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Autore: Vanilla_91    09/08/2013    11 recensioni
[REVISIONE GRAMMATICALE IN CORSO]
In un luogo e in un tempo imprecisato gli umani sono costretti a sottomettersi ai demoni che regnano incontrastati..Una vita in schiavitù, è questo il destino che attende ogni umano..ma se qualcuno trovasse la forza di cambiare questa situazione?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Il capitolo può essere considerato di rating rosso. Sono presenti scene d'intimità fisica.


-Ma cosa stai dicendo, Kagome?- le domandai.

La desideravo da morire. Più di ogni altra cosa al mondo agognavo di sentire il suo corpo morbido stretto al mio, il sapore della sua pelle e la dolcezza del suo lasciarsi andare. Non volevo che a dettare ciò fosse, però, un attimo di angoscia o disperazione. La volevo avere mentre sapevo che anche lei bramava follemente me.
 
Dovevo essere impazzita! Avevo chiesto ad Inuyasha di fare l’amore con me, ma non me ne ero pentita. In un momento in cui tutte le mie certezze erano crollate, forse il mio amore per lui mi avrebbe dato la forza di guardare al domani con ottimismo.
Guardare il suo viso quasi mi provocò una risata; i suoi splendidi occhi mal celavano il desiderio, mentre la smorfia presente sul suo volto ben faceva comprendere quanto si stesse sforzando per far prevalere la ragione alla passione. Quella tenera accortezza verso i miei sentimenti, quella sorta di protezione che tentava di offrirmi da sé stesso, mi convinse ancor di più della mia scelta.
-Non mi vuoi, Inuyasha?- gli domandai con voce tremula per farlo cedere più velocemente.
-Non dire sciocchezze. Ti voglio, ma in questo momento è la disperazione a farti parlare e domani te ne pentiresti.-
Senza dargli tempo di pensare o esitare oltre, mi avvicinai rapidamente a lui e feci incontrare le nostre labbra, permettendo ai nostri corpi di aderire perfettamente. Fu pura estasi la sensazione che attraversò il mio corpo, quel bacio bruciava come il fuoco.
 
 
Staccai per un momento le mie labbra dalle sue per poterla guardare. Era fragile, vulnerabile e innocente. Così virtuosa e pura eccitava la mia passione come mai prima nessuna aveva fatto.
Con lei non potevo più permettermi errori; scrutai, dunque, a lungo le sue vivaci e luminose iridi nocciola. Vi cercai attentamente inquietudine, timore o qualsiasi altra emozione che avrebbe potuto spingermi a fermarmi. Quando però nei suoi occhi non trovai altro che attesa, tenerezza e desiderio capì che da quel momento nulla più sarebbe riuscito a fermarmi.  Le afferrai la nuca, affondando la mia mano tra i suoi setosi capelli scuri e l’attirai a me per risentire il sapore di quelle labbra che tanto anelavo e mai mi saziavano completamente. La sentì docile, arrendevole e partecipe contro di me, ciò mi fece quasi perdere la ragione. Lasciai le sue labbra solo per scendere a baciare e mordicchiare la tenera pelle del suo collo. Ero deciso a gustarmi con calma ogni carezza e a non mettere fretta a Kagome. Era la sua prima esperienza e volevo che per lei fosse speciale. Nonostante ciò la brama e l’impazienza di sentir scorrere sotto le mie mani la serica consistenza della sua pelle mi portarono a sciogliere frettolosamente il nodo dell’obi.
Una volta liberatomi di quel maledetto pezzo di tessuto, continuando a depositare baci tra il suo viso e il collo, cominciai lentamente a far scivolare via il kimono esponendo quella pelle candida e perfetta ai miei occhi. Kagome non si oppose, rendendomi anzi più agevoli i movimenti, e pochi minuti dopo il suo kimono cadde smesso ai piedi del letto. Sollevai il viso a guardarla e quasi mi sentì turbato e disorientato dinnanzi a tanta bellezza e perfezione. Gli occhi languidi, le gote arrossate, le labbra gonfie per i baci ricevuti, il collo flessuoso, i seni sodi e pieni, la vita sottile che sconfinava nella dolce rotondità dei fianchi,il ventre piatto e le gambe lunghe e magre serrate. In quel corpo non v’era traccia d’imperfezione.
-Inuyasha..- mi richiamò forse turbata dal mio attento esame.
-Sei perfetta! Non ho mai visto nulla più bello di te, Kagome.-
I miei complimenti la fecero arrossire ancor di più e tornai a reclamare le sue labbra in un bacio possessivo e passionale.
Sentì le sue mani incerte tentare di spogliarmi e pochi minuti dopo i miei abiti raggiunsero i suoi sul pavimento.
Lasciai la sua bocca per scendere sul suo collo, mentre le mie mani si chiudevano delicatamente a coppa sul suo seno. L’unica cosa che desideravo quella notte era accarezzare ogni centimetro di quel corpo meraviglioso, baciare ogni parte di quella pelle immacolata, perdermi in lei fino ad unire corpo e cuore in un’unica cosa.
 
 
Era possibile sentire caldo e freddo allo stesso momento? Era fuoco e ghiaccio nello stesso istante. La consapevolezza di ciò che stava per accadere mi agghiacciava, ma le carezze dolci e ardite di Inuyasha mi incendiavano. Una cascata infuocata, ardente, bruciante, prese a scorrere attraverso il mio corpo lasciandomi stupita e desiderosa. Desideravo Inuyasha e tutto ciò che solo lui poteva darmi. Sentì le sue mani scivolare lente, caute, sul mio ventre fino a raggiungere il centro della mia femminilità.. fu impossibile trattenermi dal gemere.
Volevo, però, anche io far bruciare lui, così come lui faceva ardere me.
Senza ostacolare le sue carezze mi sollevai su un gomito e ammirai il suo corpo perfetto. Gli occhi d’ambra erano liquidi e d’una tonalità più calda, vivi e impazienti, la bocca bramosa, il respiro corto e pesante. Già quella visione mi tolse il fiato, ma non mi bastava, volevo di più. Scesi a fissare le spalle larghe, il petto compatto e ampio, le gambe muscolose, finché la mia attenzione finì inevitabilmente per concentrarsi sul suo membro eccitato. Impedì alla timidezza di bloccarmi e le mie mani presero a seguire il cammino che precedentemente avevo tracciato con lo sguardo, fino a che non si chiusero intorno alla sua mascolinità. Lo sentì sospirare di piacere e persi ogni freno inibitore mentre le sue carezze si facevano più intime e marcate.
-Inuyasha..- lo pregai, quando una strana sensazione di pesantezza mi si aggrovigliò sullo stomaco.
Era stato lui ad accendere quel fuoco dentro me, ed anche nello stato di nebbia e passione in cui in quel momento si trovava la mia mente sapevo che solo lui avrebbe potuto recarmi il sollievo desiderato.
Non si fece attendere oltre e con le mani mi invitò ad allargare ancor di più le gambe affinché lui potesse sistemarsi nel mezzo.
-Kagome, ne sei sicura? Se tu non vuoi..io mi fermo!- mi sussurrò all’orecchio, strusciando il suo naso contro la mia guancia in un gesto di disarmante tenerezza.
Già solo sentir il suo peso maschile su di me aveva aumentato la mia eccitazione, non avrei permesso alla paura o all’inibizione di privarmi di qualcosa che tanto desideravo.
-Non fermarti, Inuyasha.-
E come se non attendesse altro che quelle parole, cominciò ad affondare delicatamente in me. Cominciai ad avvertire un leggero bruciore e d’istinto mi irrigidì.
-Non vorrei farti male..- mi bisbigliò arrestandosi.
-È inevitabile..- constatai.
Per un istante incatenò i suoi occhi ai miei, scese poi a reclamare le mie labbra e con un movimento deciso superò definitivamente la barriera della mia verginità.
Il dolore fu immediato e potente, strinsi le palpebre e il mio urlo si perse tra le sue labbra, ma le lacrime riuscirono a solcare il mio volto.
-Mi dispiace, ma vedrai che passerà subito..- mi bisbigliò mentre mi accarezzava dolcemente i capelli e baciava le mie lacrime.
Quando il dolore cominciò a scemare, rimase solo un leggero bruciore e uno strano formicolio che partiva dal punto in cui i nostri corpi erano uniti e si diffondeva a spirale lungo il mio corpo. Capì che Inuyasha non si sarebbe mosso fin quando non gli avessi provato di star bene, mossi così lentamente il bacino verso di lui.
 
 
Era maledettamente difficile starmene fermo mentre il mio corpo mi urlava solo di penetrare fin in fondo in quel corpo caldo ed accogliente, ma non avrei permesso alla mia lussuria di prevalere rischiando di ferirla in qualche modo. Quando la sentì muoversi contro di me, cominciai a spingere lentamente aumentando gradualmente il ritmo delle mie spinte. Ancorai la mia mano alla sua, per farle indirettamente capire quanto per me quell’unione andasse oltre il piano fisico, quanto superasse le barriere della pelle. Quando aumentai ancora un po’ il ritmo delle spinte la sentì cominciare a fremere sotto di me e chiamare il mio nome ripetutamente; capì che ormai era al limite quanto me e rendendo il mio ritmo più serrato, sperando di non farle male, raggiungemmo il piacere nello stesso istante.
Mi ci vollero alcuni secondi per riavermi dall’orgasmo più potente provato in vita mia e non appena recuperai la lucidità il mio pensiero andò a lei.
Mi sollevai a fissarla e ne rimasi estasiato: gli occhi chiusi, le ciglia ancora inumidite dalle lacrime, le gote arrossate e il corpo tremante.
-Kagome, stai bene?- le domandai prendendola tra le braccia e attirandola a me.
-Non sono mai stata meglio, Inuyasha.- mi disse spalancando quelle rivelatrici gemme marroni e incantandomi ancora una volta.
-Non ti ho fatto troppo male?- le chiesi ancora preoccupato.
-No. Sono felice che tu sia stato il primo, Inuyasha.- mi sussurrò accoccolandosi meglio contro il mio petto.
-E l’ultimo- ringhiai facendola sobbalzare.
Il solo pensiero che qualsiasi altro avrebbe potuto mettere le mani su di lei mi faceva fremere dalla rabbia e dalla frustrazione.
-Non permetterò a nessun altro di toccarti, Kagome. Sei solo mia..-
Vidi per un istante i suoi occhi accendersi di rabbia, ma poi la tenerezza prese il sopravvento e mi sorrise prima di sbadigliare.
-Sei stanca? Dormi,principessa.- le sussurrai baciandole la fronte.
Non sapevo da dove mi venissero tutte quelle smancerie e quella dolcezza. Con lei ero stato particolarmente tenero, ma generalmente dopo essere stato con qualcuna l’unica voglia che avevo era dormire..l’unica a cui permettevo di rimanere nel mio letto per un po’ di tempo era Kikyo.
Con Kagome anche quello era diverso. Sentivo l’esigenza di tenerla stretta a me e la voglia di trovarla al mio fianco il giorno dopo.
-Buonanotte, Inuyasha.- mi sussurrò debolmente.
-Buonanotte, Kagome.-
 
 
 
Mi svegliai lentamente mentre sentivo le dita di Inuyasha scivolarmi leggere tra i capelli. Aprì gli occhi e mi sentì immediatamente di ottimo umore. Inspirai il profumo delle lenzuola; la sera prima il profumo fresco di muschio mi aveva solleticato le narici, ma in quel momento erano piacevolmente impregnato del nostro odore. Sentì la presa di Inuyasha farsi più salda sulla mia vita, mentre mi sussurrava un allegro “Buongiorno”.
-Buongiorno a te..- feci in tempo a dire prima che le sue labbra si scontrassero con le mie.
-Hai dormito bene?- mi domandò.
-Si. E tu?-
-Meravigliosamente. Come sempre, quando tu sei tra le mie braccia.-
Sorrisi e tornai a baciarlo.
Mi stiracchiai contro di lui e lo sentì gemere. Sorrisi soddisfatta.
-È ora di alzarsi, pelandrona.- mi schernì.
-Di già?- mi lamentai per nulla desiderosa di lasciare quel calore così intimo.
-Se non lo facciamo ora non ti lascerò uscire da questa camera per tutto il giorno, ma purtroppo al momento non possiamo permettercelo.- mi disse baciandomi di nuovo prima di alzarsi.
Osservai il suo corpo perfetto mentre si rivestiva e nonostante l’intimità condivisa la notte precedente, arrossì.
-Vado a svegliare quel pelandrone di Miroku. Tu vestiti e raggiungici nella sala principale..temo ci sia ancora molto di cui parlare.- mi disse.
Annuì, mentre il peso di tutte le scoperte del giorno precedente tornava a crollarmi sulle spalle.
-Kagome- mi richiamò – tu sai che io non permetterò a nessuno di farti del male,vero?-
Annuì e tornai a baciarlo per tranquillizzarlo.
Erano trascorsi diversi minuti quando decisi finalmente di alzarmi anche io. Mi sarebbe piaciuto indugiare nel ricordo della perfezione della notte appena trascorsa, ma questioni più importanti e delicate richiedevano la mia completa attenzione. Mi vestì rapidamente e mentre vagavo per i corridoi intenta a raggiungere la sala principale, non riuscì a far a meno di pensare a tutto ciò che avevo scoperto. Persa nei miei pensieri mi riscossi solo quando urtai contro qualcosa di solido e due mani mi afferrarono in una presa gentile le spalle per impedirmi di crollare a terra.
Sollevai il volto e sprofondai in due iridi d’ambra molto simili a quelle che amavo. Fissai ancor più intensamente l’uomo che avevo travolto. Era un demone, come suggerivano i suoi capelli argentei e le mani artigliate. Il viso, un ovale perfetto, sembrava appartenere ad un uomo di ancor giovane età, ma l’autorità, la gentilezza e la fermezza che caratterizzavano il suo sguardo lasciavano comprendere un vissuto, una conoscenza e un’esperienza che erano ben lungi dall’età che dimostravano i suoi giovani lineamenti. Sembrava l’unificazione dei suoi tre figli. Possedeva l’austerità di Sesshomaru, essendo come egli in grado di ispirare rispetto e soggezione, la fierezza di Inuyasha e l’orgoglio di Inuki. Nei suoi occhi era possibile ritrovare anche tracce dei suoi figli adottivi. Il coraggio e l’audacia dell’impavido Koga e la conoscenza e la compostezza del saggio Miroku. Non avevo dubbi sul fatto che dinnanzi a me vi fosse il re.
-Chi sei, ragazza? Porti l’odore di mio figlio su di te.- mi domandò una voce autoritaria e gentile in egual misura.
 
 
 
 
Tamburellavo, con un movimento ritmico e sostenuto, le unghie affilate contro il bracciolo della poltrona domandandomi dove potesse essere finita quella stupida. Eravamo tutti riuniti nella sala principale e ormai mancava solo lei. Possibile che si fosse addormentata?
-Dov’è finita Kagome?- mi domandò scontroso Sota.
-Dovrebbe arrivare da un momento all’atro.- risposi annoiato.
-E se le fosse accaduto qualcosa?- mi domandò ancora lui.
-Ho visto tua sorella meno di venti minuti fa ed era sana e salva.- precisai, non volendo prendere in ipotesi quella possibilità.
Mi alzai dalla poltrona determinato ad andarla a cercare, quando la porta si spalancò mostrando la figura di due persone. Rimasi sorpreso di vederli insieme. E come me anche tutti i presenti in aula.
 
 
 
 
Sentivo su di noi gli sguardi di tutti i presenti e stupidamente arrossì.
-Padre..- sentì sussurrare all’unisono da Inuki e Inuyasha.
Inu No Taisho fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti e sorrise poi ai suoi figli prima di rivolgersi direttamente a me.
-Sembra che il mio ritorno abbia sconvolto tutti..- scherzò parlando a tono alto per far sì che tutti lo sentissero.
-Eppure, sire, è strano. Erano tutti pronti per il vostro ritorno..- risposi.
-Dimmi, Kagome, non ti sembrano forse tutti paralizzati?- mi chiese ancora.
-Sarà l’emozione di rivedervi..- risposi allegra.
-Bentornato, maestà..- si intromise Naraku avvicinandosi.
Si inchinò velocemente dinnanzi al re e rivolse poi a me un’occhiataccia torva.
-Il vostro rientro capita nel momento più idoneo. Durante la vostra assenza sono accadute molte cose, di cui alcune molto spiacevoli.- cominciò con tono losco il demone.
-So già tutto, Naraku. Non mi perderò adesso in inutili discorsi. Voglio sentire ciò che Sota e Kohaku hanno già ieri raccontato a voi tutti. Solo dopo che sarò venuto a conoscenza di tutto mi pronuncerò.-
Chiarite le sue intenzioni si avviò con me al fianco verso il punto in cui si trovavano i suoi figli. Guardò Kohaku, Sota ed Aki e con tono gentile invitò poi i tre a raccontare di nuovo tutto.
 
 
 
-Credete alle parole di questi umani, maestà?- domandò un demone al re quando Sota e Kohaku terminarono il loro racconto.
-Procediamo per gradi. Conoscevo i genitori di Aki e, sebbene quando l’ho visto l’ultima volta non era altro che un bambino, riconosco perfettamente il suo odore. Non ci sono dubbi dunque sul fatto che lui sia chi afferma di essere.- cominciò fissando Aki.
-Chiarito ciò, ordino che gli siano restituite le terre che sono sue di diritto e che da questo momento venga trattato con il prestigio che gli è dovuto.- sentenziò.
Sorrisi per quella decisione. Aki aveva avuto ciò che gli spettava e in questo modo almeno una delle tante questioni in bilico si era risolta nel migliore dei modi. Ma cosa ne sarebbe stato di Kohaku, Sota e dei loro uomini?
-E per quanto riguarda i ribelli, padre?- domandò Inuki.
-Cosa ne pensi tu delle loro parole, figlio? Credi che le loro fossero menzogne e che in realtà collaborassero con Zuko e i suoi uomini?- gli domandò suo padre.
-Tendo a credere alle loro parole.- rispose sicuro Inuki, voltandosi poi a fissare Alissa seduta al suo fianco.
-Le tue parole non saranno forse condizionate dall’umana che hai marchiato?- intervenne, con tono aspro, Naraku.
Inuki si irrigidì, ma il re prese la parola prima che uno dei due potesse far altro.
-E tu, Sesshomaru, che opinione hai al riguardo?-
-Sono d’accordo con Inuki.- rispose gelidamente il principe primogenito.
Inu No Taisho ripropose la domanda a ciascuno dei suoi cinque figli, ottenendo la medesima risposta.
-Bene! La decisione non è dunque difficile. Ordino che il prigioniero di nome Zuko e i suoi uomini vengano giustiziati all’alba di domani con l’accusa di tradimento.- ordinò.
-E riguardo agli altri umani? Farete uccidere anche loro?- domandò impaziente Naraku.
-No, non si sono macchiati di nessun crimine e di conseguenza io li sollevo da qualsiasi accusa sia stata precedentemente mossa nei loro confronti. Sota, Kohaku e i loro uomini sono liberi. Se vorranno potranno restare ospiti qui a palazzo.- pronunciò con un tono che non consentiva repliche.
Osservai l’espressione chiaramente contrariata e delusa di molti demoni, ma nessuno osò contestare gli ordini del re. Vidi Naraku scuotere il capo e indurire i lineamenti e una strana agitazione mi colse impreparata.
Sarei dovuta essere felice per la liberazione di mio fratello e Kohaku, ma una sensazione di turbamento all’altezza dello stomaco non mi permetteva di rilassarmi.
-E per quanto riguarda la sfera? Sapete che quell’umana la cela nel suo corpo? È necessario ricomporre il gioiello per poter sconfiggere i nostri avversari.- urlò in preda all’isterismo Naraku indicandomi.
-Kagome mi ha informato di ciò. Se la sfera si è celata nel suo corpo, deve esserci anche un modo per tirarla fuori.- disse fissandomi.
-I..io, mi dispiace ma non ne ho idea. Fino a ieri non ero neanche a conoscenza del fatto che la sfera si trovasse nel mio corpo.- ammisi sentendomi colpevole.
-Miroku, Kikyo, conoscete voi qualche modo per aiutare Kagome?-
-No, padre.-
-No, mio signore.- risposero prima uno e poi l’altra.
-Io conosco un ottimo modo. Facciamola a pezzi e non perdiamo altro tempo.- ripropose con sguardo torvo ed espressione pazza Naraku.
-Ti ho già detto che non faremo nulla del genere.- ringhiò Inuyasha.
-Mi sembrava d’esser stato chiaro sul fatto che non permetterò a nessuno di toccarla. So bene quanto voi quanto sia importante ricomporre la sfera, ma non permetterò a nessuno di farlo a spese di Kagome. Troveremo un altro modo.- dichiarò con tono cupo e serio fissando direttamente il padre.
-State dunque dicendo che proteggereste quell’umana anche a costo della salvezza del regno?- gli chiese un demone con tono curioso ma con atteggiamenti cauti.
-Proteggerò Kagome ad ogni costo!- rispose Inuyasha convinto.
Sapere che lui avrebbe rischiato ogni cosa per me, per la mia salvezza, mi riempiva d’amore e calore, ma non gli avrei mai consentito di mettersi contro la sua stessa famiglia e il suo regno solo per me.
-E voi, sire, che cosa fareste in questo caso? Vi schierereste dalla parte di vostro figlio o pensereste al benessere del regno?- domandò Naraku al re.
La sua era una domanda particolarmente insidiosa e pericolosa e generò una certa tensione nella sala. Tuttavia il re rispose con tranquillità e autorevolezza.
-Come re, il mio primo pensiero sarà sempre rivolto al mio popolo. Sono comunque sicuro che sarà possibile evitare qualunque spiacevole situazione trovando un modo diverso per estrarre la sfera dal corpo della ragazza.-
-State dunque dicendo che se non fosse possibile trovare altri modi combattereste contro vostro figlio?- chiese Yura.
-Stolti, le parole di mio padre erano molto più lungimiranti.- intervenne con tono scocciato.
-C..cosa volete dire?- azzardò uno dei demoni.
-Quel che Sesshomaru vuol dire è che bisogna bene interpretare le parole di mio padre.- si intromise Miroku – Inuyasha è stato chiaro sul fatto che non permetterà a nessuno di toccare Kagome, ma non dimenticate che non sarebbe l’unico a difenderla.-
-Chi altri oserebbe sfidare il nostro regno per un’umana?- urlò un demone.
-Hai forse dimenticato chi è suo fratello? È inammissibile pensare che Kohaku, Sota e i loro uomini non si schiererebbero dalla parte di Kagome.- gli fece notare Miroku.
-Non saranno un gruppo d’umani ad impaurirci o fermarci..- disse con tono sicuro Naraku.
-Il gruppo di umani in questione è esperto nel combattere i demoni. Devo forse ricordarti di quanto filo da torcere hanno dato ai nostri uomini? Non dimenticarti poi di Aki. Sono sicuro che le terre del Nord, e di conseguenza tutti i casati con esso alleati, si schiererebbero dalla parte di Sota e Kohaku. In più do per scontato che Sango, Alissa e Rin non esiterebbero a dar battaglia per proteggere la loro amica.- concluse Miroku.
-E a quel punto sono sicuro che anche i miei figli appoggerebbero loro fratello e le umane a cui sembrano molto legati..- osservò il re.
-Come procediamo allora?- chiese il demone, che come tutti, sembrava essere stato convinto dalle parole di Miroku.
-Troveremo un altro modo per ricomporre la sfera.- disse con tono sicuro Inuyasha.
 
 
 
E mentre tutti eravamo presi nella ricerca di un diverso modo per estrarre la sfera dal mio corpo trascorsero diversi giorni. Ogni nuova strada sembrava portare inevitabilmente ad un muro, ma nessuno osò contestare gli ordini del re. Inuyasha era sempre impegnato con altri demoni o con i suoi fratelli in diverse mansioni e quando la noia aveva cominciato ad essere insopportabile per me, la mia soluzione era stata Aki. All’inizio era stato molto complicato; grazie al suo olfatto sviluppato aveva compreso immediatamente ciò che era accaduto tra me ed Inuyasha e non ne era stato affatto contento. Lui ed Inuyasha erano stati quasi sul punto di arrivare a scontrarsi, ma fortunatamente la situazione delicata e l’interferenza del re avevano almeno in parte placato le acque.. ma quei due continuavano a non sopportarsi. Per sopprimere la noia ed impiegare al meglio il tempo avevo preso ad allenarmi con Aki anche in vista della guerra imminente.
 
-Aki, sono esausta.- gli urlai distendendomi al suolo.
Molte volte ci eravamo allenati insieme, ma mai come in quei giorni i nostri combattimenti erano stati estenuanti e serrati.
-Su, in piedi.- mi disse con tono cupo avvicinandosi e tirandomi su.
-Sono ore che ci alleniamo e ho rischiato di ferirti diverse volte.- gli feci notare stizzita.
Non riuscivo a comprendere il perché del suo comportamento assillante e freddo.
-Sei ancora troppo debole. Hai ancora molto da imparare!-
-Debole? Imparare? Devo forse ricordarti che ho già combattuto molte volte contro i demoni?- gli risposi offesa.
-Sei fin’ora stata fortunata, hai affrontato sempre demoni di basso rango. Se così non fosse stato saresti già morta.-
-Si può sapere perché mi tratti così? È forse per quello che c’è stato tra me ed Inuyasha?-
-Non ricordarmelo!- urlò sorprendendomi.- quello non c’entra nulla con i nostri allenamenti.-
-Eppure ti alleni anche con Sango e le altre ma non riduci loro come fai con me.- esclamai esasperata.
-Non capisci che lo faccio solo per proteggerti?- mi ringhiò contro.
-Proteggermi?- esclamai confusa.
-Tu, Sango, Rin ed Alissa siete delle abili combattenti, ma la guerra che affronteremo sarà diversa da tutto ciò a cui siete abituate. I demoni che ci combatteranno saranno mossi dalla cupidigia, dalla brama di potere e dalla voglia di vivere. Sanno che potranno sopravvivere solo vincendo la guerra e per questo non avranno pietà per nessuno.-
-Non è nemmeno detto che questa guerra si scateni..-
-Sai benissimo quanto me che non è così, Kagome. Nonostante tutto ciò che abbiamo scoperto non sappiamo ancora chi sia il traditore e negli ultimi giorni si respira un’aria tesa e infausta. Molto presto si scatenerà una catastrofe.- annunciò serio.
Comprendevo il senso delle sue parole e sapevo che, purtroppo, sarebbe stato davvero difficile impedire una guerra che avrebbe causato solo altra sofferenza e dolore. Non eravamo ancora riusciti a comprendere chi fosse a tramare alle nostre spalle, l’unica cosa certa era che da quella battaglia dipendeva non solo il futuro del regno.
-Hai ragione. Ti chiedo solo di non esasperarmi fino a questo punto.- lo pregai muovendo le braccia e le gambe indolenzite.
-Lo faccio per proteggerti! Non capisci che tu sarai il loro primo obiettivo?-
-Il loro primo obiettivo?- domandai sorpresa.
-Sei tu che custodisci la sfera. Sei tu quella che tenteranno di abbattere per prima. Per quanto io, Sota, Kohaku e tutti gli altri tenteremo di proteggerti, se tu sarai una preda facile sarà tutto perduto. È solo per questo che da te pretendo il meglio. Non me lo perdonerei mai se dovesse capitarti qualcosa. Lo capisci, Kagome?- mi domandò avvicinando il suo viso al mio e guardandomi con un’espressione seria e profonda.
Sorrisi e mi slanciai per abbracciarlo. Aki era il mio migliore amico e sapere quanto la mia sicurezza gli stesse a cuore non poteva che farmi piacere.
 
 
 
Girai per il palazzo tentando di ritrovare Kagome. Da quando mio padre era tornato ero stato così affaccendato in mille questioni da non poter trascorrere più di un minuto con lei. Mi mancava, ed ero deciso a trascorrere le poche ore di luce rimanenti di quella giornata con lei. Presi a seguire la scia del suo odore, che conduceva verso il cortile, e mi accigliai immediatamente quando insieme al suo fiutai anche l’odore del mezzo lupo. Quello che lei considerava il suo migliore amico era diventato il mio tormento. Passava ogni secondo attaccato a Kagome e la cosa non mi piaceva per nulla. Ero dannatamente geloso del modo in cui la guardava, del modo in cui le parlava e del rapporto che li legava. Ero sicuro che quel lupastro provasse per Kagome qualcosa che andava ben oltre l’amicizia, ma non gli avrei mai permesso di ottenere ciò che voleva.
La scena che vidi appena giunto in cortile mi paralizzò. Vedere Kagome tra le braccia di un altro uomo mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Non ero mai stato geloso di nessuna donna; non sapevo quale incantesimo quella ragazzina mi avesse lanciato, ma non avrei permesso a nessuno di toccarla.
-Che sta succedendo qui?- ringhiai avvicinandomi a loro.
-Inuyasha..-  sorrise lei staccandomi lentamente dall’abbraccio del mezzo demone che al contrario mi fuminò.
Quando mi accorsi che una mano del mezzo lupo tratteneva ancora la vita di Kagome quasi persi il controllo.
-Lasciala andare. Levale subito le mani di dosso.- sibilai.
-Inuyasha, sai bene che Aki è solo un amico.- mi sussurrò Kagome avvicinandosi a me.
-Non mi pare che lui la pensi allo stesso modo. Non mi piace tutta la confidenza che si prende.-
-Aki mi conosce da quand’ero una bambina, Inuyasha, è normale che tra noi ci sia tutta questa complicità. Gli voglio bene come se fosse mio fratello.- ribadì Kagome guardando solo me.
La scintilla di fastidio che vidi passare negli occhi del “suo migliore amico” confermò le mie ipotesi, ma le parole di Kagome mi tranquillizzarono. Il lupo si sarebbe dovuto abituare all’idea che Kagome era mia.
-Come mai sei qui? Mi cercavi?- mi domandò allegra.
-Si, per oggi non ho più nulla da fare. Ti va di andare a fare una bella nuotata?- le sussurrai con tono malizioso all’orecchio.
-Nel nostro posto?- esultò allegra lei ed io annuì.
-D’accordo. Corro a prendere dei teli e un kimono pulito e ti raggiungo.-
 Mi baciò sulle labbra, salutò con la mano il mezzo lupo e corse via.
 
 
 
Corsi via come un fulmine, dimenticando la litigata tra Aki e Inuyasha. Ero sicura che prima o poi quei due sarebbero andati d’accordo e io per quella sera volevo pensare a godermi solo una serata con l’uomo di cui ero innamorata. Quando ebbi quasi raggiunto la camera di Inuyasha, mi sorpresi immediatamente di trovare Saha lì.
-Cosa ci fai qui?- chiesi con tono tetro lasciando emergere nella mia voce tutta l’antipatia e la repulsione che provavo per quella donna.
-Kagome, cercavo proprio te..- mi disse lei sorridendomi e parlando con tono mieloso.
-Non hai risposto alla mia domanda. Cosa ci fai davanti la camera di Inuyasha?- le chiesi ancora.
-Mi era stato detto che condividevi la camera di uno dei principi e così sono venuta a cercarti. In effetti ti capisco, Inuyasha è davvero un bellissimo ragazzo. E dimmi com’è a letto? Fino a che punto vi siete spinti?-
La guardai esterrefatta! L’antipatia tra Saha e me era sempre stata reciproca. A che scopo mi poneva ora tutte quelle domande?
-Non sono affari tuoi quello che accade tra me ed Inuyasha. Te lo ripeto per l’ultima volta. Cosa vuoi, Saha?-
-Kagome, io qui non conosco nessuno. Sota e Kohaku hanno deciso di rimanere qui ed ora che Zuko è morto io non saprei dove altro andare. Perché non proviamo ad andare d’accordo? Del resto tu, Sango, Alissa e Rin siete le uniche che conosco qui. Perché non diventiamo amiche?-
La guardai come fosse impazzita.
-Davvero credi che io potrei andar d’accordo con te?-
-Perché ce l’hai tanto con me?- si lamentò.
Le sue parole fecero scatenare la mia rabbia a stento contenuta.
-Hai anche il coraggio di chiedermelo? Da quando Zuko ti ha condotto al villaggio di mio fratello non hai fatto altro che passare dal letto di mio fratello a quello di Kohaku. Loro due sono sempre andati d’accordo e a causa tua il loro rapporto si stava sgretolando. Sei falsa, bugiarda ed approfittatrice. Non vorrei mai vederti accanto ad uno dei miei fratelli. Avrai anche incantato loro con il tuo bel corpo e il tuo abbagliante sorriso, ma con me non funziona.- le urlai.
Era molta la rabbia che provavo nei confronti di quella donna. Non tolleravo che a causa sua Kohaku e Sota rovinassero la loro amicizia. E soprattutto non tolleravo che lei fosse causa di discordia tra me e mio fratello.
-In quel periodo io ero indecisa, ma adesso è passato. Io credo di aver capito con chi voglio stare.- balbettò.
-Nella tua indecisione hai pensato bene di condividere il letto con Kohaku, Sota e Zuko messi insieme? Credi che io non abbia capito che il tuo unico scopo era quello di estorcere informazioni a quei due per poi riferirle al tuo vero amante,Zuko?- le chiesi infuriata.
Lei aprì le labbra per rispondermi ma io la precedetti.
-Non disturbarti nemmeno a negarlo. Non ti crederei. Ora non ho più tempo da sprecare con te, Saha. Inuyasha mi sta aspettando e di sicuro la sua compagnia è molto più piacevole rispetto alla tua.-
La superai senza prestarle attenzione mentre godevo nel vedere il suo viso furioso e offeso.
Recuperai dalla camera di Inuyasha tutto ciò che mi serviva e mi affrettai a raggiungerlo. Tutto quello che volevo era trascorrere del tempo con lui senza dover pensare a Saha, alla sfera, a Naraku e alla guerra. Solo io e lui.




Note dell'autrice: Ciao a tutti, in tempo record anche il nuovo capitolo di "Come te..nessuno mai!"
Diciamo che succedono un pò di cose: la prima volta di Inu e Kaggy, il ritorno del re che dichiara innocenti Sota e Kohaku, e in più scopriamo qualcosa in più anche su Saha e sul motivo che aveva causato il litigio tra Kagome e Sota. Ci avviciniamo sempre più alla fine (mancano o 5 o 6 capitoli), e nel prossimo cominceranno i guai, ma vedremo anche delle evoluzioni nei rapporti degli altri protagonisti :)
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che leggono la mia storia, chi la recensice e chi l'ha aggiunta tra le seguite/preferite/ ricordate! Grazie davvero e se vi fa piacere fatemi sapere anche questa volta cosa ne pensate :)
Baci, Vanilla ^^
   
 
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