Baci, sorrisi e… macchine del tempo
Trunks non aveva
mai
provato nulla di simile fino a quel momento. Le loro labbra si erano
unite in un
dolcissimo bacio e nessuno dei due voleva dividersi
dall’altro. Era la prima
volta e non immaginava che fosse così piacevole. Trunks
guardava Aya
imbambolato, come in trance.
Lei
aggrottò la
fronte -Beh… non mi dici nulla.-
-Eh…
eh…-
-Certo
che… sai non
ho mai conosciuto un ragazzo come te. Sei così timido, ma
anche dolcissimo. Adorabile!-
concluse sorridendo.
Trunks era
perplesso,
non sapeva cosa pensare figuriamoci cosa dire! Aya gli piaceva, ma lei viveva nel futuro, lui sarebbe partito
un giorno o l’altro. Doveva dirle la verità?
Lo guardava con
occhi
sognanti: era troppo tardi. Ormai lei era completamente cotta, se le
avrebbe
detto ora la verità non l’avrebbe mai
più guadato in faccia e a lui serviva Aya
per tornare indietro.
Si sentii un
mostro.
Lui stava con Aya solo per quel motivo? Solo per resoconto personale?
No, non
era così, pensò subito dopo che lei
l’abbracciò.
Era
così bella averla
tra le braccia.
-Ti voglio bene
Aya-
la strinse forte a sé, era sincero.
-Anch’io
Troru,
anch’io tanto- rispose mentre era ancora accoccolata fra le
sue braccia.
Goten si
svegliò di
soprassalto dal pisolino. Aveva sognato sua madre Chichi che lo
inseguiva per
casa, perché lui era scappato dalla finestra per andare ad
allenarsi anziché
studiare. Che incubo! Poi un pensiero gli balenò in testa:
chissà cosa stavano
facendo i loro genitori in
quel momento.
Bulma sicuramente si era accorta della mancanza della macchina del
tempo.
Chissà quando sarebbero tornati cosa sarebbe accaduto.
Punizione a vita! Brrr
non voleva pensarci.
Si
guardò intorno,
non era rientrato ancora nessuno.
I
genitori di Aya erano spesso assenti per
lavoro. Il padre, dopo quella volta, non lo videro più e
della madre nemmeno
l’ombra.
“Ma
dove sono finiti
quei due? Saranno ancora in giro a fare i piccioncini. Eheh”
pensò. “Va beh, andrò
a controllare la nostra macchina del tempo. Speriamo che sia tutto a
posto.”
Poco dopo i due
ragazzi ritornarono a casa. Mentre Aya era in cucina a preparare la
cena,
Trunks entrò nella camera che divideva con Goten. La ragazza
aveva insistito
per ospitarli per tutta la durata del loro viaggio e loro avevano
accettato al
volo.
Goten
balzò giù dal letto -era ora, dove eravate
finiti? Lasciarmi tutto il giorno qui da solo, bell’amico che
sei!- disse tono
chiaramente scherzoso.
-Sì,
in effetti è in
po’ tardi… - e si diresse verso il bagno. Goten lo
seguì.
-Sai sono andata
a
controllare la macchina che abbiamo nascosto. L’ho trovata
bene, per fortuna,
se non ci pensavo io…-
Trunks lo
ascoltava
distratto.
-Allora? Tu non
mi
racconti nulla?-
-Mhm- Trunks era
in
imbarazzo, non era come Goten, lui era più, come dire sciolto riguardo certi argomenti
-ci… ci siamo… baciati, tutti qui-
confessò alla fine, imbarazzato.
Goten
strabuzzò gli
occhi -Tutto qui?? Stai scherzando! Vi siete baciati e tu mi dici:
tutto qui?!-
-Sì,
tanto Goten sai
bene che questa cosa non può avere futuro
no?-
-Beh- Goten si
fece
serio -è complicato, forse dovremmo dirle la
verità.-
-Credi che non
ci
abbia pensato? Ma così mandiamo in aria tutto. Domani
comunque le chiederò di
fare un giro nella macchina temporale, per capire meglio come funziona.
Dobbiamo andarcene da qui prima di complicare il tutto.-
L’indomani,
come
deciso la sera prima, Trunks chiese ad Aya di fargli vedere la macchina
del
tempo all’interno e per spiegarle anche il funzionamento di
essa.
Dopo un
abbondante
colazione andarono sul retro della casa dove era parcheggiata la
navicella
temporale.
-Eccoci qui,
miei
cari ragazzi, come promesso quest’oggi vi farà
vedere poco dimeno come
è fatta una navicella temporale…- si
avvicinò allo scanner esterno della navicella,
avvicinò l’occhio destro e la
porta della macchina si aprì.
-TATAAAAAN!-
Trunks e Goten
si
guardarono: certo che quella ragazza era davvero teatrale.
Entrarono e la
prima
cosa che saltò agli occhi di Trunks furono i comandi, o
meglio dei comandi non
c’era nemmeno l’ombra!
-Allora ragazzi
voglio mostrarvi prima gli interni e le stanze, seguitemi.-
I due saiyan si
guardavano intorno meravigliati, la loro navicella era grandissima, ma
questa
era immensa e davvero ben attrezzata, potevano viverci ben tre famiglie
al suo
interno.
Goten
notò anche
l’immensa dispensa.
-Ohh con tutto
questo
cibo sei apposto per un anno.-
-In
realtà sarebbe
per due…- rispose Aya.
-Eheh
sì, intendevo
due. Due- si corresse.
-Aya, scusami ma
ho
notato prima che non ci sono i comandi, come...-
-Non
è esattamente
corretto. Ora ti faccio vedere.-
Si avvicinarono
al
luogo dove dovevano esserci i comandi.
-SCANNER
COMANDI-
disse Aya.
Dal nulla
dinnanzi a
loro apparve un
ologramma.
-Eccoli i
comandi,
non sono visibili, nelle vecchie macchine sono inseriti nella
navicella, invece
in queste più recenti no. Questo rende tutto più
semplice, così non si sbaglia.
Per essere più chiari, questi tipi di comandi di ultima
generazione, che
possiede al momento solo la mia famiglia, evita problemi con la
macchina, tipo
partenze non previste- puntualizzò Aya gesticolando.
A Trunks si
fermò un
groppo in gola. Perché sua madre non aveva inventato dei
comandi simili nel
passato? Così non si sarebbero trovati in un pasticcio
simile!
-Ma ti lasciano
usare
la navicella i tuoi genitori?-
-Ahah te lo sei
chiesto anche tu, eh? La verità è che io
prenderò il posto di mio padre, quindi
sto già imparando qualcosina.-
-E tuo fratello?-
-Naa a lui non
interessano certe cose, ama solo combattere.-
-Mmm Aya posso
farti
una domanda un po’ più complessa?- era arrivato il
momento.
-Dimmi pure- Aya
era
curiosa.
-Metti caso che
la
macchina si possa rompere, come è possibile aggiustarla?-
-Rompere? Che
tipi di
guasto?-
-Al motore-
intervenne Goten.
-Mhh siete
davvero
interessati a queste macchine, non è che per caso avete
intenzione di
costruirne una?- li guardò sott’occhio.
-No, no, te
l’abbiamo
detto è solo curiosità- cercò di
giustificarsi Trunks.
-Eppure sembrate
saperne molto.-
Silenzio…
I ragazzi non
sapevano più che inventarsi.
Poi Aya sembro
sollevarsi -Sembrate dei tipi apposto, io mi fido del mio sesto senso.
Ok, ve
lo dirò! Basta chiamare il
comando
“Computer: Correzione Guasto” e qualsiasi guasto si
aggiusterà!-
A Trunks caddero
le
braccia -E mettiamo caso che sia una dei quelle navicelle vecchie, che
bisogna
aggiustare manualmente?-
-Oh…
beh mi dispiace,
su questo non so aiutarvi, non sono arrivata fino a questo punto.-
Trunks e Goten
si
guardarono disperati.
-Ma! Ma posso
chiedere a papà, se ci tenete tanto…-
-Oh
sì! Grazie Aya,
sei un tesoro- Trunks la sollevò da terra e
l’abbracciò, sotto lo sguardo
divertito di Goten.
-Di
niente… tesoro- sorrise
-ora se volete scusarmi
devo studiare, Kasumi mi aspetta.
-Frequentate la
stessa scuola?-
-Non esistono
scuole
qui!-
-Davvero?? Posso
rimanere qui? Posso??- chiese eccitato Goten -poi si accorse della
gaffe e si corresse
-dai noi ci sono ancora le scuole, eheh-
-In
realtà volevo
dire che, non esistono fisicamente
le
scuole. Noi facciamo lezione in videoconferenza, siamo un gruppetto di
dieci
alunni. E sapete chi è la nostra insegnante? La mamma di
Kasumi, la signora
Muschy. Il cognome è di suo marito. Il suo non
l’ho mai capito, ma comunque si chiama
Marron. E’ davvero molto brava, una delle insegnati migliori
di questa
regione.-
Trunks e Goten
sorrisero, conoscevano il futuro di uno dei loro amici. Ma gli altri
doverono
finiti? Ma più di tutti i loro alter-ego che fine
avevano fatto?
Forse, pensò Trunks, era meglio non saperlo. O no?
NDA:
Ciao! Come va? XD
Eccoci al quinto
capitolo, l’ispirazione non era tanta ma spero che abbiate
apprezzato lo
stesso, i prossimi capitoli vi
terranno
col fiato sospeso, promesso! :D
Pubblicherò a
settembre, causa: pausa estiva.
Colgo l’occasione per
augurare a tutti voi BUONE
VACANZE!
A presto!
Kjria^^