Alla via battuta ho dedicato le mie parole e calde speranze lungo il sentiero di buio ammantato. Per la via battuta e le sue stanze ho pregato e meditato sul mondo per rimediare alle mie mancanze Cipressi, ombra d'eterno ritorno; strade di sassi, sabbia e sudore, cuscini di sogno dove io affondo. Esattrice di ginocchia, crudele è la via battuta; maestra dura in bagni d'acqua e sangue, fedele. Sempre accetta ogni mia abiura e si stende qualche metro più in là; mi spaventa la sua cupa frescura. Mi spaventa la sua testra maestà e mi affascina la sua luce che sempre mi avrà in potestà. Ho provato a portare la mia croce alla luna, all'erba, alla vita: della chiarezza ho sentito la voce. E in gloria e in terrore d'asceta e in sintonia con questa pulsazione, in questa esplosione, la via finita. Addio, sfumature d'illusione, brina sui prati, ruscelli anziani, uggia autunnale piena di passione. Addio, aria carica di profumi strani, nuvole stese sui campi di grano, albe di pesca, canti mattutini. Vedo il tagliente profilo amiatino, la calma atavica di questa valle, della notte il mistero adamantino. Sento il peso portato sulle spalle e sento il vento che l'ha sollevato, la pioggia, Chiara, questo fresco scialle. Alla via battuta io ho offerto Lacrime e sorrisi come pedaggio Sì che io possa divenire esperto Lungo il mio ineffabile viaggio.