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Autore: heartprincipess    16/02/2008    2 recensioni
Breve introduzione: Ai tempi del liceo Bra e Goten hanno avuto una storia d’amore molto intensa, ma era tutto finito quando Bra improvvisamente aveva deciso di lasciare la sua famiglia per la volta degli States. E negli States la giovane ragazza riesce a farsi una nuova vita, con un nuovo ragazzo, Mark e riesce anche ad affermarsi nel lavoro, aprendo un hotel sulla spiaggia della California. Goten aveva provato a riportarla a casa, ma lei aveva deciso di rimanere insieme a Mark ed adesso le lancette del tempo si spostano a quattro anni dopo. Goten decide di far visita nuovamente a Bra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimentica il tempo tra di noi





Non era solo un ragazzo. Lui era “il ragazzo”. Il ragazzo per cui si era perdutamente innamorata anni prima, il ragazzo che aveva ferito, preferendo scegliere Mark a lui, quanto aveva dovuto soffrire per causa sua, ma nonostante tutto lui ora era lì, al centro della hall, con un sorriso dolce, quasi nel dimostrare che non serbava rancore nei suoi confronti.
Quattro anni. Erano passati quattro anni da quel addio all’aeroporto e lei aveva proseguito la sua vita nei migliori dei modi, si era rinnamorata di Mark nuovamente, aveva consolidato quel sentimento anno dopo anno, eppure vedere Goten in quel momento la sconvolgeva. Il suo cuore batteva con ferocia, come se le stesse dicendo quanto quel ragazzo potesse ancora essere importante per lei. Probabilmente aveva scelto il momento meno opportuno per ricomparire, lei era confusa e il suo arrivo la rendeva solo più turbata.
Si avvicinò a passo incerto verso di lui, poteva dargli uno sguardo nell’insieme, era sempre il solito Goten, certo era maturato e lo si poteva notare dai lineamenti più delineati del viso, da quei suoi occhi che la guardavano con consapevolezza, ma nel suo cuore sentiva che era sempre e comunque il ragazzo a cui voleva bene.
Erano a pochi metri di distanza, vicini, potevano osservarsi, accorgersi dei loro cambiamenti, mentre le loro menti erano cariche di dubbi intensi.
“Sei qui..”, sussurrò Bra, non riusciva a salutarlo, ad avvicinarsi a lui, come se un solo contatto avrebbe potuto disorientarla ancora di più.
La guardò con degli occhi tristi, ma appena lei alzò lo sguardo verso di lui, porse la sua attenzione verso quei divanetti nella hall.
“E’ un bel hotel. Complimenti.”, affermò con sicurezza.
Era solo questo quello che voleva dirle? Sincerarsi che lei avesse avuto successo nel campo lavorativo? Avrebbe voluto gridargli di dirle il vero motivo per cui era venuto, ma non ne ebbe il coraggio.
Abbassò nuovamente lo sguardo, “Quanto resterai?”, le chiese secca.
“Tre giorni. Parto lunedì.”, fu la sua risposta, rimanendo freddo e distaccato come si era dimostrata Bra.
Scacciò via i suoi sentimenti, quei ricordi che ancora la legavano a lui, era tutto finito. Non le importava.
“Immagino che ti servirà un posto dove dormire. Per la camera, rivolgiti alla reception. Ti farò un trattamento di favore, visto che sei un vecchio amico.”
Già, un vecchio amico. Era solo questo, ormai. Lei avrebbe continuato la sua vita senza di lui. Tre giorni, e poi lui non ci sarebbe più stato. Non avrebbe più affrontato sentimenti ormai sepolti.
“Non mi serve nessun trattamento speciale.”, disse Goten, guardandola severamente.
Quel atteggiamento la infastidiva, l’aveva sempre infastidita. Ora più che mai.
“Bene. Allora, pagati la camera da te.”, lo incitò Bra.
Si era preoccupata di caderci nuovamente. Aveva avuto paura per un attimo che quel suo sguardo tenebroso l’avrebbe fatta capitolare, ma si era sbagliata. Lei non si sarebbe più distratta da Mark, avrebbero formato una famiglia. Lei, lui ed il bambino che portava in grembo.
Portò una mano sul ventre. Un bambino, perché non le sembrava che fosse il momento opportuno? Perché la spaventava così tanto avere un bambino? Un bambino suo e di Mark.
Non riuscì a trattenere una lacrima, che cadde irreparabilmente sul suo viso.
Sperò con tutto il cuore che lui non avesse notato quella sua debolezza, non voleva sentire prediche o ramanzine. Aveva solo bisogno di stare in pace con sé stessa.
“Okay..allora, noi non abbiamo niente da dirci. Ti auguro un buon soggiorno.”, finse, cercando di ritornare nei suoi panni da direttrice.
Sentiva che le lacrime non si sarebbero fermate, aveva un gran bisogno di sfogare quel pianto, ma non davanti a quelle persone, non davanti a lui.
La presa sul braccio la fece trasalire, lo guardò smarrita. Non in quel momento, pregò che non la guardasse con il suo sguardo comprensivo, altrimenti non avrebbe potuto resistere oltre.
Ma lui non la guardò, la conosceva bene, leggeva il suo animo meglio di chiunque altro.
Abbassò lo sguardo verso il pavimento di marmo, mormorandole, “Noi non siamo solo vecchi amici.”

Aveva trascinato Goten nel secondo ripostiglio dell’hotel, dove venivano custodite le valigie più ingombranti. Quel posto non veniva usato di frequente, era per questo che aveva scelto di andare lì.
Era seduta sul pavimento, stringeva al petto le sue ginocchia, aveva pianto, si sentiva completamente svuotata di ogni cosa.
“Sono patetica, non trovi?”, ruppe il silenzio Bra.
Aveva solo lasciato che le lacrime uscissero, ma non aveva dato nessuna spiegazione a Goten, e lui non le aveva chiesto nulla, l’aveva solo accolta tra le sue braccia senza dire neanche una parola, fino a quando Bra si era resa conto della situazione e si era distaccata.
“Sei Bra. Hai le tue crisi..i tuoi soliti problemi sul fare la scelta giusta o sbagliata.”, spiegò Goten, cercando di immaginare cosa le fosse successo.
Bra si stupì. La conosceva davvero bene. Quattro anni e non era riuscita a cambiare di una virgola, troppo prevedibile per lui.
Appoggiò la testa sulla spalla di Goten, “Avevo bisogno di piangere.”, confessò Bra.
“Sono venuto nel momento giusto, allora.”, ironizzò Goten.
La risposta affermativa di Bra lo spiazzò. Era vero, fino a qualche minuto prima vedeva nel suo arrivo solo un evento negativo, ma presto aveva capito che avrebbe potuto sfogarsi solo con Goten, proprio perché lui la conosceva sia come era prima e come era in quel momento.
“Mi ha chiesto di sposarlo.”, dichiarò Bra, lasciando che qualche istante di silenzio si insinuasse tra di loro.
“Io mi sposo la settimana prossima.”, aggiunse Goten, osservando come lei, la porta marrone di quel ripostiglio.
“E’ tutto cambiato, allora.”, affermò Bra, scostando una ciocca dei suoi capelli.
Le prese il mento tra le dita, in modo tale che potessero guardarsi negli occhi, “Ognuno ha preso le sue strade.”
Eppure se avevano preso le loro strade, perché il destino li aveva fatti rincontrare? E perché il suo cuore aveva battuto così forte nel rivederlo?



Allora? Cosa ve ne sembra? So che avrei dovuto finire la mia precedente fanfiction, però mi è venuta questa improvvisa ispirazione e così l’ho scritta di getto..quindi, potrebbe essere piena di errori, se così fosse perdonatemi.
(Credits: titolo della fanfiction derivante dalla canzone "Il tempo tra di noi" di Eros Ramazzotti.)
  
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