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Autore: laragazzadirenoir    09/08/2013    1 recensioni
Lui tolse gli occhiali a specchio, aveva gli occhi castani, con qualche piccola e quasi impercettibile linea verde. Si sedette accanto a lei, i suoi occhi avevano una base castano chiaro, ma erano pieni di verde, un verde forte, sembravano quasi gialli.
Deglutì, non si aspettava quegli occhi, restò muto. Fu un attimo che sembrò durare un'eternità e Rosalba sapeva già che sarebbe stato così, che avrebbe pensato a quello sguardo almeno per un mese.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rosalba restò a casa quel giorno. Uscì solo per andare da sua nonna, così come tutte le sere, quella settimana. Non era felice. Non era triste. Viveva in uno stato di apatia e la cosa che più la infastidiva, era che sapeva come risolvere i suoi problemi. Ma non sapeva abbastanza, di quel ragazzo, o forse sarebbe stato meglio dire uomo.  Non sapeva se fosse fidanzato e il solo pensiero la sconvolgeva. Non sapeva neppure il suo nome. Non sapeva perché tutte le sue speranze, ancora una volta, erano legate a qualcuno che non fosse lei; nonostante tutte le promesse che si era fatta, aveva ceduto. Ma soprattutto, non sapeva perché era ormai legata ad uno sconosciuto, di cui conosceva solo gli occhi. 
 
La domenica si avvicinava, ormai era sabato. I suoi erano usciti e sua sorella era a lavoro, decise di provare i diversi costumi che aveva; voleva indossare quello che le stesse più bene, nel caso il giorno dopo fosse andata in piscina con Catia. Ne provò molti: uno rosa, uno azzurro e marroncino, uno rosso. Era particolarmente affezionata a quello rosso, la scorsa estate le aveva portato fortuna e aveva conosciuto ragazzi molto carini, che l'avevano aiutata, in qualche modo, a non pensare troppo al suo ex ragazzo, Gaetano. Camminò davanti agli specchi della camera da letto di sua madre e, nonostante i mille difetti che riusciva a trovarsi ogni volta, decise che non era poi così male. Aveva un seno grande, belle gambe, non era affatto male. Eppure avrebbe preferito essere molto più magra, quasi invisibile. Ogni tanto si trovava a fare i conti con i suoi disturbi alimentari, ma questa volta decise che non ci avrebbe pensato troppo. Avrebbe indossato il rosso, la sua pelle si era scurita abbastanza, non le stava male. Si chiedeva se tutte quelle prove sarebbero servite a qualcosa, se lui l'avesse visto e l'avesse vista, alla delusione di un risvolto negativo. Si ripeteva ''Andrà tutto bene, andrà tutto bene'', poi tolse il costume e sistemò tutti quelli provati.
Un messaggio di Catia le regalò un sussulto, aveva paura di leggerne il contenuto, temeva che i suoi programmi fossero distrutti dall'impossibilità del padre della sua amica di portarle lì, il giorno dopo.
Il messaggio era chiaro: ''Domani ci sono! Preparati, perché se lo vediamo devi fare qualcosa... io spero che ci sia Simone, si chiama così no?! A domani amore!''
Tirò un respiro di sollievo, forse l'avrebbe rivisto. 
 
 
La settimana di Matteo era trascorsa lentamente, si era parecchio annoiato e non provava più alcun stimolo per i locali, neppure per l'alcol, a cui tanto era affezionato.
Era sdraiato sul divano, la tv trasmetteva un film, era fissa su sky; il suo sguardo, invece, era fisso nel vuoto. Era sabato pomeriggio e lui era in uno stato pietoso, non gli era capitato nemmeno dopo la rottura con Marta e suo fratello iniziava a preoccuparsi. Marco gli rubò il telecomando, spense la tv e si sedette di fronte a lui, sul puff marroncino abbinato al divano.
''Matteo parla, che hai? Che cazzo hai?'', fece una piccola pausa ''Ho parlato anche con Giuseppe, addirittura non vai a ballare, non esci, lavori e basta... ma si può sapere che hai?'', urlò.
Suo fratello lo conosceva bene e non poteva mentirgli. Decise di dire tutta la verità, una volta tanto. 
''Mi manca quella ragazza, quella sconosciuta''. Affermò sincero e deciso.
Marco rise. ''Come fa a mancarti una persona che non conosci?''
''Può mancarti quello che potreste essere, quello che hai visto nei suoi occhi, l'emozione che ti ha fatto provare dopo un anno!'', ora Matteo era serio.
Marco lo guardava con gli occhi spalancati, non credeva che il fratello, un tipo così deciso, potesse crollare e deprimersi per lo sguardo di una sconosciuta.
''Secondo me stai male, male davvero!'', gli disse.
''Non eri tu quello sentimentale, eh? Non eri tu quello che si invaghiva delle ragazze, in metropolitana o sull'autobus? Eri tu. Quindi non dire cazzate. A tutti capita una sbandata per uno sconosciuto, anche se non lo rivedrai mai più.''
Marco restò zitto per un po' di tempo; suo fratello aveva ragione. E lui era convinto che non era un problema di famiglia, ma che tutti, almeno una volta, si erano temporaneamente innamorati di uno sconosciuto. In giro, in treno, alla stazione. Poi fissò il tappeto davanti ai suoi occhi, si portò un dito alla bocca ed espose l'idea che gli era passata in mente.
''Hai ragione Mattè. La ragazza l'hai vista domenica?'', era serio.
''Sì, era domenica'', annuì incazzato Matteo, guardandosi le mani che teneva incrociate.
''Allora è possibile che domani tu la riveda. Magari frequenta la piscina solo la domenica. Facci caso, i clienti affezionati di ogni giorno, li ritroviamo sempre il giorno dopo; i clienti della domenica, li rivediamo ogni domenica!'', sorrise soddisfatto del suo ragionamento, assolutamente plausibile.
Matteo era più o meno convito, 'provare per credere', dopotutto.
''Speriamo, perché sto impazzendo, devo vederla''.
''La vedrai fratello mio'', poi aggiunse ''Ma non fatti trovare in questo stato, per carità! Và a tagliare i capelli e dormi questa notte, hai delle occhiaie da far paura ad uno zombie!'', sghignazzò Marco.
Anche Matteo sorrise, poi ironicamente aggiunse ''Le dirò che ho passato ogni notte a pensare a lei, lei e me, a noi. Mi perdonerà!''.
Matteo rise, si avviò verso il frigo e gli rispose voltandosi ''Sei pessimo''.
Forse lo era, ma non gli importava di essere pessimo. E non voleva essere poi così ironico. Credeva nel destino, e se quella ragazza lo aveva colpito così a fondo, era perché qualcosa doveva succedere.
Si fece una doccia veloce, andò dal barbiere, rasò leggermente i lati e mantenne i suoi ricci gelatinati. Ormai non mancava molto alla domenica, una leggera ansia lo prese allo stomaco.
 

Continua

 
P.O.V. Autrice:
Vi confesso che sono parecchio emozionata! :) Sono arrivata ad un bel punto, non credevo di riuscire a scrivere così tanto e ricevere così tante visualizzazioni in poco tempo, in fondo ho iniziato solo ieri. E non scrivevo da un pezzo. Credo che vi riserverò grandi sorprese entro stasera, continuate a commentare e fatemi sapere la vostra opinione. Saluti!
  
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