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Autore: funny_orange18    09/08/2013    0 recensioni
La pioggia cadeva pigra dal cielo plumbeo, ma a Beacon Hills si respirava aria di cambiamento...
“Ti sembra davvero lei?”
“Si, è identica a sua madre.”
Nuovi arrivi, ritorni di fiamma, tanto amore e un po' di Sterek (e Scallison)! Soprattutto una nuova storyline!
Una nuova minaccia incombe sui ragazzi di Beacon Hills e pare che sia la bella Anne, la nuova arrivata, ad essersela portata appresso insieme ad una sorta di alone misterioso: ci si può fidare dell'inglesina portata da Jackson? E soprattutto a quale prezzo? Inoltre Isaac parrebbe avere un debole per la nuova arrivata.
P.s. Se recensite non mordo
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Ma perchè dobbiamo uscire quando piove?”
“Vuoi o no affinare le capacità che hai acquisito diventando un mannaro?”
“Si ma non credevo che questo implicasse uscire mentre diluvia!”
“Smettila di piagnucolare, Jackie, e cerca di concentrarti...” sbottò un po' socciata la ragazza
“NON CHIAMARMI IN QUEL MODO!” gridò furibondo Jackson.
Anne lo fulminò con lo sguardo ma fece finta di niente tornando a gridare quanto gli desse fastidio. 
A quel punto la ragazza gli diede uno schiaffo e afferrandolo con forza per la maglia gli sibilò:
“Finiscila immediatamente. I capricci li fai a casa, non mentre ti alleni. Ti è chiaro?”
Jackson non l'aveva mai vista così. Doveva aver esagerato davvero tanto poiché non aveva mai regaito in quel modo prima. E sopratutto non aveva mai mostrato i suoi occhi rossi da alfa. Almeno non per intimidirlo. O 
magari c'era dell'altro...
I suoi occhi verdi erano diventati d'un tratto rosso fiammeggiante, ed erano rimasti tali fino a che non aveva lasciato andare il ragazzo visibilmente preoccupato.
Sedutasi sul marciapede fece sedere Jackson al suo fianco e iniziò a spiegargli:
“Lo sai già, avvertire odori e rumori sotto la pioggia diventa più difficle...” sospirò poi proseguì
“Lo so che è noioso... ma devi, anzi dobbiamo farlo...”
“Non te l'ho mai chiesto ma chi ti ha insegnato tutte queste cose?”
Anne sorrise al ricordo di quei momenti e con un tono pieno di nostalgia raccontò:
“Mia madre ha iniziato a farmi esercitare in questo modo quando avevo 3 anni. Facevo davvero schifo! Mi rimbeccava sempre! Figurati se una bambina di 3 anni riusciva a prestare attenzione per più di 2 
minuti.” risero qualche istante e poi continuò:
“Mio padre e mio zio invece mi insegnavano a combattere. Con loro credo di aver iniziato a....” si fermò pensandoci su un attimo
“Hanno iniziato per gioco quando ho imparato a camminare. Non hanno perso un istante... Hanno iniziato a fare seriamente intorno ai 5 anni. Avendo sempre i cacciatori alle calcagna dovevo imparare 
da subito a sentirli, riconoscerli e difendermi anche da sola. Quando sono morti ho iniziato ad esercitarmi per conto mio.” 
Il suo viso si rabbuiò “Poi sei apparso tu ed ora posso trasmetterti la mia conoscenza.” 
Sorridendo fece segno a Jackson che il momento del revival era finito e lui, obbediente, iniziò ad ascoltare i rumori elencando ad Anne tutto ciò che sentiva. 
Quando la ragazza ritenne che potesse andare bene passarono agli odori. In quel frangente era davvero brava, altrettanto non si poteva dire di Jackson.
“Okay okay basta così. Per oggi.” disse stropicciandosi gli occhi 
“Come sono andato...?”
“Migliori ogni volta, i miei complimenti.”
Dopo una piccola danza della vittoria, Jackson prese Anne per mano e la condusse alla macchina.
“Mi dispiace per la tua Porche.... Ogni volta te la faccio sporcare...”
“E ogni volta mi diverto a lavarla con te”
“Ti diverti a guardarmi mentre la lavo vorrai dire! Non alzi mai un dito!”
“Come osi parlarmi così?” le disse ridendo. La prese per i fianchi e la strinse a sé. Poi le sussurrò in un orecchio
“Non ti azzardare mai e dico mai più a darmi dello sfaticato” le mordicchiò il lobo mentre lei gli metteva dolcemente le braccia intorno al collo. Gli rispose anche lei in un sussurro
“Certo capo...” 
Si scambiarono uno sguardo intenso e si persero in un bacio altrettanto intenso e romantico. Anne lo interruppe metendogli un dito sulle labbra:
“Torniamo a casa o ci ammaleremo davvero questa volta.”
Salirono a bordo della nuova Porche bianca di Jackson regalatagli dai genitori in occasione del suo ultimo compleanno, al quale aveva partecipato anche Anne.
I due si erano conosciuti durante una notte di luna piena. Lei passeggiava da sola nelle campagne intorno a Londra, lui cercava invano di controllare la sua trasformazione.
Subito si erano scambiati per nemici, avevano iniziato a lottare e il poco esperto Jackson aveva la peggio. Dopo un po' Anne si rese conto della situazione del ragazzo e tentò di aiutarlo. Lo portò a casa sua, gli
 medicò le ferite con delle bende imbevute di un infuso insegnatole dalla nonna. Quella miscela di erbe aiutava la guarigione, ed essendo lei un'alfa aveva causato non pochi danni a Jackson.
I genitori di lui erano fuori per lavoro quindi ebbero tutto il tempo per raccontarsi le loro storie, divertirsi. Innamorarsi.
Rimasta orfana da poco più di due mesi, Anne era stata ospitata in casa Whittemore con calore, e quando l'amore dei due ragazzi fu chiaro anche per i genitori del ragazzo, questi furono ancora più 
lieti di averla in casa.
Così aveva iniziato ad allenare Jackson, o Jackie come lo chiamava lei, con il puro scopo di infastidirlo.
Da pochissimo i Whittemore erano dovuti tornare a Beacon Hills per motivi di lavoro, nessuno era stato informato del loro ritorno talmente questo era stato rapido e inaspettato. Ovviamente Anne li seguì.
Erano arrivati nella notte, ma la mattina seguente i ragazzi erano già soli causa lavoro dei genitori Whittemore. Ormai ci avevano fatto l'abitudine e nemmeno ci facevano più caso.
Anne sapeva degli Hale, e non a caso aveva scelto una strada a pochi isolati da casa loro per allenarsi con Jackson. Dopo colazione lo aveva distrutto con un combattimento in una stanza adibita a palestra che 
avevano in casa, giusto il tempo di un frugale pranzo e via di nuovo ad affinare i sensi. Lei gli aveva sentiti, sapeva che il suo odore era giunto anche a loro e probabilmente avevano riconosciuto quello di Jackson. 
Lo aveva fatto apposta perchè sapessero che c'erano.
Giunti a casa erano quasi le 19, si fiondarono in casa, corsero al piano di sopra in camera di Jackson, aveva anche il bagno con la doccia e decisamente gliene 
serviva una. Anne arrivò per prima guadagnandosi il diritto di fare la doccia prima di Jackson, lui la fissava di nascosto – ma neanche tanto di nascosto, la ragazza sapeva di essere guardata – 
mentre indugiava nello sfilarsi di dosso i vestiti.
Entrò nella doccia e lasciò scorrere l'acqua fredda sul suo corpo snello e atletico, non era tanto alta, circa un metro e sessanta, ma le piaceva così. Per fortuna gli anni di kickboxing non 
l'avevano resa tanto muscolosa, ma solo più forte. La pelle chiara sembrava ancora più bianca sotto quel getto gelato, i capelli biondi e liscissimi le si incollavano addosso. 
Jackson si era imbambolato a fissare il soffitto pensando se farlo o no; lanciò uno sguardo veloce al bagno, si rizzò a sedere sul letto ed estrasse da un cassetto del comodino un preservativo. Si affrettò a 
togliersi i vestiti bagnati di pioggia stringendo il pacchettino quadrato tra i denti ed entrò in doccia con Anne che sul momento non era riuscita a capire cosa ci faccesse lui li dentro.
Iniziarono a baciarsi con passione crescente finché lei non aprì il preservativo coi denti e diedero il via alle danze.
Qualcun altro era insieme a loro, nell'ombra, nascosto dietro una siepe. Li aveva seguiti fino a casa e, mentre la pioggia si infittiva, decise che era ora di tornare.
Percorse rapidamente la strada al contrario, salì veloce le scale – meno male che il portone era aperto – ed entrò in casa.
“Quindi cos'hai scoperto? Ti sembra davvero lei?”
“Si.” rispose con tono asciutto lo stalker
“E da cosa lo avresti capito?” si deduceva dal tono che l'interlocutore era curioso
“Una cosa sola, è identica a sua madre.”
  
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