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Autore: heartprincipess    17/02/2008    3 recensioni
Breve introduzione: Ai tempi del liceo Bra e Goten hanno avuto una storia d’amore molto intensa, ma era tutto finito quando Bra improvvisamente aveva deciso di lasciare la sua famiglia per la volta degli States. E negli States la giovane ragazza riesce a farsi una nuova vita, con un nuovo ragazzo, Mark e riesce anche ad affermarsi nel lavoro, aprendo un hotel sulla spiaggia della California. Goten aveva provato a riportarla a casa, ma lei aveva deciso di rimanere insieme a Mark ed adesso le lancette del tempo si spostano a quattro anni dopo. Goten decide di far visita nuovamente a Bra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimentica il tempo tra di noi



Chiusa in camera, fissava quel susseguirsi di immagini che uscivano dal televisore senza farci attenzione, troppo presa dai suoi pensieri.
L’aveva rincontrato nuovamente. Pensava che si trattasse di un capitolo chiuso, ma quando l’aveva visto per un momento si era ingannata che nessuno dei due era riuscito ad andare veramente avanti, eppure non era stato così. Entrambi si sarebbero sposati, avrebbero costruito una famiglia, ma da soli, ognuno per le proprie vie.
Rimuginava sulle sue ultime parole, prima di lasciarlo solo in quel ripostiglio, “Meglio che vada. Ho molte cose da sbrigare. E tu..beh, prenota la camera..sei mio ospite.”, non era riuscita ad aprirsi come avrebbe voluto, ed ora si era isolata di nuovo con i suoi problemi.
Il rumore della maniglia della porta, la risvegliò, c’era qualcuno che voleva entrare, e sapeva bene chi fosse.
Si diede un rapido sguardo allo specchio, sforzandosi di sorridere ed andò ad aprire.
“Ciao.”, gli disse, facendolo entrare nella stanza.
Mark non le degnò di uno sguardo, probabilmente era ancora arrabbiato per il suo “Non so. Ho bisogno di tempo.”
Lui che era sempre stato comprensivo questa volta, non aveva accettato scusanti, le aveva gridato che l’amava, che avrebbe fatto di tutto per lei, eppure Bra non aveva sentito la certezza e la sicurezza per dirgli di sì.
“Dovresti cercare di capirmi.”, pronunciò Bra delusa.
Il ragazzo posò lo sguardo su di lei quasi con disprezzo, “Io cerco sempre di capirti, ma questa volta non ci riesco.”
Non riuscì a rispondere a tono a quelle parole, lasciò quindi che lui prendesse la sua chitarra per poi uscire dalla stanza.
Dannazione, si rimproverò. Non voleva che tra loro si creasse una situazione del genere, andava tutto bene fino a quando non arrivò quella proposta. E poi, c’era stata la scoperta del bambino.
Il cellulare le squillò. Non aveva voglia di parlare con nessuno, perché le persone si facevano sentire solo quando non voleva parlare?
Vide il numero: era la sua amica Valery.
“Pronto?”, rispose svogliata.
“Gliene hai parlato?”, domandò l’amica, andando così dritto al punto.
Già, doveva dire a Mark del bambino. Ma come poteva farlo se ora non c’era altro che confusione nella sua testa?
“No, ancora no.”
L’amica non si fece commuovere dalla sua voce insicura, “Non cambierà niente se aspetti. Diglielo.”
“Non è il momento giusto.. Lui è già arrabbiato con me per il fatto della proposta di matrimonio..”, sbiascicò impacciata.
“Se gli dirai del bambino, metterà da parte la rabbia. Non nascondergli il fatto che stai aspettando suo figlio.”, le disse molto più comprensiva.
Lo squillare del telefono la destò dai consigli di Valery. Era il telefono su cui riceva le chiamate dei suoi dipendenti, solitamente. Doveva esserci un problema.
“Valery, credo che il mio hotel stia andando a fuoco.”, buttò lì Bra.
L’amica finse di ridere, “Sai che non attacca con me!”
Ma Bra nel frattempo aveva già risposto alla chiamata, “La coppia di New York? Non l’avevo messi nella stanza 25?”
“Bra!!”, le gridò Valery, offesa per essere stata lasciata in attesa.
“Scusami, ma ho veramente un problema con l’hotel. Ci sentiamo dopo.”, chiuse la chiamata prima che l’amica la sgridasse nuovamente.
Meno male che c’era il suo lavoro a distoglierle la mente dai suoi veri problemi.

Aveva sistemato la questione dei due sposi di New York, ed ora si ritrovava di nuovo a ripensare alle sue preoccupazioni.
Giocherellò con i suoi capelli, attorcigliando il leggero boccolo al dito, mentre osservava la lista delle persone che sarebbero arrivati l’indomani.
Una comitiva molto numerosa, una di quelle che non l’avrebbero lasciata in pace, e forse era questo ciò di cui aveva bisogno, immergersi nel lavoro fino a dimenticare quella proposta. Ma sapeva bene che questo rappresentava solo una scappatoia. Scappare era ciò che le riusciva meglio.
Il suono del campanello che si trovava sul bancone, le fece alzare lo sguardo.
“Ma che faccia seria!”, esclamò Goten, schernendola.
“Goten..”, pronunciò il suo nome in un sussurro.
Il ragazzo le sorrise, “Ricordo che le passeggiate in spiaggia ti piacciono.”
Se una cosa le faceva piacere sicuramente era il fatto che lui si ricordasse ancora ciò che lei apprezzava.
Non aveva bisogno di chiedersi se era giusto o meno, erano dei vecchi amici. Una passeggiata tra vecchi amici si poteva fare.
“Da vecchi amici, giusto?”, gli sorrise, prendendo la giacca.

Era appena Marzo, e la brezza marina serale le dava quel aria fresca che amava.
Avrebbe voluto scacciare i suoi pensieri con quel venticello, ma non sembrava funzionasse così.
“Come mai questo viaggio?”, azzardò Bra, osservando la sua reazione con la coda dell’occhio.
Lui rimase impassibile, sapeva che lei lo stava guardando, “Lo sai. Mi piace distrarmi prima dei passi importanti.”
Che risposta banale. Quante volte aveva usato quella scusa per evitare una verità scomoda. E lei ogni volta aveva assecondato quel suo gioco. Anche quella volta, non sarebbe stata da meno.
“E lei..come è lei?”, optò per un altro argomento.
“Lei è una ragazza fantastica, molto dolce. L’ho conosciuta quando sono tornato a casa, dopo quel viaggio.”
Quel viaggio, già. L’ultima volta che si erano visti. Quindi, dopo il suo rifiuto aveva trovato l’amore che a giorni avrebbe portato sull’altare. Quel pensiero la disturbò così tanto da voler gridare con tutta la voce che aveva in gola, ma non lo fece.
“Immagino che dovrei dire che..che sono contenta per te.”, suppose Bra, scavando con la scarpa una fossa nella sabbia.
Certo che doveva esserlo. Lui era una persona meravigliosa, doveva essere felice se aveva trovato una ragazza così, eppure non ci riusciva. Non riusciva ad imporsi quella falsa felicità.
E senza che se ne accorse, la sua voce pronunciò qualche sillaba, “La ami quanto ami me?”
Lasciò che il silenzio cadesse, mentre percepiva gli occhi di Goten puntati su di sé, cosa aveva detto?
Cercò di rimediare in fretta a ciò che aveva proferito senza pensare, “Scusa..non farci caso. Ultimamente, sono parecchio confusa.”
Lo sfiorare della sua pelle sulla sua, quella carezza spontanea ed innocente, la fece arrossire, “Noi siamo solo dei vecchi amici.”
Solo dei vecchi amici. Ora quelle due parole la urtavano terribilmente.
Si sforzò a sorridere, cercando di reprimere ogni istinto che nasceva dal suo cuore. Ne aveva combinate troppe in quel giorno. Lo lasciò lì, a contemplare le onde dell’oceano Pacifico.
Goten distolse lo sguardo dal mare per vederla allontanarsi, “La ami quanto ami me?”
“No, io amo solo te.”


Lorigeta, eh sì..dopo tanto sono tornata qui..ho avuto molti impegni ultimamente, ed adesso che ho qualche giorno di respiro ho deciso di scrivere qualcosina. Comunque, grazie davvero a tutti quelli che hanno commentato.

  
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