Di
incomprensibili sorrisi
Gou Matsuoka sospira e, nel constatare quanto in alto siano stati posti
i
flaconi di shampoo, maledice la propria statura.
Si fa coraggio e guardandosi intorno individua uno sgabello col quale
aiutarsi
per raggiungere quel dannato, ultimo scaffale.
"È un'ingiustizia", pensa tra sé, mentre poggia i
piedi sul
gradino e si allunga per raggiungere proprio quella confezione che è
finita in
fondo, contro la parete ingiallita, e che stenta a sfiorare con la
punta delle
dita.
Accade in un attimo: sente il piede dello scanno slittare, il vuoto
riempirle
lo stomaco e geme appena, aspettando un contatto col pavimento che non
arriva.
Al suo posto, il ronzio di una canzone le riempie le orecchie "Butsukattari wameitari
shitakutemo/itakunai
itakunaitte/muri shite warau dake" e
due braccia forti le cingono cordialmente i fianchi.
Gli avambracci sono muscolosi e belli -non lo ammetterebbe mai, ma è
una delle
parti del corpo maschile che più adora- , le mani grandi; e quasi resta
imbambolata nell'osservare la rete delle vene ben visibili ed appena
gonfie.
Il suo salvatore ha un buon profumo, anche se non
riesce ad individuarlo
perfettamente, perché mischiato ad un altro aroma... però è familiare,
è
fresco, le ricorda l'acqua.
"Kou, tutto bene?"
La ragazza sobbalza, riconoscendo quella voce profonda -è calma,
gentile,
sfumata dall'allegria di un sorriso- ed arrossisce fino a confondersi
coi
propri capelli.
Si volta in quell'abbraccio ed incrocia gli occhi ambrati del capitano
della
Samezuka: ha lo sguardo vispo e luminoso, così prepotentemente
allegro da
sembrare forzato -ma non lo conosce molto bene, e potrebbe essere anche
solo
un'impressione.
"Baransu ga waruku natte kuru to/itsukara nigedashitaku
nattakke?"
la cuffia di un Ipod pende da un orecchio del giovane, e Gou comprende
che
quella musica ronzante ed attutita proviene da lì.
"Capitano Mikoshiba! Sì, g-grazie!"
La ragazza si separa dal giovane nuotatore, chinando appena la testa
-un po'
per nascondere l'eccessivo rossore, un po' come segno di rispetto- e
l'altro
continua a sorriderle, estraendo da una tasca il piccolo lettore
musicale per
spegnerlo.
"Hazukashikute samukute koko ni wa/itakunai itakunaitte --"
la
voce del musicista tace prima di poter concludere la strofa, ed il
ragazzo le
rivolge nuovamente uno sguardo entusiasta.
"Per favore, chiamami solo Seijuurou!" poi solleva gli
occhi,
individuando il colpevole -galeotto fu lo shampoo-
di quel(llo
s)piacevole incidente e senza troppe difficoltà lo afferra per poi
porgerlo
all'altra.
"Ti serviva questo, vero? Alla manager tocca fare gli acquisti per la
squadra?" ride, sbirciando nel cestino della spesa che Gou ha riposto
accanto allo sgabello: cuffie, occhialini di ricambio, tappi per le
orecchie...
Matsuoka annuisce, senza smettere di guardarlo.
Osserva che anche lui, nel proprio cestino, ha messo più o meno
gli stessi
oggetti e si sorprende, perché credeva che un istituto come la
Samezuka
ordinasse direttamente dai fornitori i prodotti necessari al club di
nuoto.
"Non dirmi che è un compito del capitano!"
Prova a rispondere a tono, con fare scherzoso, e vede che l'altro
ridacchia
appena.
"Ahah, sono io a tenerci particolarmente. La squadra è... quasi vitale
per me. Una volta o l'altra ti racconterò perché."
Nel dire simili parole, Gou ha notato che gli occhi del ragazzo si sono
illuminati e poi adombrati d'improvviso, come se la nuvola di un
ricordo li
avesse oscurati per un istante, rendendoli distanti e più freddi.
La curiosità, per un momento, la assale e vorrebbe chiedere spiegazioni
al
giovane che, però, ha già afferrato anche il suo, di cestino.
"Dimmi cos'altro devi prendere e vedrò di darti una mano! Hai tre anni
di
esperienza, qui: approfittane!"
Gou inizialmente è titubante: non vorrebbe essere un disturbo per il
capitano,
il quale continua a ripeterle che non c'è alcun problema.
"Penso sia normale aiutare qualcuno in difficoltà."
Lo bisbiglia appena, mentre si rigira tra le mani un contavasche e Gou
davvero
non capisce se quella, ora, sia tristezza o nostalgia o una semplice
constatazione.
Sa solo che Mikoshiba... Seijuurou le sembra solo
e ritiene che sia
l'ultima persona al mondo a meritarlo.
Lui, però, pare riprendersi immediatamente da quella malinconia e
continua a
darle dritte su ogni prodotto per il nuoto lì presente.
Gou non fa altro che ascoltarlo, assimilando tutto ciò che può, standogli
vicino.
Le piace il suo calore, il tono della voce pacata -però l'ha ascoltata
dare
ordini, e ne conosce le note autoritarie.
Mikoshiba ha spesso il sorriso sulle labbra: nel chiedere informazioni
ad
un'addetta al reparto sportivo, nel pagare il commesso, nel domandarle
se vuole
essere aiutata con le buste fino a casa.
Le pare un gesto forzato, qualcosa che il ragazzo ha imparato per
informare il
mondo che tutto va bene e che non gli serve alcun supporto, nessuna
mano tesa
da afferrare per non cadere -per non crollare a picco.
Però è lì, solo, sulla soglia di casa sua
che le tende le buste e
non sorride più come prima.
La guarda, abbassa lo sguardo e, insicuro sul da farsi, indietreggia,
sollevando una mano in segno di saluto.
"Spero di rivederti presto..!"
Prima di voltarsi, estrae l'Ipod e, infilandosi le cuffiette nelle
orecchie, fa
per accenderlo; però Gou lo anticipa e questa volta è lei a sorridergli
con
calore, prendendogli una mano: quella di Seijuurou trema appena,
è
calda, e alla ragazza piace come avvolge
totalmente la propria -somiglia
ad una protezione, ad uno scudo fatto
appositamente per lei.
"Grazie di tutto, davvero!"
Mikoshiba si sorprende a quel gesto -ed il suo cuore s'agita con lui,
quasi
scoppiandogli nel petto- e non può fare a meno di chinare gli occhi,
massaggiandosi la nuca.
"È stato un piacere."
"Qualche volta potremmo uscire insieme..." avrebbe
voluto
dirle -e forse gridarle dietro-, mentre la giovane
con un altro sorriso
si volta per entrare in casa.
Ma probabilmente non è ancora il momento -o può darsi sia decisamente
troppo
vigliacco per chiedere ciò che un qualsiasi altro ragazzo avrebbe
domandato ad
occhi chiusi.
Sospira, passandosi una mano tra i capelli, decidendo che appena
tornato in
accademia si rinfrescherà un po' con qualche vasca, senza nessuno
attorno a
cronometrarlo, ad idolatrarlo o a temerlo...
Una solitudine necessaria al suo equilibrio
mentale, forse... non era
ancora riuscito a capirlo del tutto.
"Kokoro
no karappo no
toko nande/umerareru no?"
*Owari*
Una fic senza alcuna pretesa, nata dal nulla e che non conclude nulla.
X°
Avevo voglia di scrivere qualcosa su Seijuurou e Gou, e alla fine sono
anche
piuttosto contenta di come sia venuto fuori questo piccolo scorcio di
vita.
Nulla
di troppo impegnato, eh! Volevo solo capire se ero in grado di mettere
giù
qualcosa su loro due, ecco!
Grazie mille a chi leggerà! ^^
I versi in romanji sono di una canzone giapponese "Itakunai,
Itakunai"... ho voluto inserirla, perché la maglia che Seijuurou
indossa in
un episodio porta scritta proprio questa parola!
Ecco la traduzione delle parti inserite -traduzione fatta dall'inglese,
eh! XD
"Il voler correre attraverso gli eventi e gridare/"Non fa male, non
fa male"/Fingendo e sorridendo."
"In ogni momento in cui perdi l'equilibrio/È allora che inizi a
desiderare
di fuggire?"
"Umiliato e freddo qui dove sei/"Non voglio esistere, non voglio
esistere"
"Come puoi riempire gli spazi vuoti nel tuo cuore?"