CAPITOLO 7
Lei era lì. Seduta a quel
tavolo, di fronte al suo.
Lei lo vedeva. C’erano anche i
suoi amici.
Lo osservava. Aveva ordinato
una birra ma non la beveva.
Ogni piccolo particolare. Quel
minimo movimento della mano; quegli occhi che guardavano, ma non vedevano, che
non erano con lui. Erano in un altro mondo, il suo, il
loro.
Continuava a fissarlo. Com’è
bello. Lo era sempre stato. Sempre avvolto da quell’alone di mistero che non lo
abbandonava mai.
E piano piano, con cautela e
con una lentezza quasi impercettibile, iniziarono la loro discesa piccole ed
indesiderate lacrime. Lei non le ferma. Non poteva, non voleva. Erano sintomo
del suo dolore, e lei stava terribilmente male.
Mascherarlo, fingere che non
era così, le faceva ancora più male.
Lei lo amava, ancora. Più di
prima.
Non averlo accanto, non
potergli più parlare, non poter più ridere con lui...
Era tutto così difficile, così
complicato!
- Sei ancora con noi,
Giulia?
-
Cosa?
Giulia non era più con loro.
Lei voleva essere con lui, al suo fianco e poterlo abbracciare. con affetto. Con
amore.
Quelle lacrime non smettono di
scendere
Lei soffriva troppo a stare
lì. A due passi da lui e non poterlo sfiorare.
- Io vado a
casa!
Giulia si alzò. Non avrebbe
voluto, ma correva. Non sapendo come era già fuori da quel
bar.
- Ma che c’ha Giulia in ‘sto
periodo?
Anche Sara si
alzò.
- Cazzi
suoi.
Non correva. Camminava
lentamente. Prima di uscire prese fiato.
Giulia era lì. Piangeva a
dirotto.
- Perché? Perché non mi lascia
in pace? Io non lo voglio! Lo odio!
Parlava. Parlava a vanvera
lasciando scaturire dalla bocca tutte quelle cose che aveva tenuto
dentro.
-
Calmati.
- Tu non capisci, non puoi
capire! Lui era lì! A un passo da me e io... perché! Perché proprio qui! Io...io
non ce la faccio più, voglio morire!
- Ti calmi per
favore.
- No, io non posso, non posso
stare così. sto di merda! Io non voglio ma è così! IO STO DI
MERDA!
Sara sentiva cha la situazione
stava peggiorando molto, anche perché tutta la gente che c’era per strada aveva
smesso di camminare e si avvicinava a quella ragazza che piangeva e urlava
disperata.
- Per favore, cerca di
controllarti, Giulia!
Giulia non parlava più. Le
lacrime e i singhiozzi le facevano morire le parole in
gola.
Sì, soffriva e
tanto.
- Si sente bene
signorina?
- Sì, sta benissimo, solo che
le è venuto un gran mal di testa e deve andare a
casa.
Giulia alza o sguardo. Lo
cerca, cerca il suo Daniele, ma non lo trova, lui non l’ha
vista.
- Ok...andiamo a casa.
Giulia chiuse gli occhi. Si
sentì debole, quasi inconsapevole di quello che stava facendo e in una maniera a
lei sconosciuta si ritrovò sdraiata sul suo letto, in una mattina di inizio
dicembre.
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