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Autore: defy    09/08/2013    3 recensioni
- NON APRIRE QUESTA PORTA! –
- Pansy, la mia pazienza, al contrario del tuo guardaroba, ha un limite! – sbuffò Draco innervosito; il Ballo del Ceppo stava per cominciare e la sua dama non ne voleva sapere di scendere in Sala.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“NON APRIRE QUESTA PORTA!”

 

 

- NON APRIRE QUESTA PORTA! –

- Pansy, la mia pazienza, al contrario del tuo guardaroba, ha un limite! – sbuffò Draco innervosito; il Ballo del Ceppo stava per cominciare e la sua dama non ne voleva sapere di scendere in Sala.

La strega correva da un lato all’altro della sua stanza ormai da ore. Odiava gli imprevisti, oh se li odiava! Quando poi erano un ostacolo tra lei ed il suddetto ragazzo li sopportava ancora meno!

In quel frangente in particolare avrebbe preferito scoprire che una colonia di Gorgosprizzi si fosse insediata nel suo armadio piuttosto ch… Aspetta! Da quando la sua ansia l’aveva portata a ragionare come quella svitata della Lovegood? Pansy respirò a fondo per recuperare un frammento di lucidità, prima di riprendere la lotta con il suo vestiario.

Il dubbio che la perfezione fosse un’ambizione al di fuori della sua portata non l’aveva mai sfiorata, o almeno, non prima di conoscere il figlio dei Malfoy, che spazzava via la sua sicurezza e che le faceva sentire il bisogno di nascondere dietro cipria e ombretto qualunque difetto. Il suo Principe Verde-Argento non era certo quello Azzurro delle favole, e la Purosangue sapeva perfettamente che il suo cuore di ghiaccio era difficile da far battere, ma nonostante questo continuava testardamente a tentare di stargli a fianco e a dare il meglio di sé, come Serpeverde e come donna.

Sulla scia di tali pensieri la ragazza frugava nei cassetti disperata, alla folle ricerca della soluzione al suo problema, quando ad un tratto finalmente trovò quello che desiderava. O quasi.


- AAAAARGH! –


Dopo aver lanciato un grido degno di una Banshee, Pansy si pietrificò, come colpita da un incantesimo delle pastoie; poi si accasciò lentamente a terra, rigirandosi la dannata boccetta tra le mani. Gli scalpiccii di mocassini e tacchi tintinnanti nel corridoio le giungevano ovattati, e nel silenzio della stanza una sola parola urlava a squarciagola nella sua testa: “Vuota”.
 

- Ehi, è tutto a posto? –

La fanciulla iniziò a riprendersi dallo stato di shock solo dopo aver udito la voce del suo amato accompagnatore, quindi tentò di ricomporsi e darsi un contegno: era pur sempre una Serpeverde, dopotutto.

Cercando di contenere tutta la frustrazione che quell’affermazione le costava, la giovane balbettò sommessamente la sua risposta: - Non… non credo di poter venire alla festa – .

Fu il turno di Draco di sbiancare di colpo: arrivare in Sala un po’ dopo non sarebbe stato un problema, visto che un Malfoy non arriva mai fuori orario, ma presentarsi senza dama al Ballo del Ceppo sarebbe stata una vergogna! Già si immaginava i ghigni strafottenti di San Potter e della Donnola! Doveva far breccia nella sua reticenza.

- Stammi a sentire, non voglio beghe… -
- E TU NON MI PARLARE DI GRATTACAPI, questo mi basta e avanza! -

Il mago rabbrividì, immaginando il viso da carlino della ragazza deformato dal ringhio emesso.
Pansy sospirò.

Era dall’inizio dell’anno che la studentessa predisponeva tutto in modo tale da non tralasciare il minimo dettaglio per essere perfetta per il Ballo e soprattutto per il suo cavaliere; per un imprevisto, però, valeva la pena di rispondergli così male?

- Scusa, Draco – soggiunse la strega amareggiata.

La Serpe decise di approfittare del momento favorevole per penetrare le difese, o per meglio dire, le barricate di incantesimi e mobilio che la Parkinson aveva eretto intorno alla sua camera.

- Pansy… - disse in un soffio il giovane, - Perché non mi fai entrare, così posso dirti quanto sei favolosa stasera? –

Fu allora che giunse per lei il momento che aveva più temuto: la resa.
Mormorò l’Incantesimo di Apertura con voce così flebile che Malfoy quasi non si accorse che la porta si stava finalmente schiudendo.

La stanza dell’amica era un turbinio di vestiti, collane, scarpe e cappelli, ma lei sembrava tutt’altro che reduce da un campo di battaglia. Nel vederla fasciata nel suo abito rosa pallido, Draco non aveva parole per descriverla tranne due: “Che bomba”.

La strega dal canto suo non riusciva a trovare neppure mezzo termine adatto al bel giovane di fronte a lei, perciò, aggrappandosi a quell’ultima goccia di fermezza rimastale, sillabò telegraficamente: - Ho finito lo smalto- .

Il ragazzo non poté fare a meno di sorridere: dietro a quegli atteggiamenti da oca, si accorgeva di tutta la determinazione della Compagna di Casa a non farlo sfigurare e ad essere sempre alla sua altezza.

- Moriranno tutti d’invidia, quando vedranno con che schianto sono stasera. Lascia chiusa qui la tua preoccupazione e andiamo, Viola del Pensiero – sussurrò il Serpeverde con voce suadente.

Avvolta nelle spire dell’adulazione, Pansy non si accorse neppure della lieve pressione provocata dalla stretta del suo cavaliere, che aveva preso a braccetto la sua dama, finalmente sorridente, e si stava chiudendo la porta alle spalle senza trattenere un ghigno divertito.


NdA:
Avevo già pubblicato questa storia, ma l'avevo cancellata dopo poco per ricorreggerla un po'; ora eccola di nuovo sul sito (spero) meglio di prima!

  
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