sulla natura del loro rapporto svanirono. Tutto divenne chiaro, limpido, inequivocabile.

Finalmente, Hermione capì. Capì perché sentiva i battiti del proprio cuore accellerare tutte le volte che gli occhi verdi di Harry si rivolgevano a lei. Capì perché il suo animo traboccava di gioia quando lui sorrideva, o di tristezza quando lui soffriva. Capì l'origine di quella strana sensazione che da qualche tempo si faceva sentire sempre più spesso nel suo cuore. Una sensazione di incompletezza, di vuoto, che ne i libri, ne la scuola, e nemmeno l'amicizia riuscivano a colmare. Al di la dell'intelligenza spropositata Hermione era sempre stata una ragazza molto matura. Non aveva mai sopportato tutte quelle piccole-grandi cotte che le coetanee mettevano al primo posto nella scaletta delle priorità. Le considerava stupide frivolezze che non si addicevano minimamente ai suoi principi. E aveva ragione. Il problema era che il grado di maturità della maggior parte dei ragazzi non si discostava più di tanto da quello dei bambini del primo anno, e quindi non sarebbero mai stati in grado di darle quello che cercava. Perché lei di fatto non cercava un ragazzo, ma un uomo. E finalmente l'aveva trovato. L'aveva trovato negli occhi e nella voce di quel sedicenne che ora la stava osservando, sdraiato di fronte a lei. Un sedicenne diverso da tutti gli altri. Reso tale dalle privazioni e le cattiverie che segnarono la sua infanzia travagliata. A cui seguirono i pericoli, gli orrori, e le sofferenze di un'adolescenza troppo breve. Un'adolescenza sulla quale la tragica morte di Sirius aveva inevitabilmente impresso a fuoco la parola FINE. Hermione sapeva di non poter restituire ad Harry le gioie e la spensieratezza della gioventù. Tuttavia lei non voleva questo. Lei gli avrebbe dato molto di più. Gli avrebbe dato la cosa più importante. Una cosa sulle quale costruire un futuro insieme, e in essa trovare un motivo per andare avanti, per continuare a lottare, per continuare a vivere. Gli avrebbe dato tutto il suo amore.

Harry non aveva mai provato una sensazione simile prima d'ora: sentì un fiume d'amore sgorgare dal proprio cuore, rompere gli argini, e sommergere tutto il suo essere, inarrestabile, lasciandolo senza fiato. Tutti i ricordi degli ultimi anni nella quale era presente lei, anche solo in minima parte, gli passarono davanti agli occhi in un secondo, più vividi che mai. Si maledisse almeno un centinaio di volte. Cinque lunghi anni! Più di cinque lunghi anni vissuti al suo fianco e solo da poche settimane cominciava a vederla per quello che era in realtà: una ragazza unica al mondo. Bella, intelligente, gentile, ma soprattutto l'unica in grado di capirlo, di sopportarlo, di perdonarlo. Lui l'amava. L'amava oltre ogni limite. L'amava come suo padre aveva amato sua madre. Doveva dirglielo. Doveva dirglielo assolutamente: di questo si convinse mentre il calore della carezza svaniva dalla sua guancia. Se avesse potuto fermarlo per sempre sulla sua pelle quel dolce tepore l'avrebbe fatto, ma non poteva. Solo lei avrebbe potuto rinnovarlo. Harry era pronto. Un attimo ancora e le avrebbe detto tutto. Ma Hermione fu più veloce.
«Harry io...»
Nella pausa che seguì, la ragazza raccolse più il coraggio che non il respiro, e la cosa valse per tutti e due. A terminare la frase infatti non fu Hermione, ma Harry, sussurrandole dolcemente quelle due semplici parole:
«Ti amo.»

Entrambi chiusero gli occhi, e mentre quelle labbra perfette si avvicinavano lentamente alle sue, il ragazzo sentì i capelli di lei posarsi carezzevoli sulla sua fronte, sulle sue palpebre, sulle sue guance e infine sul collo. All'odore inebriante di quella soffice cascata si accostò presto il tiepido e dolce respiro della ragazza. Harry si protese, lento, sicuro, e finalmente giunse ad Hermione.

Quelli che seguirono furono attimi davvero speciali. Attimi che l'inarrestabile corso del tempo decise di rallentare, allungandoli di più, sempre di più, all'infinito, trasformandoli da semplici frazioni di tempo in doni ben più preziosi. Doni che il ragazzo e la ragazza accolsero nell'unico modo possibile: scolpendo a fondo nella loro mente il ricordo di quei meravigliosi momenti, e con essi coronare la nascita di un legame altrettanto meraviglioso. La logica conseguenza di un'intesa perfetta dalla quale altro non poteva sbocciare che un amore sconfinato. Un amore che i pericoli, le sofferenze, e la disperazione non avrebbero mai saputo intaccare. Questa fu la loro unica certezza, e tanto bastò. Ad Harry Potter e ad Hermione Granger non occorreva altro.

* * *

Ragazze non avete idea di quanto ci ho messo a scrivere questo capitolo. Posso ragionevolmente affermare che ¼ del tempo impiegato per la stesura dell'intera ff se n'è andato solo con queste poche righe. Tuttavia ne sono soddisfatto. Ho dato veramente il massimo e dubito che sarei riuscito a fare di meglio. Solo per questa volta vi chiedo di commentare perché, vedete, considero questo capitolo un po' come l'apice dell'intera ff.

robin82: Spero che quanto hai appena letto sia stato di tuo gradimento. Fammi sapere cosa ne pensi.

Eowyn127: E' bello ricevere ancora apprezzamenti da te, Dama dell'Ithilien.

Yaya: Beh, se non sono riuscito ad addolcirti gli ultimi giorni di vacanza con questo ultimo capitolo non so proprio più cosa fare. Grazie ancora dei complimenti e preparati al riscatto di Ron.

Marcycas - the Lady of Darkness: Hai fatto centro! Le fatidiche due semplici parole sono state proprio Ti amo. Spero che questo mio ultimo capitolo non abbia deluso la tua curiosità. Invece, per quanto riguarda lo scorso capitolo. Mi fa molto piacere che ti sia piaciuta la parte in cui Harry ed Herm volano verso Londra. Devi sapere che consideravo quel pezzo, come dire, un po' "deboluccio" tant'è vero che avevo anche considerato l'ipotesi di toglierlo. Per fortuna non l'ho fatto. A proposito: ho appena finito di leggere il ventiseiesimo capitolo della tua The Little Scarlet Rose e ti ho lasciato un commento.

Sanzina: Niente male la situazione del buon Lucius non trovi. (Chiudi la bocca, babbano di merda! NdLucius) Per quanto riguarda la parte tra Robert ed Harry nel capitolo 7: sono contento che ti sia piaciuta. Mi è sembrato doveroso non liquidare velocemente il papino della So-Tutto-Io. La stessa So-Tutto-Io che come hai correttamente previsto si è vista ricevere un bel Ti amo dal nostro Potty (carino il nomignolo). Un'altra cosa: che rapporti hai con il figlioletto del tuo amore? Te lo chiedo perché nel prossimo capitolo anche il buon Dracuccio entrerà in scena. Quasi dimenticavo: ben tornata dalla gita.

Elizabeth Potter: Questo capitolo è dedicato a te. Spero solo di averti almeno in parte soddisfatto e mi scuso se non sono stato all'altezza delle aspettative. In ogni caso mi farebbe un piacere immenso sapere cosa ne pensi.

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